Una delle conseguenze della guerra di Gaza è la sospensione degli accordi di Abramo, tuttavia, l’Arabia Saudita ha solo sospeso l’avvicinamento ad Israele restando in attesa di un momento più propizio. Degli altri stati arabi che hanno già firmato rapporti con Israele, non ve ne è stato alcuno che ha solo minacciato di interrompergli, sono solo arrivate delle critiche a Tel Aviv per la risposta esagerata all’azione di Hamas del sette ottobre scorso, assieme alla richiesta di un cessate il fuoco, soprattutto per ragioni umanitarie. Si tratta di una situazione nettamente favorevole a Tel Aviv, che non può che rilevare il sostanziale silenzio del mondo sunnita. Questo scenario, in verità già in corso da tempo, può essere favorevole ad Israele solo nel corto periodo, ma nel medio e nel lungo favorisce la radicalizzazione dei palestinesi ed il protagonismo degli sciti, con l’Iran come capofila, seguito da Yemen ed Hezbollah. In special modo Teheran assurge, come unico rappresentante dei musulmani, a difensore dei palestinesi. Netanyahu ha di fatto ottenuto quanto voleva: una radicalizzazione, con la marginalizzazione dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina, organizzazione laica e più moderata, dei palestinesi può evitare la discussione sui due stati ed il protagonismo di Teheran obbliga gli statunitensi ad una nuova collaborazione con il governo nazionalista israeliano; infatti il ritiro americano dalla regione medio orientale è stato ripensato obbligando Washington a schierare una grande quantità di mezzi armati, soprattutto in mare, per proteggere l’avanzata dell’esercito israeliano ed anche per proteggere le basi americane del Golfo Persico da possibili attacchi iraniani. L’evidente volontà di dissuasione da parte di potenziali pericoli di Teheran, ma non solo, ha determinato lo schieramento di diversi missili capaci di raggiungere il territorio iraniano; questo implica che nelle trattative con il regime degli Ayatollah non potranno registrarsi progressi, sul tema del nucleare e neppure sull’allentamento delle sanzioni. L’Iran, pur avendo affermato pubblicamente di non avere alcun interesse ad ingaggiare un conflitto con USA ed Israele, non potrà che continuare a percorrere la propria strategia di destabilizzazione dell’area, per affermare i suoi obiettivi di controllo sulla Siria, insieme alla Russia ed a parte del Libano, territori essenziali per continuare a mettere sotto pressione Tel Aviv. Washington dovrà però considerare le responsabilità israeliane per avere dovuto rinunciare ad una progressiva riduzione della sua attività diplomatica nella regione medio orientale a favore di una maggiore concentrazione nella questione ucraina. Occorre specificare che diverse amministrazioni della Casa Bianca sono, per lo meno, in concorso di colpa con Tel Aviv, per non essersi impegnate sulla definizione del progetto dei due stati e non avere combattuto l’azione dei governi della destra nazionalista israeliana, che ha operato nei confronti dei Palestinesi una politica di occupazione e prevaricazione in spregio di ogni diritto civile ed internazionale. Soltanto Washington poteva fare la pressione adeguata su Israele, ma così non è stato e la soluzione dei due stati, che poteva scongiurare la situazione attuale, non è stata realizzata, anche grazie alla falsa disponibilità di Netanyahu e della sua politica spregiudicata. Ma ancora una volta la strategia si è rivelata miope ed a livello internazionale ha provocato una ondata antisionista ed anche antisemita, che ha messo in difficoltà gli ebrei in diversi paesi del mondo. In questo momento la questione dei due stati non appare percorribile per l’ostilità israeliana, eppure sarebbe ancora l’antidoto più valido al costante pericolo la questione israelopalestinese provoca negli equilibri mondiali. Prevedere una possibilità di controllo della striscia di Gaza da parte dell’esercito di Tel Aviv implica sviluppi altamente pericolosi, che, una volta avviati, potrebbero diventare inarrestabili e trascinare il mondo in un conflitto totale. Si è già visto che attori come la Russia stanno approfittando del cambio di rilevanza internazionale per distogliere l’attenzione dalla questione ucraina ed, allo stesso modo, la Cina potrebbe decidere di cambiare atteggiamento con Taiwan e passare all’azione, così come i gruppi terroristi che stanno operando in Africa potrebbero alzare il livello dello scontro. Senza la questione di Gaza questi fenomeni sarebbero maggiormente gestibili e perfino il rapporto con Teheran sarebbe migliore. Ecco perché la necessità di arrivare alla pace nel minor tempo possibile implica una responsabilità che Tel Aviv non può rifiutare, pena un brutto destino, soprattutto nel medio periodo.
Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
giovedì 9 novembre 2023
The political scene after the invasion of Gaza and Israeli responsibility
One of the consequences of the Gaza war is the suspension of the Abraham Accords, however, Saudi Arabia has only suspended its approach to Israel, waiting for a more favorable moment. Of the other Arab states that have already signed relations with Israel, there has not been any that has merely threatened to interrupt them, only criticism has arrived in Tel Aviv for the exaggerated response to the Hamas action of last October 7th, together with the request of a ceasefire, especially for humanitarian reasons. This is a situation clearly favorable to Tel Aviv, which cannot but highlight the substantial silence of the Sunni world. This scenario, which has actually been underway for some time, may only be favorable to Israel in the short term, but in the medium and long term it favors the radicalization of the Palestinians and the protagonism of the Shiites, with Iran as the leader, followed by Yemen and Hezbollah . In particular, Tehran becomes the defender of the Palestinians as the sole representative of Muslims. Netanyahu has in fact achieved what he wanted: a radicalisation, with the marginalization of the Palestine Liberation Organisation, a secular and more moderate organisation, of the Palestinians can avoid the discussion on the two states and Tehran's protagonism forces the Americans into a new collaboration with the Israeli nationalist government; in fact, the American withdrawal from the Middle Eastern region has been rethought, forcing Washington to deploy a large quantity of armed vehicles, especially at sea, to protect the advance of the Israeli army and also to protect the American bases in the Persian Gulf from possible Iranian attacks. The evident desire to deter potential dangers from Tehran, but not only, has led to the deployment of several missiles capable of reaching Iranian territory; this implies that no progress will be made in the negotiations with the Ayatollah regime, on the nuclear issue or even on the easing of sanctions. Iran, despite having publicly stated that it has no interest in engaging in a conflict with the USA and Israel, will only be able to continue pursuing its strategy of destabilizing the area, to assert its objectives of control over Syria, together with Russia and part of Lebanon, territories essential to continue to put pressure on Tel Aviv. Washington will, however, have to consider Israel's responsibilities for having had to give up a progressive reduction of its diplomatic activity in the Middle Eastern region in favor of a greater concentration on the Ukrainian question. It should be specified that various administrations of the White House are, at the very least, guilty of complicity with Tel Aviv, for not having committed themselves to the definition of the two-state project and not having fought the action of the governments of the Israeli nationalist right, which operated towards the Palestinians a policy of occupation and abuse in contempt of all civil and international rights. Only Washington could put adequate pressure on Israel, but this was not the case and the two-state solution, which could have avoided the current situation, was not achieved, also thanks to Netanyahu's false availability and his unscrupulous policies. But once again the strategy proved to be short-sighted and at an international level it provoked an anti-Zionist and even anti-Semitic wave, which put Jews in difficulty in various countries around the world. At this moment the question of the two states does not appear viable due to Israeli hostility, yet it would still be the most valid antidote to the constant danger the Israeli-Palestinian issue causes in world balances. Envisioning the possibility of control of the Gaza Strip by the Tel Aviv army implies highly dangerous developments, which, once underway, could become unstoppable and drag the world into total conflict. We have already seen that actors such as Russia are taking advantage of the change in international relevance to divert attention from the Ukrainian issue and, similarly, China could decide to change its attitude with Taiwan and take action, as could terrorist groups who are operating in Africa could raise the level of conflict. Without the Gaza issue these phenomena would be more manageable and even the relationship with Tehran would be better. This is why the need to achieve peace in the shortest possible time implies a responsibility that Tel Aviv cannot refuse, under penalty of a bad fate, especially in the medium term.
El escenario político tras la invasión de Gaza y la responsabilidad israelí
Una de las consecuencias de la guerra de Gaza es la suspensión de los Acuerdos de Abraham, sin embargo, Arabia Saudita sólo ha suspendido su acercamiento a Israel a la espera de un momento más favorable. Del resto de Estados árabes que ya han firmado relaciones con Israel, no ha habido ninguno que se haya limitado a amenazar con interrumpirlas, sólo han llegado críticas a Tel Aviv por la respuesta exagerada a la acción de Hamás del pasado 7 de octubre, junto con la petición de un alto el fuego, especialmente por razones humanitarias. Se trata de una situación claramente favorable a Tel Aviv, que no puede dejar de poner de relieve el silencio sustancial del mundo sunita. Este escenario, que de hecho ya lleva tiempo en marcha, puede que sólo sea favorable a Israel a corto plazo, pero a medio y largo plazo favorece la radicalización de los palestinos y el protagonismo de los chiítas, con Irán a la cabeza. seguido por Yemen y Hezbolá. En particular, Teherán se convierte en defensor de los palestinos como único representante de los musulmanes. De hecho, Netanyahu ha conseguido lo que quería: una radicalización de los palestinos, con la marginación de la Organización para la Liberación de Palestina, una organización laica y más moderada, puede evitar el debate sobre los dos Estados y el protagonismo de Teherán obliga a los estadounidenses a una nueva colaboración con el gobierno nacionalista israelí; de hecho, se ha replanteado la retirada estadounidense de la región de Oriente Medio, lo que ha obligado a Washington a desplegar una gran cantidad de vehículos armados, especialmente en el mar, para proteger el avance del ejército israelí y también para proteger las bases americanas en el Golfo Pérsico. posibles ataques iraníes. El deseo evidente de disuadir los peligros potenciales procedentes de Teherán, pero no sólo, ha llevado al despliegue de varios misiles capaces de alcanzar territorio iraní; Esto implica que no se lograrán avances en las negociaciones con el régimen de los ayatolás, ni en la cuestión nuclear ni siquiera en la flexibilización de las sanciones. Irán, a pesar de haber declarado públicamente que no tiene ningún interés en entablar un conflicto con Estados Unidos e Israel, sólo podrá continuar con su estrategia de desestabilización de la zona, para hacer valer sus objetivos de control sobre Siria, junto con Rusia y parte del Líbano, territorios imprescindibles para seguir presionando a Tel Aviv. Washington tendrá, sin embargo, que considerar las responsabilidades de Israel por haber tenido que renunciar a una reducción progresiva de su actividad diplomática en la región de Oriente Medio en favor de una mayor concentración en la cuestión ucraniana. Cabe precisar que varias administraciones de la Casa Blanca son, como mínimo, culpables de complicidad con Tel Aviv, por no haberse comprometido con la definición del proyecto de dos Estados y no haber combatido la acción de los gobiernos de los Estados Unidos. La derecha nacionalista israelí, que aplica hacia los palestinos una política de ocupación y abuso en desprecio de todos los derechos civiles e internacionales. Sólo Washington podía ejercer una presión adecuada sobre Israel, pero no fue así y la solución de dos Estados, que podría haber evitado la situación actual, no se logró, también gracias a la falsa disponibilidad de Netanyahu y su política sin escrúpulos. Pero una vez más la estrategia resultó ser miope y a nivel internacional provocó una ola antisionista e incluso antisemita, que puso en dificultades a los judíos en varios países del mundo. En este momento la cuestión de los dos Estados no parece viable debido a la hostilidad israelí, pero seguiría siendo el antídoto más válido contra el peligro constante que la cuestión palestino-israelí provoca en los equilibrios mundiales. Imaginar la posibilidad de que el ejército de Tel Aviv controle la Franja de Gaza implica acontecimientos altamente peligrosos que, una vez en marcha, podrían volverse imparables y arrastrar al mundo a un conflicto total. Ya hemos visto que actores como Rusia están aprovechando el cambio de relevancia internacional para desviar la atención de la cuestión ucraniana y, de la misma manera, China podría decidir cambiar su actitud con Taiwán y tomar medidas, al igual que grupos terroristas que están operando en África podría elevar el nivel del conflicto. Sin la cuestión de Gaza estos fenómenos serían más manejables e incluso la relación con Teherán sería mejor. Por eso la necesidad de alcanzar la paz en el menor tiempo posible implica una responsabilidad que Tel Aviv no puede rechazar, so pena de sufrir una mala suerte, especialmente a medio plazo.
