La difficoltà, già accentuata dalle rispettive posizioni in campo geopolitico e commerciale, tra gli USA e la Cina, rischia un pericoloso peggioramento per le preoccupazioni manifestate da Washington per la proliferazione nucleare portata avanti da Pechino, nel quadro del potenziamento delle armi atomiche dell’esercito cinese. Le aspirazioni da grande potenza della Cina, secondo il presidente ed il governo comunisti, possono concretizzarsi anche attraverso l’incremento dell’arsenale nucleare, che è diventato centrale nella politica tattica militare del paese. Gli analisti americani hanno individuato la costruzione di una serie di silos per il lancio delle testate nucleari, dislocate in diverse regioni cinesi. Attualmente le testate nucleari di Pechino sarebbero stimate in circa 350 unità, una quantità ancora molto inferiore alla disponibilità di paesi come Stati Uniti e Russia, in particolare Washington sarebbe in possesso di circa 4.000 testate, pari al 90% di tutte le armi nucleari presenti sul pianeta; tuttavia, secondo il Pentagono, l’incremento cinese sarebbe notevole, dato che fino ad un anno prima le teste cinesi erano 200: un aumento, quindi, di 150 unità in 365 giorni. Un aspetto che preoccupa il Congresso americano sono le modalità di segretezza con cui la Cina procede nel suo piano di sviluppo degli armamenti nucleari, materia che Pechino ritiene strategica per potere competere a livello globale, soprattutto con gli USA, ma anche con avversari regionali come l’India. Questa situazione, che pone la Cina al centro dell’attenzione della politica internazionale, arriva nel momento in cui Mosca e Washington si accingono ad incontrarsi per i negoziati su come evitare una nuova rincorsa agli armamenti nucleari. Se, alle già presenti difficoltà tra le maggiori potenze nucleari per trovare una soluzione alla non proliferazione delle armi atomiche, si aggiunge il crescente attivismo cinese, si può comprendere come la situazione futura sia potenzialmente molto pericolosa. In presenza di un terzo attore che incrementa il proprio arsenale al di fuori di ogni regola, sia Usa che Russia potrebbero sentirsi prive di vincoli e sviluppare nuovi armamenti. La tattica cinese è ormai prevedibile, le accuse agli Usa sono ormai una noiosa ripetizione: quella di vedere un nemico immaginario per distogliere l’attenzione dalle sue problematiche interne. La Cina si dice disponibile a colloqui bilaterali sul tema della sicurezza strategica a condizione che si tengano su basi di uguaglianza e ciò appare impossibile dato il grande squilibrio degli arsenali atomici a favore di Washington. Se gli USA vedono un reale potenziale pericolo, le singole ragioni cinesi, osservate da un osservatore neutrale, appaiono giustificate in ragione della volontà di recuperare almeno parte del terreno perduto sugli armamenti nucleari; rovesciando la visuale è lecito domandarsi come gli Stati Uniti, ma anche la Russia (sempre in vantaggio sulla Cina), risponderebbero ad una richiesta di Pechino di diminuire il proprio arsenale. La questione è che si è usciti da una logica di diminuzione generale delle testate nucleari, perché queste armi, in questo momento storico, rappresentano di nuovo, come durante la guerra fredda, un deterrente psicologico per un equilibrio, però di gestione molto più difficile in un mondo non più bipolare ma multipolare, anche se caratterizzato da due potenze principali, comunque contornate da potenze regionali di grande rilevanza strategica. La vera sfida sarebbe quella di includere la Cina in colloqui a livello mondiale sul tema del disarmo, ma non come comprimario, bensì con la giusta dignità di grande potenza che Pechino desidera a livello politico; ciò, sicuramente, non risolverà il problema della proliferazione ma potrebbe permettere l’avvio di un dialogo su questo tema, anche con lo scopo di migliorare le rispettive relazioni. Vista con la visuale occidentale la proliferazione nucleare cinese non può non essere un fattore altamente preoccupante, dato che si tratta comunque di una paese governato da una dittatura e che tramite il soft power esercitato in altre zone del mondo ha evidenziato una volontà di esportare il proprio modello politico; certamente ciò non può funzionare con l’occidente ed il sospetto che dietro l’aumento del proprio arsenale militare ci sia l’intenzione di esercitare una pressione è quasi una certezza. Ma proprio per questo è importante scongiurare ogni possibile deriva ed l’ulteriore peggioramento delle relazioni: altrimenti il rischio di situazioni tese sarà sempre più probabile.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
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giovedì 29 luglio 2021
The US fears the rise of China's nuclear arsenal
The difficulty, already accentuated by the respective positions in the geopolitical and commercial fields, between the US and China, risks a dangerous worsening due to the concerns expressed by Washington for the nuclear proliferation carried out by Beijing, in the context of the strengthening of the nuclear weapons of the army Chinese. China’s great power aspirations, according to the Communist president and government, can also materialize through the increase of the nuclear arsenal, which has become central to the country’s military tactical policy. American analysts have identified the construction of a series of silos for the launch of nuclear warheads, located in various Chinese regions. Currently, Beijing's nuclear warheads would be estimated at about 350 units, a quantity still much lower than the availability of countries such as the United States and Russia, in particular Washington would be in possession of about 4,000 warheads, equal to 90% of all nuclear weapons present on the planet; however, according to the Pentagon, the Chinese increase would be considerable, given that until a year earlier there were 200 Chinese heads: an increase, therefore, of 150 units in 365 days. One aspect that worries the American Congress is the way in which China is secretly proceeding with its nuclear weapons development plan, a matter that Beijing considers strategic for being able to compete globally, especially with the US, but also with regional adversaries such as the 'India. This situation, which places China at the center of international political attention, comes at a time when Moscow and Washington are preparing to meet for negotiations on how to avoid a new run-up to nuclear weapons. If, to the already present difficulties among the major nuclear powers to find a solution to the non-proliferation of atomic weapons, we add the growing Chinese activism, we can understand how the future situation is potentially very dangerous. In the presence of a third actor that increases its arsenal beyond any rule, both the US and Russia could feel free of constraints and develop new weapons. The Chinese tactic is now predictable, the accusations against the US are now a boring repetition: that of seeing an imaginary enemy to divert attention from its internal problems. China says it is open to bilateral talks on the issue of strategic security on condition that they are held on an equal footing and this appears impossible given the great imbalance of the nuclear arsenals in Washington's favor. If the US sees a real potential danger, the individual Chinese reasons, observed by a neutral observer, appear justified by the desire to recover at least part of the lost ground on nuclear weapons; reversing the view it is legitimate to ask how the United States, but also Russia (always ahead of China), would respond to a request from Beijing to reduce its arsenal. The question is that we have come out of a logic of general reduction of nuclear warheads, because these weapons, in this historical moment, represent again, as during the Cold War, a psychological deterrent for a balance, but of much more difficult management in a world no longer bipolar but multipolar, even if characterized by two main powers, in any case surrounded by regional powers of great strategic importance. The real challenge would be to include China in global talks on the issue of disarmament, but not as a supporting actor, but with the right dignity of a great power that Beijing desires at the political level; this certainly will not solve the problem of proliferation but could allow the start of a dialogue on this issue, also with the aim of improving the respective relations. Seen from the Western point of view, Chinese nuclear proliferation cannot fail to be a highly worrying factor, given that it is still a country governed by a dictatorship and which through the soft power exercised in other areas of the world has shown a willingness to export its own political model; certainly this cannot work with the West and the suspicion that behind the increase of its military arsenal there is the intention to exert pressure is almost a certainty. But for this very reason it is important to avoid any possible drift and further worsening of relations: otherwise the risk of tense situations will be more and more likely.
Estados Unidos teme el aumento del arsenal nuclear de China
La dificultad, ya acentuada por las respectivas posiciones en el ámbito geopolítico y comercial, entre EE.UU. y China, corre el riesgo de un peligroso agravamiento por las preocupaciones expresadas por Washington por la proliferación nuclear llevada a cabo por Pekín, en el contexto del fortalecimiento de la armas nucleares del ejército chino. Las aspiraciones de gran potencia de China, según el presidente y el gobierno comunista, también pueden materializarse a través del aumento del arsenal nuclear, que se ha convertido en un elemento central de la política táctica militar del país. Analistas estadounidenses han identificado la construcción de una serie de silos para el lanzamiento de ojivas nucleares, ubicados en varias regiones chinas. Actualmente, las ojivas nucleares de Pekín se estimarían en unas 350 unidades, una cantidad aún muy inferior a la disponibilidad de países como Estados Unidos y Rusia, en particular Washington estaría en posesión de unas 4.000 ojivas, equivalente al 90% de todas las ojivas nucleares. armas presentes en el planeta; sin embargo, según el Pentágono, el aumento chino sería considerable, dado que hasta un año antes había 200 cabezas chinas: un aumento, por tanto, de 150 unidades en 365 días. Un aspecto que preocupa al Congreso estadounidense es la forma en que China está procediendo en secreto con su plan de desarrollo de armas nucleares, asunto que Pekín considera estratégico para poder competir globalmente, especialmente con EE.UU., pero también con adversarios regionales como el ' India. Esta situación, que coloca a China en el centro de la atención política internacional, llega en un momento en que Moscú y Washington se preparan para reunirse para negociar cómo evitar un nuevo período previo a las armas nucleares. Si a las ya presentes dificultades entre las grandes potencias nucleares para encontrar una solución a la no proliferación de armas atómicas, sumamos el creciente activismo chino, podemos entender cómo la situación futura es potencialmente muy peligrosa. En presencia de un tercer actor que aumenta su arsenal más allá de cualquier regla, tanto Estados Unidos como Rusia podrían sentirse libres de limitaciones y desarrollar nuevas armas. La táctica china es ahora predecible, las acusaciones contra Estados Unidos son ahora una aburrida repetición: la de ver a un enemigo imaginario para desviar la atención de sus problemas internos. China dice que está abierta a conversaciones bilaterales sobre el tema de la seguridad estratégica con la condición de que se realicen en pie de igualdad y esto parece imposible dado el gran desequilibrio de los arsenales nucleares a favor de Washington. Si Estados Unidos ve un peligro potencial real, las razones individuales chinas, observadas por un observador neutral, parecen justificadas por el deseo de recuperar al menos parte del terreno perdido en materia de armas nucleares; Revirtiendo la opinión, es legítimo preguntar cómo Estados Unidos, pero también Rusia (siempre por delante de China), respondería a una solicitud de Pekín para reducir su arsenal. La cuestión es que hemos salido de una lógica de reducción generalizada de ojivas nucleares, porque estas armas, en este momento histórico, vuelven a representar, como durante la Guerra Fría, un disuasivo psicológico para el equilibrio, pero de mucho más difícil manejo en un mundo que ya no es bipolar sino multipolar, aunque caracterizado por dos potencias principales, en todo caso rodeado de potencias regionales de gran importancia estratégica. El verdadero desafío sería incluir a China en las conversaciones globales sobre el tema del desarme, pero no como actor secundario, sino con la dignidad adecuada como gran potencia que Beijing desea a nivel político; esto ciertamente no resolverá el problema de la proliferación pero podría permitir el inicio de un diálogo sobre este tema, también con el objetivo de mejorar las respectivas relaciones. Visto desde el punto de vista occidental, la proliferación nuclear china no puede dejar de ser un factor altamente preocupante, dado que aún es un país gobernado por una dictadura y que a través del poder blando ejercido en otras áreas del mundo ha mostrado voluntad exportadora. su propio modelo político; ciertamente esto no puede funcionar con Occidente y la sospecha de que detrás del aumento de su arsenal militar hay una intención de ejercer presión es casi una certeza. Pero por esta misma razón es importante evitar cualquier posible deriva y un mayor empeoramiento de las relaciones: de lo contrario, el riesgo de situaciones tensas será cada vez más probable.
