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venerdì 18 luglio 2014
Ucraina: le terribili responsabilità per l'aereo civile abbattuto
Qualsiasi sarà il colpevole dell’abbattimento dell’aero malese, la situazione dell’Ucraina appare ormai uscita dalla sua dimensione regionale, per entrare a pieno titolo in un piano più vasto. Oltre alle vittime del conflitto interno, la portata della sciagura riguardante un aereo civile, senza alcun sopravissuto, obbliga la platea internazionale e soprattutto quella diplomatica, gli addetti ai lavori, ad un impegno senz’altro maggiore di quello fin qui prodotto, per una risoluzione definitiva della questione. Tuttavia restringendo l’analisi al tragico fatto si impone un esame attento delle circostanze per inquadrare responsabilità dirette ed indirette dell’accaduto, essenziali per procedere ad un bilancio della vicenda ed ai suoi impatti in una visione più globale in rapporto al conflitto ucraino. La questione dei territori contesi tra Kiev e Mosca ha prodotto una chiara violazione del diritto internazionale da parte della Russia, cha appare incontestabile, mentre si può discutere sulle ragioni dell’opportunità e delle loro conseguenze, dell’irrigidimento ucraino in merito alle relazioni con la UE. Tuttavia appare normale in una visione storico politica, che contempli l’integrità di uno stato, la volontà di Kiev di tutelare la propria integrità e sovranità territoriale. Anche se si vuole cercare giustificazioni per l’azione russa, la tutela delle minoranze ed i propri interessi geopolitici, bisogna ammettere che Mosca, dopo una iniziale gestione della situazione entro determinati binari, pare avere perso influenza e controllo sulle milizie filorusse, che operano quasi in completa autonomia dal Cremlino. Questo non vuole dire che la Russia non continui ad aiutare con uomini e mezzi i ribelli a lei legati, ma, che, sempre più la composizione estremista di queste milizie può arrivare ad operare con tattiche non solo non suggerite da Mosca, ma totalmente contrarie agli interessi russi per le loro ricadute sul piano internazionale. Cosa succederebbe se venisse appurato che l’aereo di linea malese fosse stato colpito dai filorussi? La responsabilità, almeno indiretta, non potrebbe che ricadere su Mosca, che ha spesso manifestato, anche pubblicamente, il legame con queste tendenze che hanno determinato, prima il distacco, anche formale,della Crimea e poi hanno sostenuto la formazione di enclavi filorusse, ma fuori dalla legalità, all’interno di uno stato sovrano straniero. Certamente la volontà del Cremlino non era quella di abbattere un velivolo civile, oltretutto di un paese terzo, che niente ha a che fare con la questione e la spiegazione dell’incidente è fuori discussione; soltanto che l’incidente non è stato provocato da avverse situazioni meteorologiche, ma dal lancio di un razzo terra-aria con la capacità di colpire un velivolo a 25 chilometri di altezza. Se questo ordigno fosse di provenienza russa, cioè fornito da Mosca ai ribelli che combattono contro Kiev, sarebbe impossibile al Cremlino sottrarsi alla propria responsabilità e pagarne tutte le conseguenze. Le prime dichiarazioni provenienti da Mosca sono poco rassicuranti, perché imputano all’Ucraina, a causa della sua condotta nel conflitto, una responsabilità nelle ragioni che hanno portato alla caduta dell’aeroplano e gli stessi ribelli filorussi parlano di un missile partito dalle forze di Kiev. L’Ucraina ha smentito questa ipotesi, che se fosse vera metterebbe Kiev in una posizione altrettanto difficile di quella speculare di Mosca. Al momento, nonostante intercettazioni ucraine che evidenzierebbero le responsabilità dirette filorusse, neppure gli USA prendono una posizione, attendendo una ispezione di una commissione internazionale, segno che la questione è oltremodo delicata per le sue conseguenze. L’episodio segnala che il conflitto deve essere fermato al più presto, ma ancora una volta gli organismi internazionali sono latitanti e non giustificano la loro esistenza: l’ONU è silente e la UE impotente, occupata a discutere di nomine, anziché elaborare una strategia di effetto. Inoltre manca una applicazione del diritto internazionale di urgenza che impedisca potenziali disastri analoghi, come il divieto di sorvolo su zone di guerra, obbligando le compagnie a percorsi più dispendiosi ma sicuri. Il mondo è ostaggio ancora di troppa inefficienza, a tutti i livelli.
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