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lunedì 3 giugno 2013

L'Iraq nega il proprio spazio aereo ad Israele per un eventuale attacco contro l'Iran

L'avvertimento che l'Iraq ha riservato ad Israele contiene importanti novità per Tel Aviv. Bagdad, per la prima volta in maniera esplicita, afferma che non concederà l'utilizzo del proprio spazio aereo per una eventuale azione di bombardamento preventivo, che Israele intendesse fare contro le installazioni nucleari iraniane ritenute pericolose per lo sviluppo di un ordigno atomico; inoltre l'Iraq si è premurato di non fare sapere la reazione cui Tel Aviv andrebbe incontro nel caso volesse lo stesso violare lo spazio aereo di Bagdad, per non dare modo agli israeliani di organizzare le possibili contromosse. Questa dichiarazione del vice primo ministro dell'Iraq Hussein Shahristani, dice esplicitamente come gli iraqeni non intendano derogare dai propri propositi. Si tratta di un elemento di novità nel quadro del possibile attacco che Israele potrebbe portare compiere contro Teheran e del quale si parla da molto tempo. I caccia israeliani per raggiungere l'Iran, hanno la via più breve proprio attraverso la Giordania, che dovrebbe concedere il transito, e poi sui cieli iraqeni. Questo percorso è il più vantaggioso perchè l'autonomia degli aerei militari israeliani è limitata. Se viene bloccata questa strada, scartando a priori la via sopra la Siria e non ritenuta probabile quella che dovrebbe percorrere i cieli dell'Arabia Saudita, resta soltanto il tragitto attraverso la Turchia, con la necessità di utilizzare le basi NATO, che sono ospitate da Ankara o, almeno, utilizzare il rifornimento in volo grazie agli aerei cisterna americani, da effettuare sempre nello spazio aereo turco. Difficile dire se Erdogan potrebbe concedere gli spazi aerei del suo paese, risultando complice agli occhi degli iraniani. In ogni caso i piani militari di Israele si complicano alquanto con la decisione di Bagdad. Probabilmente le ragioni dell'Iraq sono quelle di evitare ulteriori motivi al contronto interno tra sciti e sunniti, che si sta segnalando sempre di più per l'elevato livello di violenza. D'altronde non è un mistero che l'Iran cerca di portare dalla sua parte, se non tutto il paese, almeno, la minoranza scita, facendo leva su discriminazioni perpetrate dai sunniti. L'atteggiamento dell'Iraq è tuttavia comprensibile per più fattori: il primo, come già detto, di ordine di politica interna, il secondo per non esacerbare l'azione che sta subendo dall'Iran sulle sue minoranze scite, il terzo motivo riguarda la politica internazionale, perchè concedere il proprio spazio aereo per una azione israeliana equivarrebbe ad una complicità che potrebbe portare a ritorsioni armate da Teheran, il quarto fattore riguarda l'atteggiamento contrario ad Israele dovuto nei confronti del mondo arabo da parte di uno stato, che deve riabilitarsi agli occhi di quel mondo, dopo che i governi succeduti a Saddam hanno appoggiato quella che è stata ritenuta da più parti l'invasione americana. Come è suo costume, Tel Aviv non ha commentato la notizia, ma c'è da credere che piani alternativi per colpire l'Iran siano comunque pronti.

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