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Politica Internazionale
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giovedì 29 novembre 2018
Il senato USA vota contro la permanenza dei soldati americani nello Yemen
Il Senato degli Stati Uniti, dove la maggioranza è dei repubblicani, ha approvato, con 63 voti favorevoli e 37 contrari, un provvedimento che prevede il ritiro delle truppe americane dallo scenario di guerra dello Yemen. I soldati statunitensi sostengono la coalizione sunnita guidata dall’Arabia Saudita, che combatte i ribelli sciiti sostenuti dall’Iran. Per Trump si tratta di una sconfitta importante, perchè segnala un malessere trasversale che riguarda il ceto politico americano verso l’alleanza con la monarchia saudita. Per il presidente USA, il rapporto con Riyadh rappresenta un caposaldo della poltica estera americana nella regione mediorientale, sopratutto contro la potenza iraniana. Il cambio di politica nei confronti di Teheran operato da Trump dopo la sua elezione, aveva bisogno di rinsaldare il legame con l’Arabia Saudita, dopo che nelle presidenza Obama i rapporti si erano deteriorati per l’accordo sul nucleare iraniano ed il sostegno saudita ai gruppi terroristici. Trump non ha mai considerato troppo la contiguità del regime saudita con il terrorismo sunnita, come non ha tenuto in giusta considerazione la sistematica violazione dei diritti umani perpetrata da Riyadh. Le ragioni comuni contro Teheran hanno superato ogni obiezione proveniente dalla classe politica statunitense. L’inquietudine di senatori e deputati è cresciuta con i ripetuti massacri di civili che sono stati compiuti dalle forze aeree saudite, ma il fatto che ha fatto deflagrare la protesta è stata la barbara uccisione in Turchia del giornalista saudita, operata da componenti dei servizi segreti, comandati dal principe ereditario. Con la maggioranza dei democratici alla Camera, sembra scontata l’approvazione della proposta di ritiro delle truppe americane dallo Yemen, che potrebbe concretizzarsi in circa trenta giorni. L’amministrazione della Casa Bianca, di fronte alla decisione del Senato, sembra essere stata presa alla sprovvista: infatti le dichiarazioni del Segretario di stato sono sembrate inconsistenti. La mancata certezza del collegamento tra l’omicidio del giornalista ed il principe ereditario, appare una scusa priva di valore, così come la motivazione, che, senza la presenza americana in Yemen, la sicurezza nazionale poteva risultare compromessa, appare una spiegazione di circostanza, funzionale alle sole ragioni di Trump. Deve essere specificato però, che nella posizione dell’attuale presidente americano si era trovato anche Obama, quando il Congresso aveva autorizzato i cittadini statunitensi a costituirsi parte civile contro l’Arabia Saudita per i danni provocati dall’attentato dell’undici settembre, riconoscendo implicitamente la diretta responsabilità di Riyadh nell’azione terroristica contro le torri gemelle. L’aspetto più rilevante della vicenda è la grande distanza che si presenta tra il ceto politico legislativo e quello amministrativo, su di un tema così delicato come quello che riguarda una alleanza così stretta con un paese come l’Arabia Saudita, che ha evidenziato più volte gravi mancanze contro gli Stati Unti. L’atteggiamento di Trump sembra essere dettato dalla sola esigenza di salvaguardarsi contro l’Iran, senza alcuna considerazione per la situazione internazionale che si è venuta a creare intorno al regno saudita. Se, da un lato si deve registrare il fatto evidente, che non ci sono state prese di posizioni ufficiali rilevanti, a parte pochissime eccezioni, è anche vero che gli Stati Uniti sono comunque il primo alleato del paese arabo e che una loro posizione ufficiale diversa da quella attuale avrebbe potuto favorire, potenzialmente, un atteggiamento differente da parte di Riyadh. La questione è, invece, che gli Stati Uniti di Trump sostengono la guerra nello Yemen, con tutti i massacri e la situazione insostenibile per i civili, condividendo la posizione ed i metodi dei sauditi. Ora la grande distanza che si crea con questo provvedimento potrebbe incrinare ulteriormente la già scarsa credibilità internazionale di un presidente americano sempre meno all’altezza di rappresentare la prima potenza mondiale.
The US Senate votes against the permanence of American soldiers in Yemen
The
Senate of the United States, where the majority is Republican, has
approved, with 63 votes in favor and 37 against, a provision that
provides for the withdrawal of American troops from the Yemen war
scenario. US soldiers support the Sunni coalition led by Saudi Arabia, which fights Shiite rebels backed by Iran. For
Trump it is an important defeat, because it signals a cross malaise
concerning the American political class towards the alliance with the
Saudi monarchy. For
the US president, the relationship with Riyadh is a cornerstone of
American foreign policy in the Middle East, especially against Iranian
power. Trump's
change of policy towards Teheran after his election, he needed to
strengthen the connection with Saudi Arabia, after relations with the
Obama presidency had deteriorated due to the Iranian nuclear agreement
and Saudi support for terrorist groups. Trump
has never considered too much the contiguity of the Saudi regime with
Sunni terrorism, as he did not take into due consideration the
systematic violation of human rights perpetrated by Riyadh. The common reasons against Tehran have exceeded every objection from the US political class. The
anxiety of senators and deputies has grown with the repeated massacres
of civilians that were carried out by the Saudi air forces, but the fact
that it made the protest explode was the barbaric killing of the Saudi
journalist in Turkey, operated by members of the secret services , commanded by the crown prince. With
the majority of Democrats in the House, it seems obvious that the
proposal to withdraw American troops from Yemen is approved, which could
take about thirty days. The
administration of the White House, faced with the decision of the
Senate, seems to have been taken aback: in fact the statements of the
Secretary of State seemed inconsistent. The
lack of certainty of the connection between the murder of the
journalist and the crown prince, appears a worthless excuse, as well as
the motivation that, without the American presence in Yemen, national
security could be compromised, an explanation of circumstance appears, functional only to Trump's reasons. It
must be specified, however, that in the position of the current
American president was also found Obama, when Congress had authorized US
citizens to form a civil action against Saudi Arabia for the damage
caused by the attack on September 11, recognizing implicitly the direct responsibility of Riyadh in the terrorist action against the twin towers. The
most important aspect of the story is the great distance between the
legislative and administrative political class, on a subject as delicate
as that which concerns an alliance so close to a country like Saudi
Arabia, which has highlighted more sometimes serious shortcomings against the United States. Trump's
attitude seems to be dictated solely by the need to safeguard against
Iran, without any consideration for the international situation that has
arisen around the Saudi kingdom. If,
on the one hand, the obvious fact is to be noted, that there have not
been any important official positions, apart from very few exceptions,
it is also true that the United States is still the first ally of the
Arab country and a different official position from the current one could potentially have favored a different attitude on the part of Riyadh. The
question, however, is that the United States of Trump supports the war
in Yemen, with all the massacres and the unsustainable situation for
civilians, sharing the position and methods of the Saudis. Now
the great distance that is created with this provision could further
undermine the already poor international credibility of an American
president who is less and less able to represent the first world power.
