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giovedì 28 gennaio 2016
La variabile disuguaglianza nelle elezioni USA
Nella corsa alle presidenziali statunitensi la presenza ed il successo di Bernie Sanders dimostrano come non esista soltanto una parte del paese americano sensibile alle invettive populiste di Donald Trump, ma sia presente anche una quota di elettorato capace di apprezzare anche una visione più progressista, nata dall’esigenza di superare le ingiustizie presenti nel sistema americano a causa della profonda diseguaglianza sociale che lo contraddistingue. Si tratta di una visione che sembra andare oltre al governo di Obama, una visione che senz’altro a contribuito in maniera determinante alla sua elezione, ma che è uscita delusa da un governo che prometteva tanto ed ha mantenuto poco. Certamente non si può imputare ad Obama l’insuccesso di gran parte del suo programma elettorale, causato dalla maggioranza repubblicana nei due rami del parlamento USA, tuttavia l’azione del presidente uscente, sopratutto all’inizio del primo mandato, aveva generato speranze notevoli, anche oltre i confini del paese, tali da credere ad una influenza positiva, almeno nel mondo occidentale, di una politica tesa a ridurre le diseguaglianza ed a diffondere i diritti. Obama è riuscito solo parzialmente nel suo intento, con l’attuazione di un sistema sanitario basato su di un accesso più ampio, ma non ha scongiurato gli effetti di un sistema troppo basato sul potere della finanza, anche se ha saputo ridurre in modo notevole la disoccupazione. Nel complesso la presidenza di Obama non è stata troppo deludente sul piano interno, quello internazionale è un altro capitolo, ma non ha saputo mantenere quel livello alto di aspettativa che aveva generato, sopratutto per quei settori sociali e politici che attendevano un cambio in senso maggiormente progressista del paese. Su questa base di elettorato il candidato alternativo ad Hillary Clinton, Sanders, ha basato la propria campagna elettorale, partendo da sicuro sconfitto ad insidia riconosciuta della sua più favorita avversaria. Sanders stimola quella parte del paese che richiede una maggiore redistribuzione sociale, grazie ad una diversa collocazione delle risorse, da ricercare anche attraverso una maggiore diffusione dei diritti sociali ed economici. Chiaramente è una visione alternativa, non solo a qualunque candidato repubblicano, ma anche alla stessa Clinton, che, pur riconoscendo la validità della maggior parte degli argomenti di Sanders, teme che una caratterizzazione troppo a sinistra del partito democratico. Questa obiezione potrebbe essere anche vera, in un paese che vede un candidato come Trump avere un notevole successo, tuttavia, nessun elettore di Trump potrebbe essere convinto di votare democratico, qualsiasi sia il candidato proposto, mentre Sanders potrebbe, invece convincere una parte consistente dell’astensionismo a votare per lui, sopratutto tra la popolazione giovanile. Il bisogno di una maggiore giustizia sociale è un sentimento che si sta facendo sempre più sentito negli Stati Uniti eche non può più essere confuso con ideali comunisti, ma che non appare neppure in contrasto con l’ideale del sogno americano, reinventato in un ambiente più tutelato dalla garanzia dell’esistenza e dell’applicazione di diritti sociali ed economici. La domanda è se gli USA, nel suo insieme, sono pronti a queste istanze, che non possono non comprendere una maggiore presenza dello stato, anche con un aumento della pressione fiscale, strumento necessario per applicare una logica redistributiva. Viste le difficoltà di Obama appare difficile che questo scenario si verifichi, ma il paese ha bisogno di un grande cambiamento che non può essere operato da personaggi appartenenti al circolo dei potenti, come Hillary Clinton, già moglie di un presidente degli Stati Uniti, risulta essere. Per i prossimi anni le sfide degli Stati Uniti, sul piano interno, non potranno non riguardare l’allargamento del benessere per arrivare ad una società più giusta, viceversa, se si sceglierà, la strada opposta, potrebbero verificarsi tensioni sociali non indifferenti, perchè il paese manifesta in modo sempre più incessante una richiesta di maggiori garanzie dell’estensione della sicurezza della democrazia economica e ciò rappresenta un segnale della manifestazione di una tendenza sempre più importante in un paese che abitualmente manifesta tendenze generali anche nella politica. Anche se sarà più probabile che Sanders non diventi il candidato dei democratici e, quindi, neppure presidente degli Stati Uniti, sarà impossibile non tenere conto delle istanze sempre più crescenti riguardo alla riduzione della disuguaglianza, che dagli Stati Uniti non potranno non influenzare il resto del mondo.
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