Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 15 maggio 2015

I paesi baltici e la Polonia, chiedono all'Alleanza Atlantica una presenza permanente sui loro territori

Le strategie militari che la Russia ha utilizzato per conquistare le Crimea e sovvertire gli equilibri nelle regioni orientali dell’Ucraina destano molta preoccupazione nei paesi baltici e nella Polonia. Nei recenti conflitti nei quali Mosca si è impegnata per sottrarre porzioni di territorio a Kiev, sono usate tecniche miste, definite dagli analisti “guerra ibrida”. Si tratta di utilizzare mezzi ed azioni militari convenzionali, condotte senza insegne ufficiali, cioè un uso che non vuole essere riconducibile in modo chiaro ad uno stato, operare campagne di disinformazione e di spionaggio, che hanno lo scopo di evitare o, almeno, rendere difficoltoso, il ricorso delle parti offese a strumenti del diritto internazionale. In Crimea, dopo la fase iniziale dell’invasione di forze senza divisa, si è passati ad una fase successiva dove si è cercato di rendere legale, tramite un referendum svolto con modalità discutibili, il distacco del territorio dal resto della nazione. Nelle regioni orientali si è ripetuto l’espediente di inviare truppe senza insegne, mentre, come deterrente per impedire azioni di ritorsione, sono state portate al confine un gran numero di truppe, con la scusa di esercitazioni militari. L’aviazione russa ha invaso più volte lo spazio aereo dei paesi baltici, sfiorando anche incidenti con i mezzi di linea e la stessa tecnica è stata usata dai sommergibili di Mosca, spesso avvistati in acque territoriali straniere. Il lancio di un missile, probabilmente partito da basi di ribelli schierati contro il paese ucraino, ma presumibilmente fornito dalla Russia, ha abbattuto un aereo di linea malese, per il quale non è stato ancora accertato il responsabile. Questa strategia ha, da tempo, messo in allarme i paesi che appartenevano al patto di Varsavia e sono passati nell’Alleanza Atlantica. I timori si sono aggravati con la possibilità che Mosca possa schierare armi nucleari in Crimea, con l’evidente intenzione di alzare la tensione ed impedire qualsiasi azione dell’Ucraina e della stessa Alleanza Atlantica.  Proprio uno degli obiettivi della Russia è impedire un avvicinamento ai propri confini delle forze dell’Alleanza Atlantica, che viene vissuto, per un paese sempre più intriso di nazionalismo, come l’invasione del proprio spazio vitale. Questo stato di tensione palpabile ha indotto i tre paesi baltici e la Polonia alla richiesta della presenza di truppe permanenti di truppe dell’Alleanza Atlantica sui loro territori. Quello che viene temuto non è una invasione o il tentativo di annessione, come accaduto in Crimea, quanto episodi singoli ma quantitativamente rilevanti, tendenti a portare la destabilizzazione all’interno di questi paesi. La Russia, cioè, potrebbe cercare di portare confusione nelle società civili e nelle istituzioni delle nazioni che non sono più nell’influenza di Mosca, ma che sono geograficamente più vicine. La presenza di contingenti dell’Alleanza Atlantica potrebbe, invece rappresentare, un deterrente per i russi, ai quali non conviene provocare un incidente militare o diplomatico. I paesi Baltici vorrebbero una brigata in rotazione formata tra le 3.000 e le 5.000 unità, mentre Varsavia avrebbe chiesto la presenza fissa di una brigata sul suo territorio. L’Alleanza Atlantica, avrebbe, però alcuni problemi a fornire risposte affermative a queste richieste: sia per motivi di disaccordo tra i membri, sia per problemi di carattere logistico e finanziario. Tuttavia l’Alleanza Atlantica ha ricordato di avere intensificato la presenza navale e di avere esteso le missioni di sorveglianza aerea. Per l’Alleanza Atlantica uno dei mezzi non ancora usati a fondo è quello della diplomazia, non tanto verso la Russia, quanto per aumentare la collaborazione tra i paesi membri, soprattutto tra quelli che appartengono all’Unione Europea e quelli che non vi appartengono, ma sono molto vicini, come nel caso della Turchia. Questa questione è, però, di non agevole percorribilità, in quanto la Turchia, ultimamente si è allontanata dagli USA ed i rapporti con Bruxelles non sono certo ottimi, per il rifiuto dell’Unione Europea all’ingresso del paese turco al suo interno.  

Nessun commento:

Posta un commento