El Senado de los Estados Unidos vota en contra de la permanencia de los soldados estadounidenses en Yemen.
El
Senado de los Estados Unidos, donde la mayoría es republicano, aprobó,
con 63 votos a favor y 37 en contra, una disposición que prevé la
retirada de las tropas estadounidenses del escenario de guerra de Yemen.
Los
soldados estadounidenses apoyan la coalición sunita liderada por Arabia
Saudita, que lucha contra los rebeldes chiítas respaldados por Irán. Para
Trump es una derrota importante, ya que señala un malestar cruzado en
relación con la clase política estadounidense hacia la alianza con la
monarquía saudí. Para
el presidente de Estados Unidos, la relación con Riad es una piedra
angular de la política exterior estadounidense en el Medio Oriente,
especialmente contra el poder iraní. El
cambio de política de Trump hacia Teherán después de su elección,
necesitaba fortalecer la conexión con Arabia Saudita, después de que las
relaciones con la presidencia de Obama se habían deteriorado debido al
acuerdo nuclear iraní y al apoyo de Arabia Saudita para Grupos terroristas. Trump
nunca ha considerado demasiado la contigüidad del régimen saudí con el
terrorismo sunita, ya que no tomó en consideración la violación
sistemática de los derechos humanos perpetrada por Riyadh. Las razones comunes contra Teherán han superado todas las objeciones de la clase política estadounidense. La
ansiedad de los senadores y diputados ha aumentado con las repetidas
masacres de civiles llevadas a cabo por las fuerzas aéreas sauditas,
pero el hecho de que hizo estallar la protesta fue el asesinato brutal
del periodista saudí en Turquía, operado por miembros de los servicios
secretos. , comandado por el príncipe heredero. Con
la mayoría de los demócratas en la Cámara de Representantes, parece
obvio que se aprueba la propuesta de retirar las tropas estadounidenses
de Yemen, lo que podría demorar unos treinta días. La
administración de la Casa Blanca, frente a la decisión del Senado,
parece haberse sorprendido: de hecho, las declaraciones del Secretario
de Estado parecían ser inconsistentes. La
falta de certeza de la conexión entre el asesinato del periodista y el
príncipe heredero, parece una excusa inútil, así como la motivación de
que, sin la presencia estadounidense en Yemen, la seguridad nacional
podría verse comprometida, aparece una explicación de las
circunstancias. Funcional solo a las razones de Trump. Sin
embargo, debe especificarse que en la posición del actual presidente
estadounidense también se encontró a Obama, cuando el Congreso había
autorizado a los ciudadanos estadounidenses a iniciar una acción civil
contra Arabia Saudita por los daños causados por el ataque del 11 de
septiembre, reconociendo implícitamente La responsabilidad directa de Riad en la acción terrorista contra las torres gemelas. El
aspecto más importante de la historia es la gran distancia entre la
clase política legislativa y la política administrativa, sobre un tema
tan delicado como el que concierne a una alianza tan cercana a un país
como Arabia Saudita, que ha destacado más A veces graves deficiencias contra los Estados Unidos. La
actitud de Trump parece estar dictada únicamente por la necesidad de
salvaguardarse contra Irán, sin ninguna consideración por la situación
internacional que ha surgido alrededor del reino saudí. Si,
por un lado, se debe tener en cuenta el hecho obvio de que no ha habido
cargos oficiales importantes, salvo algunas excepciones, también es
cierto que Estados Unidos sigue siendo el primer aliado del país árabe y
un cargo oficial diferente. desde el actual, podría potencialmente haber favorecido una actitud diferente por parte de Riad. La
cuestión, sin embargo, es que los Estados Unidos de Trump apoyan la
guerra en Yemen, con todas las masacres y la situación insostenible para
los civiles, compartiendo la posición y los métodos de los saudíes. Ahora,
la gran distancia que se crea con esta disposición podría socavar aún
más la poca credibilidad internacional de un presidente estadounidense
que es cada vez menos capaz de representar a la primera potencia
mundial.
Der US-Senat stimmt gegen die Beständigkeit amerikanischer Soldaten im Jemen
Der
Senat der Vereinigten Staaten, wo die Mehrheit republikanisch ist, hat
mit 63 Stimmen und 37 Gegenstimmen einer Bestimmung zugestimmt, die den
Abzug amerikanischer Truppen aus dem Jemen-Kriegsszenario vorsieht. US-Soldaten
unterstützen die von Saudi-Arabien angeführte sunnitische Koalition,
die von Iran unterstützte schiitische Rebellen bekämpft. Für
Trump ist dies eine wichtige Niederlage, denn es signalisiert eine
Kreuzung der amerikanischen Klasse gegen das Bündnis mit der saudischen
Monarchie. Für
den US-Präsidenten ist die Beziehung zu Riad ein Eckpfeiler der
amerikanischen Außenpolitik im Nahen Osten, insbesondere gegen die
iranische Macht. Trumps
Politikänderung gegenüber Teheran nach seiner Wahl, er musste die
Verbindung zu Saudi-Arabien stärken, nachdem sich die Beziehungen zur
Obama-Präsidentschaft aufgrund des iranischen Atomabkommens und der
Unterstützung Saudi-Arabiens verschlechtert hatten terroristische Gruppen. Trump
hat die Verbindung des saudischen Regimes mit dem sunnitischen
Terrorismus nie zu sehr berücksichtigt, da er die systematische
Verletzung der Menschenrechte, die von Riad verübt wurde, nicht
angemessen berücksichtigt hat. Die gemeinsamen Gründe gegen Teheran haben alle Einwände der politischen Klasse der USA übertroffen. Die
Besorgnis von Senatoren und Abgeordneten ist durch die wiederholten
Massaker an Zivilisten, die von den saudischen Luftstreitkräften
ausgeführt wurden, gewachsen, aber die Tatsache, dass der Protest
explodierte, war die barbarische Ermordung des saudischen Journalisten
in der Türkei, der von Mitgliedern der Geheimdienste betrieben wird , vom Kronprinzen befohlen. Bei
der Mehrheit der Demokraten im Parlament scheint es offensichtlich,
dass der Vorschlag, amerikanische Truppen aus dem Jemen abzuziehen,
angenommen wird, was etwa dreißig Tage dauern könnte. Die
Verwaltung des Weißen Hauses, die mit der Entscheidung des Senats
konfrontiert ist, scheint verblüfft zu sein: In der Tat schienen die
Aussagen des Außenministers inkonsistent zu sein. Die
