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giovedì 27 giugno 2013

USA e Giordania tentano il rilancio del processo di pace tra Israele e Palestina

La necessità degli Stati Uniti di rilanciare il processo di pace tra Israele e Palestina non si ferma nonostante la vittoria dei moderati in Iran, a causa della perdurante crisi siriana, che non pare trovare soluzioni. Washington punta molto ad una pacificazione tra le due parti per potere affrontare nel migliore dei modi la questione della Siria ed ha necessità di presentare le prove che possano, almeno, testimoniare lo sblocco dello stallo delle trattative, ormai ferme dal 2010. In questo intervallo di tempo Tel Aviv ha approfittato della situazione internazionale per volgere a proprio vantaggio i delicati e precari equilibri della zona mediorientale, non rispettando gli accordi con la controparte palestinese, soprattutto sul tema degli insediamenti; gli Stati Uniti, pur non condividendo i metodi israeliani, non sono mai andati oltre a dichiarazioni di facciata, perché molto impegnati a contenere la volontà israeliana di condurre un attacco armato contro Teheran, nell’ambito della questione nucleare. Va detto che l’atteggiamento dell’ex presidente iraniano, molto minaccioso contro Tel Aviv, ha giocato un ruolo favorevole per la politica condotta dall’amministrazione, ad orientamento di centrodestra, in carica in Israele, che ha avuto gioco facile ha condurre una politica aggressiva, che ha permesso di coprire altri obiettivi. Uno di questi, fondamentale per la parte politica al potere nello stato della stella di David, è stato, appunto il rapporto con i palestinesi, fatto di un continuo stop and go sulle questioni inerenti ai territori. La continua violazione degli accordi ha permesso di sottrarre ai palestinesi spazi notevoli di territorio che doveva ricadere sotto la loro amministrazione che i rari ed esigui abbattimenti di colonie non hanno certo ne riequilibrato ne risarcito. Gli USA, ben consci di questa situazione, anche per non essere intervenuti, cercano ora con il Segretario di stato Kerry di organizzare, insieme alla Giordania, un nuovo sforzo diplomatico in grado di sbloccare le trattative. Siamo ancora ad un momento embrionale, che prevede, anche grazie alla mediazione di re Abdullah II, di ripartire da iniziali incontri separati. Per primo Kerry incontrerà Netanyahu e successivamente Abbas, Presidente dell’Autorità nazionale palestinese. A questi incontri dovrebbe seguire vertice congiunto, alla presenza del Segretario di stato USA, dei rispettivi responsabili del processo di pace da tenere ad Amman. Questa riunione è ampiamente caldeggiata dallo stato giordano, che sta assumendo sempre più rilevanza nel rilancio del processo di pace.

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