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martedì 4 agosto 2015

Obama contro il cambiamento climatico come effetto dell'inquinamento

Obama, libero dai vincoli di una nuova campagna elettorale, lancia un piano ambizioso per ridurre le emissioni inquinanti e definendolo come obbligo morale per garantire alle generazioni future un mondo meno inquinato. Il nucleo centrale del programma è quello di ridurre drasticamente l’uso del carbone per la produzione dell’energia elettrica e quindi riconvertire le centrali elettriche alimentate con questo combustile. Lo strumento individuato sarà il maggiore uso di energie rinnovabili, settore che dovrebbe vedere aumentato in modo considerevole il totale degli investimenti fin qui dedicati. Investimenti che dovranno essere di natura diretta ed indiretta, attraverso una politica di incentivazione fiscale capace di convogliare risorse private con il fine ultimo di migliorare la qualità dell’ambiente. Per il Presidente degli Stati Uniti sono da considerare, in maniera molto importante, anche i benefici indotti, capaci di abbattere i costi diretti delle sempre maggiori calamità naturali che si stanno verificando, non solo negli USA, ma anche nel resto del pianeta e che, oltre a provocare distruzioni con evidenti ricadute economiche, sono anche la causa delle sempre maggiori carestie, che provocano gli aumenti considerevoli dei movimenti migratori. L’effetto serra ha provocato un innalzamento delle temperature, che è direttamente connesso alle emissioni inquinanti, derivanti dall’uso di materiali il cui costo si è notevolmente abbassato, ma che implicano maggiori contributi in termini di sanità, prevenzione ambientale, ristrutturazioni a seguito di disastri e minore qualità della vita. La necessità, individuata dall’inquilino della Casa Bianca, è quella di affrontare le conseguenze del cambiamento climatico ed invertire la tendenza che si è pericolosamente affermata in questi anni; si tratta di un obiettivo ambizioso, che soltanto un presidente alla fine del suo mandato può affrontare in maniera così chiara e netta. Naturalmente Obama può solo mettere le basi di questo programma, per poi affidarlo al suo successore, sempre che il nuovo presidente sia d’accordo con queste finalità ed accetti di scontrarsi in maniera pesante con le tante lobby, che rappresentano gli interessi dell’industria estrattiva del carbone. Hillary Clinton, la candidata più probabile del Partito Democratico si è detta d’accordo con i temi ambientali sollevati da Obama, del resto negli USA, esiste un movimento molto vasto che mette le tematiche ambientali al primo posto e questo programma non potrà che essere accolto in maniera favorevole; tuttavia è facile che questo argomento possa fare guadagnare consensi alla parte avversa: infatti uno dei possibili candidati repubblicani Jeb Bush, ha parlato di indebita intromissione nella sovranità delle politiche energetiche dei singoli stati federali e delle difficoltà che nasceranno nell’industria del carbone, con la chiusura dei siti estrattivi, che provocheranno un grande numero di disoccupati. In realtà il saldo dell’occupazione potrebbe essere vicino allo zero, perché, se da un lato si provocherà una diminuzione di posti di lavoro, dall’altro, l’entità degli investimenti previsti, stimati in circa 8.800 milioni di dollari all’anno fino al 2030, con un taglio delle emissioni nocive del 32%, compensate da un incremento delle fonti rinnovabili del 28%, dovrebbero contenere la perdita di posti di lavoro. La mossa di Obama punta ad avere ripercussioni positive anche sul piano internazionale, dove, come alleato ha già trovato il Pontefice, autore di una enciclica a favore dell’ambiente. Ma anche nei paesi di recente industrializzazione, come la Cina e L’india, il tema è sempre più centrale nel programma di politica interna, proprio per i costi economici e sociali, che l’inquinamento sta provocando, costituendo una fonte di sempre maggiore attenzione da parte dei cittadini, che spesso si riuniscono in associazioni per esercitare pressioni sui governi, per ridurre l’impatto dell’inquinamento sull’ambiente, anche a discapito di una crescita economica notevole.

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