mangelnde Gewissheit der Verbindung zwischen dem Mord an dem
Journalisten und dem Kronprinzen erscheint als wertlose Entschuldigung
sowie die Motivation, dass ohne die amerikanische Präsenz im Jemen die
nationale Sicherheit gefährdet werden könnte, eine Erklärung der
Umstände erscheint. Funktioniert nur zu Trumps Gründen. Es
muss jedoch darauf hingewiesen werden, dass sich Obama in der Position
des derzeitigen amerikanischen Präsidenten ebenfalls befand, als der
US-Bürger die Erlaubnis hatte, eine Zivilklage gegen Saudi-Arabien gegen
den durch den Anschlag am 11. September verursachten Schaden zu
erheben, was implizit anerkannt wurde die direkte Verantwortung von Riad bei der terroristischen Aktion gegen die Zwillingstürme. Der
wichtigste Aspekt der Geschichte ist die große Distanz zwischen der
gesetzgebenden und administrativen politischen Klasse. Dies ist ein
heikles Thema wie das, was ein Bündnis betrifft, das einem Land wie
Saudi-Arabien so nahe ist, was mehr hervorgehoben hat manchmal schwerwiegende Mängel gegenüber den Vereinigten Staaten. Die
Haltung von Trump scheint allein von der Notwendigkeit des Schutzes
gegen den Iran bestimmt zu sein, ohne Rücksicht auf die internationale
Situation, die sich im saudischen Königreich entwickelt hat. Wenn
einerseits die offensichtliche Tatsache offensichtlich ist, dass es
abgesehen von wenigen Ausnahmen keine wichtigen offiziellen Positionen
gab, ist es auch wahr, dass die Vereinigten Staaten immer noch der erste
Verbündete des arabischen Landes und eine andere offizielle Position
sind von der jetzigen Seite hätte man möglicherweise eine andere Haltung von Riad favorisieren können. Die
Frage ist jedoch, dass die Vereinigten Staaten von Trump den Krieg im
Jemen unterstützen, mit all den Massakern und der unhaltbaren Situation
für Zivilisten, die die Position und die Methoden der Saudis teilen. Nun
könnte die große Distanz, die mit dieser Bestimmung geschaffen wird,
die ohnehin schwache internationale Glaubwürdigkeit eines amerikanischen
Präsidenten, der die erste Weltmacht immer weniger repräsentieren kann,
weiter untergraben.
Le Sénat américain vote contre la permanence des soldats américains au Yémen
Le
Sénat des États-Unis, où la majorité est républicaine, a approuvé par
63 voix pour et 37 contre, une disposition prévoyant le retrait des
troupes américaines du scénario de la guerre au Yémen. Les
soldats américains soutiennent la coalition sunnite dirigée par
l'Arabie saoudite, qui combat les rebelles chiites soutenus par l'Iran. Pour
Trump, il s'agit d'une défaite importante, car il signale un malaise
transversal concernant la classe politique américaine envers l'alliance
avec la monarchie saoudienne. Pour
le président américain, les relations avec Riyad constituent une pierre
angulaire de la politique étrangère américaine au Moyen-Orient, en
particulier contre le pouvoir iranien. Le
changement de politique de Trump à l'égard de Téhéran après son
élection, il devait resserrer ses liens avec l'Arabie saoudite, après
que les relations avec la présidence Obama se soient détériorées en
raison de l'accord nucléaire iranien et du soutien saoudien à groupes terroristes. Trump
n'a jamais trop pris en compte la contiguïté du régime saoudien avec le
terrorisme sunnite, n'ayant pas suffisamment pris en compte la
violation systématique des droits de l'homme perpétrée par Riyad. Les raisons communes contre Téhéran ont dépassé toutes les objections de la classe politique américaine. L’inquiétude
des sénateurs et des députés s’est accrue avec les massacres répétés de
civils perpétrés par les forces aériennes saoudiennes, mais le fait que
la manifestation ait éclaté a été l’assassinat barbare du journaliste
saoudien en Turquie, opéré par des membres des services secrets. , commandé par le prince héritier. Avec
la majorité des démocrates à la Chambre, il semble évident que la
proposition de retirer les troupes américaines du Yémen est approuvée,
ce qui pourrait prendre environ trente jours. L'administration
de la Maison-Blanche, face à la décision du Sénat, semble avoir été
prise au dépourvu: en réalité, les déclarations du secrétaire d'État
semblaient incohérentes. L’absence
de certitude quant au lien entre l’assassinat du journaliste et le
prince héritier apparaît comme une excuse sans fondement, ainsi que la
motivation selon laquelle, sans la présence américaine au Yémen, la
sécurité nationale pourrait être compromise, une explication de la
situation apparaît, fonctionnel que pour les raisons de Trump. Il
faut toutefois préciser que, dans la position du président américain
actuel, a également été retrouvé Obama, alors que le Congrès avait
autorisé les citoyens américains à engager une action civile contre
l'Arabie saoudite pour les dommages causés par l'attaque du 11
septembre, reconnaissant implicitement la responsabilité directe de Riyad dans l'action terroriste contre les tours jumelles. L’aspect
le plus important de l’histoire est la grande distance qui sépare la
classe politique législative et la classe politique administrative, sur
un sujet aussi délicat que celui qui concerne une alliance aussi proche
d’un pays comme l’Arabie saoudite, qui a mis en lumière plus avant. parfois de graves lacunes contre les États-Unis. L'attitude
de Trump semble être dictée uniquement par la nécessité de se protéger
contre l'Iran, sans aucune considération pour la situation
internationale survenue autour du royaume saoudien. Si,
d’une part, il est évident qu’il n’ya pas eu de positions officielles
importantes, à de très rares exceptions près, il est également vrai que
les États-Unis sont toujours le premier allié du pays arabe et une
position officielle différente. de l'actuel aurait pu potentiellement favoriser une attitude différente de la part de Riyad. La
question, cependant, est que les États-Unis de Trump soutiennent la
guerre au Yémen, avec tous les massacres et la situation insoutenable
pour les civils, partageant la position et les méthodes des Saoudiens. Maintenant,
la grande distance créée par cette disposition pourrait miner davantage
la crédibilité internationale déjà faible d'un président américain de
moins en moins capable de représenter la première puissance mondiale.
