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Politica Internazionale
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venerdì 28 febbraio 2020
Crisi siriana e possibili ripercussioni internazionali
L’escalation militare in Siria, che vede coinvolte le forze siriane, russe e turche, sta assumendo un livello tale dal quale pare non facile tornare indietro. Il quadro della situazione presenta la zona nord occidentale siriana, quella al confine con la Turchia, come il teatro di scontri militari, che hanno assunto le sembianze di un confronto da potere definire come una vera e propria guerra. La particolarità del confronto è che vede scontrarsi sul terreno forze militari espressione di regimi o di democrazie fortemente attenuate, che perseguono i propri interessi strategici aldilà delle possibili conseguneze interne ed internazionali ed incuranti della situazione dei civili. Se è difficile dire che in una guerra esistono i buoni, in questo conflitto è sicuro che tutti sono i cattivi. I padroni di casa, i siriani che hanno sempre al comando il dittatore Assad, intendono riprendere il controllo delle zone che sono state sottratte ad opera dei turchi e per conseguire questo obiettivo non esitano a bombardare la stessa popolzaione siriana che ha la sventura di abitare quei territori. I bombardamenti siriani colpiscono infrastrutture essenziali come gli ospedali e l’entità delle vittime è tale da potere definire quello in atto come un genocidio. Le forze siriane non avrebbero da sole la forza di contrastare quelle turche, così come Assad non avrebbe potuto salvarsi senza l’aiuto russo; ancora una volta il dittatore di Damasco è abile a manovrare il conflitto secondo le sue esigenze, incurante delle conseguenze patite dalla popolazione: i crimini commessi dal presidente siriano sono ormai arrivati ad un livello che consente di poterlo definire criminale internazionale. La responsabilità di Mosca appare evidente, la Russia ha voluto giocare un ruolo da protagonista mello scacchiere medio orientale per rialzare la sua rilevanza nel mondo e mantenere i suoi privilegi nel Mediterraneo, assicurati, all’inizio della guerra siriana, soltanto da Damasco. Nonostante Putin sia un politico spregiudicato e senza scrupoli, l’impressione è che la Russia sia rimasta come soggetto impegnato nella questione suo malgrado, non si sia, cioè, saputa tirare indietro nel momento giusto, per arrivare all’impossibilità di ritirarsi dal conflitto. La Turchia, che ha una situazione interna molto complicata, sia nella politica, che nell’economia, ha cercato con il successo internazionale di distogliere l’attenzione dal suo interno, cercando anche di coniugare la situazione alla questione curda, a cui, comunque, l’opinione pubblica apapre molto sensibile. Tra i principali sostenitori dei terroristi sunniti, Ankara ha cercato di rafforzare le sue posizioni su territorio straniero integrandoli con truppe regolari, che hanno, però, incontrato notevoli difficoltà proprio a causa della presenza dei russi. Il raid aereo siriano, protetto dalla contraerea russa, ha causato più di trenta morti tra gli effettivi turchi. Le conseguenze sono la richiesta di Ankara di un qualche intervento dell’Alleanza Atlantica, fatto che coinvolgerà, in modo diretto o indiretto, gli Stati Uniti nel conflitto; mentre sull’Europa la pressione è quella di aprire le frontiere all’esodo dei siriani presenti sul suolo turco verso il vecchio continente. Per chi ancora rifiuta di essere coinvolto nella situazione siriana, ciò significa la fine di ogni speranza: le conseguenze saranno inevitabili, per Trump, che seguendo l’esempio di Obama si è voluto disinteressare della questione, arrivando ad abdicare al ruolo americano nell’area (cosa che ha prodotto l’avanzata della Russia ed il protagonismo dell’Iran) e per l’Europa, che vedrà di nuovo una massa di disperati premere ai propri confini, facendo di nuovo risaltare i razzismi ed i sovranismi, che tanto nuocciono alla vita stessa dell’Unione Europea. Il mancato impegno in campo diplomatico questi soggetti, sempre limitati a dichiarazioni ed azioni senza risultati, si ritorce contro Washington e Bruxelles, che saranno impegnati in modo forzato a cercare soluzioni ormai insufficienti. La guerra siriana, da evento prima locale e poi regionale, torna prepotentemente alla ribalta dello scenario internazionale e rischia di diventare la causa scatenante di un potenziale disordine mondiale, con conseguenze critiche per la stabilità. Sembra che sia venuto il momento per affrontare la cosa in maniera responsabile e decisa da parte delle organizzazioni internazionali e di chi dovrebbe avere la capacità diplomatica di indirizzare la crisi verso una soluzione di quel tipo. Poi i crimini di Assad, ma anche di Erdogan, dovranno trovare giustizia.