Die USA befürchten den Aufstieg von Chinas Atomwaffenarsenal
Die bereits durch die jeweiligen Positionen im geopolitischen und wirtschaftlichen Bereich akzentuierte Schwierigkeit zwischen den USA und China droht aufgrund der von Washington geäußerten Besorgnis über die nukleare Proliferation Pekings im Rahmen der Stärkung der Atomwaffen der chinesischen Armee. Chinas Großmachtbestrebungen können sich nach Ansicht des kommunistischen Präsidenten und der kommunistischen Regierung auch durch die Aufstockung des Nukleararsenals verwirklichen, das zu einem zentralen Bestandteil der militärtaktischen Politik des Landes geworden ist. Amerikanische Analysten haben den Bau einer Reihe von Silos für den Abschuss von Atomsprengköpfen in verschiedenen chinesischen Regionen identifiziert. Derzeit würden Pekings Atomsprengköpfe auf etwa 350 Einheiten geschätzt, eine Menge, die immer noch viel geringer ist als die Verfügbarkeit von Ländern wie den Vereinigten Staaten und Russland, insbesondere Washington würde im Besitz von etwa 4.000 Sprengköpfen sein, was 90% aller Atomsprengköpfe entspricht auf dem Planeten vorhandene Waffen; Allerdings wäre der chinesische Zuwachs laut Pentagon beträchtlich, da es bis ein Jahr zuvor 200 chinesische Köpfe gab, also eine Zunahme von 150 Einheiten in 365 Tagen. Ein Aspekt, der den amerikanischen Kongress beunruhigt, ist die Art und Weise, wie China seinen Atomwaffenentwicklungsplan im Geheimen fortsetzt, eine Angelegenheit, die Peking als strategisch betrachtet, um weltweit konkurrieren zu können, insbesondere mit den USA, aber auch mit regionalen Gegnern wie den Indien. Diese Situation, die China in den Mittelpunkt der internationalen politischen Aufmerksamkeit rückt, kommt zu einer Zeit, in der sich Moskau und Washington auf Verhandlungen vorbereiten, um einen neuen Anlauf von Atomwaffen zu vermeiden. Wenn wir zu den bereits bestehenden Schwierigkeiten der großen Atommächte, eine Lösung für die Nichtverbreitung von Atomwaffen zu finden, den wachsenden chinesischen Aktivismus hinzufügen, können wir verstehen, wie sehr die zukünftige Situation potenziell sehr gefährlich ist. In Anwesenheit eines dritten Akteurs, der sein Arsenal über jede Regel hinaus vergrößert, könnten sich sowohl die USA als auch Russland frei von Zwängen fühlen und neue Waffen entwickeln. Die chinesische Taktik ist jetzt vorhersehbar, die Anschuldigungen gegen die USA sind jetzt eine langweilige Wiederholung: die, einen imaginären Feind zu sehen, um die Aufmerksamkeit von seinen internen Problemen abzulenken. China sagt, es sei offen für bilaterale Gespräche über die Frage der strategischen Sicherheit unter der Bedingung, dass diese auf Augenhöhe geführt werden, und dies erscheint angesichts des großen Ungleichgewichts der Nukleararsenale zu Gunsten Washingtons unmöglich. Wenn die USA ein echtes Gefahrenpotential sehen, erscheinen die einzelnen chinesischen Gründe, die von einem neutralen Beobachter beobachtet werden, gerechtfertigt durch den Wunsch, zumindest einen Teil des verlorenen Bodens an Nuklearwaffen zurückzugewinnen; Um die Ansicht umzukehren, ist es legitim zu fragen, wie die Vereinigten Staaten, aber auch Russland (immer vor China) auf eine Bitte Pekings reagieren würden, sein Arsenal zu reduzieren. Die Frage ist, dass wir aus einer Logik der allgemeinen Reduzierung nuklearer Sprengköpfe herausgekommen sind, weil diese Waffen in diesem historischen Moment wieder, wie während des Kalten Krieges, eine psychologische Abschreckung für ein Gleichgewicht darstellen, aber von viel schwierigerem Management in eine nicht mehr bipolare, sondern multipolare Welt, wenn auch von zwei Hauptmächten geprägt, jedenfalls umgeben von strategisch wichtigen Regionalmächten. Die eigentliche Herausforderung bestünde darin, China in die weltweiten Gespräche zum Thema Abrüstung einzubeziehen, aber nicht als unterstützenden Akteur, sondern mit der richtigen Würde als Großmacht, die Peking auf politischer Ebene wünscht; dies wird das Proliferationsproblem sicherlich nicht lösen, könnte aber die Aufnahme eines Dialogs zu dieser Frage ermöglichen, auch mit dem Ziel, die jeweiligen Beziehungen zu verbessern. Aus westlicher Sicht ist die chinesische Nuklearverbreitung ein höchst besorgniserregender Faktor, da China noch immer von einer Diktatur regiert wird und durch die in anderen Teilen der Welt ausgeübte Soft Power Exportbereitschaft gezeigt hat ein eigenes politisches Modell; mit dem Westen kann das sicherlich nicht funktionieren und der Verdacht, dass hinter der Aufstockung seines Militärarsenals die Absicht steckt, Druck auszuüben, ist fast sicher. Aber gerade deshalb ist es wichtig, eine mögliche Drift und eine weitere Verschlechterung der Beziehungen zu vermeiden: sonst droht immer mehr Spannungen.
Les États-Unis craignent la montée en puissance de l'arsenal nucléaire chinois
La difficulté, déjà accentuée par les positions respectives dans les domaines géopolitique et commercial, entre les Etats-Unis et la Chine, risque une dangereuse aggravation en raison des inquiétudes exprimées par Washington pour la prolifération nucléaire menée par Pékin, dans le cadre du renforcement de la armes nucléaires de l'armée chinoise. Les aspirations de grande puissance de la Chine, selon le président et le gouvernement communistes, peuvent également se concrétiser par l'augmentation de l'arsenal nucléaire, qui est devenu un élément central de la politique militaire tactique du pays. Des analystes américains ont identifié la construction d'une série de silos pour le lancement d'ogives nucléaires, situés dans diverses régions chinoises. Actuellement, les ogives nucléaires de Pékin seraient estimées à environ 350 unités, une quantité encore bien inférieure à la disponibilité de pays comme les Etats-Unis et la Russie, notamment Washington serait en possession d'environ 4000 ogives, soit 90 % de l'ensemble des ogives nucléaires. armes présentes sur la planète ; cependant, selon le Pentagone, l'augmentation chinoise serait considérable, étant donné qu'il y avait jusqu'à un an plus tôt 200 têtes chinoises : une augmentation, donc, de 150 unités en 365 jours. Un aspect qui inquiète le Congrès américain est la manière dont la Chine procède secrètement à son plan de développement d'armes nucléaires, une question que Pékin considère stratégique pour pouvoir rivaliser au niveau mondial, notamment avec les États-Unis, mais aussi avec des adversaires régionaux tels que le ' Inde. Cette situation, qui place la Chine au centre de l'attention politique internationale, intervient au moment où Moscou et Washington s'apprêtent à se rencontrer pour des négociations sur les moyens d'éviter un nouvel élan nucléaire. Si, aux difficultés déjà présentes des grandes puissances nucléaires pour trouver une solution à la non-prolifération des armes atomiques, on ajoute l'activisme chinois croissant, on comprend combien la situation future est potentiellement très dangereuse. En présence d'un troisième acteur qui augmente son arsenal au-delà de toute règle, les États-Unis comme la Russie pourraient se sentir libres de toute contrainte et développer de nouvelles armes. La tactique chinoise est désormais prévisible, les accusations contre les États-Unis sont désormais une répétition ennuyeuse : celle de voir un ennemi imaginaire détourner l'attention de ses problèmes internes. La Chine se dit ouverte à des pourparlers bilatéraux sur la question de la sécurité stratégique à condition qu'ils se tiennent sur un pied d'égalité et cela paraît impossible compte tenu du grand déséquilibre des arsenaux nucléaires en faveur de Washington. Si les États-Unis voient un réel danger potentiel, les raisons individuelles chinoises, observées par un observateur neutre, apparaissent justifiées par la volonté de récupérer au moins une partie du terrain perdu sur les armes nucléaires ; à contre-courant, il est légitime de se demander comment les Etats-Unis, mais aussi la Russie (toujours en avance sur la Chine), répondraient à une demande de Pékin de réduire son arsenal. La question est que nous sommes sortis d'une logique de réduction générale des ogives nucléaires, car ces armes, en ce moment historique, représentent à nouveau, comme pendant la guerre froide, une dissuasion psychologique pour un équilibre, mais de gestion beaucoup plus difficile en un monde non plus bipolaire mais multipolaire, même s'il est caractérisé par deux puissances principales, en tout cas entouré de puissances régionales de grande importance stratégique. Le vrai défi serait d'inclure la Chine dans les discussions mondiales sur la question du désarmement, mais pas en tant qu'acteur de soutien, mais avec la juste dignité de grande puissance que Pékin souhaite au niveau politique ; cela ne résoudra certainement pas le problème de la prolifération mais pourrait permettre d'entamer un dialogue sur cette question, également dans le but d'améliorer les relations respectives. Du point de vue occidental, la prolifération nucléaire chinoise ne peut manquer d'être un facteur très préoccupant, étant donné qu'il s'agit toujours d'un pays gouverné par une dictature et qui, par le soft power exercé dans d'autres régions du monde, a montré une volonté d'exporter son propre modèle politique ; cela ne peut certainement pas fonctionner avec l'Occident et le soupçon que derrière l'augmentation de son arsenal militaire se cache l'intention d'exercer des pressions est presque une certitude. Mais c'est précisément pour cette raison qu'il est important d'éviter toute dérive possible et toute nouvelle aggravation des relations : sinon le risque de situations tendues sera de plus en plus probable.
Os EUA temem a ascensão do arsenal nuclear da China
A dificuldade, já acentuada pelas respectivas posições nos domínios geopolítico e comercial, entre os EUA e a China, corre o risco de agravar-se perigosamente devido às preocupações manifestadas por Washington pela proliferação nuclear levada a cabo por Pequim, no contexto do reforço da armas nucleares do exército chinês. As aspirações de grande poder da China, de acordo com o presidente comunista e o governo, também podem se materializar por meio do aumento do arsenal nuclear, que se tornou central para a política tática militar do país. Analistas americanos identificaram a construção de uma série de silos para o lançamento de ogivas nucleares, localizados em várias regiões chinesas. Atualmente, as ogivas nucleares de Pequim seriam estimadas em cerca de 350 unidades, quantidade ainda muito inferior à disponibilidade de países como os Estados Unidos e a Rússia, em particular Washington estaria na posse de cerca de 4.000 ogivas, o equivalente a 90% de todas as armas nucleares armas presentes no planeta; porém, segundo o Pentágono, o aumento chinês seria considerável, visto que até um ano antes havia 200 cabeças chinesas: um aumento, portanto, de 150 unidades em 365 dias. Um aspecto que preocupa o Congresso americano é a forma como a China segue secretamente o seu plano de desenvolvimento de armas nucleares, assunto que Pequim considera estratégico por poder competir globalmente, especialmente com os EUA, mas também com adversários regionais como o ' Índia. Essa situação, que coloca a China no centro das atenções políticas internacionais, ocorre em um momento em que Moscou e Washington se preparam para negociar como evitar uma nova corrida às armas nucleares. Se, às dificuldades já presentes entre as grandes potências nucleares para encontrar uma solução para a não proliferação de armas atômicas, somarmos o crescente ativismo chinês, podemos entender como a situação futura é potencialmente muito perigosa. Na presença de um terceiro ator que aumenta seu arsenal além de qualquer regra, tanto os EUA quanto a Rússia podem se sentir livres de restrições e desenvolver novas armas. A tática chinesa agora é previsível, as acusações contra os EUA são agora uma repetição enfadonha: a de ver um inimigo imaginário para desviar a atenção de seus problemas internos. A China diz estar aberta a negociações bilaterais sobre a questão da segurança estratégica, desde que sejam mantidas em pé de igualdade e isso parece impossível, dado o grande desequilíbrio dos arsenais nucleares a favor de Washington. Se os EUA virem um perigo potencial real, as razões individuais chinesas, observadas por um observador neutro, parecem justificadas pelo desejo de recuperar pelo menos parte do terreno perdido em armas nucleares; invertendo a visão, é legítimo perguntar como os Estados Unidos, mas também a Rússia (sempre à frente da China), responderiam a um pedido de Pequim para reduzir seu arsenal. A questão é que saímos de uma lógica de redução geral das ogivas nucleares, porque essas armas, neste momento histórico, representam novamente, como durante a Guerra Fria, um impedimento psicológico para um equilíbrio, mas de gestão muito mais difícil em um mundo não mais bipolar, mas multipolar, ainda que caracterizado por duas potências principais, em todo o caso rodeado por potências regionais de grande importância estratégica. O verdadeiro desafio seria incluir a China nas negociações globais sobre a questão do desarmamento, mas não como ator coadjuvante, mas com a dignidade certa como grande potência que Pequim deseja no plano político; isto certamente não resolverá o problema da proliferação, mas poderá permitir o início de um diálogo sobre esta matéria, também com o objetivo de melhorar as respetivas relações. Vista do ponto de vista ocidental, a proliferação nuclear chinesa não pode deixar de ser um fator altamente preocupante, visto que ainda é um país governado por uma ditadura e que através do soft power exercido em outras áreas do mundo mostrou vontade de exportar. seu próprio modelo político; certamente isso não pode funcionar com o Ocidente e a suspeita de que por trás do aumento de seu arsenal militar haja a intenção de exercer pressão é quase uma certeza. Mas, por isso mesmo, é importante evitar qualquer possível desvio e agravamento das relações: caso contrário, o risco de situações tensas será cada vez mais provável.
