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giovedì 15 gennaio 2015

L'Europa è accerchiata?

Gli attentati di Parigi hanno solo amplificato un pericolo già ben presente nel continente europeo, che, periodicamente, viene colpito dall’estremismo islamista. La Francia arriva dopo New York, Madrid, Londra, l’Olanda ed il Belgio; ogni caso ha avuto una sua peculiarità, ma il denominatore comune è l’azione terroristica condotta in nome della religione e come risposta a quelle che vengono considerate azioni contro le nazioni islamiche e che l’occidente presenta o ha presentato come esportazione della democrazia. Detta così sembrerebbe un fraintendimento che ha portato a conseguenze disastrose, tuttavia questa parte, sulla quale occorre fare opportune distinzioni, sembra essere solo un elemento di quelli che hanno creato una situazione dove l’Europa si sente accerchiata, un sentimento che riguarda anche le parti più progressiste della società europea e non soltanto gli appartenenti ai gruppi razzisti e xenofobi. Si è giustamente puntato sull’elemento della mancata integrazione, un fattore certamente fondamentale giacché gli attentatori sono sempre più spesso emigrati di seconda generazione, e praticamente mai di prima generazione, e quindi, in teoria maggiormente appartenenti al tessuto sociale in cui sono cresciuti. Questo aspetto è però contraddetto dalla mancanza di inclusione sociale che porta queste persone a riconoscersi in un elemento catalizzatore quale il fondamentalismo islamico. Ciò vale, naturalmente, per chi effettua e fomenta gli attentati, ma anche per chi tacitamente o esplicitamente gli appoggia giustificandoli. Siamo di fronte ad una spia di un malessere, che per ora sembra contenuto, ma che ha grandi potenzialità di  aumentare, portando ad uno stato di ostaggio e di terrore tutto l’insieme della struttura politica europea. Un amplificatore di questo fenomeno è stato l’andamento delle primavere arabe, dove una errata lettura occidentale vedeva in modo favorevole la lotta contro i sistemi dittatoriali, sostituiti poi, eccetto il caso tunisino, da analoghi sistemi di potere fondati sull’elemento religioso. Peraltro la vittoria di questi partiti islamici, quasi sempre non moderati, è maturata in un contesto elettorale democratico, dove gli elettori hanno conferito il loro mandato con regolare maggioranza. Quello che è seguito è però stata una compressione delle regole democratiche, dove i diritti delle minoranze non sono stati garantiti e le leggi in vigore sono state ispirate alla sharia, impiegata come legge fondamentale. All’iniziale entusiasmo occidentale è seguita una profonda delusione per il mancato apprezzamento delle popolazioni arabe a sistemi democratici fondati sulla laicità dell’amministrazione della cosa pubblica. Questo elemento deve essere centrale nell’esame delle differenze sulle percezioni dei sistemi politici fra occidentali ed islamici; questi ultimi, pur essendo favorevoli a libere elezioni, una volta preso il potere in maniera legittima, tendono a concentrarlo in modo completo nelle loro mani, escludendo ogni forma di dissenso. Questa forma di potere assoluto esercita indubbiamente una attrazione sui giovani islamici dell’occidente, che abbracciano in modo entusiasta le istanze dello stato islamico, combattendo materialmente sotto le sue insegne. L’indottrinamento religioso e l’addestramento militare ne fanno, una volta ritornati, dei componenti micidiali di cellule difficili da intercettare, che possono mettere in costante apprensione, anche con il solo sospetto della loro presenza, le nazioni occidentali. Questo elemento è determinante per fare saltare gli equilibri instabili su cui si basa la convivenza nelle società europee, soprattutto in quelle aree dove l’alta concentrazione della presenza di musulmani rende difficoltosa la coabitazione. Naturalmente su questo fattore si basano i programmi di tanti movimenti che sono contrari a quello che ritengono un inquinamento della società occidentale. Gli atti terroristici rischiano in maniera concreta di portare ad una radicalizzazione dello scontro che potrà richiedere un grande impegno da parte delle forze di sicurezza, teso a raggiungere in modo urgente due obiettivi contemporaneamente: evitare gli atti di terrore con la prevenzione e quindi eliminare tutti i possibili fattori di rischio di deterioramento dei rapporti tra parti opposte. Ma questo è intimamente legato allo sviluppo delle questioni di politica estera: la presenza di situazioni internazionali di potenziale pericolo globale rappresenta anche riflessi sullo scenario locale. Fintanto che lo Stato islamico potrà esercitare la sua sovranità su parte della Siria e dell’Iraq, rappresenterà un esempio per molti islamici europei, così Boko-Haram e così la situazione in Libia; solo per citare le aree maggiormente difficoltose. Quella che manca è una azione comune, che dovrebbe essere coordinata da paesi su posizioni opposte, ma che dovrebbero unirsi perché minacciati da un movimento unico. Se Washington, Pechino e Mosca trovassero un terreno di intesa la pacificazione dei territori sottoposti alla legge islamica potrebbe diventare concreta. A questa azione andrebbe affiancata una concreta manovra di coinvolgimento dei musulmani moderati per un cambio concreto dell’intendimento del Corano. Ma anche su questo aspetto la relazione con le questioni internazionali sono profondamente legate. L’atteggiamento degli stati del Golfo Persico, che, pur essendo alleati degli USA, hanno probabilmente finanziato i gruppi estremisti per ragioni all’interno della contrapposizione tra sciti e sunniti, devono rientrare nella correttezza del quadro dei  normali rapporti tra alleati ed adeguarsi alla comune lotta contro il fondamentalismo, cosa non scontata dato che si tratta di regimi profondamente illiberali, ma che hanno tutto l’interesse che alle loro frontiere non sia presente l’elemento integralista, dannoso anche per i loro equilibri interni. Certo l’alleanza con questi paesi, sicuramente democratici non è elemento apprezzabile, ma per il momento è importante assicurare gli equilibri dentro i confini dell’Europa, anche se sembra un obiettivo minimo non è così scontato sia raggiunto.

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