Die politische Szene nach der Invasion in Gaza und die israelische Verantwortung
Eine der Folgen des Gaza-Krieges ist die Aussetzung des Abraham-Abkommens. Allerdings hat Saudi-Arabien lediglich seine Annäherung an Israel ausgesetzt und auf einen günstigeren Zeitpunkt gewartet. Von den anderen arabischen Staaten, die bereits Beziehungen zu Israel unterzeichnet haben, gab es keinen einzigen, der lediglich damit gedroht hätte, diese zu unterbrechen. In Tel Aviv ist lediglich Kritik wegen der überzogenen Reaktion auf die Hamas-Aktion vom vergangenen 7. Oktober zusammen mit der Anfrage eingetroffen eines Waffenstillstands, insbesondere aus humanitären Gründen. Dies ist eine eindeutig günstige Situation für Tel Aviv, die das weitgehende Schweigen der sunnitischen Welt deutlich macht. Dieses Szenario, das tatsächlich schon seit einiger Zeit im Gange ist, mag zwar kurzfristig nur günstig für Israel sein, doch mittel- und langfristig begünstigt es die Radikalisierung der Palästinenser und den Protagonismus der Schiiten, mit dem Iran als Anführer. gefolgt von Jemen und der Hisbollah. Insbesondere wird Teheran als einziger Vertreter der Muslime zum Verteidiger der Palästinenser. Netanjahu hat tatsächlich erreicht, was er wollte: Eine Radikalisierung der Palästinenser durch die Marginalisierung der Palästinensischen Befreiungsorganisation, einer säkularen und gemäßigteren Organisation, kann die Diskussion um die beiden Staaten verhindern und die Protagonisten Teherans zwingen die Amerikaner zu einer neuen Zusammenarbeit mit ihnen die israelische nationalistische Regierung; Tatsächlich wurde der amerikanische Rückzug aus der Region des Nahen Ostens neu überdacht, was Washington dazu zwingt, eine große Menge bewaffneter Fahrzeuge, insbesondere auf See, einzusetzen, um den Vormarsch der israelischen Armee und auch die amerikanischen Stützpunkte im Persischen Golf davor zu schützen Mögliche iranische Angriffe. Der offensichtliche Wunsch, potenzielle Gefahren von Teheran abzuschrecken, aber nicht nur, hat zur Stationierung mehrerer Raketen geführt, die iranisches Territorium erreichen können; Dies bedeutet, dass es weder bei den Verhandlungen mit dem Ayatollah-Regime noch bei der Atomfrage noch bei der Lockerung der Sanktionen zu Fortschritten kommen wird. Obwohl der Iran öffentlich erklärt hat, dass er kein Interesse an einem Konflikt mit den USA und Israel hat, wird er nur gemeinsam mit Russland und einem Teil davon seine Strategie der Destabilisierung der Region weiter verfolgen und seine Ziele der Kontrolle über Syrien durchsetzen können des Libanon, Gebiete, die unerlässlich sind, um weiterhin Druck auf Tel Aviv auszuüben. Washington muss sich jedoch mit der Verantwortung Israels auseinandersetzen, dass es auf eine schrittweise Reduzierung seiner diplomatischen Aktivitäten im Nahen Osten zugunsten einer stärkeren Konzentration auf die Ukraine-Frage verzichten musste. Es sollte klargestellt werden, dass sich verschiedene Verwaltungen des Weißen Hauses zumindest der Komplizenschaft mit Tel Aviv schuldig gemacht haben, weil sie sich nicht auf die Definition des Zwei-Staaten-Projekts festgelegt und das Vorgehen der Regierungen des Weißen Hauses nicht bekämpft haben Israelische nationalistische Rechte, die gegenüber den Palästinensern eine Besatzungs- und Missbrauchspolitik unter Missachtung aller bürgerlichen und internationalen Rechte betrieb. Nur Washington konnte angemessenen Druck auf Israel ausüben, aber das war nicht der Fall und die Zwei-Staaten-Lösung, die die aktuelle Situation hätte verhindern können, wurde nicht erreicht, auch dank der falschen Verfügbarkeit von Netanyahu und seiner skrupellosen Politik. Doch erneut erwies sich die Strategie als kurzsichtig und löste auf internationaler Ebene eine antizionistische und sogar antisemitische Welle aus, die Juden in verschiedenen Ländern der Welt in Schwierigkeiten brachte. Zum jetzigen Zeitpunkt scheint die Frage der beiden Staaten aufgrund der israelischen Feindseligkeit nicht realisierbar zu sein, dennoch wäre sie immer noch das wirksamste Gegenmittel gegen die ständige Gefahr, die die israelisch-palästinensische Frage für das Weltgleichgewicht mit sich bringt. Die Vorstellung einer möglichen Kontrolle des Gazastreifens durch die Armee von Tel Aviv impliziert äußerst gefährliche Entwicklungen, die, wenn sie erst einmal in Gang gekommen sind, unaufhaltbar werden und die Welt in einen totalen Konflikt stürzen könnten. Wir haben bereits gesehen, dass Akteure wie Russland den Wandel der internationalen Relevanz ausnutzen, um die Aufmerksamkeit von der Ukraine-Frage abzulenken, und in ähnlicher Weise könnte China beschließen, seine Haltung gegenüber Taiwan zu ändern und Maßnahmen zu ergreifen, ebenso wie terroristische Gruppen, die dort operieren Afrika könnte das Konfliktniveau verschärfen. Ohne die Gaza-Frage wären diese Phänomene besser beherrschbar und sogar das Verhältnis zu Teheran wäre besser. Aus diesem Grund bedeutet die Notwendigkeit, in kürzester Zeit Frieden zu erreichen, eine Verantwortung, der sich Tel Aviv unter Androhung eines schlimmen Schicksals, insbesondere mittelfristig, nicht entziehen kann.
