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lunedì 9 marzo 2015
Boko Haram annuncia la propria fedeltà allo Stato islamico
Boko Haram ha annunciato la propria fedeltà allo Stato islamico; questo legame, pur non avendo, probabilmente, conseguenze pratiche immediate, rappresenta il segnale di come la scena dell’integralismo mondiale sia stata presa orami quasi del tutto dal califfato di al-Baghdadi. Il successo dello Stato islamico su Al Qaeda è dovuto alla concreta prospettiva della creazione di uno stato sovrano a tutti gli effetti, che si richiama in modo forte alla connotazione islamica e vuole ricreare il califfato sull’ esempio storico del regno ottomano. Si tratta di una contrapposizione notevole con l’impostazione dell’organizzazione di Osama Bin Laden. che proclamava la lotta all’occidente e la diffusione dell’islam, in maniera astratta, senza un programma politico pratico ben definito. Boko Haram, che non ha deciso subito con chi schierarsi, si è riconosciuto nell’impostazione del califfato, volendo ricreare il califfato di Sokoto, esistito dai primi del 1800 ai primi del 1900, che si estendeva si di un territorio compreso tra gli attuali stati Nigeria, Camerun e Ciad, dove si svolge l’azione del gruppo terroristico africano. Se lo Stato islamico incentra la sua azione su di una visone panislamica, lo stesso fa Boko Haram, che vuole cancellare la prospettiva panaraba dal continente africano per dare una connotazione nella quale non vi è posto per la laicità ed i valori democratici, ma solo per l’applicazione della sharia. Entrambi i movimenti riempiono il vuoto ideologico e politico in cui agiscono: per il califfato mediorientale si tratta della crisi del regime di Assad, unito alla incapacità politica irakena, per Boko Haram si tratta del fallimento delle primavere arabe, sulle quali l’occidente ha fatto troppo affidamento, compiendo un chiaro errore di valutazione. Per il momento i due gruppi hanno una capacità militare e politica molto differente, con valori di gran lunga superiori per lo Stato islamico, che risulta essere un polo di attrazione per le formazioni terroristiche islamiche, di cui Boko Haram è l’affiliato più grande. Gli effetti pratici per il movimento africano potranno però essere, per il momento, limitati. Un accettazione della fedeltà di Boko Haram, da parte dello Stato islamico, potrà accrescere la capacità di reclutamento degli islamisti africani e probabilmente accedere a finanziamenti da parte di organizzazioni islamiche. Per il momento una saldatura tra i territori del califfato mediorientale e quello africano sembra impossibile, ma se il legame politico dovesse avere sviluppi positivi per le due parti, potrebbero verificarsi situazioni da non sottovalutare assolutamente. Intanto, nel suo piccolo, Boko Haram registra già una capacità di aggregare verso se stesso, formazioni minori, che contribuiscono ad aumentare la sua capacità bellica, costituendo un problema molto rilevante per le compagnie petrolifere occidentali che operano nelle zone africane. La direzione sembra essere quella di emulare lo Stato islamico nella guerra contro i cristiani e nell’adottare forme spettacolari delle esecuzioni, una macabra imitazione delle tecniche di esecuzioni per poi distribuirle sui social network. Per l’occidente si tratta di una sfida da affrontare al più presto, per preservare i suoi stessi confini troppo vicini alle sponde del Mediterraneo; ma questa volta il pericolo riguarda anche la Cina, che in via ufficiosa ha già iniziato la collaborazione militare con i governi africani coinvolti, usando lo stesso metodo americano: l’uso dei droni, che deve proteggere i suoi investimenti africani ritenuti vitali per la sua economia. Anche Mosca deve essere coinvolta nella lotta al terrorismo islamico, perché ha già i miliziani entro i suoi confini ed una affermazione dello Stato islamico non farebbe che mettere a repentaglio ulteriormente la propria sicurezza interna. Resta chiaro che il potenziale insediamento di uno stato islamico a tutti gli effetti esteso nella regione mediorientale e nel centro dell’Africa, avrebbe una portata enorme sugli equilibri mondiali, con la concreta capacità di alterarli. Le ragioni ideologiche su cui si basano i sedicenti califfati devono essere lo spunto per una lotta capace di unire stati, ora nemici, la cui necessità di fare fronte comune deve sapere superare ogni contrasto fino alla sconfitta dell’integralismo islamico.
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