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mercoledì 22 agosto 2018
Russia e Turchia alleate obbligate?
Tra la Russia e la Turchia si delinea una alleanza, che, sembra quasi obbligata dai fatti. I due paesi hanno delle analogie nei rapporti con il mondo, che derivano da un isolamento che occorre combattere per necessità. Se dal punto di vista militare e diplomatico le mosse di Putin hanno riportato la Russia, tra i maggiori protagonisti dello scenario internazionale, l’economia di Mosca patisce una regressione dovuta certamente ad una crisi interna, ma che è sopratutto dovuta alla mancata diversificazione dei fattori economici, troppo dipendenti dai prezzi e dall’andamento delle materie prime: l’unico motore economico attuale dell’ex paese sovietico. La Russia paga la scarsa industrializzazione e la debolezza di un settore manifatturiero sui quali non si sono mai intraprese poltiche efficaci. La Turchia sta vivendo una crisi finanziaria, che potrebbe mettere in pericolo il tessuto industriale di un paese capace di crescere molto negli ultimi anni, ma che ha subito consistenti peggioramenti dal punto di vista sociale. La politica estera di Ankara ha dovuto subire delle sconfitte non indifferenti, che vanno dal rifiuto di Bruxelles per l’ingresso nell’Unione Europea, fino alla frustrazione delle mire di Erdogan di ristabilire l’influenza turca sui territori dell’antico impero ottomano. La politica interna liberticida del presidente turco ha provocato una chiusura su se stesso del paese, che ha prodotto attriti e divergenze molto pesanti con l’alleato americano, tanto da provocare in alcuni analisti la domanda se Ankara possa ancora restare all’interno dell’Alleanza Atlantica. In effetti sulla affidabilità di Ankara ci sono molti dubbi, innanzi tutto per la sua politica ambigua nei confronti dello Stato islamico, per le sue relazioni con Assad e per il trattamento riservato ai curdi, naturali alleati di Washington sui campi di battaglia. Se ora il dissidio con gli Stati Uniti riguarda anche argomenti economici, come i dazi imposti da Trump, peraltro coerente con la sua politica economica verso tutti i paesi esteri, ciò appare una naturale evoluzione di un rapporto ormai troppo deteriorato. I rapporti tra Mosca ed Ankara durano da quanta anni, e, sebbene, siano stati sopportati dagli americani, si svolgevano in un quadro dove il governo turco era improntato ai valori delle democrazie occidentali e non al nazionalismo religioso propugnato da Erdogan. Per gli USA la Turchia era necessaria all’interno dell’Alleanza Atlantica perchè rappresentava un paese musulmano moderato, dove la religione era in secondo piano rispetto alla laicità dello stato e ciò era giudicato un fattore determinante in funzione strategica e geopolitica. Anche se Trump sembra vicino, come maniere politiche, a Putin ed a Erdogan, gli Stati Uniti sono dotati di una serie di contrappesi politici, che in Russia ed in Turchia mancano del tutto. Ecco, quindi, che la similitudine tra i due uomini politici, di Mosca ed Ankara, fatta di nazionalismo e voglia di essere protagonisti, sia in ambito interno, che in quello estero, avvicina i due stati. Gli interessi comuni verso la zona euro asiatica, cioè verso gli stati dell’Europa centrale e del medio oriente, per il momento costituiscono un terreno comune, sopratutto in chiave anti Europa ed anti USA; tuttavia proprio questo terreno comune, potrebbe causare dissidi anche profondi tra i due paesi. Per il momento valgono gli aspetti economici, che costituiscono comunque, un ottimo argomento per avvicinare sempre di più i due paesi: la Turchia è infatti, il maggiore importatore di gas russo ed ha recentemente acquistato, infrangendo le direttive di Trump ai paesi alleati, un sofisticato sistema anti missilistico russo. Con la Cina che in politica estera mantiene una autonomia che la rende praticamente inavvicinabile, il contatto tra Turchia e Russia, sembra essere diventato una vera necessità per i due paesi per interrompere un isolamento internazionale dannoso per entrambi. Occorrerà vedere quali saranno i tempi ed i modi di questo avvicinamento progressivo e cosa comporterà sul piano degli equilibri internazionali. Un distacco della Turchia dall’Alleanza Atlantica, ad esempio, potrebbe costringere Trump a rivedere i suoi programmi di disimpegno nel medio oriente, per evitare una preponderanza della presenza di Mosca, presumibilmente rinforzata da Ankara. La situazione è in divenire ma resta molto difficile che l’allontanamento della Turchia dall’occidente non prenda una forma che da ufficiosa possa diventare ufficiale.
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