Syrian crisis and possible international repercussions
The military escalation in Syria, which involves Syrian, Russian and Turkish forces, is taking on a level from which it seems difficult to go back. The picture of the situation presents the Syrian north-western area, the one on the border with Turkey, as the scene of military clashes, which have taken on the appearance of a confrontation to be defined as a real war. The peculiarity of the confrontation is that military forces clashing on the ground are the expression of strongly attenuated regimes or democracies, which pursue their strategic interests beyond the possible internal and international conseguneze and regardless of the situation of civilians. If it is difficult to say that in a war the good exist, in this conflict it is sure that all are the bad. The hosts, the Syrians who always have the dictator Assad in command, intend to regain control of the areas that have been stolen by the Turks and to achieve this goal do not hesitate to bomb the same Syrian population that has the misfortune to live in those territories. The Syrian bombing attacks essential infrastructures such as hospitals and the extent of the victims is such as to be able to define what is taking place as a genocide. Syrian forces alone would not have the strength to counter Turkish forces, just as Assad could not have saved himself without Russian help; once again the dictator of Damascus is able to maneuver the conflict according to his needs, regardless of the consequences suffered by the population: the crimes committed by the Syrian president have now reached a level that allows him to be called an international criminal. Moscow's responsibility appears evident, Russia wanted to play a leading role in the Middle Eastern chessboard to raise its relevance in the world and maintain its privileges in the Mediterranean, insured, at the beginning of the Syrian war, only from Damascus. Although Putin is an unscrupulous and unscrupulous politician, the impression is that Russia has remained as a subject engaged in the matter in spite of herself, that is, she has not been able to pull back at the right time, to arrive at the impossibility of withdrawing from the conflict. Turkey, which has a very complicated internal situation, both in politics and in the economy, has tried with international success to divert attention from its interior, also trying to combine the situation with the Kurdish question, to which, however, public opinion is very sensitive. Among the main supporters of Sunni terrorists, Ankara has tried to strengthen its positions on foreign territory by integrating them with regular troops, which, however, have encountered considerable difficulties precisely because of the presence of the Russians. The Syrian air raid, protected by the Russian anti-aircraft, caused more than thirty deaths among Turkish troops. The consequences are Ankara's request for some intervention by the Atlantic Alliance, which will involve the United States directly or indirectly in the conflict; while on Europe the pressure is to open the borders to the exodus of the Syrians on Turkish soil to the old continent. For those who still refuse to be involved in the Syrian situation, this means the end of all hope: the consequences will be inevitable, for Trump, who following Obama's example, wanted to ignore the issue, coming to abdicate the American role in the area (something that produced the advance of Russia and the protagonism of Iran) and for Europe, which will again see a mass of desperate press to their borders, again highlighting the racisms and sovereignties, which are so harmful to the life of the European Union itself. The lack of commitment in the diplomatic field these subjects, always limited to declarations and actions without results, turns against Washington and Brussels, which will be forced to try to find insufficient solutions. The Syrian war, from first local and then regional event, returns forcefully to the forefront of the international scenario and risks becoming the trigger for a potential global disorder, with critical consequences for stability. It seems that the time has come to deal with this responsibly and decisively by international organizations and those who should have the diplomatic ability to direct the crisis towards a solution of that type. Then the crimes of Assad, but also of Erdogan, will have to find justice.