США опасаются увеличения ядерного арсенала Китая
Сложность, уже усугубленная соответствующими позициями в геополитической и коммерческой областях между США и Китаем, рискует опасным обострением из-за озабоченности, выраженной Вашингтоном по поводу ядерного распространения, осуществляемого Пекином в контексте укрепления ядерное оружие армии Китая. По словам президента и правительства коммунистов, стремление Китая к великой державе может также материализоваться за счет увеличения ядерного арсенала, который стал центральным в военно-тактической политике страны. Американские аналитики определили строительство серии шахт для запуска ядерных боеголовок, расположенных в различных регионах Китая. В настоящее время ядерные боеголовки Пекина оцениваются примерно в 350 единиц, что по-прежнему намного ниже, чем наличие у таких стран, как США и Россия, в частности, Вашингтон будет располагать около 4000 боеголовок, что составляет 90% всех ядерных боеголовок. оружие, присутствующее на планете; однако, по мнению Пентагона, китайское увеличение будет значительным, учитывая, что годом ранее было 200 китайских голов: таким образом, увеличение на 150 единиц за 365 дней. Аспект, который беспокоит американский Конгресс, - это то, как Китай тайно реализует свой план разработки ядерного оружия - вопрос, который Пекин считает стратегическим, поскольку он может конкурировать на глобальном уровне, особенно с США, а также с региональными противниками, такими как ' Индия. Эта ситуация, которая ставит Китай в центр международного политического внимания, возникает в то время, когда Москва и Вашингтон готовятся встретиться для переговоров о том, как избежать новой волны ядерного оружия. Если к уже существующим трудностям между ведущими ядерными державами найти решение проблемы нераспространения атомного оружия, мы добавим растущую активность Китая, мы сможем понять, насколько потенциально очень опасна будущая ситуация. В присутствии третьего игрока, который чрезмерно увеличивает свой арсенал, и США, и Россия могут чувствовать себя свободными от ограничений и разрабатывать новое оружие. Китайская тактика теперь предсказуема, обвинения в адрес США превратились в скучное повторение: обвинения в том, что они увидели воображаемого врага, чтобы отвлечь внимание от его внутренних проблем. Китай заявляет, что открыт для двусторонних переговоров по вопросам стратегической безопасности при условии, что они будут проводиться на равных, а это кажется невозможным, учитывая большой дисбаланс ядерных арсеналов в пользу Вашингтона. Если США видят реальную потенциальную опасность, то отдельные китайские причины, отмеченные нейтральным наблюдателем, кажутся оправданными желанием вернуть хотя бы часть утраченных позиций в области ядерного оружия; Перевернув точку зрения, законно спросить, как Соединенные Штаты, а также Россия (всегда впереди Китая) отреагируют на просьбу Пекина сократить свой арсенал. Вопрос в том, что мы вышли из логики общего сокращения ядерных боеголовок, потому что это оружие в этот исторический момент снова представляет собой, как и во время холодной войны, психологический сдерживающий фактор для баланса, но с гораздо более сложным управлением мир больше не будет биполярным, а многополярным, даже если в нем будут присутствовать две главные державы, в любом случае окруженный региональными державами, имеющими большое стратегическое значение. Настоящая проблема будет заключаться в том, чтобы включить Китай в глобальные переговоры по проблеме разоружения, но не в качестве поддерживающего игрока, а с должным достоинством великой державы, которой Пекин желает на политическом уровне; это, конечно, не решит проблему распространения, но может позволить начать диалог по этому вопросу, в том числе с целью улучшения соответствующих отношений. С западной точки зрения, распространение ядерного оружия в Китае не может не вызывать серьезного беспокойства, учитывая, что это все еще страна, управляемая диктатурой и которая с помощью мягкой силы, применяемой в других регионах мира, продемонстрировала готовность к экспорту. собственная политическая модель; конечно, это не может работать с Западом, и подозрение, что за увеличением его военного арсенала стоит намерение оказать давление, является почти несомненным. Но именно поэтому важно избегать возможного дрейфа и дальнейшего обострения отношений: иначе риск возникновения напряженных ситуаций будет все больше и больше.
米国は中国の核兵器の台頭を恐れている
米国と中国の間の地政学と商業分野のそれぞれの立場によってすでに強調されている困難は、北京によって実行された核拡散に対するワシントンによって表明された懸念のために危険な悪化の危険を冒している。中国軍の核兵器。共産党の大統領と政府によると、中国の大国の願望は、国の軍事戦術政策の中心となった核兵器の増加を通じて実現することもできます。アメリカのアナリストは、中国のさまざまな地域にある核弾頭の発射のための一連のサイロの建設を特定しました。現在、北京の核弾頭は約350ユニットと推定されており、米国やロシアなどの国の入手可能性よりもはるかに少ない量であり、特にワシントンは約4,000発の弾頭を保有しており、これは全核の90%に相当します。地球上に存在する武器;しかし、国防総省によれば、1年前までに200人の中国人の頭があったことを考えると、中国人の増加はかなりのものであり、したがって、365日で150ユニットの増加です。アメリカ議会を心配しているのは、中国が核兵器開発計画を密かに進めている方法であり、北京は、グローバルに、特に米国とだけでなく、「インド。中国を国際的な政治的注目の中心に置くこの状況は、モスクワとワシントンが核兵器の新たな増加を回避する方法についての交渉のために会合する準備をしているときに起こります。核兵器不拡散の解決策を見つけるために主要な核保有国の間ですでに存在する困難に、成長する中国の活動を加えるならば、私たちは将来の状況が潜在的に非常に危険である方法を理解することができます。いかなる規則も超えて兵器を増やす第三のアクターの存在下で、米国とロシアの両方が制約から解放され、新しい武器を開発することができました。中国の戦術は今や予測可能であり、米国に対する非難は今や退屈な繰り返しである:架空の敵がその内部の問題から注意をそらすのを見ることである。中国は、戦略的安全保障の問題については、対等な立場で開催されることを条件に二国間協議を受け入れると述べており、ワシントンに有利な核兵器の大きな不均衡を考えると、これは不可能と思われる。米国が本当の潜在的な危険を見るならば、中立的なオブザーバーによって観察された個々の中国の理由は、核兵器で失われた地面の少なくとも一部を回復したいという願望によって正当化されるように見えます。見方を覆すと、米国だけでなくロシア(常に中国よりも進んでいる)も、北京からの兵器削減の要請にどのように対応するかを尋ねることは正当である。問題は、核弾頭の一般的な削減の論理から抜け出したということです。なぜなら、これらの兵器は、この歴史的な瞬間に、冷戦中のように、バランスのための心理的抑止力を再び表しますが、世界はもはや二極ではなく多極であり、たとえ2つの主要な大国によって特徴付けられたとしても、いずれにせよ、戦略的に非常に重要な地域大国に囲まれています。真の課題は、軍縮の問題に関する世界的な協議に中国を含めることであるが、脇役としてではなく、北京が政治レベルで望んでいる大国としての正しい尊厳を持っている。これは確かに拡散の問題を解決するものではありませんが、それぞれの関係を改善することを目的として、この問題に関する対話の開始を可能にする可能性があります。欧米の視点から見ると、中国は依然として独裁政権下にあり、世界の他の地域で行使されたソフトパワーを通じて輸出意欲を示していることを考えると、中国の核拡散は非常に懸念される要因であることに間違いありません。独自の政治モデル。確かにこれは西側ではうまくいかず、その軍事兵器の増加の背後に圧力をかける意図があるという疑いはほぼ確実です。しかし、まさにこの理由から、起こりうるドリフトや関係のさらなる悪化を回避することが重要です。そうしないと、緊張した状況のリスクがますます高くなります。
美國擔心中國核武庫的崛起
美中兩國在地緣政治和商業領域的各自立場已經加劇了這種困難,由於華盛頓對北京進行的核擴散表示擔憂,在加強美中關係的背景下,這種困難有可能惡化。中國軍隊的核武器。根據共產黨主席和政府的說法,中國的大國抱負也可以通過增加核武庫來實現,核武庫已成為該國軍事戰術政策的核心。美國分析人士已經確定在中國各個地區建造了一系列用於發射核彈頭的發射井。目前,北京的核彈頭估計約為350枚,仍遠低於美國和俄羅斯等國的供應量,特別是華盛頓擁有約4000枚核彈頭,相當於所有核彈頭的90%。存在於地球上的武器;然而,根據五角大樓的說法,中國人的增長將是相當可觀的,因為直到一年前,中國人頭才 200 個:因此,在 365 天內增加了 150 個單位。美國國會擔心的一個方面是中國秘密推進其核武器發展計劃的方式,北京認為這是能夠在全球範圍內進行競爭的戰略問題,尤其是與美國,但也與地區對手,如“印度。這種將中國置於國際政治關注中心的局勢發生之際,莫斯科和華盛頓正準備就如何避免核武器的新一輪談判舉行會談。如果將主要核大國之間已經存在的解決核不擴散問題的困難,加上中國日益增長的激進主義,我們就可以理解未來的局勢可能非常危險。在第三個參與者的存在下,美國和俄羅斯都可以不受限制地開發新武器。中國的策略現在是可以預見的,對美國的指責現在是一種無聊的重複:看到一個假想的敵人來轉移對內部問題的注意力。中國表示願意就戰略安全問題進行雙邊會談,條件是雙方處於平等地位,鑑於核武庫的嚴重失衡對華盛頓有利,這似乎是不可能的。如果美國看到真正的潛在危險,中立觀察員觀察到的中國個人理由似乎是因為希望至少收復部分核武器失地;扭轉這樣的觀點,詢問美國以及俄羅斯(始終領先於中國)將如何回應北京提出的削減其軍火庫的要求是合理的。問題是,我們是出於普遍削減核彈頭的邏輯,因為在這個歷史時刻,這些武器在冷戰期間再次代表了一種平衡的心理威懾,但其管理難度要大得多。一個不再是兩極而是多極的世界,即使以兩個主要大國為特徵,無論如何都被具有重要戰略意義的地區大國所包圍。真正的挑戰是讓中國參與關於裁軍問題的全球談判,但不是作為一個支持者,而是作為北京希望在政治層面上擁有的一個大國的正確尊嚴;這當然不會解決擴散問題,但可以就這個問題開始對話,目的也是改善各自的關係。從西方的角度來看,中國核擴散不能不成為一個非常令人擔憂的因素,因為它仍然是一個獨裁統治的國家,並且通過在世界其他地區行使的軟實力表現出了出口的意願。它自己的政治模式;當然,這對西方來說是行不通的,懷疑其增加軍火庫的背後有施加壓力的意圖幾乎是肯定的。但正是出於這個原因,重要的是要避免任何可能的偏差和關係進一步惡化:否則出現緊張局勢的風險將越來越大。
تخشى الولايات المتحدة صعود الترسانة النووية الصينية
إن الصعوبة ، التي أبرزتها بالفعل المواقف في المجالات الجيوسياسية والتجارية ، بين الولايات المتحدة والصين ، تنطوي على خطر تفاقم خطير بسبب المخاوف التي أعربت عنها واشنطن بشأن الانتشار النووي الذي تقوم به بكين ، في سياق تعزيز الأسلحة النووية للجيش الصيني. إن تطلعات الصين إلى القوة العظمى ، وفقًا للرئيس الشيوعي والحكومة ، يمكن أن تتحقق أيضًا من خلال زيادة الترسانة النووية ، التي أصبحت مركزية في السياسة التكتيكية العسكرية للبلاد. حدد محللون أمريكيون بناء سلسلة من الصوامع الخاصة بإطلاق رؤوس حربية نووية ، وتقع في مناطق صينية مختلفة. في الوقت الحالي ، تقدر الرؤوس الحربية النووية لبكين بنحو 350 وحدة ، وهي كمية لا تزال أقل بكثير من توافر دول مثل الولايات المتحدة وروسيا ، ولا سيما واشنطن التي تمتلك حوالي 4000 رأس حربي ، أي ما يعادل 90 ٪ من جميع الأسلحة النووية. أسلحة موجودة على هذا الكوكب ؛ ومع ذلك ، وفقًا للبنتاغون ، فإن الزيادة الصينية ستكون كبيرة ، بالنظر إلى أنه حتى العام السابق كان هناك 200 رأس صيني: زيادة ، وبالتالي ، 150 وحدة في 365 يومًا. أحد الجوانب التي تقلق الكونجرس الأمريكي هو الطريقة التي تمضي بها الصين سرًا في خطتها لتطوير الأسلحة النووية ، وهي مسألة تعتبرها بكين استراتيجية لتكون قادرة على المنافسة عالميًا ، خاصة مع الولايات المتحدة ، ولكن أيضًا مع الخصوم الإقليميين مثل ' الهند. يأتي هذا الموقف ، الذي يضع الصين في مركز الاهتمام السياسي الدولي ، في وقت تستعد فيه موسكو وواشنطن للاجتماع لإجراء مفاوضات حول كيفية تجنب اندفاع جديد للأسلحة النووية. إذا ، إلى الصعوبات الحالية بالفعل بين القوى النووية الكبرى لإيجاد حل لعدم انتشار الأسلحة الذرية ، أضفنا النشاط الصيني المتزايد ، يمكننا أن نفهم كيف أن الوضع في المستقبل يحتمل أن يكون خطيرًا للغاية. في ظل وجود جهة فاعلة ثالثة تزيد من ترسانتها بما يتجاوز أي قاعدة ، يمكن أن تشعر كل من الولايات المتحدة وروسيا بأنها خالية من القيود وتطور أسلحة جديدة. التكتيك الصيني يمكن التنبؤ به الآن ، والاتهامات ضد الولايات المتحدة هي الآن تكرار ممل: رؤية عدو وهمي يصرف الانتباه عن مشاكله الداخلية. تقول الصين إنها منفتحة على المحادثات الثنائية حول قضية الأمن الاستراتيجي بشرط أن يتم إجراؤها على قدم المساواة وهذا يبدو مستحيلاً بالنظر إلى الاختلال الكبير في الترسانات النووية لصالح واشنطن. إذا رأت الولايات المتحدة خطرًا حقيقيًا محتملاً ، فإن الأسباب الصينية الفردية ، التي لاحظها مراقب محايد ، تبدو مبررة بالرغبة في استعادة جزء على الأقل من الأرض المفقودة على الأسلحة النووية ؛ عكس وجهة النظر ، من المشروع أن نتساءل كيف ستستجيب الولايات المتحدة ، وكذلك روسيا (التي تتقدم دائمًا على الصين دائمًا) ، لطلب من بكين لتقليص ترسانتها. السؤال هو أننا خرجنا من منطق التخفيض العام للرؤوس الحربية النووية ، لأن هذه الأسلحة ، في هذه اللحظة التاريخية ، تمثل مرة أخرى ، كما كان الحال خلال الحرب الباردة ، رادعًا نفسيًا للتوازن ، ولكن إدارة أكثر صعوبة في عالم لم يعد ثنائي القطب بل متعدد الأقطاب ، حتى لو تميّز بقوتين رئيسيتين ، على أي حال محاط بقوى إقليمية ذات أهمية إستراتيجية كبرى. ويتمثل التحدي الحقيقي في إشراك الصين في المحادثات العالمية بشأن قضية نزع السلاح ، ولكن ليس كعنصر فاعل داعم ، ولكن مع الكرامة المناسبة كقوة عظمى تريدها بكين على المستوى السياسي ؛ وهذا بالتأكيد لن يحل مشكلة الانتشار ، ولكنه قد يسمح ببدء حوار حول هذه القضية ، وأيضاً بهدف تحسين العلاقات بين البلدين. من وجهة النظر الغربية ، لا يمكن أن يفشل الانتشار النووي الصيني في أن يكون عاملاً مقلقًا للغاية ، نظرًا لأنه لا يزال بلدًا يحكمه ديكتاتورية والذي أظهر من خلال القوة الناعمة التي تمارس في مناطق أخرى من العالم استعدادًا للتصدير. نموذجها السياسي الخاص ؛ بالتأكيد هذا لا يمكن أن ينجح مع الغرب والشك في أن وراء زيادة ترسانته العسكرية هناك نية لممارسة الضغط يكاد يكون مؤكدًا. ولكن لهذا السبب بالذات ، من المهم تجنب أي انحراف محتمل والمزيد من التدهور في العلاقات: وإلا فإن مخاطر المواقف المتوترة ستكون أكثر فأكثر.
