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lunedì 18 marzo 2013
Il dialogo nello Yemen di fronte ad un momento cruciale
Nello Yemen si inaugura ufficialmente il dialogo che vuole portare alla nuova legge fondamentale del paese, per poi affrontare le elezioni previste per il mese di febbraio 2014, a conclusione del processo di transizione aperto nel febbraio 2012. L'evoluzione della situazione politica yemenita rappresenta un caso molto interessante agli occhi degli analisti, sia per come si arrivati a questa soluzione, che rappresenta l'unico caso di una soluzione negoziata seguita ad una rivolta, sia per gli indirizzi futuri che lo stato vorrà prendere. La situazione di partenza non è però del tutto tranquilla, esistono forti opposizioni da parte del movimento del sud del paese, che nono parteciperà gli incontri, ritenendoli incompatibili con il proprio obiettivo di ripristinare la situazione antecedente al 1990, quando gli stati yemeniti erano due: quello del nord e quello del sud. Ma anche al nord vi sono sacche di resistenza la ribellione degli sciti, minoranza del paese e stroncata con l'aiuto degli stati sunniti del golfo, rappresenta un motivo di potenziale destabilizzazione, sopratutto per i legami ed i finanziamenti iraniani. Per ridurre l'influenza di Teheran sono state fatte concessioni a favore degli sciti, che hanno migliorato la vita della comunità, ma le profonde diseguaglianze esistono ancora e possono rappresentare elementi di profondo contrasto. In questa situazione di generale attesa si temono, comunque, possibili incidenti che hanno provocato il rafforzamento delle misure di sicurezza. Il dialogo nasce sotto la bendizione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che vede nell'occasione un possibile esempio per altri stati arabi, anche se le difficoltà presenti non fanno dare per scontato alcun risultato. Se la transizione pacifica riuscirà a completare il suo percorso, sarà interessante vedere quale sarà il risultato delle urne, il pericolo di una nuova teocrazia, sul modello di quanto è successo negli stati arabi della sponda meridionale del Mediterraneo , rappresenta una concreta possibilità, anche se la presenza della minoranza scita, potrà influenzare il voto fornendo sicuramente meno consensi ai partiti confessionali sunniti, in quest'ottica sarà decisivo vedere su quale scelta verteranno gli sciti: se su partiti confessionali ma di matrice opposta a quella sunnita, andando potenzialmente a trasferire nelle aule del parlamento la dicotomia islamica, verosimilmente senza così trovare una sintesi politica adeguata, o se preferiranno scegliere partiti più laici, in grado di elaborare strategie politiche a più ampio spettro, capaci di garantire i diritti delle minoranze. Il laboratorio politico dello Yemen potrà così fornire vie alternative all'evoluzione dei passaggi da dittatura a forme di democrazie troppo condizionate da elementi confessionali, rappresentando una novità di rilievo nel panorama politico arabo.
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