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martedì 3 dicembre 2013
Assad potrebbe essere incriminato per crimini di guerra e contro l'umanità
Secondo le Nazioni Unite, attraverso l’Alto Commissario per i Diritti Umani, Navi Pillay, esisterebbero prove tangibili per incriminare Bashar Al Assad di crimini di guerra e crimini contro l’umanità perpetrati in Siria. La commissione d’inchiesta sembra avere prodotto una gran mole di prove a sostegno dell’accusa, recuperate dall’inizio dell’indagine, che risale all’agosto 2011. La responsabili dei crimini non riguarderebbe soltanto il presidente siriano, ma sarebbe estesa alle più alte cariche del governo di Damasco. Pur non essendo la prima volta che l’esecutivo siriano venga coinvolto in queste imputazioni, la novità maggiore è rappresentata dall’accusa esplicita rivolta ad Assad, fatto mai accaduto prima in maniera formale. L’indagine è stata condotta da quattro ricercatori coordinati dal brasiliano Paulo Sergio Pinheiro e comprendeva la svizzera Carla Del Ponte, ex procuratore internazionale, esperta in crimini di guerra. La Commissione non ha mai avuto accesso al paese siriano ed ha svolto le indagini grazie alle testimonianze di circa 2.000 persone coinvolte in atti criminosi in Siria e nei paesi circostanti, con interviste telefoniche o attraverso mezzi informatici. L’inchiesta, pur essendo quasi in conclusione, non è ancora terminata e ciò non permette di rendere pubblico l’elenco dei presunti indiziati, che comprende anche personalità delle fazioni opposte al governo siriano; anche nel campo dei ribelli sarebbero stati individuati dei responsabili di azioni particolarmente cruente ed in aperta violazione dei diritti umani, cosa, peraltro, già accertata dalle crudeltà compiute dalle milizie islamiche sunnite. Resta da vedere quali saranno gli effetti di questa incriminazione, sia sul prosieguo della guerra, sia sulle trattative che dovrebbero partire a breve ed alle quali doveva partecipare lo stesso Assad. Se eventuali prove accertate dovessero emergere realmente a carico di Assad, potrebbero crearsi nuovamente i presupposti per un attacco contro il regime siriano, particolarmente caldeggiato dall’Arabia Saudita e dalle monarchie del Golfo, alle quali si presenterebbe una eventualità da fare pesare notevolmente per aumentare la pressione contro Damasco. Occorrerà vedere l’atteggiamento che verrà assunto da USA e Russia, con i primi che verranno sollecitati a muovere un attacco militare ed i secondi che sfrutteranno le incriminazioni anche riguardanti i ribelli per fermare qualsiasi iniziativa contro Assad. Questa fatto, insomma, rischia di compromettere le flebili speranze che stavano nascendo intorno alla costituzione di un tavolo per le trattative, tuttavia, se le prove raccolte saranno inconfutabili, l’incriminazione dei responsabili dei crimini di guerra e contro l’umanità è un atto obbligatorio e dovuto, che, in fondo, rappresenta soltanto l’ufficializzazione di un fenomeno purtroppo ben noto ma non affrontato con il dovuto riguardo, soprattutto dalle Nazioni Unite, tenute in ostaggio dall’assurdo comportamento del Consiglio di sicurezza, organo svuotato dei suoi compiti ed asservito alle esigenze dei membri permanenti.
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