O Senado dos EUA vota contra a permanência de soldados americanos no Iêmen
O
Senado dos EUA, onde a maioria dos republicanos, aprovou com 63 votos a
favor e 37 contra, uma medida que prevê a retirada das tropas
americanas do cenário de guerra do Iêmen. Soldados dos EUA apóiam a coalizão sunita liderada pela Arábia Saudita, que luta contra rebeldes xiitas apoiados pelo Irã. Para
Trump, é uma derrota importante, porque sinaliza um mal-estar da classe
política americana em relação à aliança com a monarquia saudita. Para
o presidente dos EUA, o relacionamento com Riad é um dos pilares da
política externa americana no Oriente Médio, especialmente contra o
poder iraniano. A
mudança de política em relação a Teerã operado por Trump após sua
eleição, ele precisava para fortalecer o vínculo com a Arábia Saudita,
depois que o presidente Obama nas relações haviam se deteriorado ao
acordo sobre nuclear iraniano eo apoio saudita grupos terroristas. Trump
nunca considerou também contiguidade do regime saudita com o terrorismo
sunita, não ter devidamente em conta a violação sistemática dos
direitos humanos perpetradas por Riyadh. As razões comuns contra Teerã ultrapassaram todas as objeções da classe política dos EUA. A
inquietude de senadores e deputados cresceu com os massacres repetidos
de civis que foram feitas pela Força Aérea da Arábia Saudita, mas que
fez explodir o protesto foi o bárbaro assassinato na Turquia de
jornalista saudita, operado por componentes de inteligência comandado pelo príncipe herdeiro. Com
a maioria dos democratas na Câmara, parece óbvio que a proposta de
retirada das tropas americanas do Iêmen é aprovada, o que poderia levar
cerca de trinta dias. A
administração da Casa Branca, diante da decisão do Senado, parece ter
ficado surpresa: na verdade, as declarações do secretário de Estado
pareciam inconsistentes. A
falta de certeza da ligação entre o assassinato do jornalista e o
príncipe herdeiro, será exibida uma inútil desculpa, bem como a
motivação, que, sem a presença americana no Iêmen, a segurança nacional
poderia ser comprometida, aparece uma explicação das circunstâncias, funcional apenas para as razões de Trump. Mas
deve-se notar, que a posição do atual presidente dos EUA também foi
encontrado Obama, quando o Congresso autorizou cidadãos norte-americanos
para trazer uma ação civil contra a Arábia Saudita por danos causados
pelo ataque de setembro, reconhecendo implicitamente a responsabilidade direta de Riad na ação terrorista contra as torres gêmeas. O
aspecto mais importante da história é a grande distância entre a classe
política legislativa e administrativa, sobre um tema tão delicado
quanto o que diz respeito a uma aliança tão próxima de um país como a
Arábia Saudita, que destacou mais sérias deficiências, por vezes, contra os Estados Unidos. A
atitude de Trump parece ser ditada unicamente pela necessidade de
salvaguardar contra o Irã, sem qualquer consideração pela situação
internacional que surgiu em torno do reino saudita. Se,
por um lado, se deve notar o fato óbvio de que não houve posições
oficiais importantes, além de poucas exceções, também é verdade que os
Estados Unidos ainda são o primeiro aliado do país árabe e uma posição
oficial diferente. do atual poderia potencialmente ter favorecido uma atitude diferente por parte de Riade. A
questão, no entanto, é que os Estados Unidos de Trump apóiam a guerra
no Iêmen, com todos os massacres e a situação insustentável para os
civis, compartilhando a posição e os métodos dos sauditas. Agora,
a grande distância que é criada com esta provisão poderia minar ainda
mais a credibilidade internacional já pobre de um presidente americano
que é cada vez menos capaz de representar a primeira potência mundial.
Сенат США голосует против неизменности американских солдат в Йемене
Сенат
Соединенных Штатов, в котором большинство является республиканцем,
одобрил 63 голосами «за» и 37 против «положения», предусматривающего
вывод американских войск из сценария войны в Йемене. Американские
солдаты поддерживают суннитскую коалицию во главе с Саудовской Аравией,
которая борется с шиитскими повстанцами, поддерживаемыми Ираном. Для
Трампа это важное поражение, потому что это свидетельствует о
переполненном недовольстве в отношении американского политического
класса к союзу с саудовской монархией. Для
президента США отношения с Эр-Риядом являются краеугольным камнем
американской внешней политики на Ближнем Востоке, особенно против власти
Ирана. После
того, как Трамп изменил политику в отношении Тегерана после его
избрания, ему необходимо было укрепить связь с Саудовской Аравией после
того, как отношения с президентом Обамы ухудшились из-за иранского
ядерного соглашения, а Саудовская поддержка террористических групп. Трамп
никогда не рассматривал слишком много смежности саудовского режима с
суннитским терроризмом, поскольку он не принимал во внимание
систематическое нарушение прав человека, совершенное Эр-Риядом. Общие причины против Тегерана превысили все возражения со стороны политического класса США. Тревога
сенаторов и депутатов выросла с повторными массовыми убийствами
гражданских лиц, которые были совершены военно-воздушными силами
Саудовской Аравии, но тот факт, что он взорвал протест, был варварским
убийством саудовского журналиста в Турции, которым управляют члены
спецслужб , под командованием наследного принца. С
большинством демократов в Доме кажется очевидным, что предложение о
выводе американских войск из Йемена одобрено, что может занять около
тридцати дней. Администрация
Белого дома, столкнувшись с решением Сената, кажется, была ошеломлена:
на самом деле заявления госсекретаря казались непоследовательными. Отсутствие
уверенности в связи с убийством журналиста и наследного принца
представляется бесполезным оправданием, а также мотивацией того, что без
американского присутствия в Йемене национальная безопасность может быть
скомпрометирована, появляется объяснение обстоятельств, функциональный только по причинам Трампа. Следует,
однако, уточнить, что в положении нынешнего президента США был также
найден Обама, когда Конгресс разрешил гражданам США сформировать
гражданский иск против Саудовской Аравии за ущерб, нанесенный нападением
11 сентября, признав неявным прямая ответственность Эр-Рияда в террористической акции против башен-близнецов. Важнейшим
аспектом этой истории является большое расстояние между законодательным
и административным политическим классом по предмету, столь же
деликатный, как и тот альянс, который так близок к такой стране, как
Саудовская Аравия, которая выделила больше иногда серьезные недостатки в отношении Соединенных Штатов. Отношение
Трампа, по-видимому, диктуется исключительно необходимостью защиты от
Ирана без какого-либо рассмотрения международной ситуации, сложившейся
вокруг саудовского королевства. Если,
с одной стороны, следует отметить очевидный факт, что не было никаких
важных официальных позиций, за исключением очень немногих исключений,
также верно, что Соединенные Штаты по-прежнему являются первым союзником
арабской страны и другой официальной позицией от нынешнего, возможно, положительно повлияло бы на другое отношение со стороны Эр-Рияда. Однако
вопрос состоит в том, что Соединенные Штаты Трампа поддерживают войну в
Йемене, со всеми массовыми убийствами и неустойчивой ситуацией для
гражданских лиц, разделяя позицию и методы саудовцев. Теперь
большое расстояние, созданное с помощью этого положения, может еще
больше подорвать и без того бедный международный авторитет американского
президента, который все меньше и меньше способен представлять первую
мировую державу.