Crisis siria y posibles repercusiones internacionales
La escalada militar en Siria, que involucra a las fuerzas sirias, rusas y turcas, está tomando un nivel desde el cual parece difícil regresar. La imagen de la situación presenta el área del noroeste de Siria, la que está en la frontera con Turquía, como escenario de enfrentamientos militares, que han tomado la apariencia de un enfrentamiento que se define como una guerra real. La peculiaridad de la confrontación es que las fuerzas militares que se enfrentan en el terreno son la expresión de regímenes o democracias fuertemente atenuados, que persiguen sus intereses estratégicos más allá del posible consenso interno e internacional e independientemente de la situación de los civiles. Si es difícil decir que en una guerra lo bueno existe, en este conflicto es seguro que todos son malos. Los anfitriones, los sirios que siempre tienen al dictador Assad al mando, tienen la intención de recuperar el control de las áreas que han sido robadas por los turcos y para lograr este objetivo, no duden en bombardear a la misma población siria que tiene la desgracia de vivir en esos territorios. El bombardeo sirio ataca infraestructuras esenciales, como hospitales y el alcance de las víctimas, para poder definir lo que está ocurriendo como un genocidio. Las fuerzas sirias por sí solas no tendrían la fuerza para contrarrestar a las fuerzas turcas, así como Assad no podría haberse salvado sin la ayuda rusa; Una vez más, el dictador de Damasco puede maniobrar el conflicto de acuerdo con sus necesidades, independientemente de las consecuencias sufridas por la población: los crímenes cometidos por el presidente sirio han alcanzado un nivel que le permite ser llamado un delincuente internacional. La responsabilidad de Moscú parece evidente, Rusia quería jugar un papel de liderazgo en el tablero de ajedrez del Medio Oriente para aumentar su relevancia en el mundo y mantener sus privilegios en el Mediterráneo, asegurados, al comienzo de la guerra siria, solo desde Damasco. Aunque Putin es un político inescrupuloso e inescrupuloso, la impresión es que Rusia se ha mantenido como un sujeto involucrado en el asunto a pesar de sí mismo, es decir, no ha podido retirarse en el momento adecuado, para llegar a la imposibilidad de retirarse del conflicto. Turquía, que tiene una situación interna muy complicada, tanto en política como en economía, ha intentado con éxito internacional desviar la atención de su interior, también tratando de combinar la situación con la cuestión kurda, a la cual, sin embargo, La opinión pública es muy sensible. Entre los principales partidarios de los terroristas sunitas, Ankara ha tratado de fortalecer sus posiciones en territorio extranjero integrándolos con tropas regulares, que, sin embargo, han encontrado dificultades considerables precisamente por la presencia de los rusos. El ataque aéreo sirio, protegido por los antiaéreos rusos, causó más de treinta muertes entre las tropas turcas. Las consecuencias son la solicitud de Ankara de una intervención de la Alianza Atlántica, que involucrará a los Estados Unidos directa o indirectamente en el conflicto; mientras que en Europa la presión es abrir las fronteras al éxodo de los sirios en suelo turco al viejo continente. Para aquellos que aún se niegan a involucrarse en la situación siria, esto significa el fin de toda esperanza: las consecuencias serán inevitables, para Trump, quien, siguiendo el ejemplo de Obama, quiso ignorar el problema, llegando a abdicar del papel estadounidense en el área (algo que produjo el avance de Rusia y el protagonismo de Irán) y para Europa, que volverá a ver una masa de prensa desesperada en sus fronteras, destacando nuevamente los racismos y soberanías, que son tan perjudiciales para el vida de la propia Unión Europea. La falta de compromiso en el campo diplomático, estos temas, siempre limitados a declaraciones y acciones sin resultados, se vuelve contra Washington y Bruselas, que se verán obligados a tratar de encontrar soluciones insuficientes. La guerra siria, desde el primer evento local y luego regional, vuelve con fuerza al frente del escenario internacional y corre el riesgo de convertirse en el desencadenante de un posible desorden global, con consecuencias críticas para la estabilidad. Parece que ha llegado el momento de lidiar con esto de manera responsable y decisiva por parte de las organizaciones internacionales y aquellos que deberían tener la capacidad diplomática de dirigir la crisis hacia una solución de ese tipo. Entonces los crímenes de Assad, pero también de Erdogan, tendrán que encontrar justicia.
