Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

lunedì 18 maggio 2015

USA e Cina verso una maggiore cooperazione

Il Segretario di stato americano, John Kerry, è in Cina per preparare il vertice economico bilaterale tra i due paesi, che si svolgerà a Washington il prossimo mese e la visita di settembre, del presidente cinese negli Stati Uniti. L’impressione è che i due stati stiano cercando di sviluppare una convivenza pacifica, che possa permettere ad entrambi lo sviluppo economico e di governare i conflitti, che potenzialmente possono pregiudicare i rapporti bilaterali. Gli Stati Uniti restano preoccupati per la mancata risoluzione dei conflitti circa le attribuzioni di isole e tratti di mare, che la Cina asserisce rientrare sotto la propria sovranità. Si tratta di un tema la cui pericolosità latente non ha mai smesso di preoccupare la Casa Bianca: la Cina ha più volte rivendicato il possesso di isole disabitate, praticando la costruzione di basi per ottenerne la sovranità ed inviando le proprie unità navali militari nei tratti di mare contesi. In questi contrasti sono coinvolti, a vario titolo, diversi stati, come: Giappone, Corea del Sud, Brunei, Taiwan, Filippine, Vietnam e Malesia. Gli Stati Uniti sono doppiamente coinvolti nella questione. Uno dei punti giudicati essenziali da Obama per la politica estera americana è proprio preservare le rotte del sud est asiatico dall’avanzata cinese; su questo tema le due potenze sono contrapposte, giacché anche Pechino giudica essenziale per il proprio sviluppo economico estendere la propria influenza sui mari orientali. Ma gli Stati Uniti sono anche coinvolti perché i paesi che si sentono minacciati dalla tattica espansionistica cinese figurano nei loro alleati, ed alcuni sono giudicati dalla Casa Bianca, particolarmente strategici. Il pericolo di arrivare ad un confronto, che sia diretto od indiretto, viene però avvertito come una fonte di pericolo da entrambi in paesi, perché, oltre a complicare le relazioni internazionali, può pregiudicare in modo sostanziale l’economia del pianeta, in un momento molto delicato, nel quale iniziano a vedersi segnali di piccola ripresa. Non è interesse di alcuno esasperare le cose e la dichiarazione del presidente cinese Xi Jinping, che ha affermato, che l’Oceano Pacifico è grande abbastanza per ospitare sia la Cina che gli Stati Uniti, appare sufficientemente esplicativa del clima che si vuole instaurare. In questa fase per la Cina è importante collaborare con gli Stati Uniti per raggiungere l’obiettivo di una maggiore cooperazione, attraverso una aumentata fiducia reciproca, che deve essere favorita attraverso il dialogo; in sostanza Pechino auspica una nuova forma di relazioni con Washington. Non si tratta certo di una resa, la Cina continuerà a cercare di progredire come potenza mondiale, ma nel momento attuale, un atteggiamento di pura contrapposizione con gli USA è viene giudicato controproducente; d’altra parte questa è la stessa visuale americana: pur essendo in un sistema sempre più multipolare è indubbio che le potenze più rilevanti siano proprio quella statunitense e quella cinese. Inoltre per gli USA è importante ridurre ogni possibile occasione di nuove tensioni, Washington deve già preoccuparsi del medio oriente e dei rapporti con la Russia, in modo preminente rispetto ad ogni altra questione e l’occasione di distensione con la Cina deve essere sfruttata al massimo. Per contro la Cina coltiva l’interesse per arrivare ad una definizione dei motivi di attrito con gli altri paesi asiatici coinvolti nelle dispute territoriali, in maniera assolutamente concordata attraverso gli strumenti diplomatici, in modo da non intaccare i propri risultati economici. Nello stesso tempo l’obiettivo cinese è quello di cercare di  limitare la presenza e l’azione americana nel Pacifico, ma trovando una collaborazione proprio dal punto di vista economico, senza ricorrere a prove di forza. La strada è quella già intrapresa nella collaborazione per combattere il virus di Ebola, la questione nucleare iraniana, il problema del cambiamento climatico e la denuclearizzazione della Corea del Nord; sono argomenti giudicati importati dalla leadership cinese e che vengono portati come esempio della cooperazione tra i due paesi nella gestione di grandi temi internazionali. Certamente una distensione tra le due maggiori potenze mondiali può assicurare a tutto il pianeta condizioni di prosperità, anche se occorrerà vedere all’atto pratico su argomenti molto sensibili per l’uno o l’altro paese, come sarà la risposta della controparte.

Nessun commento:

Posta un commento