La scène politique après l’invasion de Gaza et la responsabilité israélienne
L'une des conséquences de la guerre à Gaza est la suspension des accords d'Abraham, mais l'Arabie saoudite a seulement suspendu ses relations avec Israël, dans l'attente d'un moment plus favorable. Parmi les autres États arabes qui ont déjà signé des relations avec Israël, aucun n'a simplement menacé de les interrompre, seules les critiques sont arrivées à Tel-Aviv pour la réponse exagérée à l'action du Hamas du 7 octobre dernier, ainsi que pour la demande d'un cessez-le-feu, notamment pour des raisons humanitaires. Une situation clairement favorable à Tel-Aviv, qui ne peut que souligner le silence substantiel du monde sunnite. Ce scénario, qui se déroule effectivement depuis un certain temps, n'est peut-être qu'à court terme favorable à Israël, mais à moyen et long terme il favorise la radicalisation des Palestiniens et le protagonisme des chiites, avec l'Iran en tête, suivi du Yémen et du Hezbollah. Téhéran devient notamment le défenseur des Palestiniens en tant que seul représentant des musulmans. Netanyahu a en effet obtenu ce qu'il souhaitait : une radicalisation, avec la marginalisation de l'OLP, une organisation laïque et plus modérée, des Palestiniens peut éviter le débat sur les deux États et le rôle proéminent de Téhéran force les Américains à une nouvelle collaboration avec le gouvernement nationaliste israélien ; en effet, le retrait américain de la région du Moyen-Orient a été repensé, obligeant Washington à déployer une grande quantité de véhicules armés, notamment en mer, pour protéger l'avancée de l'armée israélienne et aussi pour protéger les bases américaines dans le golfe Persique des d'éventuelles attaques iraniennes. La volonté évidente de dissuader les dangers potentiels venant de Téhéran, mais pas seulement, a conduit au déploiement de plusieurs missiles capables d'atteindre le territoire iranien ; cela implique qu'aucun progrès ne sera réalisé dans les négociations avec le régime des Ayatollahs, sur la question nucléaire ou encore sur l'assouplissement des sanctions. L'Iran, bien qu'ayant déclaré publiquement qu'il n'avait aucun intérêt à s'engager dans un conflit avec les États-Unis et Israël, ne pourra que poursuivre sa stratégie de déstabilisation de la région, affirmer ses objectifs de contrôle de la Syrie, aux côtés de la Russie et d'une partie de la région. du Liban, territoires essentiels pour continuer à faire pression sur Tel-Aviv. Washington devra cependant considérer les responsabilités d'Israël pour avoir dû renoncer à une réduction progressive de son activité diplomatique dans la région du Moyen-Orient au profit d'une plus grande concentration sur la question ukrainienne. Il convient de préciser que diverses administrations de la Maison Blanche sont, à tout le moins, coupables de complicité avec Tel-Aviv, pour ne pas s'être engagées dans la définition du projet à deux États et pour ne pas avoir combattu l'action des gouvernements des États-Unis. Droite nationaliste israélienne, qui a mené à l'égard des Palestiniens une politique d'occupation et d'abus au mépris de tous les droits civils et internationaux. Seul Washington pouvait exercer une pression adéquate sur Israël, mais cela n’a pas été le cas et la solution à deux États, qui aurait pu éviter la situation actuelle, n’a pas été réalisée, notamment grâce à la fausse disponibilité de Netanyahu et à sa politique sans scrupules. Mais une fois de plus, la stratégie s’est révélée à courte vue et a provoqué au niveau international une vague antisioniste, voire antisémite, qui a mis les Juifs en difficulté dans divers pays du monde. À l’heure actuelle, la question des deux États ne semble pas viable en raison de l’hostilité israélienne, mais elle resterait l’antidote le plus valable au danger constant que la question israélo-palestinienne fait peser sur les équilibres mondiaux. Envisager la possibilité d’un contrôle de la bande de Gaza par l’armée de Tel Aviv implique des développements extrêmement dangereux qui, une fois en cours, pourraient devenir imparables et entraîner le monde dans un conflit total. Nous avons déjà vu que des acteurs comme la Russie profitent du changement d'importance internationale pour détourner l'attention de la question ukrainienne et, de la même manière, la Chine pourrait décider de changer d'attitude envers Taiwan et d'agir, tout comme les groupes terroristes qui opèrent à Taiwan. L’Afrique pourrait élever le niveau du conflit. Sans la question de Gaza, ces phénomènes seraient plus faciles à gérer et même les relations avec Téhéran seraient meilleures. C’est pourquoi la nécessité de parvenir à la paix dans les plus brefs délais implique une responsabilité que Tel-Aviv ne peut refuser, sous peine d’un mauvais sort, surtout à moyen terme.