martedì 27 luglio 2021
Corea del Nord e Corea del Sud si riavvicinano
La giornata odierna registra una variazione positiva nei rapporti tra le due Coree: infatti sono state di nuovo aperte le frontiere, chiuse da tredici mesi con decisione unilaterale della Corea del Nord, per ritorsione contro quelle che erano stata giudicate, da Pyongyang, attività propagandistiche di Seul anti nordcoreane. Le attività diplomatiche sono andate avanti grazie all’impegno personale dei due leader, che fino dal mese di aprile hanno intrattenuto una relazione epistolare, proprio per migliorare i legami dei rispettivi paesi. Il primo sviluppo tangibile del miglioramento delle relazioni tra Corea del Nord e del Sud è stato individuato nella riapertura delle comunicazioni transfrontaliere tra i due paesi. Se si guarda al normale atteggiamento di Pyongyang, improntato alla diffidenza ed alla chiusura, il risultato appare molto significativo, anche se potrebbe nascondere difficoltà da parte del regime nordcoreano, che accusa gli effetti negativi della pandemia, soprattutto per gli aspetti igienico sanitari e per la difficoltà di procurarsi il sufficiente fabbisogno alimentare per la propria popolazione. Dal punto di vista ufficiale dei nordcoreani è stata data una enfasi particolare alla ripresa dei contatti, l’agenzia di stampa della Corea del Nord parla di progressi effettuati dalle due parti per la ripresa della reciproca fiducia, fornendo un chiaro attestato a Seul, certificato anche dai sicuri effetti positivi che la ripresa delle relazioni avrà sul miglioramento delle relazioni e sulle aspettative di entrambe le popolazioni della ripresa dei legami coreani. Il lavoro diplomatico ha riguardato, in special modo, la ricerca del progresso della riconciliazione per potere favorire la fiducia tra le due parti e rimettere al centro le relazioni tra i due stati. Anche da parte sudcoreana è stato sottolineato come il processo di distensione sia stato seguito in prima persona dai due leader, grazie ad un serrato scambio epistolare, avvenuto in più occasioni; questo apprezzamento pubblico da parte di Seul appare altrettanto significativo di quello di Pyongyang, occorre ricordare che la Corea del Nord fece esplodere, nel Giugno dello scorso anno, l’ufficio di collegamento interrompendo i rapporti di frontiera e ciò suscitò molto sdegno in Corea del Sud. Questa interruzione dei rapporti bloccò una attività diplomatica avviata fin dal 2018 tra il presidente Moon e Kim Jong-un, che ebbero tre incontri che permisero il raggiungimento, tra l’altro, della diminuzione delle tensioni militari. Questi ultimi sviluppi sono considerati favorevolmente dagli analisti per la creazione di una distensione, se non permanente, almeno durevole tra i due paesi: l’impegno di Seul dovrebbe favorire una collaborazione tra le due parti ed anche l’atteggiamento della Casa Bianca pare orientato a favorire il più possibile questo processo, nell’ottica di un contributo decisivo alla stabilità regionale. Già un vertice tra Moon e Biden, che si è tenuto a Washington a Maggio, ha sancito la volontà di USA e Corea del Sud di mantenere gli accordi tra le due Coree e gli Stati Uniti, proprio come segno tangibile per favorire il dialogo con la Corea del Nord. Occorre ricordare che Pyongyang si era allontanato dagli USA dopo il fallimento del tentativo di Trump di raggiungere un accordo con Kim Jong-un. Nonostante le buone notizie che forniscono questi sviluppi è inutile non nascondere almeno una piccola dose di diffidenza verso la Corea del Nord, a cui conviene certamente, come alla Corea del Sud, ritrovare un clima di distensione con il paese vicino, anche dal punto di vista economico, ma non è certamente da sottovalutare l’attuale stato di bisogno di Pyongyang, che in questo momento vede la sua economia prostrata ed in grande difficoltà, tanto che esistono notevoli sospetti della presenza di carestie nelle zone periferiche del paese ed anche le future prospettive non lasciano spazio ad un qualche miglioramento. Il ruolo cinese deve essere ancora valutato del tutto: potrebbe essere l’ispiratore dell’attuale volontà nordcoreana, una sorta di ruolo che gli USA hanno ricoperto con Seul; per Pechino, come per Washington, non vi è alcun interesse che Pyongyang alteri i fragili equilibri regionali e potrebbe lesinare sugli aiuti proprio per favorire una pacificazione quasi obbligata per la Corea del Nord con la Corea del Sud. Limitare l’azione personalistica, individuale ed al di fuori degli schemi è un interesse comune delle due potenze avversarie, che preferiscono un confronto reciproco, senza influenze esterne, spesso non controllabili.
North Korea and South Korea are reconnecting
Today records a positive change in relations between the two Koreas: in fact, the borders have been opened again, closed for thirteen months with a unilateral decision by North Korea, in retaliation against what had been judged, by Pyongyang, propaganda activities of Seoul anti North Koreans. Diplomatic activities continued thanks to the personal commitment of the two leaders, who have had an epistolary relationship since April, precisely to improve the ties of their respective countries. The first tangible development in the improvement of relations between North and South Korea was identified in the reopening of cross-border communications between the two countries. If we look at the normal attitude of Pyongyang, marked by mistrust and closure, the result appears very significant, even if it could hide difficulties on the part of the North Korean regime, which accuses the negative effects of the pandemic, especially for health and hygiene aspects and for the difficulty in procuring sufficient food needs for their own population. From the official point of view of the North Koreans, particular emphasis has been given to resuming contacts, the North Korean news agency talks about progress made by the two sides for the recovery of mutual trust, providing a clear certificate in Seoul, also certified from the sure positive effects that the resumption of relations will have on the improvement of relations and on the expectations of both populations of the resumption of Korean ties. The diplomatic work concerned, in particular, the search for the progress of reconciliation to be able to foster trust between the two parties and put relations between the two states at the center. Also on the South Korean side it was underlined how the process of detente was followed in person by the two leaders, thanks to a close exchange of letters, which took place on several occasions; this public appreciation by Seoul appears as significant as that of Pyongyang, it should be remembered that North Korea blew up the liaison office in June last year, cutting off border relations and this aroused much outrage in South Korea This interruption of relations blocked a diplomatic activity initiated since 2018 between President Moon and Kim Jong-un, who had three meetings that allowed the achievement, among other things, of the decrease in military tensions. These latest developments are considered favorably by analysts for the creation of a detente, if not permanent, at least lasting between the two countries: the commitment of Seoul should favor collaboration between the two parties and also the attitude of the White House seems oriented towards favor this process as much as possible, with a view to making a decisive contribution to regional stability. Already a summit between Moon and Biden, which was held in Washington in May, confirmed the will of the USA and South Korea to maintain the agreements between the two Koreas and the United States, just as a tangible sign to foster dialogue with North Korea. It should be remembered that Pyongyang had withdrawn from the US after the failure of Trump's attempt to reach an agreement with Kim Jong-un. Despite the good news that these developments provide, it is useless not to hide at least a small dose of mistrust towards North Korea, which is certainly worthwhile, like South Korea, to find a climate of relaxation with the neighboring country, also from the point of view economic, but the current state of need in Pyongyang should certainly not be underestimated, which at this moment sees its economy prostrate and in great difficulty, so much so that there are considerable suspicions of the presence of famines in the peripheral areas of the country and also the future prospects they leave no room for any improvement. The Chinese role has yet to be fully evaluated: it could be the inspiration for the current North Korean will, a sort of role that the US has played with Seoul; for Beijing, as for Washington, there is no interest that Pyongyang alters the fragile regional equilibrium and could skimp on aid precisely to favor an almost obligatory pacification for North Korea with South Korea. Limiting personalistic, individual and outside the box it is a common interest of the two opposing powers, who prefer a reciprocal confrontation, without external influences, often not controllable.
Corea del Norte y Corea del Sur se están reconectando
Hoy se registra un cambio positivo en las relaciones entre las dos Coreas: de hecho, las fronteras se han vuelto a abrir, cerradas durante trece meses con una decisión unilateral de Corea del Norte, en represalia contra lo que había sido juzgado, por Pyongyang, actividades de propaganda de Seúl anti Norcoreanos. Las actividades diplomáticas continuaron gracias al compromiso personal de los dos mandatarios, que mantienen una relación epistolar desde abril, precisamente por mejorar los lazos de sus respectivos países. El primer desarrollo tangible en la mejora de las relaciones entre Corea del Norte y Corea del Sur se identificó en la reapertura de las comunicaciones transfronterizas entre los dos países. Si miramos la actitud normal de Pyongyang, marcada por la desconfianza y el cierre, el resultado parece muy significativo, aunque podría ocultar dificultades por parte del régimen norcoreano, que acusa los efectos negativos de la pandemia, especialmente para la salud y aspectos de higiene y por la dificultad de satisfacer las necesidades alimentarias suficientes para su propia población. Desde el punto de vista oficial de los norcoreanos, se ha hecho especial hincapié en reanudar los contactos, la agencia de noticias norcoreana habla de los avances realizados por las dos partes para la recuperación de la confianza mutua, proporcionando un certificado claro en Seúl, también certificado por los seguros efectos positivos que tendrá la reanudación de las relaciones en la mejora de las relaciones y en las expectativas de ambas poblaciones de la reanudación de los lazos coreanos. El trabajo diplomático se centró, en particular, en la búsqueda del progreso de la reconciliación para poder fomentar la confianza entre las dos partes y poner las relaciones entre los dos Estados en el centro. También por la parte surcoreana se destacó que el proceso de distensión fue seguido en persona por los dos mandatarios, gracias a un estrecho intercambio de cartas, que tuvo lugar en varias ocasiones; Esta apreciación pública de Seúl parece tan significativa como la de Pyongyang, conviene recordar que Corea del Norte hizo estallar la oficina de enlace en junio del año pasado, cortando las relaciones fronterizas y esto despertó mucha indignación en Corea del Sur Esta interrupción de las relaciones bloqueó una actividad diplomática Comenzó en 2018 entre el presidente Moon y Kim Jong-un, quienes tuvieron tres reuniones que permitieron lograr, entre otras cosas, la disminución de las tensiones militares. Estos últimos desarrollos son valorados favorablemente por los analistas para la creación de una distensión, si no permanente, al menos duradera entre los dos países: el compromiso de Seúl debe favorecer la colaboración entre las dos partes y además la actitud de la Casa Blanca parece orientada al favor. este proceso en la medida de lo posible, con miras a hacer una contribución decisiva a la estabilidad regional. Ya una cumbre entre Moon y Biden, que se celebró en Washington en mayo, sancionó la voluntad de Estados Unidos y Corea del Sur de mantener los acuerdos entre las dos Coreas y Estados Unidos, solo como una señal tangible para fomentar el diálogo con Corea del Norte. . Cabe recordar que Pyongyang se había alejado de Estados Unidos tras el fracaso del intento de Trump de llegar a un acuerdo con Kim Jong-un. A pesar de las buenas noticias que brindan estos desarrollos, de nada sirve no esconder al menos una pequeña dosis de desconfianza hacia Corea del Norte, que sin duda vale la pena, como Corea del Sur, para encontrar un clima de relajación con el país vecino, también desde el punto. económico, pero ciertamente no debe subestimarse el estado de necesidad actual en Pyongyang, que en este momento ve su economía postrada y en grandes dificultades, tanto que hay considerables sospechas de la presencia de hambrunas en las áreas periféricas del país. país y también las perspectivas de futuro no dejan margen para ninguna mejora. El papel de China aún no se ha evaluado completamente: podría ser la inspiración para la actual voluntad de Corea del Norte, una especie de papel que Estados Unidos ha desempeñado con Seúl; para Beijing, como para Washington, no hay interés en que Pyongyang altere el frágil equilibrio regional y podría escatimar ayudas precisamente para favorecer una pacificación casi obligatoria de Corea del Norte con Corea del Sur. Limitar personalista, individual y fuera de la caja es un interés común de los dos poderes opuestos, que prefieren un enfrentamiento recíproco, sin influencias externas, muchas veces no controlable.
