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lunedì 23 settembre 2013

Gli USA chiedono all'Iran gesti concreti sulla trattativa per il nucleare

La diplomazia di Rohani, fatta di promesse e di buone intenzioni, pur costituendo un passo avanti nelle relazioni con Washington, non viene ritenuta sufficiente dagli USA, senza azioni concrete, che dimostrino la reale intenzione dell’Iran, di arrivare ad una definizione del problema nucleare. Lo scambio di lettere tra il presidente statunitense e quello iraniano, ha costituito un punto di partenza importante per ottenere il disgelo tra Teheran e l’occidente, non solo gli Stati Uniti, ma è ancora poca cosa per ottenere una riduzione delle sanzioni. Gli USA, vogliono però, sfruttare l’apertura di questo canale di comunicazione per ottenere risultati tangibili sul problema atomico, facendo rientrare la situazione in una più ampia moratoria, che riguardi le armi di distruzione di massa: sia quelle atomiche, che quelle chimiche. Per Washington la questione della limitazione degli armamenti non convenzionali è una necessità sia di ordine pratico, che di prestigio internazionale da recuperare. Inoltre, data la situazione mediorientale, gli USA devono anche fare fronte alle pressioni degli israeliani, che continuano a diffidare della buona volontà del nuovo presidente iraniano. Per gli Stati Uniti è importante avere azioni concrete da parte dell’Iran, per mantenere calmi, nei limiti del possibile, gli israeliani. In effetti questi ultimi, allo stato attuale delle cose, sembrerebbe abbiano ragione: l’Iran continua una politica basata sul rimandare gesti concreti, che pare fatta apposta per guadagnare tempo. Il problema è che ciò si verifica con la questione siriana sempre in bilico, fattore che non permette ad Obama di tergiversare ancora per molto. Nello stesso tempo l’Iran ha necessità che le sanzioni economiche che lo stanno colpendo, vengano ridotte in maniera considerevole, dando modo al governo di risollevare la grave situazione economica, sempre più fonte di instabilità interna. Come si vede, sia Washington, che Teheran, hanno delle reali necessità di ottenere risultati da spendere sui rispettivi tavoli; questa situazione potrebbe quindi sbloccarsi, soltanto con un gesto di buona volontà e di concretezza da parte iraniana. Rohani parteciperà nei prossimi giorni all’Assemblea delle Nazioni Unite, ed in quella occasione potrebbe compiere un gesto significativo e di portata reale per andare incontro alle esigenze americane. Quello che viene da pensare è una sostanziale apertura agli ispettori dell’ONU per la visita ai siti sospetti, sarebbe il gesto naturale che potrebbe sbloccare la situazione. Resta da vedere se questa mossa sarà effettivamente compiuta, ma se l’ispezione dell’ONU confermerà che l’Iran persegue una sua politica energetica che comprende anche il nucleare, quindi usato soltanto per scopi pacifici, il dialogo tra Washington e Tehran, potrà riprendere anche su temi ulteriori che condizionano il panorama internazionale.

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