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venerdì 15 febbraio 2013
La prova del coinvolgimento dell'Iran in Siria
Il funerale di un generale delle Guardie rivoluzionarie iraniane, i cosidetti Pasdaran, l'ala militarista più fondamentalista del regime di Teheran, rischia di diventare un caso diplomatico. Il militare sarebbe rimasto ucciso in Siria, mentre stava coordinando il trasferimento di razzi ed altri armamenti dell'arsenale di Assad in Libano, durante il raid aereo compiuto dall'aviazione militare israeliana del 30 gennaio. Questa versione è quella presentata dal portavoce dell'Esercito siriano libero, Fahd al Masri, che ha affermato che il generale stava agendo, nel trasferimento delle armi, per conto delle forze armate iraniane. Se ciò corrispondesse al vero, come numerosi osservatori sospettano, la posizione iraniana sarebbe diventata difficile, perlomeno sullo stesso piano di quella israeliana, tanto contestata da Teheran, al punto di minacciare ritorsioni contro Tel Aviv per l'azione compiuta sul territorio del migliore alleato dell'Iran: la Siria. Nella versione ufficiale, accompagnata dalla solita retorica del regime, che incolpa della morte del generale i mercenari ed i sostenitori del regime sionista, il militare sarebbe deceduto martedì scorso ed il nome fornito dalla televisione iraniana di lingua inglese, Press TV, è stato quello di Hassan Shateri, mentre l'Ambasciata iraniana a Beirut a fornito il nominativo di Khoshnevis Husam. In realtà si tratterebbe della stessa persona, in quanto il nome fornito dalla sede diplomatica dell'Iran in Libano, sarebbe il nominativo di copertura utilizzato per ricoprire a Beirut il ruolo di presidente della Commissione iraniana per la ricostruzione del Libano, una associazione fondata da Teheran dopo il conflitto combattuto tra Israele ed Hezbollah nell'estate del 2006, identificata come la struttura incaricata di fornire gli estremisti libanesi di armi. La vicenda costituirebbe così la prova del coinvolgimento, sempre negato, della Repubblica islamica iraniana, nella guerra civile siriana al fianco di Assad, per la verità un segreto niente affatto tale. I sospetti dell'attivismo iraniano nella guerra in corso in Siria, sono stati, peraltro sempre suffragati, dall'azione diplomatica di Teheran, tesa a preservare il governo in carica, perchè punto chiave nella strategia della politica internazionale dell'Iran. Esiste anche un precedente che ha coinvolto 48 membri dei Pasdaran, presi in ostaggio dai ribelli siriani, ma identificati dalle fonti iraniane come pellegrini. La vicenda, comunque, alzerà ancora di più il livello dello scontro sotterraneo, mai chiaramente ammesso da ambo le parti, tra Israele ed Iran, che si innesta nel contronto armato ancora da più tempo in corso tra i due stati per la questione del nucleare iraniano. Dal punto di vista internazionale, invece, la conferma del coinvolgimento diretto dell'Iran nella guerra siriana, non rappresenta una novità, se non per le potenziali conseguenze che Teheran potrà potenzialmente patire in termini di censura diplomatica, nel caso l'ONU intenda procedere in questo senso.
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