Syrienkrise und mögliche internationale Auswirkungen
Die militärische Eskalation in Syrien, an der syrische, russische und türkische Streitkräfte beteiligt sind, nimmt ein Niveau an, von dem es schwierig erscheint, zurückzukehren. Das Bild der Situation zeigt das nordwestliche Gebiet Syriens, das an der Grenze zur Türkei liegt, als Schauplatz militärischer Zusammenstöße, die den Anschein einer Konfrontation erweckt haben, die als echter Krieg definiert werden soll. Die Besonderheit der Konfrontation besteht darin, dass vor Ort zusammenstoßende Streitkräfte Ausdruck stark abgeschwächter Regime oder Demokratien sind, die ihre strategischen Interessen über die mögliche interne und internationale Konsegune hinaus und unabhängig von der Situation der Zivilbevölkerung verfolgen. Wenn es schwierig ist zu sagen, dass in einem Krieg die Guten existieren, ist es in diesem Konflikt sicher, dass alle die Schlechten sind. Die Gastgeber, die Syrer, die immer den Diktator Assad im Kommando haben, beabsichtigen, die Kontrolle über die von den Türken gestohlenen Gebiete zurückzugewinnen und dieses Ziel zu erreichen, zögern Sie nicht, dieselbe syrische Bevölkerung zu bombardieren, die das Unglück hat, in diesen zu leben Gebiete. Die syrischen Bombenangriffe greifen wesentliche Infrastrukturen wie Krankenhäuser und das Ausmaß der Opfer an, um definieren zu können, was als Völkermord geschieht. Die syrischen Streitkräfte allein hätten nicht die Kraft, den türkischen Streitkräften entgegenzuwirken, so wie Assad sich ohne russische Hilfe nicht hätte retten können. Wieder einmal kann der Diktator von Damaskus den Konflikt nach seinen Bedürfnissen manövrieren, unabhängig von den Folgen für die Bevölkerung: Die vom syrischen Präsidenten begangenen Verbrechen haben inzwischen ein Ausmaß erreicht, das es ihm ermöglicht, als internationaler Verbrecher bezeichnet zu werden. Die Verantwortung Moskaus scheint offensichtlich zu sein. Russland wollte eine führende Rolle im Schachbrett des Nahen Ostens spielen, um seine Relevanz für die Welt zu erhöhen und seine Privilegien im Mittelmeerraum zu wahren, versichert zu Beginn des Syrienkrieges, nur von Damaskus aus. Obwohl Putin eine skrupellose und skrupellose Politikerin ist, hat sie den Eindruck, dass Russland trotz seiner selbst ein Thema geblieben ist, das heißt, es war nicht in der Lage, sich zum richtigen Zeitpunkt zurückzuziehen, um zu der Unmöglichkeit zu gelangen, sich aus dem Konflikt zurückzuziehen. Die Türkei, die sowohl in der Politik als auch in der Wirtschaft eine sehr komplizierte innere Situation hat, hat mit internationalem Erfolg versucht, die Aufmerksamkeit von ihrem Inneren abzulenken, und auch versucht, die Situation mit der Kurdenfrage zu verbinden, auf die jedoch Die öffentliche Meinung ist sehr sensibel. Unter den Hauptbefürwortern sunnitischer Terroristen hat Ankara versucht, seine Positionen auf fremdem Territorium durch die Integration in reguläre Truppen zu stärken, die jedoch gerade aufgrund der Anwesenheit der Russen auf erhebliche Schwierigkeiten gestoßen sind. Der syrische Luftangriff, der vom russischen Flugabwehrflugzeug geschützt wurde, forderte mehr als dreißig Todesfälle bei türkischen Truppen. Die Konsequenzen sind Ankaras Forderung nach einer Intervention des Atlantischen Bündnisses, die die Vereinigten Staaten direkt oder indirekt in den Konflikt einbeziehen wird. während auf Europa der Druck besteht, die Grenzen für den Exodus der Syrer auf türkischem Boden auf den alten Kontinent zu öffnen. Für diejenigen, die sich immer noch weigern, in die syrische Situation verwickelt zu werden, bedeutet dies das Ende aller Hoffnung: Die Konsequenzen werden unvermeidlich sein, für Trump, der nach Obamas Beispiel uninteressiert sein wollte, um die amerikanische Rolle in der Region aufzugeben (etwas, das den Vormarsch Russlands und den Protagonismus des Iran hervorgebracht hat) und für Europa, das erneut eine Masse verzweifelter Presse an ihre Grenzen bringen wird, um erneut die Rassismen und Souveränitäten hervorzuheben, die für die USA so schädlich sind Leben der Europäischen Union selbst. Das mangelnde Engagement im diplomatischen Bereich dieser Themen, das sich immer auf ergebnislose Erklärungen und Maßnahmen beschränkt, wendet sich gegen Washington und Brüssel, die gezwungen sein werden, nach unzureichenden Lösungen zu suchen. Der Syrienkrieg, der zuerst vom lokalen und dann vom regionalen Ereignis ausgeht, kehrt mit Nachdruck in den Vordergrund des internationalen Szenarios zurück und läuft Gefahr, zum Auslöser einer potenziellen globalen Störung mit kritischen Konsequenzen für die Stabilität zu werden. Es scheint an der Zeit zu sein, dass internationale Organisationen und diejenigen, die die diplomatische Fähigkeit haben sollten, die Krise auf eine Lösung dieser Art auszurichten, verantwortungsbewusst und entschlossen damit umgehen. Dann müssen die Verbrechen von Assad, aber auch von Erdogan, Gerechtigkeit finden.
