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giovedì 14 marzo 2013
المشاكل الفوري لفرانسيس الأول
حكومة الكنيسة الكاثوليكية، من قبل البابا توقف مفاجئ، راتزينغر مرة أخرى مع الجنسية العلامة التجارية الجديدة والمستعملة أبدا اسم من قبل. ولكن ما وراء تأملات في أصل المذهب ورائعة، يواجه الآن فرانسيس الأول مع اثنين من المشاكل: واحد، الأكثر إلحاحا ولكن محدودة في روما واحد، ومع ذلك عاجلا، ولكن من أوسع الطبيعة. في الواقع، لا يمكن أن صنفين من المشاكل للكنيسة الكاثوليكية أن تحل في دعوى منفصلة لأن ارتباطا وثيقا. في خطاب تنصيبه، الكاردينال بوينس آيرس، لم ألمح في انتخابه البابوية، ولكن وقعت عدة مرات، وأسقف روما، من الواضح أن الشحنتين هي نفسها، ومع ذلك، فقد أكد الرومانية دوره الجديد يأخذ على رمزية عالية لذلك، إذا كنت تعتقد أن الأزمة في المؤسسة البابوية التي وقعت في مركزه العصبية الخاصة في مقرها: مدينة الفاتيكان. إعادة تنظيم الكوريا الرومانية، في الواقع، أول طلبية من المشاكل الملحة التي يتعين حلها من أجل السماح للحكومة الكنيسة تركز على القضايا الأوسع نطاقا. فإن البابا الجديد لديك لتسوية النزاعات بين مختلف مكونات الكوريا، الذين استغلوا ضعف بنديكتوس السادس عشر، وهو رجل من التعلم، ولكن ليس الدولة. يرتبط ارتباطا وثيقا مع مسألة إعادة هيكلة الحكومة من الكنيسة هناك مسألة التمويل والفاتيكان مصرفها، ومعهد الأشغال الدينية، التي كانت طويلة جدا في وسط فضائح مالية مزعومة والمناورات الاقتصادية المشكوك في تحصيلها. حول إلى الفاتيكان الشائعات بنك غسل الأموال والاتصالات ليست واضحة جدا، وهذا تشويه سمعة الكنيسة. لقد ولت الأيام عندما كنا بحاجة آمنة للمساهمة في سقوط الشيوعية، يتم أبدا عاد إدارة معهد الأشغال الدينية في المعايير الأوروبية بحيث يصاب القيود التي حدت عملياتها. A يتعارض مع الاتساق المطلوب من مؤسسة تعتمد، أولا وقبل كل شيء، إلى الانجيل. توسيع آفاق، ولكن بدءا من روما دائما، فإن البابا الجديد أن نواجه وحلها، مرة واحدة وإلى الأبد، حتى على حساب تضحيات كبيرة، سواء الاقتصادية ولكن الصورة أعلاه، في مسألة الفضائح الجنسية المرتبطة الولع الجنسي بالأطفال. ثم إدانة صريحة ولكن اللفظي فقط، وبصراحة القليل جدا، البابوية أعلاه، يجب أن يكون هناك انعكاس من المجموع، وأخيرا لتخليص المؤسسة الكاثوليكية من هذا العبء الثقيل. جنبا إلى جنب مع عقوبات للأوضاع السابقة، وسوف تحتاج أيضا منع العمل بكفاءة نفذت على نطاق عالمي من أجل تجنب تكرار مثل هذه الوحشية. خلال ترتيب هذه المشاكل في وقت مبكر، والتي سيكون لها القرار قريبا، يمكن للعمل البابوية التركيز بالتوازي مع ذلك، على القضايا الاجتماعية، والعمل، والعالم الثالث في تحديث الكنيسة. وأكد البابا الجديد الحاجة إلى التبشير الجديد الذي يعرف كيف لمواجهة تزايد العلمانية، ولكن هذا لا يمكن أن تتابع مع التبشير الكلام البسيط للكلمة من الله، ولكن يجب أن تكون معتمدة من قبل الحقائق. يتم قياس المسافة المتزايدة بين المؤسسة والسكان الكاثوليك مباشرة على الفشل في تحديث الكنيسة الكاثوليكية، التي تطفو على مواقع تزال محافظة جدا وبعيدة كل البعد عن كونها في خطوة مع الزمن. دون دلائل ملموسة من الاقتراب من العالم الحقيقي، فإن الكنائس لا تزال فارغة. وينبغي أن يكون علاجا عضويا من قضايا العمل، ودور المرأة، مثلي الجنس، والجنسية، وعلى سبيل المثال لا مواضيع القليلة التي يعرف كيفية التعامل مع شعور مشترك، دون التناقض في المواقف العقيمة والأخلاقية. على الصعيد العالمي أمر ضروري لتطوير الحوار بين الأديان، والطريق البديل لذلك اتخذت من قبل الحكومات لإيجاد والحفاظ على السلام في العالم. الرجل المنتخب لدور بيتر لديه 77، وهو العصر الذي يصعب تصبح مفتوحة أيضا للمشاكل ينظر دائما مع عنوان محدد، ولكن فقط إذا كان سيتم تغيير رؤية الكنيسة، على الأقل في بعض القضايا، تحتفلون يمكن تجديد الكنيسة الكاثوليكية.