Nordkorea und Südkorea verbinden sich wieder
Heute zeichnet sich eine positive Veränderung in den Beziehungen zwischen den beiden Koreas ab: Tatsächlich wurden die Grenzen wieder geöffnet und für dreizehn Monate mit einer einseitigen Entscheidung Nordkoreas geschlossen, als Vergeltung für die von Pjöngjang beurteilten Propagandaaktivitäten der Seouler Anti- Nordkoreaner. Die diplomatischen Aktivitäten wurden dank des persönlichen Engagements der beiden Führer, die seit April eine briefliche Beziehung unterhalten, fortgesetzt, um die Beziehungen zwischen ihren jeweiligen Ländern zu verbessern. Die erste greifbare Entwicklung bei der Verbesserung der Beziehungen zwischen Nord- und Südkorea wurde in der Wiedereröffnung der grenzüberschreitenden Kommunikation zwischen den beiden Ländern festgestellt. Wenn wir uns die von Misstrauen und Abgeschlossenheit geprägte normale Haltung Pjöngjangs ansehen, erscheint das Ergebnis sehr bedeutsam, auch wenn es Schwierigkeiten des nordkoreanischen Regimes verbergen könnte, das die negativen Auswirkungen der Pandemie vor allem auf Gesundheit und Hygieneaspekte und für die Schwierigkeit, einen ausreichenden Nahrungsbedarf für die eigene Bevölkerung zu decken. Aus offizieller Sicht der Nordkoreaner wurde besonderes Augenmerk auf die Wiederaufnahme der Kontakte gelegt, die nordkoreanische Nachrichtenagentur spricht von Fortschritten beider Seiten bei der Wiederherstellung des gegenseitigen Vertrauens und gibt in Seoul ein klares Zertifikat ab, ebenfalls zertifiziert von die sicheren positiven Auswirkungen, die die Wiederaufnahme der Beziehungen auf die Verbesserung der Beziehungen und auf die Erwartungen beider Bevölkerungsgruppen in Bezug auf die Wiederaufnahme der koreanischen Beziehungen haben wird. Die diplomatische Arbeit betraf insbesondere die Suche nach dem Fortschreiten der Aussöhnung, um das Vertrauen zwischen den beiden Parteien stärken und die Beziehungen zwischen den beiden Staaten in den Mittelpunkt stellen zu können. Auch auf südkoreanischer Seite wurde betont, dass der Entspannungsprozess von den beiden Führern dank eines engen Briefwechsels, der mehrmals stattfand, persönlich verfolgt wurde; diese öffentliche Würdigung durch Seoul erscheint ebenso bedeutend wie die von Pjöngjang, man sollte nicht vergessen, dass Nordkorea im Juni letzten Jahres das Verbindungsbüro gesprengt und die Grenzbeziehungen abgeschnitten hat und dies in Südkorea für große Empörung gesorgt hat Diese Unterbrechung der Beziehungen blockierte eine diplomatische Aktivität begann 2018 zwischen Präsident Moon und Kim Jong-un, die drei Treffen hatten, die es unter anderem ermöglichten, die militärischen Spannungen abzubauen. Diese jüngsten Entwicklungen werden von Analysten für die Schaffung einer, wenn nicht dauerhaften, so doch dauerhaften Entspannung zwischen den beiden Ländern positiv bewertet: Das Engagement Seouls sollte die Zusammenarbeit zwischen den beiden Parteien begünstigen und auch die Haltung des Weißen Hauses scheint auf Begünstigung ausgerichtet zu sein diesen Prozess so weit wie möglich, um einen entscheidenden Beitrag zur regionalen Stabilität zu leisten. Bereits ein Gipfeltreffen zwischen Moon und Biden, das im Mai in Washington stattfand, bestätigte den Willen der USA und Südkoreas, die Abkommen zwischen den beiden Koreas und den USA aufrechtzuerhalten, nur als greifbares Zeichen für den Dialog mit Nordkorea . Es sei daran erinnert, dass Pjöngjang die USA verlassen hatte, nachdem Trumps Versuch, eine Einigung mit Kim Jong-un zu erzielen, gescheitert war. Trotz der guten Nachrichten, die diese Entwicklungen mit sich bringen, nützt es nichts, zumindest eine kleine Portion Misstrauen gegenüber Nordkorea nicht zu verbergen, das sich wie Südkorea sicherlich lohnt, mit dem Nachbarland auch von der Spitze her ein Klima der Entspannung zu finden aus wirtschaftlicher Sicht, aber die gegenwärtige Notlage in Pjöngjang ist sicherlich nicht zu unterschätzen, da sich die Wirtschaft derzeit in großen Schwierigkeiten befindet und so sehr an Hungersnöten in den Randgebieten der Land und auch die Zukunftsaussichten lassen keinen Raum für Verbesserungen. Die chinesische Rolle muss noch vollständig bewertet werden: Sie könnte die Inspiration für den aktuellen nordkoreanischen Willen sein, eine Art Rolle, die die USA mit Seoul gespielt haben; für Peking wie für Washington besteht kein Interesse daran, dass Pjöngjang das fragile regionale Gleichgewicht ändert und könnte gerade an der Hilfe sparen, um eine fast obligatorische Befriedung für Nordkorea mit Südkorea zu begünstigen.Einschränkend personalistisch, individuell und über den Tellerrand hinaus ist es ein gemeinsames Interesse der beiden gegensätzlichen Mächte, die eine wechselseitige Konfrontation bevorzugen, ohne äußere Einflüsse, oft nicht kontrollierbar.
La Corée du Nord et la Corée du Sud se reconnectent
Aujourd'hui enregistre un changement positif dans les relations entre les deux Corées : en effet, les frontières ont été à nouveau ouvertes, fermées depuis treize mois avec une décision unilatérale de la Corée du Nord, en représailles contre ce qui avait été jugé, par Pyongyang, des activités de propagande de Séoul anti Nord-Coréens. Les activités diplomatiques se sont poursuivies grâce à l'engagement personnel des deux dirigeants, qui entretiennent une relation épistolaire depuis avril, précisément pour améliorer les liens de leurs pays respectifs. Le premier développement tangible dans l'amélioration des relations entre la Corée du Nord et la Corée du Sud a été identifié dans la réouverture des communications transfrontalières entre les deux pays. Si l'on regarde l'attitude normale de Pyongyang, marquée par la méfiance et la fermeture, le résultat apparaît très significatif, même s'il pourrait masquer des difficultés de la part du régime nord-coréen, qui accuse les effets négatifs de la pandémie, notamment pour la santé et les aspects d'hygiène et pour la difficulté de satisfaire les besoins alimentaires suffisants pour leur propre population. Du point de vue officiel des Nord-Coréens, un accent particulier a été mis sur la reprise des contacts, l'agence de presse nord-coréenne parle des progrès réalisés par les deux parties pour le rétablissement de la confiance mutuelle, fournissant un certificat clair à Séoul, également certifié de les effets positifs sûrs que la reprise des relations aura sur l'amélioration des relations et sur les attentes des deux populations de la reprise des liens coréens. Le travail diplomatique a porté notamment sur la recherche des progrès de la réconciliation pour pouvoir favoriser la confiance entre les deux parties et mettre au centre les relations entre les deux États. Du côté sud-coréen également, il a été souligné que le processus de détente a été suivi en personne par les deux dirigeants, grâce à un échange de lettres étroit, qui a eu lieu à plusieurs reprises ; cette appréciation publique de Séoul apparaît aussi significative que celle de Pyongyang, il faut rappeler que la Corée du Nord a fait sauter le bureau de liaison en juin de l'année dernière, coupant les relations frontalières et cela a suscité beaucoup d'indignation en Corée du Sud Cette interruption des relations a bloqué une activité diplomatique a débuté en 2018 entre le président Moon et Kim Jong-un, qui ont eu trois rencontres qui ont permis, entre autres, de faire baisser les tensions militaires. Ces derniers développements sont considérés favorablement par les analystes pour la création d'une détente, sinon permanente, du moins durable entre les deux pays : l'engagement de Séoul devrait favoriser la collaboration entre les deux parties et aussi l'attitude de la Maison Blanche semble orientée vers la faveur ce processus autant que possible, en vue d'apporter une contribution décisive à la stabilité régionale. Déjà un sommet entre Moon et Biden, qui s'est tenu à Washington en mai, a sanctionné la volonté des États-Unis et de la Corée du Sud de maintenir les accords entre les deux Corées et les États-Unis, tout comme un signe tangible pour favoriser le dialogue avec la Corée du Nord. . Rappelons que Pyongyang s'était éloigné des États-Unis après l'échec de la tentative de Trump de parvenir à un accord avec Kim Jong-un. Malgré les bonnes nouvelles qu'apportent ces évolutions, il ne sert à rien de cacher au moins une petite dose de méfiance envers la Corée du Nord, ce qui vaut certainement la peine, comme la Corée du Sud, de retrouver un climat de détente avec le pays voisin, également du point de vue vue économique, mais il ne faut surtout pas sous-estimer l'état actuel des besoins à Pyongyang, qui voit en ce moment son économie terrassée et en grande difficulté, à tel point que l'on soupçonne fortement la présence de famines dans les zones périphériques de la pays ainsi que les perspectives d'avenir, ils ne laissent aucune place à l'amélioration. Le rôle chinois n'a pas encore été pleinement évalué : il pourrait être l'inspiration de la volonté nord-coréenne actuelle, une sorte de rôle que les États-Unis ont joué avec Séoul ; pour Pékin, comme pour Washington, il n'y a aucun intérêt à ce que Pyongyang altère le fragile équilibre régional et pourrait lésiner sur l'aide justement pour favoriser une pacification quasi obligatoire de la Corée du Nord avec la Corée du Sud. des deux puissances opposées, qui préfèrent un affrontement réciproque, sans influences extérieures, souvent non maîtrisables.
Coréia do Norte e Coréia do Sul estão se reconectando
Hoje registra-se uma mudança positiva nas relações entre as duas Coreias: de fato, as fronteiras foram abertas novamente, fechadas por treze meses com uma decisão unilateral da Coreia do Norte, em retaliação ao que havia sido julgado, por Pyongyang, atividades de propaganda de Seul anti Norte-coreanos. As atividades diplomáticas continuaram graças ao empenho pessoal das duas lideranças, que mantêm uma relação epistolar desde abril, justamente para estreitar os laços de seus respectivos países. O primeiro desenvolvimento tangível na melhoria das relações entre a Coreia do Norte e a Coreia do Sul foi identificado na reabertura das comunicações transfronteiriças entre os dois países. Se olharmos para a atitude normal de Pyongyang, marcada pela desconfiança e fechamento, o resultado parece muito significativo, ainda que pudesse esconder dificuldades por parte do regime norte-coreano, que acusa os efeitos negativos da pandemia, principalmente para a saúde e aspectos de higiene e pela dificuldade em obter alimentos suficientes para a sua própria população. Do ponto de vista oficial dos norte-coreanos, com particular ênfase na retomada dos contatos, a agência noticiosa norte-coreana fala dos avanços das duas partes para o resgate da confiança mútua, fornecendo um certificado claro em Seul, também certificado pela os seguros efeitos positivos que a retomada das relações terá sobre a melhoria das relações e sobre as expectativas de ambas as populações da retomada dos laços coreanos. O trabalho diplomático incidiu, em particular, na procura do progresso da reconciliação para poder fomentar a confiança entre as duas partes e colocar as relações entre os dois Estados no centro. Também do lado sul-coreano, foi sublinhado que o processo de distensão foi acompanhado pessoalmente pelos dois dirigentes, graças a uma estreita troca de cartas, que teve lugar em várias ocasiões; esta apreciação pública de Seul parece tão significativa quanto a de Pyongyang, deve-se lembrar que a Coreia do Norte explodiu o escritório de ligação em junho do ano passado, cortando as relações de fronteira e isso despertou muita indignação na Coreia do Sul. Essa interrupção das relações bloqueou uma atividade diplomática começou em 2018 entre o Presidente Moon e Kim Jong-un, que tiveram três reuniões que permitiram a concretização, entre outras coisas, da diminuição das tensões militares. Estes últimos desenvolvimentos são considerados favoravelmente pelos analistas para a criação de uma distensão, se não permanente, pelo menos duradoura entre os dois países: o compromisso de Seul deve favorecer a colaboração entre as duas partes e também a atitude da Casa Branca parece orientada para o favor tanto quanto possível, com vista a contribuir de forma decisiva para a estabilidade regional. Já uma cúpula entre Moon e Biden, realizada em Washington em maio, sancionou a vontade dos EUA e da Coréia do Sul de manter os acordos entre as duas Coréias e os Estados Unidos, apenas como um sinal tangível para fomentar o diálogo com a Coréia do Norte . Deve ser lembrado que Pyongyang havia se mudado dos Estados Unidos após o fracasso da tentativa de Trump de chegar a um acordo com Kim Jong-un. Apesar das boas notícias que estes desenvolvimentos proporcionam, é inútil não esconder ao menos uma pequena dose de desconfiança em relação à Coreia do Norte, o que certamente vale, como a Coreia do Sul, encontrar um clima de descontracção com o país vizinho, também do ponto de vista visão econômica, mas o atual estado de necessidade em Pyongyang certamente não deve ser subestimado, que neste momento vê sua economia prostrada e em grandes dificuldades, tanto que há consideráveis suspeitas da presença de fome nas áreas periféricas do país e também as perspectivas futuras não deixam espaço para melhorias. O papel chinês ainda não foi totalmente avaliado: pode servir de inspiração para o atual testamento norte-coreano, espécie de papel que os EUA têm desempenhado com Seul; para Pequim, como para Washington, não há interesse em Pyongyang alterar o frágil equilíbrio regional e poderia poupar ajuda justamente para favorecer uma pacificação quase obrigatória da Coreia do Norte com a Coreia do Sul. Limitar personalistas, individuais e fora da caixa é um interesse comum dos dois poderes opostos, que preferem um confronto recíproco, sem influências externas, muitas vezes não controláveis.
