Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 10 gennaio 2020

Le conseguenze della mancata tregua del conflitto libico

Il problema libico si evolve in maniera negativa giorno dopo giorno. I soggetti stranieri emergenti della crisi della Libia, Russia e Turchia, anche per non arrivare ad uno scontro militare, che potrebbe avere effetti sui rispettivi rapporti diplomatici, avevano raggiunto una tregua per fare smettere l’uso delle armi. Tregua respinta dal Generale Haftar, che guida  le forze ribelli al governo di Tripoli, l’unico del paese riconosciuto dalle Nazioni Unite. La parte avversa al governo di Tripoli, rifiutando la tregua, dimostra di temere di poteere perere il vantaggio acquisito con gli ultimi sviluppi militari, che hanno portato i ribelli ad avanzare verso la capitale libica. Per giustificare il mancato assenso alla tregua, l’Esercito nazionale libico, il nome che si sono dati  i ribelli, ha parlato di lotta al terrorismo, evidenziando come, ormai, questa definizione sia abusata ed utilizzata in ogni frangente secondo convenienza. Il rifiuto della tregua preoccupa sia Mosca, al fianco dei ribelli, che Ankara, al fianco del governodi Tripoli. Probabilmente i due paesi stranieri sono scesi nel conflitto con la sicurezza di combattere soltanto contro le milizie locali o di esercitare un ruolo di deterrenza rispetto al conccorrente opposto. Un proseguimento dei combattimenti potrebbe provocare un confronto tra appartenenti dei due paesi, anche se la Russia non schiera ufficialmente le sue truppe ma personale a contratto appartenente ad agenzie russe; uno schema che ripete quello accaduto in Crimea dove combatteva personale senza insegne ufficiali. Se i ribelli proseguiranno la loro azione, Russia e Turchia dovranno prestare reciproca attenzione ad essere coinvolte soltanto in scontri contro milizie locali; ciò potrebbe prefigurare un maggiore apporto esterno, attraverso la fornitura di armamenti, logistica ed assistenza nelle retrovie. Tuttavia la Turchia avrebbe schierato sul terreno libico truppe specializzate nella conquista e nel presidio del territorio che sono già state impegate nei territori curdi al confine turco con la Siria.Ma Mosca ed Ankara non sono i soli soggetti internazionali impegnati sul terreno, secondo alcune fonti in appoggio dei ribelli ci sarebbe anche l’aviazione degli Emirati Arabi, che avrebbe compiuto dei raid sull’aeroporto della capitale libica. Dal punto di vista della poltica internazionale l’azione di Turchia e Russia ha come obiettivo quello di ampliare le rispettive influenze sul lato meridionale del Mediterraneo, andando a riempire il vuoto politico lasciato dagli europei. Il presidio della Libia consentirebbe di gestire le riserve energetiche, che sono una delle maggiori fonti di approvigionamento per gli stati europei ed anche regolare il traffico dei migranti che scelgono la rotta africana per arrivare nel vecchio continente. A Bruxelles il Presidente del Consiglio europeo ha ammesso che la necessità di una maggiore attività nella questione è un fattore preminente per l’attuale fase della diplomazia dell’Unione. Tuttavia, di fronte all’impegno concreto e sul terreno di altri soggetti internazionali, l’Unione Europea non sembra avere la prontezza di mettere in campo altre soluzioni; ciò è dovuto alla presenza di interessi contrapposti, sopratutto tra Italia e Francia, una politica poco lungimirante di Roma, che non è solo di questo governo, ma si trascina da parecchi esecutivi, un disinteresse centrale di Bruxelles, che non si è mai impegnata in prima persona, ma ha demandato troppo all’Italia, non intervenedo sulle sue lacune ed, infine, alla cronica mancanza di strumenti politici comuni, come una politica estera comunitaria e l’assenza di un esercito europeo, capace di rappresentare una forza armata di pronto intervento in casi di crisi internazionali particolarmente vicine e che possono ledere gli interessi europei. A questo punto della questione la sola azione diplomatica, oltre che tardiva, sembra essere insufficiente, per contrastare l’azione russa e turca, ma anche quella egiziana. Occorre ricordare che anche gli Stati Uniti stanno avendo un comportamento ondivago e non assicurano quella necessaria collaborazione militare, che era garantita nel passato. Questo scenario ha determinato l’avversione del governo legittimo di Tripoli verso l’Italia e  l’Europa, perchè non ha visto sostenuto in modo pratico la sua sopravvivenza, mentre i ribelli hanno avuto conferma del mancato appoggio europeo e si sono rivolti alla Russia. Allo stato attuale delle cose la Libia si è allontanata ed ora si aprono scenari molto problematici sia sul  piano energetico, che su quello del controllo dei migranti, con l’Italia, per prima, e poi l’Europa sotto ricatto da parte di Russia e Turchia. 

Nessun commento:

Posta un commento