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martedì 3 gennaio 2017

Gli USA di Trump minacciati dalla Corea del Nord

Le minacce della Corea del Nord, che sarebbe vicina alla costruzione di un missile balistico in grado di colpire con un ordigno atomico alcuni territori degli Stati Uniti, hanno provocato la reazione del Presidente eletto americano. Donald Trump ha affermato che ciò non succederà. Tuttavia non è chiaro come la nuova amministrazione americana intenderà procedere per fare fronte alle minacce di Kim Jong-Un: se continuare sulla strada delle sanzioni, la soluzione preferita da Obama o se mostrare segnali di forza al regime nord coreano. Deve, però, essere specificato, che la ragione delle minacce di Pyongyang dipende, in gran parte dalle esercitazioni che la marina militare statunitense compie periodicamente con l’analoga forza della Corea del Sud; se, però, Trump intenderà diminuire la presenza statunitense presso gli alleati asiatici, come più volte detto in campagna elettorale, potrebbero, effettivamente, venire meno le ragioni delle minacce da parte del paese nordcoreano. Certamente si tratterebbe di una ipotesi ampiamente in grado di sovvertire gli equilibri regionali e costringerebbe gli alleati degli Stati Uniti a pensare modalità alternative al di fuori della protezione di Washington. Del resto Trump ha più volte affermato in campagna elettorale di volere occuparsi in maniera maggiore dei problemi economici del paese, anche stornando risorse finanziarie ora impiegate per la difesa di partner ritenuti strategici. Per Obama la regione del Pacifico orientale rappresentava una priorità e se non fosse stato per l’emergenza mediorientale le risorse che l’amministrazione uscente della Casa Bianca, avrebbe dedicato a quest’area sarebbero state ancora più ingenti. Trump, aldilà di dichiarazioni, spesso slegate dal contesto internazionale, non ha ancora reso esplicito il proprio programma di politica estera e l’unico elemento conosciuto è proprio quello di effettuare una drastica riduzione del bilancio che permette agli Stati Uniti di recitare il ruolo di potenza globale, attraverso il proprio impegno all’estero, che ha ricoperto fino ad ora. Che questi intenti siano però facilmente attuabili sarà tutt’altro che agevole. La politica del Pentagono prevede comunque un presidio attivo di determinate parti del mondo giudicate strategiche per l’interesse statunitense e sarà difficile che i militari rinuncino facilmente ai mezzi finanziari per portare avanti la loro politica. Queste considerazioni aprono un possibile scenario di contrasto tra il Presidente eletto e le forze armate e la stessa lobby dei costruttori di armamenti: questo disallineamento delle rispettive posizioni espongono il ruolo degli Stati Uniti ad un ridimensionamento, che il paese potrebbe scontare nella violazione dei propri interessi strategici  e geopolitici. D’altro canto le minacce di Pyongyang non arrivano a caso ed hanno la chiara intenzione di verificare le reazioni del nuovo inquilino della Casa Bianca. La reazione di Trump, per ora, pare interlocutoria, mentre secondo gli analisti militari, le capacità di costruire un missile balistico che tenga fede alle minacce della Corea del Nord, sembrano essere ormai quasi sicure. Gli USA sarebbero quindi esposti ad un attacco nordcoreano, ma cosa intende fare Trump non è ancora stato chiarito. Certo la riduzione di un impegno nel Pacifico potrebbe ridurre anche le minacce di Pyongyang e si tratterebbe dell’esercizio di una misura alternativa per evitare le minacce, ma potrebbe anche essere percepito come un segnale  di debolezza da parte di Kim Jong-Un, sempre alla ricerca di contropartite per non mettere in pratica le proprie minacce. Trump ha preferito concentrarsi sulla Cina, identificata come autentico nemico per l’economia americana e per la sua continua politica di svalutazione che metterebbe in difficoltà gli Stati Uniti. Insomma queste prime sortite nel campo internazionale sembrano evidenziare tutta l’inesperienza del nuovo presidente americano e la mancanza di un disegno globale a sostegno della sua azione, sopratutto in politica estera.  

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