Северная Корея и Южная Корея восстанавливают отношения
Сегодня отмечаются позитивные изменения в отношениях между двумя Кореями: фактически границы были снова открыты, закрыты на тринадцать месяцев односторонним решением Северной Кореи в ответ на то, что Пхеньян расценил как пропагандистскую деятельность Сеула, направленную против. Северные корейцы. Дипломатическая деятельность продолжалась благодаря личной приверженности двух лидеров, у которых с апреля были эпистолярные отношения, именно с целью улучшения связей их стран. Первым ощутимым событием в улучшении отношений между Северной и Южной Кореей стало возобновление трансграничного сообщения между двумя странами. Если мы посмотрим на нормальное отношение Пхеньяна, отмеченное недоверием и закрытием, результат кажется очень значительным, даже если он может скрыть трудности со стороны северокорейского режима, который обвиняет пандемию в негативных последствиях, особенно для здоровья и гигиенические аспекты и трудности с обеспечением достаточного количества продуктов питания для собственного населения. С официальной точки зрения северокорейцев особое внимание было уделено возобновлению контактов, северокорейское информационное агентство сообщает о прогрессе, достигнутом обеими сторонами в восстановлении взаимного доверия, предоставляя четкий сертификат в Сеуле, также заверенный несомненно положительное влияние, которое возобновление отношений окажет на улучшение отношений и на ожидания обоих народов от возобновления корейских связей. Дипломатическая работа касалась, в частности, поиска прогресса в примирении, чтобы укрепить доверие между двумя сторонами и поставить отношения между двумя государствами в центр внимания. Также с южнокорейской стороны было подчеркнуто, что два лидера лично наблюдали за процессом разрядки благодаря тесному обмену письмами, который происходил несколько раз; эта общественная оценка Сеула кажется столь же значительной, как и оценка Пхеньяна, следует помнить, что Северная Корея взорвала офис связи в июне прошлого года, прервав приграничные отношения, и это вызвало много негодования в Южной Корее. Этот разрыв отношений заблокировал дипломатическую деятельность. началась в 2018 году между президентом Муном и Ким Чен Ыном, которые провели три встречи, которые позволили, среди прочего, добиться снижения военной напряженности. Аналитики считают, что эти последние события благоприятно сказываются на разрядке, если не на постоянной, то хотя бы на длительной, между двумя странами: приверженность Сеула должна способствовать сотрудничеству между двумя сторонами, а также позиция Белого дома, похоже, ориентирована на благосклонность. этот процесс в максимально возможной степени с целью внесения решающего вклада в региональную стабильность. Уже саммит между Муном и Байденом, который состоялся в Вашингтоне в мае, подтвердил желание США и Южной Кореи поддерживать соглашения между двумя Кореями и Соединенными Штатами, а также явился ощутимым знаком для развития диалога с Северной Кореей. . Следует помнить, что Пхеньян отошел от США после провала попытки Трампа договориться с Ким Чен Ыном. Несмотря на хорошие новости, которые дают эти разработки, бесполезно не скрывать хотя бы небольшую дозу недоверия к Северной Корее, что, безусловно, имеет смысл, как и Южная Корея, найти атмосферу расслабления с соседней страной, в том числе с определенной точки зрения. с экономической точки зрения, но нынешнее состояние потребностей в Пхеньяне, безусловно, не следует недооценивать, экономика которого в данный момент находится в разорении и испытывает большие трудности, настолько, что возникают серьезные подозрения о наличии голода в периферийных районах Пхеньяна. страны, а также перспективы на будущее, они не оставляют места для каких-либо улучшений. Роль Китая еще предстоит полностью оценить: она может быть источником вдохновения для нынешней северокорейской воли, своего рода ролью, которую США сыграли в Сеуле; для Пекина, как и для Вашингтона, нет никакого интереса к тому, чтобы Пхеньян изменил хрупкое региональное равновесие и мог бы сэкономить на помощи именно для того, чтобы способствовать почти обязательному умиротворению Северной Кореи с Южной Кореей. двух противоборствующих держав, которые предпочитают взаимную конфронтацию, без внешних влияний, часто не поддающихся контролю.
朝鮮和韓國正在重新連接
今天記錄了兩國關係的積極變化:事實上,朝鮮單方面決定再次開放邊界,關閉了 13 個月,以報復平壤判斷的首爾反政府宣傳活動。朝鮮人。由於兩國領導人自 4 月以來建立了書信關係,他們的個人承諾正是為了改善各自國家的關係,外交活動得以繼續進行。朝韓關係改善的第一個具體進展是兩國重新開放跨境通信。如果我們看看平壤以不信任和封閉為標誌的正常態度,結果似乎非常重要,即使它可能隱藏朝鮮政權的困難,該政權指責大流行的負面影響,特別是對健康和衛生方面以及難以為自己的人口採購足夠的食物需求。從朝鮮官方的角度來看,特別強調恢復接觸,朝鮮通訊社談到了雙方在恢復互信方面取得的進展,在首爾提供了明確的證明,也證明了從恢復關係肯定會對改善關係和兩國人民對恢復朝鮮關係的期望產生積極影響。外交工作尤其涉及尋求和解的進展,以促進兩黨之間的信任,並將兩國關係置於中心位置。韓國方面也強調,兩國領導人親自跟進了緩和進程,這要歸功於幾次密切的信函往來;首爾的這種公眾讚賞似乎與平壤一樣重要,應該記住,朝鮮在去年 6 月炸毀了聯絡處,切斷了邊境關係,這在韓國引起了極大的憤怒 這種中斷關係阻礙了外交活動文在寅總統和金正恩於 2018 年開始了 3 次會晤,其中包括軍事緊張局勢的緩和。分析人士認為,這些最新事態發展是為了在兩國之間建立緩和,如果不是永久性的,至少是持久的:首爾的承諾應該有利於兩黨之間的合作,而白宮的態度似乎也傾向於支持盡可能多地進行這一進程,以期對區域穩定作出決定性貢獻。文在寅和拜登於 5 月在華盛頓舉行的峰會已經批准了美國和韓國維持兩國和美國之間協議的意願,這是促進與朝鮮對話的有形標誌.應該記住,在特朗普試圖與金正恩達成協議失敗後,平壤已經離開了美國。儘管這些事態發展帶來了好消息,但至少對朝鮮有一點不信任是沒有用的,這當然是值得的,就像韓國一樣,與鄰國建立一種放鬆的氣氛,也是從這一點來看從經濟的角度來看,但平壤目前的需求狀況當然不容小覷,此時平壤的經濟萎靡不振,困難重重,以至於人們相當懷疑朝鮮周邊地區是否存在飢荒。國家和未來的前景,他們沒有任何改進的餘地。中國的作用尚未得到充分評估:它可能是朝鮮當前意志的靈感來源,美國在首爾扮演的某種角色;對於北京和華盛頓來說,平壤沒有興趣改變脆弱的地區平衡,並且可能會吝嗇援助,以支持朝鮮與韓國幾乎必須的和平相處。限制個人、個人和跳出框框是共同利益喜歡相互對抗、不受外部影響、往往無法控制的兩個對立大國。
北朝鮮と韓国が再接続している
今日、韓国と韓国の関係に前向きな変化が記録されています。実際、北朝鮮による一方的な決定により、北朝鮮による一方的な決定により、国境が再び開かれ、13か月間閉鎖されました。これは、平壌によるソウル反の宣伝活動に対する報復です。北朝鮮人。 4月から書簡関係を築いてきた両首脳の個人的なコミットメントのおかげで、それぞれの国の関係を改善するという外交活動が続いた。南北関係の改善における最初の具体的な進展は、両国間の国境を越えたコミュニケーションの再開で確認された。不信と閉鎖を特徴とする平壌の通常の態度を見ると、パンデミックの悪影響、特に健康と衛生面と、彼ら自身の人口のために十分な食糧需要を調達することの難しさのために。北朝鮮の公式の観点から、連絡の再開に特に重点が置かれている、北朝鮮の通信社は、相互信頼の回復のための双方の進歩について話し、ソウルで明確な証明書を提供し、関係の再開が関係の改善と韓国の関係の再開の両方の人口の期待に与えるであろう確かなプラスの効果。特に、両国の信頼を育み、両国の関係を中心に据えるための和解の進展を模索する外交活動。また、韓国側では、何度か行われた緊密な書簡の交換のおかげで、2人の指導者が直接デタントのプロセスをたどったことが強調された。ソウルによるこの国民の感謝は平壌のそれと同じくらい重要であるように思われる、北朝鮮が昨年6月に連絡事務所を爆破し、国境関係を断ち切り、これが韓国で多くの怒りを引き起こしたことを覚えておくべきであるこの関係の中断は外交活動を妨げた文在寅大統領と金正恩の間で2018年に始まった。彼は3回の会合を持ち、とりわけ軍事的緊張の緩和を達成することができた。これらの最新の進展は、少なくとも両国間で持続する、恒久的ではないにしても、デタントの作成についてアナリストによって好意的に考えられています:ソウルのコミットメントは両国間の協力を支持するべきであり、ホワイトハウスの態度も支持に向けられているようですこのプロセスは、地域の安定に決定的な貢献をすることを目的として、可能な限り行われます。 5月にワシントンで開かれた月とバイデンの首脳会談は、北朝鮮との対話を促進する具体的な兆候と同じように、韓国と米国の間の合意を維持するという米国と韓国の意志を認可した。 。トランプが金正恩と合意に達する試みに失敗した後、平壌は米国から離れたことを覚えておくべきである。これらの進展がもたらす良いニュースにもかかわらず、北朝鮮に対する不信感を少なくとも少し隠さないことは無意味であり、韓国のように、隣国とのリラックスした気候を見つけることは確かに価値があります。経済的見方をしているが、北朝鮮の現在の必要性を過小評価してはならない。現時点では、北朝鮮の経済は停滞し、非常に困難であるため、北朝鮮の周辺地域に飢饉が存在する疑いがかなりある。国と将来の見通し彼らは改善の余地を残していません。中国の役割はまだ十分に評価されていません。それは現在の北朝鮮の意志のインスピレーションである可能性があります。これは米国がソウルで果たした一種の役割です。北京にとって、ワシントンに関しては、北朝鮮が脆弱な地域均衡を変えることに関心がなく、北朝鮮と韓国のほぼ義務的な和解を支持するために援助を無駄にする可能性があります。個人的、個人的、そして枠の外を制限することは共通の関心事です。外部からの影響を受けずに相互の対立を好む2つの対立する勢力のうち、しばしば制御できない。
تعيد كوريا الشمالية وكوريا الجنوبية الاتصال
يسجل اليوم تغيرًا إيجابيًا في العلاقات بين الكوريتين: في الواقع ، تم فتح الحدود مرة أخرى ، وأغلقت لمدة ثلاثة عشر شهرًا بقرار أحادي الجانب من قبل كوريا الشمالية ، انتقاما مما حكمت عليه بيونغ يانغ بأنشطة الدعاية لسيول المناهضة لها. الكوريون الشماليون. استمرت الأنشطة الدبلوماسية بفضل الالتزام الشخصي للزعيمين ، اللذين تربطهما علاقة رسالية منذ أبريل ، على وجه التحديد لتحسين العلاقات بين بلديهما. تم تحديد أول تطور ملموس في تحسين العلاقات بين كوريا الشمالية والجنوبية في إعادة فتح الاتصالات عبر الحدود بين البلدين. إذا نظرنا إلى الموقف الطبيعي لبيونغ يانغ ، الذي يتسم بانعدام الثقة والإغلاق ، فإن النتيجة تبدو مهمة للغاية ، حتى لو كانت تخفي صعوبات من جانب نظام كوريا الشمالية ، الذي يتهم بالآثار السلبية للوباء ، خاصة على الصحة و جوانب النظافة وصعوبة الحصول على احتياجات غذائية كافية لسكانهم. من وجهة النظر الرسمية للكوريين الشماليين ، تم التركيز بشكل خاص على استئناف الاتصالات ، تتحدث وكالة الأنباء الكورية الشمالية عن التقدم الذي أحرزه الجانبان لاستعادة الثقة المتبادلة ، وتقديم شهادة واضحة في سيول ، ومصدقة أيضًا من الآثار الإيجابية المؤكدة لاستئناف العلاقات على تحسين العلاقات وعلى توقعات كلا الشعبين لاستئناف العلاقات الكورية. ويتعلق العمل الدبلوماسي ، على وجه الخصوص ، بالبحث عن تقدم في المصالحة لتكون قادرة على تعزيز الثقة بين الطرفين ووضع العلاقات بين الدولتين في المركز. كما تم التأكيد من الجانب الكوري الجنوبي على أن عملية الانفراج تبعها الزعيمان شخصيا ، وذلك بفضل تبادل الرسائل الوثيق الذي حدث في عدة مناسبات ؛ يبدو هذا التقدير العام من قبل سيول مهمًا مثل تقدير بيونغ يانغ ، يجب أن نتذكر أن كوريا الشمالية فجرت مكتب الاتصال في يونيو من العام الماضي ، وقطعت العلاقات الحدودية وأثار هذا الكثير من الغضب في كوريا الجنوبية. بدأت في عام 2018 بين الرئيس مون وكيم جونغ أون ، الذي عقد ثلاثة اجتماعات سمحت ، من بين أمور أخرى ، بتحقيق انخفاض في التوترات العسكرية. ينظر المحللون إلى هذه التطورات الأخيرة بشكل إيجابي من أجل خلق انفراج ، إن لم يكن دائمًا ، على الأقل دائم بين البلدين: التزام سيول يجب أن يفضل التعاون بين الطرفين وأيضًا يبدو أن موقف البيت الأبيض موجه نحو الأفضلية. هذه العملية قدر الإمكان ، بهدف تقديم مساهمة حاسمة في الاستقرار الإقليمي. أجازت قمة بالفعل بين مون وبايدن ، والتي عقدت في واشنطن في مايو ، إرادة الولايات المتحدة وكوريا الجنوبية للحفاظ على الاتفاقات بين الكوريتين والولايات المتحدة ، تمامًا كإشارة ملموسة لتعزيز الحوار مع كوريا الشمالية. . يجب أن نتذكر أن بيونغ يانغ ابتعدت عن الولايات المتحدة بعد فشل محاولة ترامب للتوصل إلى اتفاق مع كيم جونغ أون. على الرغم من الأخبار السارة التي توفرها هذه التطورات ، فإنه من غير المجدي عدم إخفاء جرعة صغيرة على الأقل من عدم الثقة تجاه كوريا الشمالية ، وهو أمر يستحق بالتأكيد ، مثل كوريا الجنوبية ، لإيجاد مناخ من الاسترخاء مع الدولة المجاورة ، أيضًا من هذه النقطة. من وجهة نظر اقتصادية ، ولكن لا ينبغي بالتأكيد الاستهانة بحالة الحاجة الحالية في بيونغ يانغ ، والتي ترى في هذه اللحظة أن اقتصادها يتهاوى ويواجه صعوبة كبيرة ، لدرجة أن هناك شكوكًا كبيرة في وجود مجاعات في المناطق الطرفية من البلد وأيضًا الآفاق المستقبلية لا يتركون مجالًا لأي تحسين. لم يتم تقييم الدور الصيني بالكامل بعد: فقد يكون مصدر إلهام لإرادة كوريا الشمالية الحالية ، وهو نوع من الدور الذي لعبته الولايات المتحدة مع سيول ؛ بالنسبة لبكين ، كما هو الحال بالنسبة لواشنطن ، لا توجد مصلحة في أن تقوم بيونغ يانغ بتغيير التوازن الإقليمي الهش ويمكن أن تبخل بالمساعدات على وجه التحديد لصالح تهدئة إلزامية تقريبًا لكوريا الشمالية مع كوريا الجنوبية. الحد من الشخصية والفردية وخارج الصندوق هو مصلحة مشتركة من القوتين المتعارضتين ، اللتين تفضلان المواجهة المتبادلة ، دون تأثيرات خارجية ، وغالبًا ما لا يمكن السيطرة عليها.