O cenário político após a invasão de Gaza e a responsabilidade israelense
Uma das consequências da guerra de Gaza é a suspensão dos Acordos de Abraham, no entanto, a Arábia Saudita apenas suspendeu a sua abordagem a Israel, à espera de um momento mais favorável. Dos outros estados árabes que já assinaram relações com Israel, nenhum se limitou a ameaçar interrompê-las, apenas chegaram críticas a Tel Aviv pela resposta exagerada à acção do Hamas no passado dia 7 de Outubro, juntamente com o pedido de um cessar-fogo, especialmente por razões humanitárias. Esta é uma situação claramente favorável a Tel Aviv, que não pode deixar de sublinhar o silêncio substancial do mundo sunita. Este cenário, que já está em curso há algum tempo, pode apenas ser favorável a Israel no curto prazo, mas no médio e longo prazo favorece a radicalização dos palestinos e o protagonismo dos xiitas, com o Irão como líder, seguido pelo Iêmen e pelo Hezbollah. Em particular, Teerão torna-se o defensor dos palestinos como único representante dos muçulmanos. Netanyahu conseguiu de facto o que pretendia: uma radicalização, com a marginalização da Organização para a Libertação da Palestina, uma organização secular e mais moderada, dos palestinianos pode evitar a discussão sobre os dois estados e o protagonismo de Teerão obriga os americanos a uma nova colaboração com o governo nacionalista israelense; na verdade, a retirada americana da região do Médio Oriente foi repensada, obrigando Washington a mobilizar uma grande quantidade de veículos armados, especialmente no mar, para proteger o avanço do exército israelita e também para proteger as bases americanas no Golfo Pérsico de possíveis ataques iranianos. O desejo evidente de dissuadir potenciais perigos de Teerão, mas não só, levou à implantação de vários mísseis capazes de atingir o território iraniano; isto implica que não serão feitos quaisquer progressos nas negociações com o regime do Aiatolá, sobre a questão nuclear ou mesmo sobre a flexibilização das sanções. O Irão, apesar de ter declarado publicamente que não tem interesse em entrar num conflito com os EUA e Israel, só poderá continuar a prosseguir a sua estratégia de desestabilização da região, de afirmar os seus objectivos de controlo sobre a Síria, juntamente com a Rússia e parte do Líbano, territórios essenciais para continuar a pressionar Tel Aviv. Washington terá, no entanto, de considerar as responsabilidades de Israel por ter tido que abdicar de uma redução progressiva da sua actividade diplomática na região do Médio Oriente em favor de uma maior concentração na questão ucraniana. Deve ser especificado que várias administrações da Casa Branca são, no mínimo, culpadas de cumplicidade com Tel Aviv, por não se terem comprometido com a definição do projecto de dois Estados e por não terem combatido a acção dos governos do Direita nacionalista israelita, que operou em relação aos palestinianos uma política de ocupação e abuso em desprezo por todos os direitos civis e internacionais. Só Washington poderia exercer pressão adequada sobre Israel, mas não foi esse o caso e a solução de dois Estados, que poderia ter evitado a situação actual, não foi alcançada, também graças à falsa disponibilidade de Netanyahu e à sua política inescrupulosa. Mas mais uma vez a estratégia revelou-se míope e a nível internacional provocou uma onda anti-sionista e até anti-semita, que colocou os judeus em dificuldades em vários países do mundo. Neste momento a questão dos dois Estados não parece viável devido à hostilidade israelita, mas ainda assim seria o antídoto mais válido para o perigo constante que a questão israelo-palestiniana causa nos equilíbrios mundiais. Prever a possibilidade de controlo da Faixa de Gaza pelo exército de Tel Aviv implica desenvolvimentos altamente perigosos, que, uma vez em curso, poderão tornar-se imparáveis e arrastar o mundo para um conflito total. Já vimos que actores como a Rússia estão a aproveitar a mudança na relevância internacional para desviar a atenção da questão ucraniana e, da mesma forma, a China poderia decidir mudar a sua atitude em relação a Taiwan e tomar medidas, tal como poderiam grupos terroristas que operam em Taiwan. África poderia aumentar o nível do conflito. Sem a questão de Gaza estes fenómenos seriam mais administráveis e até a relação com Teerão seria melhor. É por isso que a necessidade de alcançar a paz no mais curto espaço de tempo possível implica uma responsabilidade que Tel Aviv não pode recusar, sob pena de um mau destino, especialmente a médio prazo.
