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venerdì 8 luglio 2016
Le sfide più immediate per l'Alleanza Atlantica
La riunione dell’Alleanza Atlantica a varsavia deve affrontare una serie di temi riguardanti la sicurezza, che mettono in risalto come la situazione attuale sia guardata con molta preoccupazione. Rispetto al periodo della guerra fredda, l’Alleanza Atlantica vede rinnovarsi il confronto con la Russia, in un quadro però molto più instabile di quello garantito dall’equilibrio del terrore; in quella fase storica il confronto era ridotto a due soli soggetti e, malgrado le situazioni di tensione, i conflitti potenziali avevano una maggiore facilità di soluzione, grazie alla semplicità delle negoziazioni e della relativa semplicità degli scenari. Il mondo attuale presenta una pluralità di teatri di crisi, che non sono soltanto potenziali, ma, anzi, sono più spesso reali, dove, cioè, viene richiesta la presenza sul campo, con il relativo impegno diretto. Non si tratta soltanto di scenari puramente militari, che comunque rappresentano la fonte di preoccupazione più immediata, ma anche di situazioni che prevedono un impegno costante della diplomazia e della trattativa e che sono anche ricompresi all’interno dei confini della stessa Alleanza Atlantica. A questo riguardo la maggiore preoccupazione americana del momento è l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, fattore che minaccia l’unità operativa dell’alleanza da parte dell’Europa. Anche se le due organizzazioni sovranazionali, Unione Europea ed Alleanza Atlantica, sono due entità distinte ed indipendenti, il fatto che l’Unione Europea sia all’interno dell’Alleanza Atlantica facilita i rapporti tra i due soggetti, ma con l’Inghilterra, che è la maggiore potenza militare continentale insieme alla Francia, fuori da Bruxelles la catena di comando può subire alterazioni ed anche le stesse questioni diplomatiche possono incontrare ostacoli, impedendo quell’assunzione di capacità strategica, che Washington ritiene necessaria non solo nello scacchiere del vecchio continente. Per gli USA l’evoluzione dell’Unione Europea dovrebbe essere quella di diventare un attore in grado di assicurare una sicurezza globale, un obiettivo che va ben aldilà dello scenario continentale, anche perchè le emergenze del Mediterraneo e quelle del medio oriente richiedono un impegno dell’Europa, principalmente per la propria tutela. Si capisce come le preoccupazioni per l’uscita inglese da Bruxelles siano fondate, anche perchè Londra è il principale alleato americano e la sua presenza nell’Unione Europea costituiva un importante fattore di pressione per il sostegno degli interessi statunitensi. L’Alleanza Atlantica deve comunque restare preparata per affrontare le sfide del terrorismo, dell’instabilità africana, che hanno ripercussioni sul problema dei migranti e quindi sul traffico delle persone, oltre che i già citati problemi con Mosca, che mantiene sempre aperto il fronte ucraino. Tuttavia con la Russia il dialogo deve essere mantenuto per ragioni che vanno oltre la mera ragionevolezza, visto che il Cremlino è impegnato, sebbene con propositi differenti, contro lo Stato islamico e sul quel fronte è quindi, quasi un alleato. Per quanto riguarda l’Europa l’attenzione è focalizzata sulla questione del traffico dei migranti, che ha creato diversi contrasti nell’Unione Europea e che Washington segue con ulteriore preoccupazione per il timore di nuovi fattori di divisione interni ai membri di Bruxelles, cosa, peraltro già presente. Se si è praticamente chiusa la strada balcanica, non sarà così facile bloccare la rotta del mediterraneo meridionale per la presenza di contingenti dello Stato islamico in Libia. Il pericolo, inoltre, è che il califfato, che si avvia ad essere sconfitto in Irak, si riorganizzi nella zona centrale del paese libico, in una posizione strategicamente molto più pericolosa, perchè molto più vicina, per l’Europa. Bloccare il traffico dei migranti diventa allora una esigenza quasi secondaria di fronte alla potenziale presenza di gruppi armati di fronte alle coste europee. Inoltre il governo libico non assicura una affidabilità per le sue divisioni interne e quindi l’Alleanza Atlantica dovrà pensare ad una strategia di contrasto, che possa anche prevedere un impegno diretto, sebbene sempre a fianco dell’esercito regolare della Libia.
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