Crise syrienne et répercussions internationales possibles
L'escalade militaire en Syrie, qui implique des forces syriennes, russes et turques, prend un niveau à partir duquel il semble difficile de revenir en arrière. L'image de la situation présente la zone nord-ouest syrienne, celle à la frontière avec la Turquie, comme le théâtre d'affrontements militaires, qui ont pris l'apparence d'une confrontation à définir comme une véritable guerre. La particularité de la confrontation est que les forces militaires qui s'affrontent sur le terrain sont l'expression de régimes ou de démocraties fortement atténués, qui poursuivent leurs intérêts stratégiques au-delà des éventuelles conséquences internes et internationales et quelle que soit la situation des civils. S'il est difficile de dire que dans une guerre, le bien existe, dans ce conflit, il est certain que tous sont mauvais. Les hôtes, les Syriens qui ont toujours le dictateur Assad aux commandes, ont l'intention de reprendre le contrôle des zones qui ont été volées par les Turcs et pour atteindre cet objectif n'hésitez pas à bombarder la même population syrienne qui a le malheur de vivre dans ces territoires. Les bombardements syriens affectent des infrastructures essentielles telles que les hôpitaux et l’étendue des victimes est de nature à pouvoir définir ce qui se passe comme un génocide. Les forces syriennes seules n'auraient pas la force de contrer les forces turques, tout comme Assad n'aurait pas pu se sauver sans l'aide de la Russie; une fois de plus le dictateur de Damas est capable de manœuvrer le conflit selon ses besoins, quelles que soient les conséquences subies par la population: les crimes commis par le président syrien ont désormais atteint un niveau qui lui permet d'être qualifié de criminel international. La responsabilité de Moscou apparaît évidente, la Russie a voulu jouer un rôle de premier plan dans l'échiquier moyen-oriental pour accroître sa pertinence dans le monde et maintenir ses privilèges en Méditerranée, assurée, au début de la guerre de Syrie, uniquement de Damas. Bien que Poutine soit un homme politique sans scrupules et sans scrupules, l'impression est que la Russie est restée malgré elle un sujet engagé dans cette affaire, c'est-à-dire qu'elle n'a pas pu se retirer au bon moment, pour arriver à l'impossibilité de se retirer du conflit. La Turquie, qui a une situation interne très compliquée, à la fois en politique et en économie, a essayé avec succès international de détourner l'attention de son intérieur, essayant également de combiner la situation avec la question kurde, à laquelle, cependant, l'opinion publique est très sensible. Parmi les principaux partisans des terroristes sunnites, Ankara a tenté de renforcer ses positions sur le territoire étranger en les intégrant à des troupes régulières, qui ont cependant rencontré des difficultés considérables précisément en raison de la présence des Russes. Le raid aérien syrien, protégé par les anti-aériens russes, a fait plus de trente morts parmi les troupes turques. Les conséquences sont la demande d'Ankara d'une intervention de l'Alliance atlantique, qui impliquera les États-Unis directement ou indirectement dans le conflit; tandis qu'en Europe la pression est d'ouvrir les frontières à l'exode des Syriens sur le sol turc vers le vieux continent. Pour ceux qui refusent toujours de s'impliquer dans la situation syrienne, cela signifie la fin de tout espoir: les conséquences seront inévitables, pour Trump, qui, à l'instar d'Obama, voulait se désintéresser de la question, venant abdiquer le rôle américain dans la région (quelque chose qui a produit l'avancée de la Russie et le protagonisme de l'Iran) et pour l'Europe, qui verra à nouveau une masse de presse désespérée à leurs frontières, soulignant à nouveau les racismes et les souverainetés, qui sont si nuisibles à la vie de l’Union européenne elle-même. Le manque d'engagement dans le domaine diplomatique de ces sujets, toujours limités aux déclarations et actions sans résultats, se retourne contre Washington et Bruxelles, qui seront contraints d'essayer de trouver des solutions insuffisantes. La guerre en Syrie, du premier événement local puis régional, revient avec force au premier plan du scénario international et risque de devenir le déclencheur d'un désordre mondial potentiel, avec des conséquences critiques pour la stabilité. Il semble que le moment soit venu de traiter cette question de manière responsable et décisive de la part des organisations internationales et de ceux qui devraient avoir la capacité diplomatique d'orienter la crise vers une solution de ce type. Ensuite, les crimes d'Assad, mais aussi d'Erdogan, devront trouver justice.
