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mercoledì 27 settembre 2017
La visione di Macron per l'Europa
Il presidente francese ha definito l’Europa troppo debole, lenta ed inefficace, requisiti negativi che impediscono all’Unione di affrontare le sfide mondiali, che si presentano sempre con maggiore esigenza di essere risolte. Secondo l’inquilino dell’Eliseo è necessario proteggere l’Europa dal peso crescente dei populismi e dei nazionalismi, che hanno come scopo la distruzione della casa comune europea. Le ricette per arginare questi fenomeni e la generale diffidenza delle popolazioni verso Bruxelles sono diverse, per raggiungere una pluralità di obiettivi, che, se sommati, possono fare compiere all’Europa progressi decisivi per la sua sopravvivenza. I punti centrali del programma del presidente francese riguardano la sovranità dell’Europa, intesa come centro politico in grado di dare indirizzi concreti all’azione di governo, l’Europa unita, quale mezzo necessario per creare una identità in grado di fornire condivisione e la democrazia dell’Europa, che deve necessariamente comprendere un processo decisionale meno lento e complicato ed abbandonare il criterio dell’unanimità a favore di quello della maggioranza. Una ampia sovranità europea è funzionale alla costituzione di una forza militare europea, una agenzia contro il terrorismo, una azione contro il cambiamento climatico ed alla capacità di governare le migrazioni. Il tema della difesa comune potrebbe diventare di più facile realizzazione dopo l’uscita della Gran Bretagna, che ne era stata la più grande avversaria. Un esercito organizzato su base continentale e composto da militari delle diverse forze armate nazionali, è un requisito da sempre considerato essenziale per potere recitare un ruolo primario nello scenario mondiale; la crescita della Cina ed il disimpegno degli Stati Uniti, grazie alla cui protezione l’Europa aveva tenuto un atteggiamento passivo, impone una variazione nell’atteggiamento tenuto da tempo da Bruxelles, anche con la finalità di avere maggiore rilevanza diplomatica e riuscire a compiere quel salto qualitativo da unione finanziaria a politica. Certamente per fare ciò occorre velocizzare il processo di unità politica, sulla base di valori effettivamente condivisi e superare il concetto di convenienza che tanti danni a creato nei rapporti tra gli stati membri. Per fare ciò è necessario anche avviare un processo di democratizzazione sia dal lato delle decisioni, superando il concetto di unanimità, che costituisce un blocco a causa dell’eccesso di mediazione, sia dal lato dell’elettorato passivo, che deve superare il concetto di lista politica nazionale a favore dello sviluppo di liste e partiti trasnazionali, che devono essere il laboratorio delle idee capaci di superare le diffidenze e gli interessi nazionali in favore di quello sovranazionali. Il presidente francese ha espresso un programma per l’Europa, che può essere condivisibile, ma che è, senz’altro, incompleto. Ancora una volta gli accenni all’economia e, sopratutto, alla redistribuzione del reddito, sono pochi ed insufficenti. Non basta esigere il pagamento delle tasse dai grandi marchi, che eludono le tasse, o pensare di istituire, senza entrare troppo nel dettaglio, una tassa sulle transazioni finanziarie da destinare allo sviluppo, per guadagnare la fiducia del cittadino medio, che ha subito anni di vessazioni per crisi economiche e finanziarie di cui non aveva colpa, ma di cui ha dovuto sopportare i costi. Il presidente francese proviene dal mondo finanziario ed avrebbe fatto bene a sottolineare questi aspetti, che sono invece assenti, per dissipare ogni diffidenza. Se la creazione di una forza armata comune e delle altre soluzioni pensate da Macron, sono giuste, non appaiono sufficienti se non integrate con la crescita economica delle famiglie. Il presidente francese, forse ha voluto dare una dimostrazione della sua leadership nei confronti di una Germania cambiata dal risultato elettorale, dove il peso dei liberali, fautori della rigidità di bilancio, minaccia le velleità di crescita economica di una Francia già gravata di un debito consistente. Probabilmente le intenzioni di Macron sono quelle di arrivare ad un accordo, grazie allo sviluppo di maggiore unità europea: da una parte una necessità e dall’altra un desiderio.
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