venerdì 23 luglio 2021
La situazione di Cuba sempre più difficile, tra repressione e nuove sanzioni
Le proteste avvenute a Cuba lo scorso 11 luglio, hanno provocato una forte repressione che ha avuto come conseguenza una serie di processi sommari, senza garanzie giuridiche; gli imputati sono tutti manifestanti ai quali sono stati contestati i reati di disordine pubblico e istigazione alla criminalità, nonostante la grande maggioranza degli indagati non si sia resa colpevole di atti violenti. Le condanne inflitte vanno dai dieci ai dodici mesi di reclusione e sono il risultato di processi dove è stato impossibile assicurare la scelta dei difensori con la conseguenza dell’impossibilità della preparazione di una strategia di difesa adeguata. Il fatto che il numero dei detenuti non sia stato comunicato in forma ufficiale dalle autorità rende l’idea di come il regime cubano intenda operare con modalità autoritarie con il solo scopo di soffocare la protesta; fonti ufficiose parlano di più di mezzo migliaio di arresti, a cui sono seguiti alcuni rilasci, detenzioni domiciliari in attesa del processo ed un numero imprecisato di persone che restano nei luoghi di detenzione per le quali il processo è previsto in tempi più rapidi. Le garanzie delle autorità, sul rispetto delle garanzie procedurali, non rassicurano gli arrestati e le loro famiglie e neppure l’opinione pubblica internazionale, che teme, attraverso questi procedimenti, una ripresa dell’attività repressiva del regime. Dal punto di vista pratico i pochi giorni ipotizzabili che trascorreranno tra arresto e sentenza non permettono una difesa adeguata e questa circostanza sembra essere un mezzo funzionale ad esercitare una repressione con parvenza legale. Le autorità giudiziarie cubane hanno annunciato pene possibili fino a venti anni di reclusione per coloro coinvolti in saccheggi ed atti violenti, ma sembra facile fare rientrare in questa casistica anche manifestanti non violenti, ma comunque contrari alla politica del governo. Lo stesso regime è, però, ad un punto cruciale: la minaccia dei processi serve a calmare le proteste, ma se seguirà l’attuazione delle minacce, appare inevitabile un aumento della protesta nelle piazze, a cui il governo non potrebbe fare fronte se non con metodi repressivi, scatenando lo sdegno internazionale ed il possibile incremento delle sanzioni; viceversa un atteggiamento più conciliante potrebbe permettere una via d’uscita onorevole al regime. Una delle maggiori cause di arresto è stata quella che ha riguardato coloro sorpresi a filmare le repressioni: questo elemento pone l’attenzione sull’abitudine alla censura del governo cubano, malgrado il cambio al potere avvenuto dopo la dinastia dei Castro. Tutti questi elementi hanno contribuito ad una maggiore attenzione degli USA, con l’amministrazione Biden che ha intensificato la pressione su Cuba con sanzioni dirette contro il ministro della difesa e l’unità speciale che si è distinta nella repressione delle recenti manifestazioni; l’atteggiamento di Biden, tuttavia, non è una prosecuzione dell’atteggiamento di Obama, basata sul disgelo tra le due parti, ma, piuttosto, ha punti di contatto con quanto fatto da Trump, che aveva ristabilito le restrizioni su viaggi e commercio e mantenute dall’attuale inquilino della Casa Bianca. Resta pur vero che Biden deve trovare una mediazione tra il suo stesso partito, dove i membri dei movimenti cubano-americani chiedono sanzioni ancora più pesanti e la sinistra del partito che vorrebbe provvedimenti sanzionatori più attenuati per ridurre le difficoltà della popolazione. Il presidente statunitense, con il suo staff, a questo proposito, starebbe lavorando a soluzioni in grado di alleviare le ricadute delle sanzioni sui cubani, come fare in modo che le rimesse degli emigranti possano arrivare a destinazione, rendendo impossibile la confisca del regime. Un ulteriore provvedimento è quello di cercare di favorire un accesso libero alle comunicazioni attraverso un uso di internet privo di censura . Le reazioni del governo cubano hanno sfiorato l’ovvietà con le accuse agli Stati Uniti di avere organizzato le proteste, malgrado una situazione economica e sociale sicuramente molto critica, che obbliga i cubani a condizioni di vita molto difficili, nonostante le tante attese generate da quello che doveva essere la fine della dinastia Castrista.
The situation in Cuba is increasingly difficult, amid repression and new sanctions
The protests that took place in Cuba last July 11 provoked a strong repression which resulted in a series of summary trials, without legal guarantees; the accused are all demonstrators who have been charged with the crimes of public disorder and incitement to crime, despite the fact that the vast majority of the suspects were not guilty of violent acts. The sentences imposed range from ten to twelve months in prison and are the result of trials where it was impossible to ensure the choice of defenders with the consequence of the impossibility of preparing an adequate defense strategy. The fact that the number of detainees has not been officially communicated by the authorities gives an idea of how the Cuban regime intends to operate in an authoritarian manner with the sole purpose of stifling the protest; unofficial sources speak of more than half a thousand arrests, which were followed by some releases, house arrest pending trial and an unspecified number of people who remain in the places of detention for which the trial is expected more quickly. The guarantees of the authorities on compliance with procedural guarantees do not reassure the arrested and their families or even international public opinion, which fears, through these proceedings, a resumption of the repressive activity of the regime. From a practical point of view, the few conceivable days that will elapse between arrest and sentence do not allow for an adequate defense and this circumstance seems to be a functional means of exercising repression with semblance of law. The Cuban judicial authorities have announced possible penalties of up to twenty years of imprisonment for those involved in looting and violent acts, but it seems easy to include in this case also non-violent demonstrators, who are in any case against government policy. The regime itself is, however, at a crucial point: the threat of trials serves to calm the protests, but if the threats are implemented, an increase in protest in the streets appears inevitable, which the government could not cope with except with repressive methods, unleashing international outrage and the possible increase in sanctions; conversely, a more conciliatory attitude could allow the regime an honorable way out. One of the major causes of arrest was that involving those caught filming the repressions: this element focuses on the Cuban government’s habit of censorship, despite the change in power that took place after the Castro dynasty. All these elements have contributed to greater US attention, with the Biden administration stepping up pressure on Cuba with direct sanctions against the defense minister and the special unit that has distinguished itself in the repression of recent demonstrations; Biden's attitude, however, is not a continuation of Obama's attitude, based on the thaw between the two sides, but rather has points of contact with what Trump did, who had re-established the restrictions on travel and trade and maintained by the current tenant of the White House. It remains true that Biden must find a mediation between his own party, where members of the Cuban-American movements are asking for even heavier sanctions, and the left of the party, which would like more attenuated sanctions to reduce the difficulties of the population. The US president, with his staff, in this regard, would be working on solutions capable of alleviating the fallout of the sanctions on Cubans, such as ensuring that remittances from emigrants can reach their destination, making it impossible for the regime to confiscate. A further measure is to try to encourage free access to communications through a use of the internet without censorship. The reactions of the Cuban government have touched the obvious with the accusations that the United States of having organized the protests, despite a certainly very critical economic and social situation, which forces Cubans to very difficult living conditions, despite the many expectations generated by that. which must have been the end of the Castro dynasty.
La situación en Cuba es cada vez más difícil, en medio de represión y nuevas sanciones
Las protestas ocurridas en Cuba el pasado 11 de julio provocaron una fuerte represión que derivó en una serie de juicios sumarios, sin garantías legales; Los imputados son todos manifestantes que han sido imputados por los delitos de desorden público e incitación al delito, a pesar de que la gran mayoría de los sospechosos no son culpables de hechos violentos. Las condenas impuestas oscilan entre diez y doce meses de prisión y son el resultado de juicios en los que fue imposible asegurar la elección de los defensores con la consecuencia de la imposibilidad de elaborar una estrategia de defensa adecuada. El hecho de que las autoridades no hayan comunicado oficialmente el número de detenidos da una idea de cómo el régimen cubano pretende operar de manera autoritaria con el único propósito de sofocar la protesta; Fuentes extraoficiales hablan de más de medio millar de detenciones, a las que siguieron algunas liberaciones, arresto domiciliario pendiente de juicio y un número indeterminado de personas que permanecen en los lugares de detención para los que se espera el juicio más rápido. Las garantías de las autoridades sobre el cumplimiento de las garantías procesales no tranquilizan a los detenidos y sus familiares ni siquiera a la opinión pública internacional, que teme, a través de estos procesos, una reanudación de la actividad represiva del régimen. Desde un punto de vista práctico, los pocos días imaginables que transcurrirán entre la detención y la sentencia no permiten una defensa adecuada y esta circunstancia parece ser un medio funcional para ejercer la represión con apariencia de ley. Las autoridades judiciales cubanas han anunciado posibles penas de hasta veinte años de prisión para los implicados en saqueos y hechos violentos, pero parece fácil incluir a manifestantes no violentos, que en todo caso están en contra de la política del gobierno, también en este caso. El propio régimen se encuentra, sin embargo, en un punto crucial: la amenaza de juicios sirve para calmar las protestas, pero si se implementan las amenazas, parece inevitable un aumento de la protesta en las calles, que el gobierno no podría afrontar excepto con métodos represivos. , desatando la indignación internacional y el posible aumento de las sanciones; a la inversa, una actitud más conciliadora podría permitir al régimen una salida honorable. Una de las principales causas de las detenciones fue la de los sorprendidos filmando las represiones: este elemento se centra en la costumbre de censurar del gobierno cubano, a pesar del cambio de poder que se produjo después de la dinastía Castro. Todos estos elementos han contribuido a una mayor atención de Estados Unidos, con la administración Biden intensificando la presión sobre Cuba con sanciones directas contra el ministro de Defensa y la unidad especial que se ha distinguido en la represión de manifestaciones recientes; La actitud de Biden, sin embargo, no es una continuación de la actitud de Obama, basada en el deshielo entre las dos partes, sino que tiene puntos de contacto con lo que hizo Trump, quien había restablecido las restricciones a los viajes y al comercio y mantenidas por el actual inquilino. de la Casa Blanca. Sigue siendo cierto que Biden debe encontrar una mediación entre su propio partido, donde miembros de los movimientos cubanoamericanos piden sanciones aún más severas, y la izquierda del partido que quisiera sanciones más atenuadas para reducir las dificultades de la población. El presidente estadounidense, con su personal, en este sentido, estaría trabajando en soluciones capaces de paliar las secuelas de las sanciones a los cubanos, como asegurar que las remesas de los emigrantes puedan llegar a su destino, imposibilitando que el régimen las confisque. Otra medida es intentar fomentar el libre acceso a las comunicaciones mediante un uso de Internet sin censura. Las reacciones del gobierno cubano han tocado lo obvio con las acusaciones de que Estados Unidos ha organizado las protestas, a pesar de una situación económica y social ciertamente muy crítica, que obliga a los cubanos a condiciones de vida muy difíciles, a pesar de las muchas expectativas que eso genera. que debe haber sido el final de la dinastía Castro.
