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sabato 15 giugno 2013
Israele chiede l'inasprimento delle sanzioni contro l'Iran
Per adesso lo stato israeliano non dimostra di credere ad un ravvedimento dell’Iran sulla questione nucleare, neppure se dalle urne uscisse vincitore il candidato moderato, che, contro tutti i sondaggi, pare essere attualmente in testa nella competizione presidenziale. Quello che a Tel Aviv vedono come il personaggio di maggiore influenza nella questione è sempre la Guida suprema del paese islamico, Ali Khamenei, individuato come vero ispiratore del programma nucleare del paese. Tel Aviv dice di non vedere prospettive di sostanziale cambiamento anche con una eventuale elezione di Rohani, che pure nel suo ruolo di negoziatore nucleare con l’occidente, ricoperto tra il 2003 ed il 2005, aveva dimostrato una minore rigidità delle più recenti commissioni iraniane, nel dialogo con la comunità internazionale. A fronte di queste considerazioni Israele sostiene l’inasprimento delle sanzioni economiche, come monito per l’Iran, che vuole sotto intendere che l’opzione militare resta sempre sul tavolo delle possibilità. In realtà, nonostante il tono minaccioso, Israele effettua questa minaccia con una doppia finalità: la prima è quella di influenzare il voto iraniano, tramite la minaccia di condizioni economiche ancora più dure per una popolazione già molto fiaccata dalla crisi economica ed indirizzare la competizione verso l’affermazione del candidato moderato; la seconda, invece, rappresenta una novità che deve essere interpretata in modo positivo, per la politica internazionale israeliana, giacché la minaccia dell’opzione militare, pur sempre presente, passa in secondo piano dopo la richiesta di inasprimento delle sanzioni. Si tratta di una buona notizia, soprattutto, se connessa allo sviluppo della situazione mediorientale. Questa moderazione segnala la presa di coscienza del gruppo dirigente israeliano di stemperare i toni con l’augurio che la comunità internazionale possa trovare interlocutori iraniani più disposti alla collaborazione per una soluzione pacifica della questione nucleare.
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