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venerdì 19 luglio 2013
La Russia mostra la sua forza militare
Nel programma politico e nelle intenzioni del presidente russo Putin, è sempre stata centrale la volontà di ridare al paese lo status di grande potenza mondiale, perso con il dissolvimento dell’impero sovietico. Pur non avendo ancora elaborato una strategia di politica internazionale di grande respiro, Mosca non sembra brillare per voglia di essere protagonista con iniziative in campo internazionale, la Russia di Putin sembra puntare maggiormente a dotarsi di un apparato militare sempre più potente. Sembra, infatti, questa la chiave scelta dal presidente Putin per ridare lustro all’immagine offuscata della Russia come grande potenza mondiale. I piani di ammodernamento delle forze armate russe stanno procedendo in modo spedito, grazie al ricco budget stanziato, 486 miliardi di euro, per il periodo 2011-2020. Si tratta di una visione che risente, inevitabilmente, del passato personale di Putin e della mentalità da vecchio apparato sovietico, un mix di nostalgia e voglia di mostrare i muscoli. Sono queste le premesse che hanno mosso le più grandi manovre militari, compiute dall’esercito russo dal periodo sovietico, che si stanno svolgendo in questi giorni nei confini orientali del paese. I numeri coinvolti sono ingenti: 160.000 uomini e 5.000 carri armati, 70 navi e 160 velivoli per schierare una potenza di fuoco potenziale enorme. Lo scopo dello schieramento di questa forza è vedere la sua capacità tattica ed operativa in una regione della Russia, che viene ritenuta da Mosca un caposaldo strategico. Non a caso le manovre hanno provocato la preoccupazione di Corea del Sud e Giappone, che sembra stiano monitorando i movimenti delle truppe russe. In particolare Tokyo teme l’invadenza della flotta russa, come presenza molto ingombrante nei suoi mari e per questo avrebbe allertato gli Stati Uniti a solcare con le proprie navi le acque intorno al Giappone. Tra i due paesi vi è anche l’annosa questione della sovranità delle isole Curili attualmente russe, che i giapponesi chiamano i territori del nord, materia che costituisce un ostacolo nella normalizzazione delle relazioni tra le due nazioni. Secondo alcuni analisti questa dimostrazione sarebbe però indirizzata verso la Cina, malgrado gli accordi di cooperazione militare esistenti tra i due paesi. La Russia, che condivide con Pechino ben 4.300 chilometri di frontiera, teme che la Cina possa cercare di prendere parti del proprio territorio, inoltre la manovre sono tese a scoraggiare il fenomeno, sempre crescente, della immigrazione illegale di cittadini cinesi verso i territori russi. Malgrado tutti questi segnali, l’opinione concorde della maggioranza degli osservatori è che le forze armate russe siano ancora lontani dagli standard dell’Unione Sovietica, sia come capacità puramente militari, che sul fronte dell’esperienza tattico-strategica; tuttavia l’impegno crescente, concentrato proprio sull’aspetto militare, piuttosto che sull’aumento della capacità di mediazione politica, pone interrogativi, anche inquietanti, sul ruolo futuro che la Russia intenderà giocare sullo scenario internazionale.
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