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lunedì 8 gennaio 2018
La Germania cerca un'intesa per il governo: per se e per l'Europa
La politica tedesca prova ad uscire dalla stasi provocata dal risultato delle ultime elezioni legislative, che impedisce la formazione del governo. Il fallimento del tentativo di formare una coalizione tra il partito della cancelliera uscente, Angela Merkel, con i liberali ed i verdi deve costituire un esempio del quale occorre evitare di ripetere gli errori. In questa prima fase non si è ancora entrati nelle consultazioni formali, che verranno affrontate soltanto se i colloqui preliminari avranno un esito positivo. Anche se la scelta appare obbligata ci sono questioni, che hanno una rilevanza non da poco, che sono da definire e che rappresentano le distanze maggiori tra i cristiano democratici ed i socialdemocratici. Per questi ultimi è necessario non ripetere l’appoggio ad un governo incentrato su politiche economiche di rigidità di bilancio nei confronti dell’unione Europea. Per i socialdemocratici questo punto faceva parte integrante del loro programma elettorale. I dirigenti del partito della socialdemocrazia non vogliono di nuovo avvallare politiche troppo restrittive e concentrare l’azione di governo sulle question interne. Le pressioni del presidente della repubblica francese sull’entrata nel governo tedesco dei socialdemocratici, partono proprio dalla condivisione della necessità di mettere al centro dell’azione del nuovo esecutivo tedesco, la questione europea. Da tempo l’inquilino dell’Eliseo propone delle riforme per l’Europa, incentrate sull’interruzione della rigidità di bilancio per favorire lo sviluppo e permettere a tutte le industrie continentali, e, quindi, non solo a quelle tedesce, di entrare in competizione a livello mondiale e, di conseguenza, alzare i redditi dei cittadini europei. Questi propositi, sebbene con alcune differenze, sono da tempo nell’agenda dei socialdemocratici, che, in caso di accordo per il nuovo governo ambiscono a ricoprire la carica del ministero delle finanze, il posto cruciale da cui condurre la politica economica tedesca. I timori del partito socialdemocratico sono relativi alla promessa fatta agli elettori durante la campagna elettorale, quando fu assicurato che non avrebbero ripetuto l’esperienza della grande coalizione, tuttavia le mutate condizioni politiche rendono necessaria la ripetizione dell’esperienza dell’esecutivo precedente. Il problema, infatti, non è solo la conduzione del paese tedesco, ma la necessità che a Berlino ci sia un governo stabile anche per l’Europa: la situazione di immobilismo tedesca provoca anche una sorta di paralisi politica a livello continentale, che non è possibile sopportare a lungo in una situazione dove le risposte veloci alle varie situazioni internazionali, sono più che necessarie. Certamente, se questa volta il partito socialdemocratico non potrà mantenere fede ad un programma di crescita ed anche di riduzione delle diseguaglianze, l’impatto negativo con il corpo elettorale sarà certamente irrecuperabile. Per il presidente francese, non è, però, soltanto necessaria la partecipazione dei socialdemocratici, ma anche di Angela Merkel alla guida del governo, che deve garantire, con il suo prestigio, il proseguimento della collaborazione tra Francia e Germania, intesa come una doppia guida continentale. La presenza della Merkel sarà anche funzionale ad assicurare ai fautori della rigidità di bilancio, molto numerosi tra le fila del suo partito, il controllo sui nuovi provvedimenti espansivi in materia economica, in un’ottica di contenimento del fenomeno inflattivo. Le condizioni per portare a temine le trattative sono quelle di formare un governo stabile, che non rientri nella fattispecie dell’esperimento politico o che sia un esecutivo di minoranza, limitato nelle decisioni importanti che dovrà prendere. Tecnicamente, per arrivare al più presto alla soluzione, si cercherà di arrivare ad un programma di partenza fissato in pochi punti condivisi, dal quale, poi, si svilupperanno in maniera più approfondita le questioni nei loro dettagli e particolari. L'unione dei paesi europei, con la costituzione del governo tedesco potrà ripartire per occuparsi in modo più deciso, oltre delle questioni economiche, anche di quei problemi, dalla difesa comune, alla maggiore sovranità di Bruxelles, che dovranno permettere di risolvere le questioni contingenti, come il problema migratorio, in modo veloce e più equo, suddividendo in maniera uguale le emergenze che riguarderanno il territorio europeo nel suo insieme e non più su base nazionale in relazioni alle rispettive convenienze.
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