Политическая сцена после вторжения в Газу и ответственность Израиля
Одним из последствий войны в Газе является приостановка действия Авраамовских соглашений, однако Саудовская Аравия лишь приостановила свое сближение с Израилем, выжидая более благоприятного момента. Из других арабских государств, которые уже подписали отношения с Израилем, не было ни одного, которое просто угрожало бы их прервать, в Тель-Авив поступила только критика за преувеличенную реакцию на акцию Хамаса 7 октября прошлого года вместе с просьбой прекращения огня, особенно по гуманитарным причинам. Эта ситуация явно выгодна Тель-Авиву, что не может не подчеркнуть существенное молчание суннитского мира. Этот сценарий, который фактически реализуется уже некоторое время, может быть выгоден Израилю только в краткосрочной перспективе, но в среднесрочной и долгосрочной перспективе он благоприятствует радикализации палестинцев и протагонизму шиитов с Ираном в качестве лидера. за ним следуют Йемен и Хезболла. В частности, Тегеран становится защитником палестинцев как единственный представитель мусульман. Нетаньяху фактически добился того, чего хотел: радикализация с маргинализацией Организации освобождения Палестины, светской и более умеренной организации, палестинцев может избежать дискуссии по поводу двух государств, а протагонизм Тегерана вынуждает американцев вступить в новое сотрудничество с израильское националистическое правительство; Фактически, вывод американских войск из ближневосточного региона был переосмыслен, что вынудило Вашингтон развернуть большое количество вооруженной техники, особенно на море, для защиты продвижения израильской армии, а также для защиты американских баз в Персидском заливе от возможные атаки Ирана. Очевидное желание сдержать потенциальную опасность со стороны Тегерана, но не только, привело к размещению нескольких ракет, способных достичь иранской территории; это означает, что никакого прогресса не будет достигнуто в переговорах с режимом аятоллы по ядерной проблеме или даже по смягчению санкций. Иран, несмотря на публичное заявление о том, что он не заинтересован в конфликте с США и Израилем, сможет лишь продолжать реализацию своей стратегии дестабилизации региона, отстаивать свои цели по контролю над Сирией совместно с Россией и частично Ливана, территории, необходимые для продолжения давления на Тель-Авив. Вашингтону, однако, придется задуматься об ответственности Израиля за то, что ему пришлось отказаться от постепенного сокращения своей дипломатической активности в ближневосточном регионе в пользу большей концентрации на украинском вопросе. Следует уточнить, что различные администрации Белого дома виновны, как минимум, в пособничестве Тель-Авиву, в том, что они не взяли на себя обязательства по определению проекта двух государств и не боролись с действиями правительств Тель-Авива. Израильские националистические правые, которые проводили по отношению к палестинцам политику оккупации и злоупотреблений, игнорируя все гражданские и международные права. Только Вашингтон мог оказать адекватное давление на Израиль, но это было не так, и решение о двух государствах, которое могло бы избежать нынешней ситуации, не было достигнуто, в том числе из-за ложной доступности Нетаньяху и его недобросовестной политики. Но в очередной раз эта стратегия оказалась недальновидной и на международном уровне спровоцировала антисионистскую и даже антисемитскую волну, которая поставила евреев в затруднительное положение в различных странах мира. В настоящий момент вопрос о двух государствах не кажется жизнеспособным из-за враждебности Израиля, однако он по-прежнему будет самым действенным противоядием от постоянной опасности, которую израильско-палестинский вопрос создает