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martedì 31 luglio 2018
Allarme razzismo in Italia
I ripetuti atti ostili contro popolazione di colore che stanno avvenendo in Italia, dimostrano come il clima di tolleranza sia cambiato con l’avvento del nuovo governo. Un governo eletto sopratutto in reazione alla politica economica degli esecutivi precedenti, che ha guadagnato voti più per mancanza di alternative, che per i programmi esposti. Purtroppo i provvedimenti dei governi precedenti, specialmente in materia economica, hanno provocato lo spostamento dei flussi elettorali verso formazioni in parte di una destra senza alcuna competenza nella programmazione degli aspetti del lavoro e della produzione, ma capace di addensare sul proprio simbolo il risentimento e la colpevolizzazione di soggetti terzi, ed in parte verso un movimento chiaramente impreparato ad affrontare la sfide di governare il paese. Il Movimento cinque stelle, che è risultato il maggiore partito italiano, ha rivelato anche una profonda impreparazione a livello politico, nel sapere fronteggiare i più esperti alleati della Lega Nord: un partito proveniente da una base locale, fortemente critica con il sud del paese, che si è poi convertito a cercare il gradimento dell’intera platea nazionale. Attualmente la Lega Nord è il partito che esiste da più tempo in Italia. Il suo programma è un misto di proposte liberiste, forse non sostenibili economicamente, ed anti europee, nel senso di affermare una volontà di recuperare quote di sovranità nei confronti di Bruxelles. Il segretario della Lega Nord, che è anche diventato ministro degli interni dello stato italiano, è stato un abile politico, capace di portare il partito da una percentuale del quattro per cento ad oltre il diciassette nell’ultima competizione elettorale. La sua campagna elettorale si è incentrata sulla paura del diverso e con prese di posizione talvolta estreme, ma evidentemente efficaci. Arrivato al governo, pur con una percentuale di voti notevolmente inferiore al partito alleato, il Movimento cinque stelle aveva oltrepassato il trenta percento, ha fatto valere la sua maggiore esperienza politica, creando la percezione, in parte vera, di rappresentare la parte più importante dell’esecutivo. Attraverso la sua azione di governo, certamente in maniera involontaria, sembra essere passato un messaggio contro gli immigrati, che per alcuni ha legittimato la giustizia autonoma e gli atti persecutori contro le persone di colore. Nonostante una avversione di fondo al fenomeno migratorio, la sensazione è che la situazione sia sfuggita di mano e che, anziché porvi rimedio, si tenti di giustificare questi atti con motivazioni totalmente inadatte. La percezione di un cambiamento del clima verso gli immigrati è palese, l’Italia sembra sempre più essere abitata da una quota consistente di razzisti, che ora hanno l’impressione di potere agire impuniti per dare sfogo ai loro istinti. Del resto mantenere centrale il dibattito sulla questione dell’immigrazione è funzionale al governo per mascherare la propria incapacità di mantenere le promesse elettorali e l’eterogeneo programma di governo; fino ad ora l’esecutivo non ha ancora iniziato a discutere la riforma sulle pensioni, l’unico elemento del programma veramente condiviso dai due partiti della maggioranza. Anche l’inadeguatezza di una opposizione divisa tra partiti che hanno interessi inconciliabili e la situazione del Partito Democratico, che vive un travaglio interno probabilmente insanabile, contribuisce a favorire questa deriva razzista, perchè non si trovano iniziative concrete per combattere il fenomeno. Il clima che si respira in Italia è quindi deteriorato, il paese appare peggiorato per una ripresa economica che non arriva fino ai ceti medi e più bassi ed il nemico viene individuato, come da propaganda che continua anche ben oltre il periodo elettorale, nell’immigrato, anche regolare, nella persone di colore anche di nazionalità italiana. Il compito del governo non dovrebbe essere quello di ridimensionare le aggressioni a semplici fatti di delinquenza, ma dovrebbe dare il giusto valore a questi fenomeni per stroncarli al più presto, anche mantenendo il proprio indirizzo politico. Al contrario se non si vorrà procedere in questo senso, il paese sarà sempre più delegittimato di fronte all’opinione pubblica mondiale e questo governo subirà in modo costante un ostracismo internazionale che gli renderà difficile operare in campo europeo; poi, certo ci sono gli USA di Trump e l’Ungheria di Orban.
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