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giovedì 7 febbraio 2013
Egitto ed Iran si incontrano a Il Cairo
La visita egiziana del presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha avuto un notevole risalto sui media dell'Iran, a cui non è stata corrisposta pari esaltazione in Egitto. Ma Teheran ha bisogno di enfatizzare ogni possibile occasione che faccia uscire il paese dal proprio isolamento ed un incontro con una nazione simbolo dell'islam sunnita può rappresentare un valore molto alto in questa ottica. L'occidente, intanto, resta alla finestra, seguendo con attenzione ed anche apprensione gli sviluppi di un incontro bilaterale che potrebbe spostare equilibri consolidati nel confronto religioso tra islam scita e sunnita, che, però, può travalicare gli aspetti puramente confessionali ed abbracciare quelli politici. Comunque la stampa iraniana ha qualche giustificazione per definire storico l'incontro de Il Cairo, dalla rivoluzione di Khomeini, dal 1979, un presidente dell'Iran si trova, per la prima volta nella capitale egiziana, ed il colloquio avuto con il suo omologo Mursi, in attesa dell'apertura del vertice dell'Organizzazione della cooperazione islamica, ha avuto, come tema centrale, le relazioni bilaterali tra i due paesi. Lo scopo di Mahmud Ahmadinejad è quello di rafforzare le relazioni tra i due paesi, in realtà da riprendere dall'inizio, con l'intenzione di trovare delle convergenze comuni sulle questioni regionali ed internazionali. Per l'Iran, che sta perdendo il principale alleato nell'area, la Siria, diventa importante, se non vitale, trovare un nuovo canale, che possa potenzialmente, sostenere la sua politica contro Israele e rompere l'accerchiamento in cui si troverebbe con la caduta di Damasco. Se una intesa completa con Teheran pare impossibile, l'Egitto, incontrando in modo formale il presidente iraniano su questi temi, manda un chiaro messaggio agli USA ed allo stesso Israele, praticando una politica dell'equilibrio precario, fatta di virtuosismi pericolosi nelle relazioni internazionali. Ciò è ancora più vero se rapportato alla politica interna egiziana fortemente instabile. I sentimenti dell'esercito sono noti, gli ambienti delle forze armate prediligono un approccio politico più laico e nelle relazioni diplomatiche rimpiangono gli stretti rapporti con gli USA, che permettevano un livello avanzato degli armamenti ed una eventuale relazione tra Il Cairo e Teheran rischia di compromettere ulteriormente il rapporto con Washington. Anche gli ambienti religiosi non vedono di buon occhio uno sviluppo con il principale paese scita, il gran imam di Al Azhar, Ahmed El Tayyeb, vede come una intromissione indebita, il tentativo iraniano di inserirsi nelle nazioni sunnite, avvertendo i possibili pericoli del proselitismo sciita in un Egitto che, ultimamente, ha imboccato posizioni fondamentaliste. L'imam egiziano ricorda con preoccupazione le veementi proteste della minoranza sciita in Bahrein, temendo una ripetizione nel paese delle piramidi, già condizionato da grande instabilità, fomentate proprio dall'Iran. Inoltre il rapporto con Teheran non è apprezzato per le discriminazioni continue a cui è sottoposta la minoranza sunnita nel paese iraniano. Vi è, poi, un aspetto tutt'altro che secondario che riguarda il rapporto, molto conflittuale, dell'Iran con i paesi del Golfo Persico, vicini all'Egitto: il ministro degli Esteri egiziano, Kamel Amr, ha messo in chiaro che la stabilità e la sicurezza delle nazioni del Golfo è una frontiera che non deve assolutamente essere valicata, esclusivamente su questa condizione di partenza si possono sviluppare le relazioni tra i due paesi. Resta da notare come la fase storica attuale, sia per le relazioni tra i paesi arabi molto più fluida che in passato, il tentativo di avvicinamento tra Egitto ed Iran, segnala un nuovo fattore nello scenario diplomatico: il tentativo di Ahmadinejad di scardinare l'unità dell'area sunnita per aprirsi nuove possibilità, difficile, per ora che il tentativo abbia successo, ma l'avanzata dell'islamismo più radicale nei paesi della primavera araba, potrebbe determinare scenari completamente nuovi.
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