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giovedì 6 marzo 2014
La NATO sospende le relazioni con la Russia
In gran parte era stato previsto, ma ora la NATO annuncia le prime forme di ritorsione contro la Russia. L’invasione della Crimea, formalmente territorio ucraino, causerà la sospensione delle missioni congiunte che l’Alleanza Atlantica sta sviluppando congiuntamente con la Russia. Il primo effetto è la cessazione dell’azione congiunta per lo smaltimento delle armi chimiche siriane; ciò non significa che l’operazione sia anch’essa sospesa, ma che continuerà senza la collaborazione con la marina di Mosca. Un altro effetto è la sospensione delle riunioni militari già pianificate tra NATO e Russia. Con questa decisione l’Alleanza Atlantica chiude un canale diplomatico molto importante con il Cremlino, i cui effetti a lungo termine, nel caso permanesse la decisione, sarebbero fortemente negativi per la stessa NATO, aldilà dell’isolamento che si vuole imporre alla Russia. La linea attuale della NATO è però quella di mandare un messaggio deciso a Putin, la cui sostanza è di non lasciare impunita l’invasione russa. Queste decisioni sono, per il momento, provvisorie perché necessitano della ratifica dei ventotto membri dell’Alleanza Atlantica, che si pronunceranno ufficialmente in una riunione che si terrà nel prossimo mese di Aprile. Le conseguenze però, si annunciano immediate ed è inevitabile ripensare alla situazione della guerra fredda, con la contrapposizione tra i due blocchi. Anche perché l’Alleanza Atlantica è stata sollecitata con il richiamo all’articolo 4 del trattato, quello che prevede la richiesta di aiuto da parte di un paese membro all’organizzazione quando si senta minacciato, dalla Polonia, paese che confina direttamente con l’Ucraina. La presenza di membri della NATO sul confine con il paese ucraino, oltre alla Polonia anche, Slovacchia, Ungheria e Romania, rappresenta un fattore di ulteriore potenziale pericolo, data la prassi militare di allertare le proprie forze armate nel caso di disordini o di instabilità politica presenti nel paese vicino. Si comprende come la richiesta della Polonia alla NATO potrebbe essere soltanto la prima, innescando procedure di impiego delle forze dell’Alleanza Atlantica da dispiegare lungo la linea del confine dell’Ucraina. Questo passo, se intrapreso, potrebbe innalzare notevolmente la tensione tra Mosca e Bruxelles. Ma aldilà di questo scenario, che rappresenta una ipotesi negativa ma probabile, appare chiaro che in questo momento i rapporti tra la NATO e la Russia risultino fortemente compromessi. Sul lato dei rapporti con l’Ucraina, inoltre, l’Alleanza Atlantica ha deciso di rinforzare la cooperazione militare con Kiev, incrementandone la capacità bellica e la formazione delle truppe. Questa decisione, pur presa in un quadro di collaborazione che non infrange il diritto internazionale, potrebbe essere interpretata dalla Russia come una indebita ingerenza in quello che è considerato un affare interno e diventando così potenzialmente una causa ulteriore di aggravamento della situazione. La tattica russa sul campo ucraino è quella di inviare soldati senza segni identificativi per le vie delle città della Crimea sostenendo che si tratta di miliziani locali che praticano l’autodifesa. Se si dovesse concretizzare, al contrario, la presenza di membri della NATO, anche solo come istruttori militari, le forze armate russe potrebbero scegliere di avanzare oltre in territorio ucraino, come è stato paventato? E se questo si verificasse a cosa si andrebbe incontro?
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