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martedì 23 febbraio 2016
La nuova intesa tra USA e Russia per il cessate il fuoco in Siria e le sue implicazioni
Russia e Stati Uniti avrebbero raggiunto un accordo, questa volta, forse, con maggiori speranze di essere effettivo, per un cessate il fuoco in Siria a partire dalla mezzanotte del giorno di sabato 27 febbraio. Sul piano pratico Mosca dovrà convicere il governo di Damasco, mentre per Washington l’impegno riguarderà le opposizioni. Anche se sembrano superate le difficoltà tra i due maggiori attori stranieri presenti sullo scenario siriano, che hanno stabilito una collaborazione diretta per uno scambio di informazioni, occorrerà verificare la reale disponibilità delle parti in lotta ad accettare la sospensione delle ostilità. Il problema non riguarda lo Stato islamico o l’organizzazione Al-Nusra, affiliata ad Al Qaeda, tra l’altro anche in conflitto tra di loro, perchè considerate, sia da Russia, che da Stati Uniti, organizzazioni terroristiche e quindi al di fuori della guerra civile siriana, ma le forze regolari siriane e quelle di opposizione. Sulle rispettive posizioni vi è una reciproca diffidenza, che potrebbe rappresentare un ostacolo sulla riuscita del cessate il fuoco. Le perplessità di Damasco sono legate, specialmente, verso quelle forze di opposizione sostenute dall’Arabia Saudita, che ha sempre cercato di imporre l’abbandono del potere da parte di Assad come condizione per sedersi ad un eventuale tavolo della pace. La ripresa dell’offensiva del califfato contro le truppe regolari di Assad, che stanno nuovamente avanzando sul terreno per tentare di eliminare i collegamenti, e quindi i rifornimenti, tra Damasco ed Aleppo, potrebbe rappresentare una occasione per guadagnare terreno proprio a discapito delle forze di Assad e rimandare, in un secondo tempo, il cessate il fuoco. Su questa possibilità, malgrado le dichiarazioni ufficiali dell’alleanza anti governativa, che ha dichiarato di accettare in linea di principio il cessate il fuoco, individuata come ostacolo allo stop delle armi, si basano i dubbi del governo di Assad; tuttavia sia Russia che Washington, in questa fase sembrano d’accordo, per fermare il conflitto, almeno tra forze regolari ed opposizione, per favorire l’apertura di corridoi umanitari e concentrarsi sulla repressione di quelle forze identificate come terroristiche. Per Obama è prioritario costringere le formazioni dello Stato islamico ad arretrare e la nuova avanzata in Siria suscita molta preoccupazione e non è escluso che ciò sia uno dei motivi dell’accelerazione verso il cessate il fuoco, che avrebbe anche come obiettivo coinvolgere i russi, già presenti sul terreno con la propria aviazione militare ed altri reparti, nella lotta contro il califfato. Resta un dubbio consistente sul piano generale che riguarda lo stop delle armi, consistente nell’atteggiamento che si vorrà tenere verso i curdi. Il rapporto tra questi ultimi ed Assad è stato altalenante, ma gli ultimi sviluppi del conflitto siriano hanno visto un impegno diretto della Turchia, notoriamente avversa al regime di Damasco, con un sorta di invasione del territorio della Siria, da cui condurre azioni contro le milizie curde, peraltro alleate degli Stati Uniti. Assad ha condannato l’utilizzo del suolo siriano perchè contrario al diritto internazionale, da parte di forze armate regolari di un altro stato e ciò è stato soltanto l’ultimo episodio di un confronto tra due governi collocati su fronti opposti per ragioni politiche e religiose. Non sembra improbabile che Assad possa rinunciare alla propria sovranità sulla parte curda della Siria, per creare problemi ad Ankara, tuttavia nel possibile accordo per il cessate il fuoco siriano non sembra essere contemplata questa parte di territorio e neppure le forze curde, forse proprio perchè, oltre a combattere contro gli integralisti islamici, hanno iniziato anche un confronto militare con la Turchia. Questo elemento non deve essere però sottovalutato perchè può costituire un motivo che può mettere in pericolo l’applicazione della tregua. Questi sviluppi hanno provocato una astuta mossa politica da parte di Assad, che ha convocato le elezioni legislative, previste il prossimo 13 Aprile. Questo nuovo scenario dimostra come Assad, che intende affermarsi nella competizione elettorale, sia ormai imprescindibile da un negoziato per la pace nel paese, grazie all’aiuto ricevuto da Iran, ma sopratutto Russia. All’interno dell’accordo tra Mosca e Washington questo elemento deve essere stato sicuramente concordato, d’altro canto già da tempo l’amministrazione americana giudicava Assad il male minore all’interno del quadro siriano e ciò è stato giudicato positivamente anche in ottica di soluzioni alternative, come quella di dividere la Siria in più entità amministrative.
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