Crise síria e possíveis repercussões internacionais
A escalada militar na Síria, que envolve forças sírias, russas e turcas, está assumindo um nível do qual parece difícil voltar. A imagem da situação apresenta a região noroeste da Síria, a fronteira com a Turquia, como cenário de confrontos militares, que surgiram como um confronto a ser definido como uma guerra real. A peculiaridade do confronto é que as forças militares em conflito no local são expressão de regimes ou democracias fortemente atenuados, que perseguem seus interesses estratégicos além do possível conseguneze interno e internacional e independentemente da situação dos civis. Se é difícil dizer que em uma guerra os bons existem, neste conflito é certo que todos são ruins. Os anfitriões, os sírios que sempre têm o ditador Assad no comando, pretendem recuperar o controle das áreas que foram roubadas pelos turcos e alcançar esse objetivo, não hesitam em bombardear a mesma população síria que tem a infelicidade de viver naqueles territórios. Os atentados na Síria afetam infra-estruturas essenciais, como hospitais, e a extensão das vítimas é capaz de definir o que está ocorrendo como genocídio. As forças sírias sozinhas não teriam forças para combater as forças turcas, assim como Assad não poderia ter se salvado sem a ajuda russa; mais uma vez o ditador de Damasco é capaz de manobrar o conflito de acordo com suas necessidades, independentemente das consequências sofridas pela população: os crimes cometidos pelo presidente sírio atingiram um nível que permite que ele seja chamado de criminoso internacional. A responsabilidade de Moscou parece evidente, a Rússia queria desempenhar um papel de liderança no tabuleiro de xadrez do Oriente Médio para aumentar sua relevância no mundo e manter seus privilégios no Mediterrâneo, segurado, no início da guerra síria, apenas em Damasco. Embora Putin seja um político inescrupuloso e inescrupuloso, a impressão é que a Rússia permaneceu como um sujeito envolvido no assunto, apesar de si mesma, ou seja, ela não foi capaz de recuar na hora certa, para chegar à impossibilidade de se retirar do conflito. A Turquia, que tem uma situação interna muito complicada, tanto na política quanto na economia, tentou com sucesso internacional desviar a atenção de seu interior, tentando também combinar a situação com a questão curda, para a qual, no entanto, a opinião pública é muito sensível. Entre os principais apoiadores dos terroristas sunitas, Ancara tentou fortalecer suas posições em território estrangeiro, integrando-as a tropas regulares, que, no entanto, enfrentaram dificuldades consideráveis justamente por causa da presença dos russos. O ataque aéreo sírio, protegido pelo antiaéreo russo, causou mais de trinta mortes entre as tropas turcas. As conseqüências são o pedido de Ancara de alguma intervenção da Aliança Atlântica, que envolverá os Estados Unidos direta ou indiretamente no conflito; enquanto na Europa a pressão é abrir as fronteiras do êxodo dos sírios em solo turco para o velho continente. Para aqueles que ainda se recusam a se envolver na situação síria, isso significa o fim de toda a esperança: as consequências serão inevitáveis, pois Trump, que seguindo o exemplo de Obama, queria ignorar a questão, abdicando do papel americano na área. (algo que produziu o avanço da Rússia e o protagonismo do Irã) e para a Europa, que novamente verá uma massa de pressão desesperada em suas fronteiras, destacando novamente os racismos e soberanias, que são tão prejudiciais para o vida da própria União Europeia. A falta de comprometimento no campo diplomático desses assuntos, sempre limitada a declarações e ações sem resultados, se volta contra Washington e Bruxelas, que serão forçados a tentar encontrar soluções insuficientes. A guerra na Síria, desde o primeiro evento local e depois regional, retorna vigorosamente à vanguarda do cenário internacional e corre o risco de se tornar o gatilho para uma potencial desordem global, com consequências críticas para a estabilidade. Parece que chegou a hora de lidar com isso de forma responsável e decisiva por organizações internacionais e por aqueles que deveriam ter a capacidade diplomática de direcionar a crise para uma solução desse tipo. Então os crimes de Assad, mas também de Erdogan, terão que encontrar justiça.