美國參議院投票反對也門美國士兵的永久性
大多數是共和黨的美國參議院以63票贊成,37票反對,批准了一項條款,規定美國軍隊撤出也門戰爭局面。美國士兵支持由沙特阿拉伯領導的遜尼派聯盟,沙特阿拉伯與伊朗支持的什葉派叛軍作戰。對於特朗普而言,這是一次重大的失敗,因為它標誌著美國政治階層與沙特君主制結盟的交叉萎靡不振。對於美國總統來說,與利雅得的關係是美國在中東的外交政策的基石,特別是對伊朗的權力。對德黑蘭的政策他當選後由特朗普操作的變化,他需要加強與沙特的債券後,美國總統奧巴馬在關係惡化到了該協議對伊朗的核計劃和沙特阿拉伯支持恐怖組織。特朗普從來沒有考慮過沙特政權與遜尼派恐怖主義的接觸,因為他沒有適當考慮利雅得有系統地侵犯人權。反對德黑蘭的常見理由超出了美國政治階層的每一個反對意見。參議員和眾議員的躁動在成長過程中已經由沙特空軍由平民的屠殺重複,但沒有爆炸的抗議是在沙特記者的土耳其野蠻謀殺,通過智能組件操作,由王儲指揮。眾議院中的大多數民主黨人,似乎很明顯,從也門撤軍的建議得到批准,這可能需要大約30天。面對參議院的決定,白宮的政府似乎已經吃驚了:事實上,國務卿的言論似乎不一致。缺少了記者的謀殺和太子之間的聯繫確定性,會出現一個藉口毫無價值,以及動機,如果沒有在也門的美國的存在,國家安全可能受到威脅時,出現的情況作出解釋,功能只是特朗普的原因。然而,必須明確的是,現任美國總統的位置也被奧巴馬發現,當時國會授權美國公民對9月11日襲擊事件造成的沙特阿拉伯提起民事訴訟,並暗中承認利雅得在對雙塔的恐怖主義行動中的直接責任。這個故事最重要的方面是立法和行政政治階層之間的距離很遠,關於一個與沙特阿拉伯這樣一個國家如此接近的聯盟一樣微妙的問題,該聯盟強調了更多有時候對美國有嚴重的缺點。特朗普的態度似乎完全取決於保護伊朗的必要性,而不考慮沙特王國周圍出現的國際局勢。如果,一方面,你必須註冊一個明顯的事實是,我們還沒有採取相關的官方立場,除了極少數例外,這也是事實,美國仍然是阿拉伯國家和他們的不同的官方立場的主要盟友從目前的一個可能有利於利雅得的不同態度。然而,問題是特朗普的美國支持也門的戰爭,包括所有屠殺和平民不可持續的局勢,分享沙特人的立場和方法。現在,這條規定所產生的巨大距離可能會進一步破壞美國總統本已可憐的國際信譽,而美國總統的能力越來越不能代表第一世界強國。
米上院はイエメンの米軍の永続性に反対する
大多数が共和党員である米国上院は、イエメンの戦争シナリオからの米軍の撤退を規定している条項を支持し、63議席と37議席を承認した。イランが支援しているシーア派の反政府勢力と戦っているサウジアラビアが率いるスンニ派の連立を支持している。トランプにとっては、それは重要な敗北です。なぜなら、それは、サウジアラビア君主制との同盟に対するアメリカの政治階級に関する十字に悩まされているからです。米国大統領にとって、リヤドとの関係は、特にイランの権力に対する中東のアメリカの対外政策の礎石です。彼の選挙の後にトランプが運営テヘランに向けた政策の変化は、彼が関係してオバマ大統領の後、サウジアラビアとの結合を強化するために必要とイランの核とサウジの支援について合意に悪化していましたテロリスト集団。トランプは、スンニ派のテロとサウジ政権のあまりに連続性と考えたことはない、それはリヤドで犯した人権侵害の体系を適切に考慮していませんでした。テヘランに対する一般的な理由は、米国の政治階級からのすべての反対を超えている。上院議員と議員の落ち着きのなさは、サウジアラビア空軍によって行われた民間人の虐殺を繰り返して成長し、それは抗議がインテリジェンス・コンポーネントが運営する、サウジアラビアのジャーナリストのトルコで野蛮殺害した爆発しなかったました王冠の指揮下にある。下院で民主党の過半数で、それは約30日で取ることができるイエメンから米軍の撤退提案の明白な承認を思わ。実際には国務長官の声明は、一貫性のないように見えた:上院の決断を迫らホワイトハウスの管理は、あっけにとられているようです。イエメンアメリカ存在せず、国家の安全保障を危うくすることができることをジャーナリストの殺害と皇太子との間のリンクの確実性の欠如、価値のない言い訳を表示さだけでなく、動機は、事情の説明を表示され、トランプの理由だけに機能的です。しかし、現在の米国大統領の位置も暗黙的に認識し、議会は9月の攻撃による被害のため、サウジアラビアに対して民事訴訟を提起するために米国市民を許可オバマが、発見されたことに、注意しなければなりません双子の塔に対するテロ行為のリヤドの直接責任。物語の中で最も重要な側面は、より強調され、サウジアラビア、のような国で、このような密接な提携に関してはそれと同じくらい敏感な主題に、政治的立法と行政のクラスとの間で発生する大きな距離であり、時には米国に対する深刻な欠点。トランプの態度は、サウジアラビア王国の周りに発生した国際情勢のために考慮することなく、唯一のイランに対して自身を保護する必要性によって決定されるようです。 、一方では、あなたが私たちは非常に少数の例外を除いて、関連する公式のポジションを取っていないという明白な事実を登録する必要がある場合、アメリカはまだアラブの国の主要な同盟国であるとそれらの異なる公式の立場ということも事実であります現在のものから、リヤド側では異なる姿勢を潜在的に好む可能性がある。質問は、トランプ、米国が位置し、サウジアラビアの方法を共有し、すべての虐殺や民間人のための支持できない状況で、イエメンでの戦争をサポートしていること、しかし、です。今や、この規定で作られた大きな距離は、第一次世界大国を代表することは難しくないアメリカの大統領の国際的な信用力をさらに損なう可能性がある。
صوت مجلس الشيوخ الأمريكي ضد بقاء الجنود الأمريكيين في اليمن
وافق
مجلس الشيوخ في الولايات المتحدة ، حيث الأغلبية من الجمهوريين ، مع 63
صوتا مؤيدا و 37 ضد ، على حكم ينص على انسحاب القوات الأمريكية من سيناريو
الحرب في اليمن. يدعم الجنود الأمريكيون التحالف السني بقيادة السعودية التي تحارب المتمردين الشيعة المدعومين من إيران. بالنسبة
إلى ترامب ، إنها هزيمة مهمة ، لأنها تشير إلى توعك متقاطع فيما يتعلق
بالطبقة السياسية الأمريكية نحو التحالف مع النظام الملكي السعودي. بالنسبة
لرئيس الولايات المتحدة ، فإن العلاقة مع الرياض هي حجر الزاوية في
السياسة الخارجية الأمريكية في الشرق الأوسط ، وخاصة ضد القوة الإيرانية. تغيير
ترامب للسياسة تجاه طهران بعد انتخابه ، كان بحاجة إلى تعزيز العلاقة مع
المملكة العربية السعودية ، بعد أن تدهورت العلاقات مع رئاسة أوباما بسبب
الاتفاقية النووية الإيرانية والدعم السعودي الجماعات الإرهابية. لم
ينظر ترامب كثيراً في تواصل النظام السعودي مع الإرهاب السني ، لأنه لم
يأخذ بعين الاعتبار الانتهاك المنتظم لحقوق الإنسان التي ارتكبتها الرياض. لقد تجاوزت الأسباب الشائعة ضد طهران كل اعتراض من الطبقة السياسية الأمريكية. نمت
التململ من أعضاء مجلس الشيوخ والنواب مع المجازر المتكررة للمدنيين التي
بذلت من قبل سلاح الجو السعودي، ولكن هذا لم تنفجر كان احتجاجا على جريمة
قتل وحشية في تركيا الصحفي السعودي، التي تديرها عناصر المخابرات ويقودها ولي العهد. مع
غالبية الديمقراطيين في مجلس النواب ، يبدو من الواضح أن اقتراح سحب
القوات الأمريكية من اليمن قد تمت الموافقة عليه ، وهو ما قد يستغرق حوالي
ثلاثين يومًا. يبدو أن إدارة البيت الأبيض ، التي واجهت قرار مجلس الشيوخ ، فوجئت: في الواقع بدا أن تصريحات وزير الخارجية غير متناسقة. عدم
اليقين من الربط بين اغتيال الصحافي وليا للعهد، يظهر قيمة لها عذر، وكذلك
الدافع، وأنه بدون الوجود الأمريكي في اليمن، والأمن القومي يمكن أن يتعرض
للخطر، يظهر شرح الظروف، وظيفية فقط لأسباب ترامب. ولكن
لا بد من الإشارة إلى أن موقف الرئيس الأمريكي الحالي تم العثور أيضا
أوباما، عندما أذن الكونغرس مواطني الولايات المتحدة إلى رفع دعوى مدنية ضد
المملكة العربية السعودية عن الأضرار الناجمة عن الهجوم الذي وقع في
سبتمبر، والاعتراف ضمنا المسؤولية المباشرة للرياض في العمل الإرهابي ضد البرجين التوأمين. أهم
جانب في القصة هو المسافة الكبيرة بين الطبقة السياسية والإدارية ، حول
موضوع دقيق مثل ما يتعلق بتحالف قريب جداً من بلد مثل المملكة العربية
السعودية ، والذي سلط الضوء على المزيد عيوب خطيرة في بعض الأحيان ضد الولايات المتحدة. يبدو أن موقف ترامب لا تفرضه سوى الحاجة إلى الحماية ضد إيران ، دون أي اعتبار للحالة الدولية التي نشأت حول المملكة السعودية. إذا،
من ناحية، لديك لتسجيل حقيقة واضحة أننا لم تتخذ المواقف الرسمية ذات
الصلة، مع استثناءات قليلة جدا، فمن الصحيح أيضا أن الولايات المتحدة لا