Die Lage in Kuba wird angesichts von Repressionen und neuen Sanktionen immer schwieriger
Die Proteste, die am 11. Juli in Kuba stattfanden, führten zu einer starken Repression, die zu einer Reihe von Schnellverfahren ohne rechtliche Garantien führte; die Angeklagten sind alle Demonstranten, die der Verbrechen der öffentlichen Unordnung und der Anstiftung zu Straftaten angeklagt wurden, obwohl die überwiegende Mehrheit der Verdächtigen keine Gewalttaten begangen hat. Die verhängten Haftstrafen reichen von zehn bis zwölf Monaten Haft und sind das Ergebnis von Gerichtsverfahren, bei denen die Auswahl der Verteidiger nicht sichergestellt werden konnte, mit der Folge, dass eine angemessene Verteidigungsstrategie nicht vorbereitet werden konnte. Die Tatsache, dass die Zahl der Inhaftierten von den Behörden nicht offiziell mitgeteilt wurde, lässt erahnen, wie das kubanische Regime autoritär vorgehen will, um den Protest zu ersticken; inoffizielle Quellen sprechen von mehr als einem halben Tausend Festnahmen, denen einige Freilassungen folgten, Hausarrest während des Prozesses und eine nicht näher bezeichnete Zahl von Personen, die in den Haftanstalten verbleiben, für die der Prozess schneller erwartet wird. Die Garantien der Behörden zur Einhaltung der Verfahrensgarantien beruhigen weder die Festgenommenen und ihre Familien noch die internationale Öffentlichkeit, die durch diese Verfahren eine Wiederaufnahme der repressiven Tätigkeit des Regimes befürchtet. Aus praktischer Sicht erlauben die wenigen denkbaren Tage, die zwischen Festnahme und Verurteilung vergehen, keine angemessene Verteidigung, und dieser Umstand scheint ein funktionierendes Mittel zur Ausübung von Repression mit Anschein von Recht zu sein. Die kubanischen Justizbehörden haben mögliche Strafen von bis zu zwanzig Jahren Haft für Personen, die an Plünderungen und Gewalttaten beteiligt sind, angekündigt, aber es scheint einfach, auch in diesem Fall gewaltlose Demonstranten einzubeziehen, die ohnehin gegen die Regierungspolitik sind. Das Regime selbst befindet sich jedoch an einem entscheidenden Punkt: Die Androhung von Gerichtsverfahren dient der Beruhigung der Proteste, doch wenn die Drohungen umgesetzt werden, scheint eine Zunahme der Proteste auf den Straßen unausweichlich, die die Regierung nur mit repressiven Methoden bewältigen könnte , was internationale Empörung und eine mögliche Erhöhung der Sanktionen auslöst; umgekehrt könnte eine versöhnlichere Haltung dem Regime einen ehrenvollen Ausweg ermöglichen. Eine der Hauptursachen für die Festnahme waren diejenigen, die beim Filmen der Repressionen erwischt wurden: Dieses Element konzentriert sich auf die Zensur der kubanischen Regierung trotz des Machtwechsels nach der Castro-Dynastie. All diese Elemente haben zu einer größeren Aufmerksamkeit der USA beigetragen, wobei die Regierung Biden den Druck auf Kuba mit direkten Sanktionen gegen den Verteidigungsminister und die Sondereinheit, die sich bei der Unterdrückung der jüngsten Demonstrationen hervorgetan hat, verstärkt hat; Bidens Haltung ist jedoch keine Fortsetzung von Obamas Haltung, basierend auf dem Tauwetter zwischen den beiden Seiten, sondern hat eher Berührungspunkte mit dem, was Trump getan hatte, der die Reise- und Handelsbeschränkungen wieder eingeführt und vom jetzigen Mieter aufrecht erhalten hatte des Weißen Hauses. Es bleibt wahr, dass Biden eine Vermittlung zwischen seiner eigenen Partei finden muss, wo Mitglieder der kubanisch-amerikanischen Bewegungen noch härtere Sanktionen fordern, und der Linken der Partei, die abgeschwächte Sanktionen wünscht, um die Schwierigkeiten der Bevölkerung zu verringern. Der US-Präsident würde diesbezüglich mit seinen Mitarbeitern an Lösungen arbeiten, die die Folgen der Sanktionen gegen Kubaner abmildern können, wie etwa sicherzustellen, dass Überweisungen von Emigranten ihr Ziel erreichen können, was eine Beschlagnahme durch das Regime unmöglich macht. Eine weitere Maßnahme besteht darin, den freien Zugang zur Kommunikation durch eine zensurfreie Nutzung des Internets zu fördern. Die Reaktionen der kubanischen Regierung haben das Offensichtliche berührt mit dem Vorwurf, die USA hätten die Proteste organisiert, trotz einer sicherlich sehr kritischen wirtschaftlichen und sozialen Situation, die die Kubaner trotz der vielen damit geweckten Erwartungen zu sehr schwierigen Lebensbedingungen zwingt. Das muss das Ende der Castro-Dynastie gewesen sein.
La situation à Cuba est de plus en plus difficile, sur fond de répression et de nouvelles sanctions
Les manifestations qui ont eu lieu à Cuba le 11 juillet dernier ont provoqué une forte répression qui a abouti à une série de procès sommaires, sans garanties juridiques ; les accusés sont tous des manifestants qui ont été inculpés de délits de désordre public et d'incitation au crime, bien que la grande majorité des suspects ne soient pas coupables d'actes de violence. Les peines prononcées vont de dix à douze mois de prison et sont le résultat de procès où il a été impossible d'assurer le choix des défenseurs avec pour conséquence l'impossibilité de préparer une stratégie de défense adéquate. Le fait que le nombre de détenus n'ait pas été communiqué officiellement par les autorités donne une idée de la manière dont le régime cubain entend opérer de manière autoritaire dans le seul but d'étouffer la contestation ; des sources officieuses parlent de plus d'un demi-millier d'arrestations, qui ont été suivies de quelques libérations, d'assignations à résidence dans l'attente du procès et d'un nombre indéterminé de personnes qui restent dans les lieux de détention pour lesquels le procès est attendu plus rapidement. Les garanties des autorités sur le respect des garanties procédurales ne rassurent pas les personnes arrêtées et leurs familles ni même l'opinion publique internationale, qui redoute, à travers ces procédures, une reprise de l'activité répressive du régime. D'un point de vue pratique, les quelques jours imaginables qui s'écouleront entre l'arrestation et la condamnation ne permettent pas une défense adéquate et cette circonstance semble être un moyen fonctionnel d'exercer la répression avec un semblant de loi. Les autorités judiciaires cubaines ont annoncé des peines pouvant aller jusqu'à vingt ans d'emprisonnement pour les personnes impliquées dans des pillages et des actes de violence, mais il semble facile d'inclure des manifestants non violents, qui sont de toute façon contre la politique du gouvernement, également dans ce cas. Le régime lui-même est cependant à un point crucial : la menace de procès sert à calmer les protestations, mais si les menaces sont mises en œuvre, une augmentation de la protestation dans les rues semble inévitable, à laquelle le gouvernement ne pourrait faire face qu'avec des méthodes répressives. , déclenchant l'indignation internationale et l'augmentation possible des sanctions ; à l'inverse, une attitude plus conciliante pourrait permettre au régime une issue honorable. L'une des principales causes d'arrestation était celle des personnes surprises en train de filmer les répressions : cet élément se concentre sur l'habitude de censure du gouvernement cubain, malgré le changement de pouvoir qui a eu lieu après la dynastie Castro. Tous ces éléments ont contribué à une plus grande attention des États-Unis, l'administration Biden augmentant la pression sur Cuba avec des sanctions directes contre le ministre de la Défense et l'unité spéciale qui s'est distinguée dans la répression des récentes manifestations ; L'attitude de Biden, cependant, n'est pas une continuation de l'attitude d'Obama, basée sur le dégel entre les deux parties, mais a plutôt des points de contact avec ce qu'a fait Trump, qui avait rétabli les restrictions sur les voyages et le commerce et maintenues par le locataire actuel. de la Maison Blanche. Il reste vrai que Biden doit trouver une médiation entre son propre parti, où des membres des mouvements cubano-américains réclament des sanctions encore plus lourdes, et la gauche du parti qui souhaiterait des sanctions plus atténuées pour réduire les difficultés de la population. Le président américain, avec ses collaborateurs, à cet égard, travaillerait sur des solutions capables d'atténuer les retombées des sanctions sur les Cubains, comme par exemple garantir que les envois de fonds des émigrés puissent atteindre leur destination, rendant impossible la confiscation par le régime. Une autre mesure consiste à essayer d'encourager le libre accès aux communications par une utilisation d'Internet sans censure. Les réactions du gouvernement cubain ont touché l'évidence avec les accusations portées contre les États-Unis d'avoir organisé les manifestations, malgré une situation économique et sociale certainement très critique, qui contraint les Cubains à des conditions de vie très difficiles, malgré les nombreuses attentes générées par cela. ce qui devait être la fin de la dynastie castriste.
A situação em Cuba é cada vez mais difícil, em meio à repressão e novas sanções
Os protestos ocorridos em Cuba no último dia 11 de julho provocaram uma forte repressão que resultou em uma série de julgamentos sumários, sem garantias jurídicas; os acusados são todos manifestantes acusados de crimes de desordem pública e incitamento ao crime, apesar de a grande maioria dos suspeitos não ser culpada de atos violentos. As penas aplicadas variam de dez a doze meses de reclusão e resultam de julgamentos em que foi impossível assegurar a escolha dos defensores com a consequência da impossibilidade de elaborar uma estratégia de defesa adequada. O fato de o número de detidos não ter sido comunicado oficialmente pelas autoridades dá uma idéia de como o regime cubano pretende operar de forma autoritária com o único objetivo de reprimir o protesto; Fontes não oficiais falam de mais de meio milhar de detenções, a que se seguiram algumas libertações, prisão domiciliária pendente de julgamento e um número não especificado de pessoas que permanecem nos locais de detenção para os quais se espera o julgamento mais rapidamente. As garantias das autoridades sobre o cumprimento das garantias processuais não tranquilizam os presos e seus familiares ou mesmo a opinião pública internacional, que teme, através desses procedimentos, a retomada da atividade repressiva do regime. Do ponto de vista prático, os poucos dias imagináveis que transcorrerão entre a prisão e a sentença não permitem uma defesa adequada e esta circunstância parece ser um meio funcional de exercer a repressão com aparência de direito. As autoridades judiciárias cubanas anunciaram possíveis penas de até vinte anos de reclusão para os envolvidos em saques e atos violentos, mas parece fácil incluir manifestantes não violentos, que em todo caso são contra a política do governo, também neste caso. O próprio regime está, no entanto, em um ponto crucial: a ameaça de julgamentos serve para acalmar os protestos, mas se as ameaças forem implementadas, um aumento dos protestos nas ruas parece inevitável, que o governo não poderia enfrentar exceto com métodos repressivos , desencadeando a indignação internacional e o possível aumento das sanções; inversamente, uma atitude mais conciliatória poderia permitir ao regime uma saída honrosa. Uma das principais causas de prisão foi aquela envolvendo os flagrados filmando as repressões: este elemento se concentra no hábito de censura do governo cubano, apesar da mudança de poder ocorrida após a dinastia de Castro. Todos esses elementos contribuíram para uma maior atenção dos Estados Unidos, com o governo Biden intensificando a pressão sobre Cuba com sanções diretas contra o ministro da Defesa e a unidade especial que se destacou na repressão às manifestações recentes; A atitude de Biden, no entanto, não é uma continuação da atitude de Obama, baseada no degelo entre os dois lados, mas sim tem pontos de contato com o que Trump fez, que havia restabelecido as restrições a viagens e comércio e mantidas pelo atual inquilino da Casa Branca. É verdade que Biden deve encontrar uma mediação entre seu próprio partido, onde membros dos movimentos cubano-americanos pedem sanções ainda mais pesadas, e a esquerda do partido que deseja sanções mais atenuadas para reduzir as dificuldades da população. O presidente dos Estados Unidos, com sua assessoria, nesse sentido, estaria trabalhando em soluções capazes de amenizar as repercussões das sanções aos cubanos, como garantir que as remessas dos emigrantes cheguem ao destino, impossibilitando o confisco do regime. Outra medida é tentar estimular o livre acesso às comunicações por meio do uso da internet sem censura. As reações do governo cubano tocaram o óbvio com as acusações de que os Estados Unidos têm organizado os protestos, apesar de uma situação econômica e social certamente muito crítica, que obriga os cubanos a condições de vida muito difíceis, apesar das muitas expectativas geradas por isso. que deve ter sido o fim da dinastia de Castro.