Mali: i caschi blu dell'ONU sostituiranno le truppe francesi
L'impegno francese nel Mali, almeno con la presenza massiccia di militari, che ha permesso di sconfiggere gli integralisti islamici, sta per finire. L'intenzione conferma i programmi iniziali elaborati da Parigi, che prevedevano un intervento risolutore della situazione del nord del Mali, senza una presenza prolungata. Quelle in corso dovrebbero essere, quindi, le ultime operazioni militari prima del passaggio di consegne alle truppe africane, che presidieranno il paese sotto le insegne dell'ONU. Il contingente di caschi blu dovrebbe aggirarsi intorno ai 10.000 uomini, con la autorizzazione ad usare la forza. Nonostante la partenza dal territorio del Mali, le truppe francesi saranno comunque pronte ad intervenire, nel caso di bisogno, con l'impiego dei soldati di Parigi di stanza nel Senegal o nel Ciad, in grado, quindi, di assicurare un alto livello di rapidità di intervento. Se all'ONU vi è la consapevolezza della grande importanza dell'intervento francese, che ha risolto le lungaggini burocratiche in cui si era fermato il Consiglio di sicurezza, vi è anche il concreto timore, che con la partenza dei militari della Francia, considerata inevitabile per ragioni di opportunità di politica internazionale ed interna, di un ritorno all'instabilità nella regione. Le sconfitte militari non hanno definitivamente sconfitto gli integralisti islamici, che possono contare su di una riserva sia di uomini che di armi, abilmente nascoste nell'infinita zona desertica. La speranza dei funzionari delle Nazioni Unite, di avere esaurito la necessità delle operazioni antiterrorismo e quindi di vedere per i caschi blu un solo compito di controllo, è destinata ad essere frustrata. Tuttavia la condizione degli integralisti, sopratutto dal punto di vista militare, è notevolmente peggiorata grazie all'azione dell'esercito francese, che ne ha ridotto notevolmente le capacità belliche. Questa situazione però, potrebbe provocare un cambio di strategia del terrorismo islamico presente nella parte settentrionale del Mali, obbligato a razionalizzare le ora limitate risorse, verso l'organizzazione di attentati mirati ai centri di potere dello stato maliano. In questo scenario il dispiegamento dei caschi blu, per controllare la vasta zona subsahariana potrebbe avere un impatto più ridotto delle attese. Alla luce di queste considerazioni il dibattito in corso tra l'ONU ed i paesi africani destinati alla costituzione della forza di pace assume una nuova prospettiva, infatti l'intenzione delle nazioni dell'Africa era quella di costituire una una forza di reazione rapida, meno adatta al presidio delle vaste zone riconquistate dal controllo degli islamisti, ma, forse, più adatta ad interventi mirati. Al contrario l'intenzione del palazzo di vetro è di schierare un numero sostanzioso di militari proprio per evitare una nuova perdita di sovranità sui propri territori da parte dello stato del Mali. Una via di mezzo tra le due tendenze, potrebbe essere la creazione di forze stanziate in punti nevralgici del paese, da cui intervenire in tempi rapidi nelle zone interessate da attacchi da parte di forze islamiche, questa soluzione, prevedendo una collocazione anche urbana dei militari, potrebbe contribuire a limitare il pericolo degli attentati. Ma non ci sono soltanto le questioni militari a costituire elementi problematici, secondo alcuni analisti ancora più complesso pare l'aspetto politico presente a Bamako, dove il clima di vendetta starebbe emergendo da tensioni tra le etnie, come denunciato dall'Alto Commissario per i diritti umani. In questo contesto può diventare determinante l'azione di convincimento dell'ONU sul governo del Mali, per aprire un processo di riconciliazione nazionale, che impedisca una nuova pericolosa deriva per lo stato maliano in un momento di particolare difficoltà.
