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martedì 4 novembre 2014

Una possibile vittoria dei repubblicani rischia di bloccare gli Stati Uniti

Le previsioni per il voto di medio termine negli Usa sembrano essere negative per Obama. Il rischio concreto è che i repubblicani ripetano al senato, la situazione già presente alla camera, dove detengono la maggioranza. Una tale opzione significherebbe una limitazione notevole all’azione  del Presidente in carica negli ultimi due anni di mandato. I sondaggi non forniscono dati sicuri, se non un aumento dei repubblicani, senza quantificare se ciò permetterà di raggiungere la maggioranza in entrambe le camere. La priorità che la Casa Bianca metterà nell’agenda saranno i provvedimenti da prendere per combattere il cambiamento climatico, i diritti degli omosessuali e la questione dell’immigrazione. Proprio questo ultimo tema, viene ritenuto centrale dagli analisti, per le importanti ricadute che avrà sull’orientamento del voto dei cittadini di origine ispanica, da una parte e dell’elettorato bianco dall’altra. Sembra essere una sensazione assodata che, in materia di immigrazione, nonostante i propositi di regolamentare la legislazione a favore degli immigrati clandestini, Obama non sia riuscito a fare abbastanza, compromettendo il suo rapporto con l’elettorato ispanico, decisivo per la sua elezione, ma orientato in maggioranza, in questa tornata, a disertare le urne, favorendo così il partito repubblicano. Occorre specificare che la materia appare molto delicata ed Obama non si è distinto per una decisione univoca, per non alienarsi il voto dei bianchi. Ma questo comportamento potrebbe condizionare anche la campagna repubblicana, che vuole sottrarre voti ispanici ai democratici, andando però contro il suo  elettorato tradizionale. L’importanza politica dei latino americani deve essere vista anche in prospettiva delle elezioni presidenziali, il blocco ispanico è ormai di vitale importanza per ogni candidato, a prescindere dalla sua provenienza politica. Chi dovesse presentarsi con una riforma di legge sull’immigrazione clandestina approvata con il consenso dell’elettorato ispanico avrebbe grosse possibilità di guadagnare i voti latino americani alla propria causa.  Entrambi gli schieramenti sono consci di questo fattore: se i democratici sembrano avere la difficoltà maggiore a spiegare come mai non si è ancora giunti ad una legge definitiva, i repubblicani devono difendersi dall’accusa di averne ostacolato l’iter. La realtà è che i due partiti principali non hanno avuto abbastanza coraggio per regolare l’immigrazione clandestina con una legge a favore degli immigrati, perché temono la reazione dell’elettorato bianco. Siamo in un contesto non più definito come un tempo, che è formato da una ampia quota di elettorato che può oscillare da entrambe le parti o scegliere l’astensione; in questo scenario conciliare interessi contrastanti, talvolta opposti rappresenta un esercizio di equilibrismo politico, che rischia di ottenere l’effetto opposto.  Obama può contare sulla diminuzione della disoccupazione e sul rilancio dell’economia, ma gli USA appaiono un paese stanco e quasi ripiegato su se stesso, dove i risultati del miglioramento delle condizioni di vita vengono date quasi per scontate; fortunatamente per i democratici, anche la politica estera non appassiona più l’elettorato, vista la disastrosa gestione dell’era Obama, che è stata però in parte dovuta all’eredità pesante lasciata dai Bush. Il presidente uscente, e quindi il suo partito, sembra potere pagare più gli effetti delle mancate promesse, che l’effettiva azione politica, condizionata da diverse battute d’arresto da imputare all’imperizia dell’esecutivo , ma anche al forte contrasto dei repubblicani, che spesso hanno agito con una ben scarsa lungimiranza, soltanto percorrendo l’obiettivo di intralciare la politica presidenziale. Con un a vittoria in entrambe le camere conseguita dal partito repubblicano, quello che può conseguire è un blocco del paese totalmente diviso nei suoi poteri e quindi incapace di affrontare le importanti sfide che si delineano all’orizzonte.  Se gli Stati Uniti entreranno in una sorta di immobilismo, le tante questioni di politica internazionale presenti potrebbe diventare, al contrario, un fattore per unire gli organi del paese per mantenere il ruolo americano. In ogni caso quella che si può aprire sembra stagione di grande instabilità.  

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