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martedì 21 marzo 2017

Schulz sarà il candidato dei socialdemocratici contro la Merkel

Il congresso del partito socialdemocratico tedesco ha eletto, con i voti del 100% dei delegati, Martin Schulz come proprio presidente e, contemporaneamente, anche come candidato alle prossime elezioni tedesche del 24 settembre, quale principale avversario di Angela Merkel. Il merito di Schulz è di avere saputo rivitalizzare l’entusiasmo attorno alla formazione politica di centro sinistra, troppo schiacciata nella sua azione dalla tendenza del governo di grande coalizione, che ha praticato politiche prevalentemente conservatrici. Pur garantendo una preziosa stabilità per il paese, l’esecutivo guidato dalla Merkel non ha certo suscitato un appoggio convinto dalla base del partito socialdemocratico, che si è, piuttosto, dovuta adeguare in modo obbligato ad una alleanza senza alternative, ma, contro la natura stessa del partito. L’approccio di Schulz ai problemi tedeschi è senz’altro meno conservatore e più slegato dalle logiche economiche, che hanno condizionato i mandati della cancelliera Merkel; questo fattore potrebbe risultare determinante per la mobilitazione elettorale anche nei confronti di chi, pur socialdemocratico, si è astenuto dalle ultime competizioni elettorali perchè non condivideva la logica della grande coalizione. Con Schulz in campo il  partito di centrosinistra si è avvicinato ai cristiano democratici in maniera veloce, arrivando soltanto ad un punto percentuale di distanza dalla formazione della Merkel, secondo gli ultimi sondaggi. Come hanno annunciato alcuni analisti, siamo di fronte ad un vero e proprio effetto Schulz sulla politica tedesca. Tuttavia le elezioni sono ancora relativamente lontane e non è detto che il voto finale non ripeta la necessità di una nuova grande coalizione per guidare il paese; ma questa volta la presenza dell’ex Presidente del parlamento europeo dovrebbe imprimere comunque un cambiamento nell’atteggiamento tedesco nei confronti dell’Unione Europea, recependo quelle istanze di maggiore equità sociale, che sono più volte state sacrificate in nome del rigore finanziario. Questo punto è stato la forza, ma anche la debolezza della Merkel, che non ha saputo trovare alternative valide in grado di conciliare la rigidità finanziaria con la necessità di sviluppo degli altri paesi, contribuendo in modo sostanziale all’espansione dei movimenti populisti ed anti europei. La proclamazione di Schulz, come presidente del partito, eletto in maniera così netta, cosa mai accaduta in Germania nel secondo dopoguerra, dimostra la volontà, che sembra essere anche una necessità, che una parte consistente del popolo tedesco sta dimostrando per un cambio di direzione della politica, sia interna, che europea.  La candidatura di Schulz deve essere letta anche in questo modo: un uomo politico convinto della necessità di un forte ruolo dell’Europa nel mondo, ma sopratutto al suo interno, intendendo cioè Bruxelles come fattore di sviluppo ed argine alle progressive diseguaglianze che una interpretazione funzionale alla finanza ed alla economia intese come fini e non come mezzi ha prodotto, creando l’attuale disaffezione verso l’unione. Risulta significativo che questo cambio di rotta avvenga in Germania, che di fatto è la nazione guida dell’Europa, il paese il cui governo ha finora imposto una visione restrittiva dell’unione europea, come ferreo controllore dei vincoli di bilancio. Questa politica è risultata funzionale agli interessi tedeschi, che, ad esempio, non hanno mai accettato di investire il proprio surplus finanziario, contribuendo a creare scompensi nei bilanci degli altri stati; per Schulz l’elemento della solidarietà tra i paesi europei è sempre stato fondamentale e determinante e la sua appliczione potrà essere utile anche al paese tedesco, se saprà investire in modo oculato il suo surplus finanziario, in modo da abbattere i propri problemi sociali interni, dovuti ad un mercato del lavoro bloccato. Dal punto di vista europeo investire negli altri paesi dell’unione ed anche fuori potrà dare alla Germania quella autorità politica che finora è mancata perchè troppo legata all’aspetto finanziario, solo un lato delle tante sfacettature che devono comporre il prestigio di un paese ambizioso. Certamente Schulz non potrà risolvere da solo, se arriverà alla guida del paese tedesco, tutti i problemi europei, ma sicuramente sarà capace di dare l’impulso necessario per migliorarne la situazione generale.

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