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mercoledì 6 febbraio 2013
Provocazioni militari tra Cina e Giappone
Il pericolo di uno sviluppo imprevisto tra Cina e Giappone, per le isole Senkaku, si sta avvicinando sempre di più. Le scaramucce tra i due paesi stanno salendo di tono e finora non è successo nulla soltanto grazie alla freddezza degli equipaggi delle rispettive forze navali ed aeree. Gli ultimi casi riguardano una nave da guerra ed un elicottero giapponesi, entrati nei mirini di navi militari cinesi; il puntamento elettronico è ormai facilmente rilevabile dagli strumenti di cui sono dotati i mezzi da guerra moderni ed è ritenuto un atto ostile che va oltre la mera provocazione e che può causare una risposta preventiva. Tecnicamente quindi lo scontro a fuoco, da cui poteva divampare l'incendio, è stato molto vicino, ma in futuro, non è detto che una eventuale ripetizione dell'accaduto, non porti ad un fraintendimento o ad un malinteso, anche per lo stato di tensione senz'altro presente tra i militari delle due nazioni. Peraltro questo episodio rappresenta l'ultimo caso, conosciuto, di una serie sempre più lunga, con invasione di quello che il Giappone ritiene il proprio spazio aereo, inseguimenti di aerei militari ed arresti di equipaggi di pescherecci. L'ultima evoluzione della contesa sull'arcipelago delle Senkaku è la creazione, da parte del Giappone, di una forza navale riservata al controllo delle isole, formata da due portaelicotteri e coadiuvata dall'impiego di circa 600 uomini stanziati nell'arcipelago, che dovrà essere operativa entro tre anni. Nel mentre la Cina potrebbe, però, prendere delle contromisure per vanificare gli sforzi giapponesi di tutelare quello che considerano il proprio arcipelago, dando luogo ad una possibile escalation militare. L'aggravamento della situazione è maturato in un momento che pareva preludere ad una distensione diplomatica, per i segnali che provenivano da entrambe le parti, tuttavia le provocazioni avvenute hanno riportato lo scenario su tinte più fosche.
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