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giovedì 11 luglio 2013
Israele ha in programma nuove costruzioni negli insediamenti
Nonostante gli sforzi diplomatici americani le intenzioni del governo di Tel Aviv sono quelle di incrementare la costruzione di nuovi alloggi a Gerusalemme, anche nella parte Est, ed in Cisgiordania. Questa la soluzione propugnata dal ministro israeliano dell’edilizia per risolvere la crisi degli alloggi. Questa motivazione viene puntualmente usata come scusa politica ed economica per utilizzare il territorio che sarebbe dei palestinesi. L’impressione è che l’accelerazione dei progetti di costruzione miri ad occupare la maggior quantità possibile di terreno in vista di una possibile avanzata diplomatica americana per la risoluzione della questione palestinese, obiettivo che sarebbe nell’agenda di Obama. Tuttavia i palestinesi non siederanno mai ad un tavolo delle trattative con una politica incentrata nell’espansione delle colonie. Possibile che nei piani di Tel Aviv, ci sia poi una cessione di territorio occupato con annesse demolizioni, ma, verosimilmente, ciò potrà riguardare una piccola porzione dei territori occupati. Questo potrà fornire ad Israele l’ennesimo alibi per rallentare i negoziati, come fatto fino ad ora, continuando a rendere i negoziati una trattativa senza fine. L’atteggiamento del governo israeliano, che annovera nella sua compagine un partito il cui programma elettorale è proprio quello di aumentare gli insediamenti, resta sconcertante di fronte alle condanne mondiali della pratica di incrementare le colonie e non tiene conto delle ripercussioni che suscita nel mondo arabo, in special modo in un momento storico nel quale la regione mediorientale è attraversata da ripetuti sconvolgimenti e l’equilibrio è tutt’altro che assicurato. La notizia, quindi, rappresenta l’ennesimo blocco ad un negoziato necessario che non riesce ad essere portato avanti per la esclusiva volontà del governo di Tel Aviv.
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