تزال هي الحليف الرئيسي في أكبر دولة عربية وأن الموقف الرسمي المختلفة من المحتمل أن يكون قد فضل موقفًا مختلفًا من جانب الرياض. والسؤال
هو، مع ذلك، أن الولايات المتحدة الأمريكية ترامب يدعم الحرب في اليمن، مع
كل المجازر والوضع لا يطاق بالنسبة للمدنيين، وتقاسم المركز وطرق
السعوديين. والآن
يمكن للمسافة الكبيرة التي تم إنشاؤها باستخدام هذا النص أن تقوض من
المصداقية الدولية السيئة لرئيس أميركي الذي يكون أقل قدرة على تمثيل القوة
العالمية الأولى.
mercoledì 21 novembre 2018
L'Alleanza Atlantica teme la creazione di un esercito comune europeo
La possibilità, ancora non del tutto concreta, che la creazione di un esercito europeo diventi realtà, mette in agitazione i vertici dell’Alleanza Atlantica, che vedono un potenziale conflitto tra le due entità. Se dal punto di vista politico un progetto di difesa europea può essere una buona notizia, perchè favorirebbe un indirizzo comune in campo diplomatico, la creazione di una forza armata europea viene vista come una possibile sottrazione di risorse economiche all’Alleanza Atlantica e, forse, sopratutto, anche una diminuzione del peso politico che gli Usa esercitano in Europa proprio attraverso la leadership dell’Alleanza Atlantica. A Washington questa possibilità viene vista in maniera totalmente negativa perchè sarebbe un contributo decisivo per indirizzare l’Europa verso una unione politica, una eventualità vista in maniera totalmente negativa da Trump, che nella sua visione di politica internazionale interpreta in modo negativo i soggetti costituiti da unioni di stati, perchè preferisce trattare, da posizioni di forza con entità statali più piccole. Se uno dei pericoli individuati dal Segretario generale dell’Alleanza è la duplicazione di un soggetto militare interno all’occidente, si deve però dire che questa visione costituisce un’analisi parziale della potenziale situazione futura; infatti le finalità e gli scopi dei due soggetti non paiono certo coincidenti, perchè la costituzione della forza militare europea è considerata il mezzo per assicurare una autonomia in politica estera a Bruxelles, intesa come capitale dell’Unione Europea e non la sede dell’Alleanza Atlantica. Per gli Stati Uniti ciò significherebbe un possibile antagonista, seppure nel campo occidentale, che potrebbe compromettere la supremazia americana in Europa ed anche fuori dall’area continentale. Trump ha sempre sostenuto la necessità di un maggiore impegno alla partecipazione della spesa militare dell’alleanza ed ha rivendicato un ruolo di disimpegno per gli Stati Uniti, ma soltanto se gli alleati contribuiscono all’incremento dell’industria militare americana e non assumono posizioni di contrasto con la Casa Bianca, che intende riservare per se stessa il ruolo di azionista di maggioranza dell’organizzazione. La tendenza di una maggiore autonomia europea non può soddisfare il presidente statunitense, perchè significa un sostanziale distacco, attraverso una direzione di maggiore indipendenza, dagli stretti legami che l’Europa mantiene storicamente con gli USA. D’altro canto le differenze di visione politica internazionale tra l’Europa e l’amministrazione Trump sono sempre più considerevoli e ciò giustifica la ricerca di una maggiore indipendenza europea. Dal punto di vista della ricerca di una maggiore coesione dei paesi europei, il tema della politica estera può rappresentare un mezzo per dare più forza all’unione, anche se non è certo sufficiente a risvegliare un sentimento europeo positivo, a causa del contrasto delle forze sovraniste e populiste, che sono al governo in molti paesi. Il problema sono le prossime elezioni europee, che potrebbero determinare una brusco rallentamento del processo di unificazione o, forse, addirittura uno stop. Senza un diverso atteggiamento per i problemi interni all’Unione, cioè quelli relativi al benessere dei cittadini, il tema della difesa comune e della politica estera europea rischia di diventare superfluo perchè per la percezione della maggior parte dei cittadini si tratta di un problema troppo distante dalle difficoltà quotidian; ciò può essere utile alla causa di Trump e di tutti quelli che non comprendono la necessità di un maggiore peso politico dell’Unione Europea in un contesto sempre più caratterizzato da una presenza multipolare di soggetti internazionali rilevanti. Essere sullo stesso piano internazionale di USA, Cina e Russia può consentire vantaggi non secondari anche nel campo economico sempre più globalizzato e sempre più influenzato ed interconnesso con la politica estera, che investe diverse aree di interesse, che non sono necessariamente la ricerca di un ruolo da protagonista nelle aree di crisi, anche se l’intenzione di volere giocare un ruolo di primaria importanza sulla scena internazionale comporta una necessaria assunzione di responsabilità che l’assetto attuale dell’Europa non può consentire ed a cui si può arrivare facendo il primo passo della creazione della forza armata europea autonoma e dipendente soltanto dai voleri dell’Europa stessa.
