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lunedì 18 agosto 2014
I difficili sforzi di Berlino per un cessate il fuoco tra Ucraina e Russia
Berlino e Parigi si stanno adoperando per un cessate il fuoco nella disputa ucraina. La trattativa appare difficile per l’ostinazione di Putin ha portare avanti il suo programma politico espansionistico, tramite l’appoggio, peraltro non ammesso, ai separatisti filorussi. In queste ultime settimane gli aiuti di uomini e materiale alle milizie che combattono l’esercito regolare di Kiev si è intensificato, malgrado non sia mai stato ammesso da Mosca; questa situazione rende molto problematico il raggiungimento di un obiettivo, anche limitato, di una qualche forma di distensione tra le parti. Anche il comportamento del governo ucraino, costituisce un ostacolo all’azione diplomatica, dopo che sono state intensificate le azioni militari nelle zone filorusse, che hanno provocato diverse vittime tra i civili. Senza un raggiungimento di una tregua basata sul mancato utilizzo delle armi e pienamente condivisa da entrambe le parti, ogni ambizione di incominciare una trattativa che porti alla fine del conflitto, pare destinata a rimanere tale. La soluzione decisiva sarebbe trovare una soluzione onorevole per Mosca, che consenta alla Russia di rispettare le frontiere ucraine e la sua integrità territoriale. Questo punto resta centrale nella strategia diplomatica tedesca e francese, ma contrasta con gli obiettivi che Putin manda avanti in maniera ostinata, malgrado gli effetti delle sanzioni. In questa fase, almeno ufficialmente, gli Usa sembrano restare fuori dalle riunioni, confermando come le rispettive strategie, quella statunitense e quella europea, continuino ad essere non convergenti. Berlino e Parigi, pesantemente condizionate dagli intrecci economici con Mosca, hanno interesse a perseguire una via più morbida, condivisa anche da Roma, che privilegi la soluzione diplomatica, mentre Washington individua in questa strategia una modalità che permette a Mosca di guadagnare tempo. In effetti, per ora, l’evolversi della situazione sembra dare ragione a Washington, che ha saputo mettere in difficoltà la Russia con l’intensificazione delle sanzioni economiche. Putin è però conscio di questa divisione e non rifiuta le occasioni di dialogo offerte dalle diplomazie occidentali, che gli permettono un margine di azione considerevole nella conduzione della contesa con l’Ucraina. D’altro canto la possibilità che si stia andando verso un peggioramento della situazione con un confronto tra le forze armate dei due paesi, sta diventando sempre più concreta. Questa eventualità potrebbe portare a scenari fino ad ora neppure contemplati, che potrebbero vedere coinvolti, in vari modi, i paesi occidentali in maniera ben più coinvolgente che le attuali sanzioni. In speciale modo Berlino appare irritata verso Kiev per l’intensificarsi delle operazioni militari, che stanno pregiudicando il possibile dialogo con Mosca. Questa strategia non ha però ricevuto alcuna censura da Washington, che mantiene una prospettiva meno pacifica, in ragione delle ripetute violazioni del diritto internazionale compiute da Mosca. Con queste premesse, pur cercando di sfruttare l’occasione di un incontro diplomatico, le possibilità che il vertice a quattro, tra Ucraina, Russia , Germania e Francia, arrivi ad un qualche risultato appaiono molto remote. Occorre tenere presente che la condizione posta a Mosca per una trattativa è l’interruzione delle forniture militari ai ribelli, forniture che la Russia nemmeno ammette di fare, pur ritenendo legittima la rivolta delle popolazioni filorusse dell’Ucraina orientale. Senza soddisfare questa condizione necessaria ogni tipo di colloquio rimane un tentativo vano di raggiungere qualsiasi scopo verso la pace.
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