в мировом балансе. Предвидение возможности контроля над сектором Газа армией Тель-Авива предполагает крайне опасное развитие событий, которое, если оно начнется, может стать неудержимым и втянуть мир в тотальный конфликт. Мы уже видели, что такие игроки, как Россия, пользуются изменением международной значимости, чтобы отвлечь внимание от украинского вопроса, и, аналогичным образом, Китай может решить изменить свое отношение к Тайваню и принять меры, как могли бы террористические группы, действующие в Африка может повысить уровень конфликта. Без проблемы Газы эти явления были бы более управляемыми, и даже отношения с Тегераном были бы лучше. Именно поэтому необходимость достижения мира в кратчайшие сроки предполагает ответственность, от которой Тель-Авив не может отказаться под страхом плохой судьбы, особенно в среднесрочной перспективе.
入侵加薩後的政治局勢和以色列的責任
加薩戰爭的後果之一就是《亞伯拉罕協議》的暫停,而沙烏地阿拉伯只是暫停了與以色列的接觸,等待更有利的時機。 在其他已經與以色列簽署關係的阿拉伯國家中,沒有任何一個國家僅僅威脅要中斷它們,只有特拉維夫對去年10月7日哈馬斯行動的誇大反應以及要求提出了批評。停火,特別是出於人道主義原因。 這種情況顯然對特拉維夫有利,這不能不凸顯遜尼派世界的實質沉默。 這種情況實際上已經發生了一段時間,短期內可能只對以色列有利,但從中長期來看,有利於巴勒斯坦人的激進化和以伊朗為首的什葉派主角,其次是也門和真主黨。 特別是,德黑蘭成為巴勒斯坦人作為穆斯林唯一代表的捍衛者。 內塔尼亞胡事實上已經達到了他想要的目的:巴勒斯坦人的激進化,以及巴勒斯坦解放組織(一個世俗且更溫和的組織)的邊緣化,可以避免關於兩國的討論,而德黑蘭的主角迫使美國與美國建立新的合作。以色列民族主義政府; 事實上,美國從中東地區的撤軍已經重新考慮,迫使華盛頓部署大量武裝車輛,特別是在海上,以保護以色列軍隊的前進,同時也保護美國在波斯灣的基地免受襲擊。伊朗可能發動攻擊。 出於遏制德黑蘭潛在危險的明顯願望,但不僅如此,伊朗還部署了多枚能夠到達伊朗領土的飛彈; 這意味著與阿亞圖拉政權的談判、核問題甚至放鬆制裁都不會取得任何進展。 儘管伊朗公開表示無意與美國和以色列發生衝突,但它只能繼續推行其破壞該地區穩定的戰略,以與俄羅斯和部分國家一起維護其控制敘利亞的目標。黎巴嫩領土對於繼續向特拉維夫施加壓力至關重要。 然而,華盛頓將不得不考慮以色列的責任,因為以色列不得不放棄逐步減少在中東地區的外交活動,轉而更加關注烏克蘭問題。 應該指出的是,白宮的各個政府至少都犯有與特拉維夫共謀的罪行,因為他們沒有致力於兩國項目的定義,也沒有與特拉維夫政府的行動進行鬥爭。以色列民族主義右翼對巴勒斯坦人實行佔領和虐待政策,蔑視所有公民權利和國際權利。 只有華盛頓才能對以色列施加足夠的壓力,但事實並非如此,本可以避免當前局勢的兩國解決方案未能實現,這也歸功於內塔尼亞胡的虛假可用及其不擇手段的政策。 但這策略再次被證明是短視的,在國際上激起了反猶太復國主義甚至反猶太主義浪潮,使世界各國的猶太人陷入困境。 目前,由於以色列的敵意,兩國問題似乎不可行,但這仍然是解決以色列-巴勒斯坦問題對世界平衡造成的持續威脅的最有效的解藥。 設想特拉維夫軍隊控制加薩走廊的可能性意味著高度危險的發展,一旦發生,可能會變得勢不可擋,並將世界拖入全面衝突。 我們已經看到,俄羅斯等行為體正在利用國際影響力的變化來轉移人們對烏克蘭問題的注意力,同樣,中國可能會決定改變對台灣的態度並採取行動,在台灣活動的恐怖組織也可能會採取行動。非洲可能會加劇衝突的程度。 如果沒有加薩問題,這些現象會更容易控制,甚至與德黑蘭的關係也會更好。 這就是為什麼需要在盡可能短的時間內實現和平意味著特拉維夫無法拒絕的責任,尤其是在中期,否則會受到厄運的懲罰。
ガザ侵攻後の政治情勢とイスラエルの責任
ガザ戦争の帰結の一つはアブラハム合意の停止であるが、サウジアラビアはイスラエルへの接近を停止し、より有利な時期を待っているだけである。 すでにイスラエルと関係を結んだ他のアラブ諸国のうち、単に関係を中断すると脅しただけの国はなく、テルアビブに届いたのは、昨年10月7日のハマスの行動に対する誇張された反応とその要請だけである。特に人道的理由による停戦。 これはテルアビブにとって明らかに有利な状況であり、スンニ派世界の実質的な沈黙を強調せざるを得ません。 実際にしばらくの間進行しているこのシナリオは、短期的にはイスラエルに有利なだけかもしれないが、中長期的にはイランを指導者とするパレスチナ人の急進化とシーア派の中心主義に有利となる。続いてイエメンとヒズボラ。 特にテヘランはイスラム教徒の唯一の代表としてパレスチナ人の擁護者となる。 ネタニヤフ首相は実際、彼の望んでいたものを達成した。世俗的でより穏健な組織であるパレスチナ解放機構の周縁化によるパレスチナ人の急進化は、両国に関する議論を回避することができ、テヘランの主導的姿勢によりアメリカ人はアメリカとの新たな協力を強いられる。イスラエル民族主義政府。 実際、中東地域からのアメリカの撤退は再検討されており、ワシントンはイスラエル軍の進軍を守るため、またペルシャ湾のアメリカ軍基地を攻撃から守るために、特に海上に大量の武装車両を配備することを余儀なくされている。イランによる攻撃の可能性。 テヘランからの潜在的な危険を阻止したいという明らかな願望は、それだけではなく、イラン領土に到達可能な数発のミサイルの配備につながった。 これは、アヤトラ政権との交渉、核問題、さらには制裁緩和においても何の進展も見られないことを意味している。 イランは、米国やイスラエルとの紛争に関与することに関心がないと公言しているにもかかわらず、ロシアや一部地域とともにシリア支配の目標を主張し、地域を不安定化させる戦略を追求し続けることしかできないだろう。テルアビブに圧力をかけ続けるために不可欠な地域であるレバノン。 しかし、ワシントンは、ウクライナ問題により集中するために中東地域での外交活動の漸進的な縮小を断念しなければならなかったイスラエルの責任を考慮する必要があるだろう。 ホワイトハウスのさまざまな政権は、少なくともテルアビブとの共謀について、二国家プロジェクトの定義を遵守せず、両国政府の行動と闘わなかったという点で有罪であることを明確にすべきである。イスラエルの国家主義右派は、パレスチナ人に対して、すべての市民的および国際的権利を軽視して占領と虐待の政策を実施した。 イスラエルに十分な圧力をかけることができたのはワシントンだけだったが、実際はそうではなく、ネタニヤフ首相の偽りの利用可能性と彼の悪徳政策のせいで、現在の状況を回避できたであろう二国家解決策も達成されなかった。 しかし、この戦略は再び近視眼的であることが判明し、国際レベルで反シオニスト、さらには反ユダヤ主義の波を引き起こし、世界中のさまざまな国でユダヤ人を困難に陥らせました。 現時点では、イスラエルの敵意により両国の問題は実現可能ではないようだが、それでもイスラエル・パレスチナ問題が世界の均衡にもたらす絶え間ない危険に対する最も有効な解毒剤となるだろう。 テルアビブ軍によるガザ地区の支配の可能性を想像することは、非常に危険な展開を暗示しており、一度進行すると止められなくなり、世界を全面紛争に引きずり込む可能性がある。 ロシアなどの主体が、ウクライナ問題から注意をそらすために国際的関連性の変化を利用していることはすでに見てきたし、同様に中国も台湾に対する態度を変えて行動を起こす可能性があり、また、台湾で活動しているテロ集団も同様である。アフリカは紛争のレベルを高める可能性がある。 ガザ問題がなければ、こうした現象はもっと対処しやすく、テヘランとの関係さえも良くなっただろう。 このため、できるだけ短期間で和平を達成する必要があるということは、特に中期的には悪い運命を背負ってテルアビブが拒否できない責任を伴うことになる。
