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venerdì 8 marzo 2019

La situazione dell'economia cinese

L’inizio del Congresso del Partito Comunista Cinese, dove si deve riaffermare la leadership di Xi Jinping, non coincide con dati confortanti per l’economia del paese. La questione è centrale nei programmi politici di Pechino: l’obiettivo di mantenere un livello elevato di crescita è considerato prioritario per consentire al paese di giocare il ruolo di grande potenza economica che il governo cinese vuole perseguire. Fino al 2020 gli obiettivi medi parlavano di un dato intorno al 6,5% di crescita annua, attualmente le cifre ufficiali presentano una crescita inferiore di mezzo punto percentuale, ma questa stima sarebbe stata costruita al rialzo, in maniera artificiosa,  per evitare di presentare al mondo finanziario dati troppo compressi. In realtà sembra che esistano studi con valori reali anche molto inferiori al 6% ufficiale. Il peggioramento dei dati dovrebbe tenere conto di un fattore strutturale dell’economia cinese, dovuto all’indebitamento delle amministrazioni periferiche, che non viene conteggiato in quello dell’amministrazione centrale e di cui non si conosce l’ammontare. Tuttavia questo dato, negli anni precedenti, veniva mascherato dagli alti tassi di crescita, che non erano influenzati da fattori endogeni ora determinanti. Il principale di questi fattori è stata l’elezione di Trump alla Casa Bianca e la sua politica economica, incentrata sulla guerra commerciale dichiarata contro Pechino. Una delle responsabilità dei governanti cinesi è di avere sottovalutato gli effetti dell’introduzione dei dazi sulle merci verso gli Stati Uniti, che sono tra i veri responsabili della diminuzione della crescita. Occorre ricordare che la Cina ha anche trascurato per troppo tempo il mercato interno e la sua crescita, con politiche rivolte in maggior modo verso l’incremento degli scambi con l’estero. I grandi investimenti in paesi esteri, in acquisizioni e in partecipazione in imprese straniere e la grande spesa per infrastrutture, come quelle sostenute per la Via della seta  o nei paesi africani, hanno impegnato una grande liquidità finalizzata verso progetti a lungo termine, ma che ha stornato risorse per il mercato interno. L’attenzione per questo versante è ormai diventato un obbligo ed il governo cinese sta per varare incentivi fiscali per le aziende e, sopratutto, per incentivare il consumo interno. Per stimolare il consumo interno Pechino si affida ad una serie di lavori pubblici in ambito ferroviario ed alla crescita delle spese militari con commesse ad aziende cinesi, la spesa verso le forze armate serve a colmare la differenza tra potenza commerciale e potenza militare della nazione cinese, un condizione obbligatoria per esercitare il ruolo di superpotenza al pari con gli USA.  Notevoli investimenti sono previsti anche per il settore delle telecomunicazioni, dove l’infrastruttura per lo standard 5G è considerata una priorità dall’Assemblea nazionale del popolo. Ma lo sviluppo interno non è soltanto una priorità economica, la condizione dei lavoratori cinesi ha provocato diversi scioperi che, nonostante le repressioni operate dal regime, minacciano la stabilità sociale; fino ad ora il maggiore antidoto al malcontento è stata la promessa di un innalzamento del livello della qualità della vita del popolo cinese ed ora questo obiettivo non è più rimandabile ed è perseguibile soltanto con una maggiore possibilità di spesa pro capite per i lavoratori e le famiglie. All’interno di questa politica rivolta verso il mercato interno vi è la volontà di consentire l’uscita dallo stato di povertà per dieci milioni di cinesi. Questo valore può essere raggiunto con la diminuzione della disoccupazione, ma anche con la ricerca di una maggiore stabilità della condizione dei lavoratori, fino ad ora troppo soggetta all’andamento del mercato. Esiste però una contraddizione nelle politiche annunciate: se, da un lato, sono previsti forti tagli delle tasse, tra cui la diminuzione dell’imposta sul valore aggiunto, dal lato della politica monetaria è prevista una riduzione della spesa pubblica, di cui dovrà essere interpretata l’attuazione: infatti se la riduzione delle spese dovrà riguardare attività di sostegno alla popolazione, il fenomeno della povertà sarà difficilmente riducibile, viceversa se si vorrà operare su aspetti come il funzionamento della burocrazia e la corruzione, questi provvedimenti potranno contribuire al guadagno di punti percentuali del prodotto interno lordo, dato il peso importante che hanno sull’economia del paese.     

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