Сирийский кризис и возможные международные последствия
Военная эскалация в Сирии, в которой участвуют сирийские, российские и турецкие войска, выходит на уровень, с которого трудно вернуться. Картина ситуации представляет сирийский северо-западный район, который находится на границе с Турцией, как место военных столкновений, которые приобрели вид конфронтации, которую можно определить как настоящую войну. Особенность противостояния состоит в том, что вооруженные силы, сталкивающиеся на местах, являются выражением сильно ослабленных режимов или демократий, которые преследуют свои стратегические интересы за пределами возможного внутреннего и международного конфликта и независимо от положения гражданских лиц. Если трудно сказать, что добро существует на войне, в этом конфликте наверняка все плохие. Хозяева, сирийцы, которые всегда имеют под командованием диктатора Асада, намерены восстановить контроль над районами, которые были украдены турками, и для достижения этой цели, не колеблясь, бомбят то же сирийское население, которому не повезло жить в этих странах. территорий. Сирийские бомбардировки нападают на важнейшие инфраструктуры, такие как больницы, и масштабы жертв таковы, что они могут определить, что происходит как геноцид. У сирийских сил не было бы сил противостоять турецким силам, так же как Асад не смог бы спасти себя без помощи России; в очередной раз диктатор Дамаска может маневрировать в конфликте в соответствии со своими потребностями, независимо от последствий, которым подвергается население: преступления, совершенные сирийским президентом, теперь достигли уровня, который позволяет ему называться международным преступником. Ответственность Москвы представляется очевидной: Россия хотела играть ведущую роль на ближневосточной шахматной доске, чтобы повысить свою значимость в мире и сохранить свои привилегии в Средиземноморье, застрахованные в начале сирийской войны только из Дамаска. Хотя Путин является недобросовестным и недобросовестным политиком, создается впечатление, что Россия, несмотря на себя, осталась субъектом, занимающимся этим вопросом, то есть она не смогла вернуться в нужное время, чтобы прийти к невозможности выхода из конфликта. Турция, которая имеет очень сложную внутреннюю ситуацию, как в политике, так и в экономике, пыталась с международным успехом отвлечь внимание от своего внутреннего положения, также пытаясь объединить ситуацию с курдским вопросом, на который, однако, общественное мнение очень чувствительное. Среди основных сторонников суннитских террористов Анкара пыталась укрепить свои позиции на чужой территории путем интеграции их с регулярными войсками, которые, однако, столкнулись со значительными трудностями именно из-за присутствия русских. Воздушный налет Сирии, защищенный российской зенитной авиацией, стал причиной более тридцати смертей среди турецких войск. Последствиями являются просьба Анкары о некотором вмешательстве Атлантического альянса, которое прямо или косвенно вовлекает Соединенные Штаты в конфликт; в то время как на Европу оказывается давление с целью открыть границы для исхода сирийцев на турецкую землю на старый континент. Для тех, кто все еще отказывается участвовать в сирийской ситуации, это означает конец всякой надежды: последствия будут неизбежны, для Трампа, который, следуя примеру Обамы, хотел проигнорировать проблему, приходя отречься от роли Америки в этом регионе (что вызвало продвижение России и протагонизм Ирана) и для Европы, которая снова увидит массу отчаянной прессы у своих границ, снова подчеркивая расизм и суверенитет, которые так вредны для жизнь самого Евросоюза. Отсутствие приверженности в дипломатической сфере этим вопросам, всегда ограниченным заявлениями и действиями без результатов, оборачивается против Вашингтона и Брюсселя, который будет вынужден пытаться найти недостаточные решения. Сирийская война, от первого локального, а затем регионального события, возвращается на передний план международного сценария и рискует стать спусковым механизмом для потенциального глобального беспорядка с критическими последствиями для стабильности. Похоже, что настало время ответственно и решительно заняться этим международным организациям и тем, кто должен иметь дипломатическую возможность направить кризис на решение такого рода. Тогда преступления Асада, а также Эрдогана, должны будут найти справедливость.
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