The Atlantic Alliance fears the creation of a common European army
The
possibility, still not entirely concrete, that the creation of a
European army becomes a reality, puts the leaders of the Atlantic
Alliance in agitation, which see a potential conflict between the two
entities. If
from a political point of view a European defense project can be good
news, because it would favor a common direction in the diplomatic field,
the creation of a European armed force is seen as a possible
subtraction of economic resources from the Atlantic Alliance and,
perhaps, above
all, also a decrease in the political weight that the US exercises in
Europe through the leadership of the Atlantic Alliance. In
Washington this possibility is seen in a totally negative way because
it would be a decisive contribution to direct Europe towards a political
union, an eventuality seen in a totally negative way by Trump, who in
his vision of international politics negatively interprets the subjects
constituted by unions of states, because it prefers to treat, from positions of force with smaller state entities. If
one of the dangers identified by the Secretary General of the Alliance
is the duplication of a military subject within the West, it must
however be said that this vision constitutes a partial analysis of the
potential future situation; in
fact, the aims and purposes of the two subjects do not seem to
coincide, because the establishment of the European military force is
considered the means to ensure an autonomy in foreign policy in
Brussels, understood as the capital of the European Union and not the
seat of the Atlantic Alliance . For
the United States this would mean a possible antagonist, albeit in the
Western field, which could compromise American supremacy in Europe and
even outside the continental area. Trump
has always advocated the need for greater engagement in the
participation of alliance military spending and has claimed a
disengagement role for the United States, but only if the allies
contribute to the rise of the US military industry and do not take
contrast positions with the White House, which intends to reserve for itself the role of majority shareholder in the organization. The
tendency for greater European autonomy can not satisfy the US
president, because it means a substantial separation, through a
direction of greater independence, from the close ties that Europe
maintains historically with the USA. On
the other hand, the differences in international political vision
between Europe and the Trump administration are increasingly
considerable and this justifies the search for greater European
independence. From
the point of view of the search for greater cohesion among European
countries, the theme of foreign policy can be a means of giving greater
strength to the union, even if it is certainly not sufficient to
reawaken a positive European feeling, due to the contrast of the forces sovereign and populist, who are in government in many countries. The
problem is the next European elections, which could lead to a sharp
slowdown in the unification process or, perhaps, even a stop. Without
a different attitude to the problems within the Union, ie those
relating to the well-being of citizens, the issue of common defense and
European foreign policy risks becoming redundant because for the
perception of most citizens it is a problem too far away from daily difficulties; this
can be useful for Trump's cause and for all those who do not understand
the need for a greater political weight of the European Union in a
context increasingly characterized by a multipolar presence of relevant
international subjects. Being
on the same international level as the USA, China and Russia can allow
non-secondary advantages also in the increasingly globalized economic
field and increasingly influenced and interconnected with foreign
policy, which invests different areas of interest, which are not
necessarily the search for a role as
a protagonist in crisis areas, even if the intention to want to play a
role of primary importance on the international scene entails a
necessary assumption of responsibility that the current structure of
Europe can not allow and which can be achieved by taking the first step the creation of an autonomous European armed force dependent only on the wishes of Europe itself.
La Alianza Atlántica teme la creación de un ejército europeo común
La
posibilidad, aún no del todo concreta, de que la creación de un
ejército europeo se convierta en una realidad, pone en agitación a los
líderes de la Alianza Atlántica, que ven un conflicto potencial entre
las dos entidades. Si
desde un punto de vista político, un proyecto de defensa europeo puede
ser una buena noticia, ya que favorecería una dirección común en el
campo diplomático, la creación de una fuerza armada europea se considera
una posible resta de recursos económicos de la Alianza Atlántica y,
quizás, Sobre
todo, también una disminución en el peso político que Estados Unidos
ejerce en Europa a través del liderazgo de la Alianza Atlántica. En
Washington, esta posibilidad se ve de manera totalmente negativa porque
sería una contribución decisiva para dirigir a Europa hacia una unión
política, una eventualidad vista de manera totalmente negativa por
Trump, quien en su visión de la política internacional interpreta
negativamente los temas constituidos por Uniones de estados, porque prefiere tratar, desde posiciones de fuerza con entidades estatales más pequeñas. Si
uno de los peligros identificados por el Secretario General de la
Alianza es la duplicación de un sujeto militar dentro de Occidente, debe
decirse que esta visión constituye un análisis parcial de la posible
situación futura; de
hecho, los objetivos y propósitos de los dos temas no parecen
coincidir, porque el establecimiento de la fuerza militar europea se
considera el medio para asegurar una autonomía en la política exterior
en Bruselas, entendida como la capital de la Unión Europea y no la sede
de la Alianza Atlántica. . Para
los Estados Unidos, esto significaría un posible antagonista, aunque en
el campo occidental, que podría comprometer la supremacía
estadounidense en Europa e incluso fuera del área continental. Trump
siempre ha defendido la necesidad de un mayor compromiso en la
participación del gasto militar de la alianza y ha reclamado un papel de
desconexión para los Estados Unidos, pero solo si los aliados
contribuyen al auge de la industria militar de los Estados Unidos y no
toman posiciones de contraste. con la Casa Blanca, que pretende reservarse para sí misma el papel de accionista mayoritario en la organización. La
tendencia a una mayor autonomía europea no puede satisfacer al
presidente de EE. UU., Porque significa una separación sustancial, a
través de una dirección de mayor independencia, de los estrechos
vínculos que Europa mantiene históricamente con los EE. UU. Por
otro lado, las diferencias en la visión política internacional entre
Europa y la administración Trump son cada vez más importantes y esto
justifica la búsqueda de una mayor independencia europea. Desde
el punto de vista de la búsqueda de una mayor cohesión entre los países
europeos, el tema de la política exterior puede ser un medio para dar
mayor fuerza a la unión, incluso si ciertamente no es suficiente para
despertar un sentimiento europeo positivo, debido al contraste de las
fuerzas. Soberanos y populistas, que se encuentran en el gobierno en muchos países. El
problema son las próximas elecciones europeas, que podrían llevar a una
fuerte desaceleración en el proceso de unificación o, quizás, incluso a
una detención. Sin
una actitud diferente a los problemas dentro de la Unión, es decir, los
relacionados con el bienestar de los ciudadanos, el tema de la defensa
común y la política exterior europea corre el riesgo de volverse
redundantes porque, para la percepción de la mayoría de los ciudadanos,
es un problema demasiado lejano de las dificultades cotidianas; Esto
puede ser útil para la causa de Trump y para todos aquellos que no
entienden la necesidad de un mayor peso político de la Unión Europea en
un contexto cada vez más caracterizado por una presencia multipolar de
sujetos internacionales relevantes. Estar
en el mismo nivel internacional que EE. UU., China y Rusia puede
permitir ventajas no secundarias también en el campo económico cada vez
más globalizado y cada vez más influido e interconectado con la política
exterior, que invierte diferentes áreas de interés, que no son
necesariamente la búsqueda de un rol como
protagonista en áreas de crisis, incluso si la intención de querer
desempeñar un papel de importancia primordial en la escena internacional
implica un supuesto necesario de responsabilidad que la estructura
actual de Europa no puede permitir y que se puede lograr dando el primer
paso la creación de una fuerza armada europea autónoma que dependa únicamente de los deseos de la propia Europa.
