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lunedì 20 maggio 2013
Li Keqiang in visita in India
La visita in India del premier cinese Li Keqiang, riveste particolare importanza in un momento di equilibrio precario tra i due paesi. Tradizionalmente avversari su più fronti, Cina ed India, si presentano all'appuntamento bilaterale con il pericolo sempre incombente di un conflitto tra i due stati per motivi di confine. Recentemente soldati cinesi hanno stabilito un campo base, prima negato e poi giustificato ufficialmente con non ben chiari motivi di esplorazione scientifica, in territorio indiano, nella regione del Ladakh. Non si è trattato della prima violazione del territorio indiano da parte dei cinesi ed ogni occasione, anche se non pubblicizzata dai media, costituisce potenzialmente l'occasione per un confronto tutt'altro che amichevole tra due nazioni che sono anche potenze nucleari. Oltre a queste tensioni, che riguardano direttamente Pechino e Nuova Delhi, vi è l'aspetto delle relazioni internazionali a fare riscaldare la temperatura nei rapporti reciproci: l'India si è avvicinata agli Stati Uniti, che con questa alleanza agiscono in ottica di contenimento cinese, preoccupando la Cina per l'equilibrio regionale venutosi a creare; ma gli indiani non hanno altrettanto gradito il rapporto sempre più stretto che intercorre tra Pakistan, nemico storico dell'India e la Cina, che ha saputo inserirsi nella crisi tra Islamabad e Washington in maniera repentina. Pechino giustifica questa alleanza come una espansione produttiva e commerciale, in una nazione che può fornire manodopera a prezzi contenuti e può rivelarsi un mercato potenzialmente appetibile, queste giustificazioni sono veritiere, ma costituiscono soltanto una parte del ragionamento cinese, che con questa alleanza riesce a colpire in un colpo solo due grandi avversari: USA ed India. Entrambi i paesi stanno seguendo una politica di massicci investimenti negli armamenti e nelle forze armate, che vengono visti come un segnale da lanciare al mondo a complemento della potenza industriale e commerciale, per ritagliarsi un ruolo ben definito e sempre più importante sul palcoscenico internazionale; ma questa maggiore potenza significa anche un maggiore equilibrio nella forza militare dei due stati, fattore di sicura preoccupazione per la Cina, che è sempre stata più avanti nel settore bellico. Pechino teme l'influsso dell'India sui suoi territori di frontiera attualmente sottoposti a tensioni indipendentiste, come il Tibet e lo Xinjiang. Ma malgrado tutti questi contrasti l'intendimento cinese è quello di sviluppare un continente asiatico sempre più protagonista nella crescita economica mondiale ed i rapporti tra i due paesi, che fanno già parte dei BRICS, non possono prescindere da una visione che vada oltre i reciproci problemi. Infatti secondo gli osservatori il tema principale della visita del presidente cinese sarà il commercio bilaterale, che nel periodo 2000-2011 è passato 2,25 miliardi di euro ad oltre 56 miliardi di euro, malgrado una contrazione del 10% avvenuta nel 2012 a causa esclusivamente di motivi economici connessi con la crisi mondiale e non per i difficili rapporti tra i due stati. Entrambi i paesi sono d'accordo nel perseguire l'obiettivo di fare dell'Asia la locomotiva economica mondiale, attraverso i loro modelli di sviluppo; ma questo clima, che pare disteso, potrebbe subire delle variazioni a seguito della visita che Li Keqiang effettuerà subito dopo quella indiana: il saluto al nuovo capo del governo del Pakistan.
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