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giovedì 13 marzo 2014

La strategia della Merkel contro la Russia

Angela Merkel, di fronte al parlamento tedesco, ha accusato la Russia di mettere a repentaglio la stabilità e gli equilibri internazionali, a causa dell’uso della forza in Crimea. La tattica che il cancelliere tedesco intende mettere in campo per contrastare Putin è quella delle sanzioni economiche e dell’isolamento internazionale. Se la prima opzione può produrre qualche effetto su di una economia con grande disponibilità di materie prime, ma che non ha un apparato produttivo rilevante, la seconda si può, invece, ritorcere contro all’occidente. Gli effetti di isolare Mosca, tagliandola fuori dal continuo processo negoziale, ad esempio, tra le nazioni economicamente più importanti, rischia di avere un effetto boomerang, precludendo ogni forma di colloquio e quindi di sviluppi positivi. In questo senso si rischia nuovamente una divisione del mondo, che avrebbe il suo centro nel cuore dell’Europa. D’altro canto l’isolamento non sarebbe certamente totale, sicuramente verrebbe a mancare il dialogo con le nazioni occidentali, ma la Russia potrebbe volgere lo sguardo verso altri orizzonti. Non a caso Mosca ha già trovato un alleato potenziale nell’Iran: il legame con Teheran, infatti, minaccia di essere soltanto il primo passo per una prospettiva alternativa per costruire contatti ufficiali con altri stati. Esiste anche un fattore negativo dal punto di vista energetico per l’Europa, dove diverse nazioni aderenti alla UE, e tra l’altro anche alla NATO, dipendono quasi totalmente dal gas russo. Resta il fatto che per Mosca vedersi chiudere l’interscambio con Berlino, avrebbe contraccolpi economici non indifferenti. La Merkel punta però maggiormente sulle ripercussioni politiche, come strumento di pressione. Ma Putin non pare deviare dalla strada presa, anche sulla base della convinzione che la Russia ha solo risposto alle provocazioni e non ha iniziato la questione. Come si vede la vicenda pare essersi arenata in una via senza uscita e non è detto che la volontà tedesca di insistere sull’ingresso dell’Ucraina nella UE possa avere effetti positivi. La Merkel ha annunciato che la firma sul trattato sospeso dall’allora presidente Yanukovich, per l’entrata di Kiev nell’Unione Europea, dovrebbe essere imminente. Con questa mossa si mira a fornire subito aiuti concreti, sia di tipo economico, ma anche di cooperazione militare, all’Ucraina, con la speranza che l’avanzata russa si fermi. Se Putin dovesse accontentarsi della Crimea, che pare inevitabilmente ormai staccata dal territorio ucraino, questa soluzione potrebbe scongiurare ulteriori azioni, seppure in uno schema di divisione e grande instabilità, tuttavia l’irrigidimento della Russia verso la UE appare scontato. Occorre poi anche valutare l’impatto che il costo dell’ingresso in Ucraina avrà sui bilanci della UE. La filosofia tedesca di inclusione ad ogni costo di nuovi membri, per assicurare espansione ai propri prodotti è in chiaro contrasto con il rigore che poi viene imposto agli stati storici dell’unione. La Merkel appare in chiaro difetto di coerenza nei suoi comportamenti e pare usare l’Unione Europea in funzione prettamente tedesca; non che l’Ucraina non vada aiutata ma, forse, andrebbero studiate misure alternative per non gravare sulle casse di Bruxelles.

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