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martedì 9 dicembre 2014

Putin vicino alla destra europea

Le necessità politiche congiunturali  possono creare affinità impreviste per soggetti che possono apparire distanti, ma in realtà sono più vicini di quanto si pensi. In campo internazionale questo assunto è all’ordine del giorno con l’alleanza, sempre più stretta, tra il Fronte Nazionale, partito francese di estrema destra, e Vladimir Putin, leader di una Russia che patisce l’isolamento diplomatico e gli effetti economici delle sanzioni. Le due parti hanno un nemico comune: l’Unione Europea, seppure per motivi differenti e trascinano all’interno del loro legame anche altri movimenti contrari all’integrazione europea, come la Lega Nord, partito italiano all’opposizione, spesso su posizioni razziste, che in questa fase sta cercando di crearsi una platea più vasta all’interno del paese italiano. Marine Le Pen, la leader del Fronte Nazionale, ha mostrato in più di una occasione di capire le ragioni di Mosca per le sue istanze pan-salve, che cercano di riportare l’Ucraina sotto l’influenza russa. Putin, preoccupato dell’isolamento in cui è confinata la Russia, non si preoccupa troppo per gli alleati che riesce a trovare, contraddicendo se stesso; infatti una critica mossa ai leader ucraini, che cercano di sottrarsi all’influenza di Mosca, è stata proprio quella di fascismo. Ma ciò non ha impedito di finanziare, con stanziamenti importanti, proprio uno dei partiti più a destra dell’Europa. La decisione del leader del Cremlino è dovuta, come già detto da necessità contingenti, ma anche da una forma di investimento su quello che, secondo i sondaggi è il primo partito di Francia, del quale la sua leader ha ottime possibilità di occupare la poltrona di Presidente della repubblica. Dal punto di vista ideologico, poi, le affinità e la vicinanza tra le due parti è tutt’altro che distante: accomunati dal nazionalismo più estremo i due movimenti condividono molte idee e Putin deve anche tenere conto dei movimenti più estremi che lo sostengono in Russia, che vedono con favore il rapporto con i loro omologhi francesi. I legami di Putin con la destra europea non sono, però, una novità: i rapporti con Berlusconi, anche se su posizioni più moderate, sono tutt’ora in corso, anche se l’industriale italiano non ricopre più cariche pubbliche ed in Italia la Russia è appoggiata in modo più attivo dal partito della Lega Nord, che ha tendenze populiste e si colloca anch’esso nella parte a destra della politica italiana. Tuttavia il rapporto è ben diverso, rispetto a quello tra Fronte Nazionale e Cremlino: la Lega Nord, pur riconoscendo la legittimità delle ragioni russe, ha impostato il suo rapporto con Mosca più contro le sanzioni economiche per la difesa dei prodotti italiani, che godono di un ampio mercato in Russia; ma questo atteggiamento, che si è concretizzato con visite del leader del partito nella capitale russa, ha offerto un ulteriore elemento per rompere l’isolamento internazionale. Resta il fatto che, anche se  non si tratta di colloqui ufficiali, il peso politico del Fronte Nazionale non  può essere trascurato. Questo scenario mette in evidenza come la strategia di Putin, cerchi di mettere in crisi la UE dal di dentro, cercando l’appoggio di un partito emergente dichiaratamente anti europeo, nonostante la sua dichiarata appartenenza all’area politica dell’estrema destra. Questa contiguità deve rappresentare un chiaro segnale di allarme per la politica europea perché costituisce l’inserimento di forze esterne che cercano di compromettere il processo di unificazione nazionale. Ciò costituisce anche un effetto non secondario, della continua politica economica che fornisce alla Germania un ruolo troppo egemone all’interno dell’Unione Europea. A Berlino dovrebbero riflettere sulle ragioni di queste manifestazioni in favore di Putin, che derivano soltanto da una politica economica troppo incentrata su meri valori numerici e non sul benessere delle persone. La crescita dei movimenti anti europei porta anche ad effetti indesiderati in politica estera, che sono contrari principalmente proprio agli interessi tedeschi. Se è condivisibile sostenere Kiev, anche in difesa dei principi del diritto internazionale, non basta, per questo scopo, adeguarsi alle sanzioni dell’Alleanza Atlantica ed isolare Mosca, occorre anche una diversa politica economica in favore dei cittadini, che sono anche elettori e, per protesta contro la UE, ed indirettamente contro la Germania, possono dare la loro preferenza a chi sembra accogliere le loro istanze, anche se su posizioni politiche che gli stessi votanti non condividono.  Gli effetti della rigidità dell’osservanza dei dati di bilancio incominciano ad andare oltre gli effetti sull’economia e presto potrebbero influire sulla politica estera, con modalità da cui sarà molto difficile tornare indietro.

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