Das Atlantische Bündnis befürchtet die Schaffung einer gemeinsamen europäischen Armee
Die
immer noch nicht ganz konkrete Möglichkeit, dass die Schaffung einer
europäischen Armee Wirklichkeit wird, versetzt die Anführer des
Atlantischen Bündnisses in Aufregung, die einen möglichen Konflikt
zwischen den beiden Entitäten sehen. Wenn
aus politischer Sicht ein europäisches Verteidigungsprojekt eine gute
Nachricht sein kann, weil es eine gemeinsame Richtung im diplomatischen
Bereich begünstigen würde, wird die Schaffung einer europäischen
Streitkräfte als mögliche Abzug wirtschaftlicher Ressourcen vom
Atlantischen Bündnis angesehen und möglicherweise vor
allem auch eine Abnahme des politischen Gewichts, das die USA in Europa
durch die Führung des Atlantischen Bündnisses ausüben. In
Washington wird diese Möglichkeit völlig negativ gesehen, da dies ein
entscheidender Beitrag zur Ausrichtung Europas auf eine politische Union
wäre, eine Eventualität, die Trump völlig negativ betrachtet, der in
seiner Vision der internationalen Politik die von ihm konstituierten
Themen negativ interpretiert Vereinigungen von Staaten, weil sie es vorziehen, von Machtpositionen mit kleineren Staatseinheiten zu behandeln. Wenn
einer der vom Generalsekretär der Allianz identifiziert Gefahren ist
die Vervielfältigung eines militärischen Person innerhalb des Westens,
es muss gesagt werden, dass diese Vision eine partielle Analyse der
möglichen zukünftigen Situation ist; Tatsächlich
scheinen die Ziele und Zwecke der beiden Themen nicht zusammenzufallen,
da die Schaffung der europäischen Streitkräfte als Mittel zur
Gewährleistung einer außenpolitischen Autonomie in Brüssel betrachtet
wird, die als Hauptstadt der Europäischen Union und nicht als Sitz des
Atlantischen Bündnisses verstanden wird . Für
die Vereinigten Staaten wäre dies ein möglicher Antagonist, wenn auch
im westlichen Bereich, der die amerikanische Vorherrschaft in Europa und
sogar außerhalb des kontinentalen Raums beeinträchtigen könnte. Trump
hat sich immer für die Notwendigkeit eines stärkeren Engagements bei
der Beteiligung der Militärausgaben der Allianz eingesetzt und für die
Vereinigten Staaten eine Rückzugsrolle gefordert, allerdings nur, wenn
die Alliierten zum Aufstieg der US-Militärindustrie beitragen und keine
Gegenpositionen einnehmen mit dem Weißen Haus, das sich die Rolle des Mehrheitsaktionärs in der Organisation vorbehalten will. Die
Tendenz für eine stärkere europäische Autonomie kann den US-Präsidenten
nicht treffen, weil es eine erhebliche Lücke bedeutet, durch eine
Richtung einer größeren Unabhängigkeit von den engen Beziehungen, die
Europa historisch mit den USA unterhält. Auf
der anderen Seite werden die Unterschiede in der internationalen
politischen Vision zwischen Europa und der Trump-Regierung immer
deutlicher und dies rechtfertigt die Suche nach einer größeren
europäischen Unabhängigkeit. Unter
dem Gesichtspunkt der Suche nach einem stärkeren Zusammenhalt unter den
europäischen Ländern kann das Thema Außenpolitik ein Mittel sein, um
der Union größere Kraft zu verleihen, auch wenn es sicherlich nicht
ausreicht, durch den Gegensatz der Kräfte ein positives europäisches
Gefühl wieder zu erwecken souverän und populistisch, die in vielen Ländern in der Regierung sind. Das
Problem sind die nächsten Europawahlen, die zu einer starken
Verlangsamung des Einigungsprozesses oder sogar zu einem Stopp führen
könnten. Ohne
eine Änderung der Einstellung für die internen Probleme Union,
einschließlich diejenigen, für das Wohl der Bürger im Zusammenhang, ist
die Frage der gemeinsamen europäischen Verteidigungs- und Außenpolitik
wahrscheinlich überflüssig werden, wie für die Wahrnehmung der meisten
Menschen ist es ein Problem, zu weit entfernt ist von den täglichen Schwierigkeiten; Dies
kann für Trumps Sache und für alle diejenigen nützlich sein, die die
Notwendigkeit eines größeren politischen Gewichts der Europäischen Union
in einem Kontext, der zunehmend durch eine multipolare Präsenz
einschlägiger internationaler Themen gekennzeichnet ist, nicht
verstehen. Da
China und Russland auf dem gleichen internationalen Niveau wie die USA
sind, können sie auch in einem zunehmend globalisierten
Wirtschaftsbereich nicht sekundäre Vorteile zulassen und zunehmend mit
der Außenpolitik beeinflusst und verknüpft werden, die verschiedene
Interessenbereiche investiert, die nicht notwendigerweise die Suche nach
einer Rolle sind in
Krisengebieten mit, auch wenn die Absicht, will eine große Rolle auf
der internationalen Bühne zu spielen, eine notwendige Übernahme von
Verantwortung beinhaltet, dass die derzeitige Struktur Europas nicht
zulassen kann und zu dem Sie ankommen, können den ersten Schritt die Schaffung einer autonomen europäischen Streitmacht, die nur von den Wünschen Europas abhängt.
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