المشهد السياسي بعد اجتياح غزة والمسؤولية الإسرائيلية
إحدى عواقب حرب غزة هي تعليق اتفاقيات إبراهيم، ومع ذلك، علقت المملكة العربية السعودية نهجها تجاه إسرائيل، في انتظار لحظة أكثر ملاءمة. ومن بين الدول العربية الأخرى التي وقعت بالفعل علاقات مع إسرائيل، لم يكن هناك من هدد بقطع هذه العلاقات فحسب، ولم تصل تل أبيب سوى انتقادات لرد الفعل المبالغ فيه على عمل حماس في 7 تشرين الأول/أكتوبر الماضي، إلى جانب الطلب. وقف إطلاق النار، وخاصة لأسباب إنسانية. ومن الواضح أن هذا الوضع مواتٍ لتل أبيب، الأمر الذي لا يسعه إلا أن يسلط الضوء على الصمت الكبير للعالم السني. هذا السيناريو، الذي يجري تنفيذه بالفعل منذ بعض الوقت، قد يكون في صالح إسرائيل فقط على المدى القصير، لكنه على المدى المتوسط والطويل يفضل تطرف الفلسطينيين وبطولة الشيعة، مع قيادة إيران. تليها اليمن وحزب الله. وعلى وجه الخصوص، أصبحت طهران المدافعة عن الفلسطينيين باعتبارها الممثل الوحيد للمسلمين. لقد حقق نتنياهو في الواقع ما أراده: التطرف، مع تهميش منظمة التحرير الفلسطينية، وهي منظمة علمانية وأكثر اعتدالاً، للفلسطينيين يمكن أن يتجنب النقاش حول الدولتين، كما أن عداء طهران يجبر الأمريكيين على تعاون جديد مع إيران. الحكومة القومية الإسرائيلية؛ في الواقع، تمت إعادة التفكير في الانسحاب الأمريكي من منطقة الشرق الأوسط، مما اضطر واشنطن إلى نشر كمية كبيرة من المركبات المسلحة، خاصة في البحر، لحماية تقدم الجيش الإسرائيلي وأيضا لحماية القواعد الأمريكية في الخليج الفارسي. هجمات إيرانية محتملة. إن الرغبة الواضحة في ردع الأخطار المحتملة من طهران، ولكن ليس فقط، أدت إلى نشر عدة صواريخ قادرة على الوصول إلى الأراضي الإيرانية؛ وهذا يعني أنه لن يتم إحراز أي تقدم في المفاوضات مع نظام آية الله، فيما يتعلق بالمسألة النووية أو حتى بشأن تخفيف العقوبات. إيران، على الرغم من إعلانها علناً أنها ليست مهتمة بالدخول في صراع مع الولايات المتحدة وإسرائيل، لن تتمكن إلا من مواصلة استراتيجيتها لزعزعة استقرار المنطقة، لتأكيد أهدافها المتمثلة في السيطرة على سوريا، جنباً إلى جنب مع روسيا وجزء من سوريا. لبنان، مناطق ضرورية لمواصلة الضغط على تل أبيب. ومع ذلك، سيتعين على واشنطن أن تأخذ في الاعتبار مسؤوليات إسرائيل التي اضطرت إلى التخلي عن التخفيض التدريجي لنشاطها الدبلوماسي في منطقة الشرق الأوسط لصالح التركيز بشكل أكبر على المسألة الأوكرانية. وتجدر الإشارة إلى أن إدارات البيت الأبيض المختلفة مذنبة، على أقل تقدير، بالتواطؤ مع تل أبيب، لأنها لم تلتزم بتعريف مشروع الدولتين ولم تقاوم تصرفات حكومات الولايات المتحدة. الحق القومي الإسرائيلي، الذي مارس تجاه الفلسطينيين سياسة الاحتلال والتنكيل باستهتار كافة الحقوق المدنية والدولية. واشنطن وحدها هي القادرة على ممارسة الضغط الكافي على إسرائيل، لكن الأمر لم يكن كذلك، ولم يتحقق حل الدولتين، الذي كان من الممكن أن يتجنب الوضع الحالي، وذلك أيضًا بسبب التواجد الزائف لنتنياهو وسياسته عديمة الضمير. ولكن مرة أخرى أثبتت هذه الاستراتيجية أنها قصيرة النظر، وأثارت على المستوى الدولي موجة معادية للصهيونية وحتى معادية للسامية، مما وضع اليهود في مصاعب في مختلف البلدان حول العالم. في هذه اللحظة لا تبدو مسألة الدولتين قابلة للتطبيق بسبب العداء الإسرائيلي، لكنها تظل الترياق الأكثر فعالية للخطر المستمر الذي تسببه القضية الإسرائيلية الفلسطينية في التوازنات العالمية. إن تصور إمكانية سيطرة جيش تل أبيب على قطاع غزة يعني ضمناً تطورات بالغة الخطورة، والتي بمجرد حدوثها قد يصبح من غير الممكن إيقافها وتجر العالم إلى صراع شامل. لقد رأينا بالفعل أن جهات فاعلة مثل روسيا تستغل التغير في الأهمية الدولية لصرف الانتباه عن القضية الأوكرانية، وبالمثل، يمكن للصين أن تقرر تغيير موقفها تجاه تايوان وتتخذ إجراءات، كما قد تفعل الجماعات الإرهابية التي تعمل في أوكرانيا. أفريقيا يمكن أن ترفع مستوى الصراع. وبدون قضية غزة، ستكون هذه الظواهر أكثر قابلية للإدارة، وحتى العلاقة مع طهران ستكون أفضل. ولهذا فإن ضرورة تحقيق السلام في أقصر وقت ممكن تنطوي على مسؤولية لا يمكن لتل أبيب أن ترفضها، تحت وطأة المصير السيئ، خاصة على المدى المتوسط.