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mercoledì 11 gennaio 2017
Il pericolo atomico della Corea del Nord diventerà una questione centrale per Trump
Nonostante le tante sfide presenti nello scenario internazionale, per il nuovo presidente statunitense Trump, la più urgente rischia di diventare quella con la Corea del Nord. Secondo fonti di Seul, infatti, le capacità potenziali atomiche di Pyongyang, sarebbero notevolmente cresciute, grazie ai quantitativi di uranio arricchito e plutonio accumulati nei depositi nordcoreani. In particolare il regime di Pyongyang, avrebbe aumentato in modo considerevole la propria capacità di arricchire l’uranio, grazie ad avere rimesso in funzione un reattore, con la capacità di cinque megawatt, già chiuso nel 2007, in virtù di un accordo internazionale, che prevedeva in cambio aiuti umanitari in cibo e medicinali. Secondo le stime dell’Istituto per la Scienza e la Sicurezza Internazionale di Washington, i quantitativi di materiale nucleare a disposizione della Corea del Nord, permetterebbero la costruzione di circa ventuno ordigni nucleari. Come si comprende il pericolo potenziale è diventato ancora maggiore, per la sola presenza di questi armamenti, in grado di sovvertire, non solo gli equilibri regionali, ma anche quelli mondiali. La capacità di ricatto di Kim Jong-Un appare notevolmente accresciuta, anche in relazione dei continui test missilistici, che la Corea del Nord sta effettuando, per costruire un vettore in grado di raggiungere gli Stati Uniti, ma, che con lo stesso raggio di azione, può colpire altre regioni del mondo. Questa minaccia, in realtà, è stata affrontata, fino ad ora, in maniera diplomatica, spesso con il ricorso alle sanzioni, verosimilmente per l’opposizione della Cina, alla quale la presenza della Corea del Nord, serve ad interrompere il sistema delle alleanze dei paesi vicino agli USA. Per Obama la regione del Pacifico orientale era di primaria importanza, per Trump occorrerà verificare come intenderà comportarsi, anche se i propositi di allentare l’impegno militare nella zona sembrano essere in contrasto con l’azione contro la Cina, identificato come il nemico economico principale. La presenza di una minaccia atomica nei confronti di Corea del Sud e Giappone, potrebbe alterare in maniera significativa gli interessi americani, anche solo dal punto di vista dei commerci. Questo nuovo stato di allarme, per la presenza di una maggiore quantità di armi atomiche, potrebbe essere stato indotto dalla Cina, per saggiare la risposta della nuova amministrazione americana ed il conseguente impegno che intenderà mettere nella stabilità regionale a tutela dei suoi interessi? Se la domanda è lecita è altrettanto probabile, che le minacce nordcoreane mirino a verificare la stessa situazione ed a sollecitare nuovi aiuti internazionali a favore di Pyongyang. In ogni caso la presenza di un arsenale atomico incrementato dentro ad uno stato che sfugge a quasi ogni logica dei rapporti internazionali rappresenta un pericolo a cui il nuovo presidente americano non potrà sottrarsi, così come non potranno non considerare la minaccia, la Russia, l’Europa e la stessa Cina, che, fino ad ora ha protetto, seppure a fasi alterne, il regime di Pyongyang. A peggiorare lo scenario vi è la volontà del dittatore nordcoreano di arrivare alla costruzione di un missile in grado di raggiungere gli Stati Uniti e capace di trasportare l’ordigno atomico. Questa eventualità, tuttavia, è ritenuta ancora lontana da alcuni analisti, che ritengono la capacità tecnologica nordcoreana sopravvalutata, ma è indubbio, che senza azioni concordate dalla comunità internazionale l’esperienza di Pyongyang nel settore degli armamenti atomici non potrà che crescere. Sebben non siamo in presenza di conflitti, come nel medioriente, la situazione potrebbe presto degenerare, creando i presupposti per un confronto militare non tradizionale. Certamente risulta essere vero che fino ad ora Kim Jong-Un ha tenuto un comportamento volutamente al limite, ma un incidente, anche banale, potrebbe aprire un fronte molto pericoloso, non solo per gli Stati Uniti, ma anche per le altre potenze mondiali. Se Trump non vorrà impegnarsi in maniera troppo gravosa nella questione, dovrà, per forza di cose, cercare una collaborazione internazionale più ampia possibile, che presuppone l’obbligatorio coinvolgimento cinese. Anche perchè la situazione politica interna della Corea del Nord è difficilmente valutabile, anche se le repressioni degli scorsi periodi, potrebbero fare presumere la presenza di oppositori che hanno tentato di rovesciare il regime; tuttavia, dato l’isolamento del paese è difficile stabilire se parti della società nordcoreana, come, ad esempio, le forze armate, possano avere tentato di esautorare il dittatore Kim Jong-Un.
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