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giovedì 2 maggio 2019

USA e Russia in contrasto per il Venezuela

Parallelamente alla questione venzuelana si sta verificando un confronto tra USA e Russia che sta assumendo toni sempre più esasperati. All’interno della crisi del paese del sud america Washington e Mosca si fronteggiano nel tentativo di guadagnare posizioni nello scenario geopolitico che potrebbe prendere forma. Il governo di Caracas è appoggiato dalla Russia e dalla Cina, che, però, sta tenedo un profilo più defilato; l’intenzione del Cremlino è quella di interrompere l’egemonia statunitense sul sud america, mentre la casa Bianca cerca di riguadagnare posizioni appoggiando l’opposizione venezuelana. Negli ulimi giorni si è assistito ad una condotta dilettantesca da parte degli attori coinvolti: l’opposizione ha cercato di attuare un maldestro colpo di stato, giudicato troppo avventato dagli stessi americani, dichiarando che erano solamente proteste, il governo ha assicurato che porterà in carcere i protagonisti della protesta, evidenziando di non sapere gestire la situazione: ciò rientra in una tragica dialettica interna al paese venezuelano, dove regna la profonda incertezza ed a farne le spese è una popolazione senza più  punti di rifermento ed allo stremo per la mancanza di cibo e medicinali. Anche sul piano internazionale, però, USA e Russia hanno abbandonato la necessaria cautela che sarebbe necessaria per garantire una gestione prudente della crisi. Gli Stati Uniti hanno minacciato una azione di forza all’interno del paese venezuelano, ufficialmente per ristabilire la democrazia, in realtà per accelerare la sconfitta del governo in carica e ritornare ad influenzare il paese sudamericano. Si è trattato di una mossa avventata e probabilmente soltanto una minaccia senza seguito, se si deve vedere la ritrosia finora dimostrata dall’amministrazione di Trump ad impegnare i soldati americani direttamente sul terreno fuori dagli USA. Certamente il Venezuela è più vicno agli Stati Uniti della Siria o del territorio invaso dallo Stato islamico ed è anche un paese strategico per le sue risorse petrolifere, ma la minaccia americana sembra soltanto tale proprio per la tendenza dimostrata fino ad ora da Trump.  Tuttavia una minaccia così palese non poteva non suscitare la reazione russa ed ha rappresentato una occasione da non sprecare per il Cremlino, per fronteggiare Washington sul terreno delle minacce. Quello che rende la reazione di Mosca altrettanto improbabile è stato appellarsi alla violazione del diritto internazionale da parte di un paese che lo ha infranto più volte. In ogni caso le due superpotenze stanno vivendo un periodo tra i più tesi, tanto che alcuni analisti hanno parlato apertamente di clima da guerra fredda. Alle possibili gravi conseguenze minacciate dal ministro degli esteri russo,  la risposta dell’omologo americano è stata altrettanto dura, intimando a Mosca di cessare le attività che la Russia porta avanti per sostenere il governo di Caracas, ma la critica più pesante è stata quella di mettere in pericolo le relazioni bilaterali tra Mosca e Washington proprio per le azioni che la Russia mette in pratica in Venezuela. L’indizio è chiaro: la Casa Bianca ritiene il sud america una sorta di zona di propria influenza esclusiva ed intende recuperare il Venezuela favorendo l’opposizione e lo scontento del paese per una amministrazione incapace di gestire la crisi economica e politica. Se la soluzione è una elezione democratica capace di fare chiarezza, l’esito è tutt’altro che scontato: l’opposizione guadagna consensi, ma il governo ha ancora una parte consistente dell’elettorato dalla sua parte e, sopratutto, detiene il potere sulla burocrazia e sui centri amministrativi del paese. Questa valutazione potrebbe rientrare nell’opzione di un intervento militare americano, fondata sopratutto sulla capacità del governo venezuelano di alterare lo svolgimento ed i risultati elettorali. Tuttavia già il solo minacciare questa eventualità ha creato una tensione molto forte che dovrebbe favorire una gestione internazionale dove la diplomazia dovrebbe avere il ruolo maggiore. La reazione russa deve spiegarsi anche con l’irritazione per l’azione americana che potrebbe avere la responsabilità del disastro economico del paese, che può determinare la caduta del governo di caracas, una capacità impossibile per Mosca, che deve fare risaltare le proprie minacce, come una sorta di compensazione alla scarsa capacità di contrastare la pressione americana sull’economia venezuelana.

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