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martedì 9 luglio 2013

La Lettonia nell'euro dal 2014

Dal primo gennaio 2014, l’area della moneta unica europea, l’euro, avrà il suo diciottesimo membro: la Lettonia. Il paese baltico ha sostenuto notevoli sforzi per superare la crisi economica che ha colpito il paese nel biennio 2008-2009, con una profonda recessione, arrivando nel 2012 ad un dato di crescita più che lusinghiero, attestato al 5,6%. Il risultato è stato conseguito anche interpretando una politica economica che mirava a soddisfare i rigidi criteri di adesione alla moneta unica. L’economia del paese è sana e presenta i requisiti della convergenza di bilancio, inoltre la crescita non si è arrestata, nonostante la crisi mondiale, ed il valore stimato per il 2013 è del 3,8%, mentre per il 2014 si prevede di arrivare al 4,1%. Olli Rehn,, Commissario Europeo agli Affari economici ha certificato la performance lettone lodando la bontà delle riforme economiche messe in campo, unite ad una ferrea disciplina fiscale. Il nuovo membro dimostra come l’adesione all’euro costituisca la prova della capacità della moneta unica di attrarre nuovi aderenti, nonostante lo stato di crisi che attraversa il vecchio continente, grazie alla stabilità monetaria che può assicurare; anche dal punto di vista della politica, la Lettonia rappresenta l’esempio che il modello europeo conserva una propria vitalità all’interno del quale è possibile trovare una propria collocazione. In più il paese lettone, a sua volta, può costituire uno sprone per quei paesi che sono già all’interno della moneta unica, ma che stanno attraversando difficoltà di ordine economico: pur facendo le debite proporzioni il modello economico della Lettonia può indicare le riforme da seguire per arrivare ad un buon livello di crescita anche dopo una grave crisi. Il progetto della Lettonia, con l’entrata nella moneta unica mira a stabilizzare il mercato del lavoro, la stabilizzazione finanziaria, l’arrivo di nuovi investimenti e la fine della speculazione monetaria. Si tratta certamente di un progetto a lungo termine che non pare essere stato compreso dalla maggioranza della popolazione, che secondo un sondaggio effettuato nello scorso mese di maggio si è pronunciata per il 62% contraria all’adesione alla divisa unica europea. Sulla contrarietà hanno sicuramente pesato i vincoli ferrei imposti dalla Banca Centrale Europea ed il pessimo andamento delle maggiori economie dell’euro. Per combattere questa sfiducia il ministro delle finanze delle Lettonia, Andris Vilks, ha annunciato che il governo farà un lavoro di comunicazione affinché i cittadini si rendano conto che il processo di adesione all’euro è comunque un fatto ineluttabile, capace di portare benefici, come hanno dimostrato le adesione, avvenute nel 2011, dei paesi vicini di Finlandia ed Estonia.

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