Mali: the UN peacekeepers replace French troops
The commitment of French in Mali, at least with the heavy presence of the military, which has allowed us to defeat the Islamists, is about to end. The intention of confirming the initial programs developed by Paris, which included a resolute intervention of the situation in the north of Mali, without a prolonged presence. Those in the process should be, then, the latest military operations before the handover to African troops, who will preside the country under the banner of the UN. The contingent of peacekeepers would be around 10,000 men, with the authorization to use force. Despite the departure from the territory of Mali, the French troops will still be ready to intervene in case of need, with the use of soldiers stationed in Paris in Senegal or Chad, able, therefore, to ensure a high level of speed intervention. If the UN is the understanding of the great importance the French intervention, which solved the red tape that had stopped the Security Council, there is also the real fear that with the departure of the military of France to be the inevitable for reasons of international politics and internal, of a return to instability in the region. The military defeats have finally defeated the Islamists, who can rely on a reserve of both men and weapons, cleverly hidden in the infinite desert area. The hope of officials of the United Nations, to have exhausted the need for counterterrorism operations and then to see the blue helmets to a single control task, is bound to be frustrated. However, the condition of the fundamentalists, especially from the military point of view, has deteriorated significantly due to the action of the French army, which has significantly reduced the warfighting capabilities. This situation, however, may result in a change of strategy of Islamic terrorism present in the northern part of Mali, forced to rationalize now limited resources to the organization of attacks targeted the centers of state power Mali. In this scenario, the deployment of UN peacekeepers to control the vast area of sub-Saharan Africa could have a smaller impact than expected. In the light of these considerations, the ongoing discussions between the UN and the African countries for the establishment of the peacekeeping force takes on a new perspective, in fact the intention of the African nations was to set up a rapid reaction force, less suitable for the oversight of large areas recaptured from the control of Islamists, but perhaps more suitable for targeted interventions. On the contrary, the intention of the Laboratory is to deploy a substantial number of troops in order to avoid a further loss of sovereignty over their territories by the state of Mali. A middle ground between the two tendencies, could be the creation of forces stationed in the country focal points, which act quickly in areas affected by attacks by Islamic forces, this solution, providing an urban location also of the military, could help to limit the danger of the attacks. But there are not only military issues to be problematic elements, according to some analysts even more complex it seems the political present in Bamako, where the climate of revenge would be emerging from tensions between ethnic groups, as reported by the High Commissioner for Human Rights human. In this context, may become decisive action to convince the UN on the government of Mali, to open a process of national reconciliation, to prevent a dangerous new results for the state of Mali in a moment of particular difficulty.
Mali: las fuerzas de paz de la ONU reemplazar a las tropas francesas
El compromiso de Francia en Malí, al menos con la fuerte presencia de los militares, que nos ha permitido derrotar a los islamistas, está a punto de terminar. La intención de confirmar los primeros programas desarrollados por París, que incluyó una intervención decidida de la situación en el norte de Malí, sin una presencia prolongada. Los que están en el proceso debe ser, entonces, las últimas operaciones militares antes de la entrega a las tropas africanas, que presidirá el país bajo la bandera de la ONU. El contingente de fuerzas de paz sería de alrededor de 10.000 hombres, con la autorización de uso de la fuerza. A pesar de la salida del territorio de Malí, las tropas francesas todavía estará listo para intervenir en caso de necesidad, con el uso de soldados estacionados en París en Senegal o Chad, capaz, por lo tanto, para asegurar un alto nivel de velocidad intervención. Si la ONU es la comprensión de la importancia de la intervención francesa, que resolvió el papeleo que había detenido el Consejo de Seguridad, también existe el temor de que con la salida de los militares de Francia para ser el inevitable por razones de política internacional e interna, de un retorno a la inestabilidad en la región. Las derrotas militares han conseguido derrotar a los islamistas, que pueden contar con una reserva de hombres y armas, ingeniosamente escondidos en la arena del desierto infinito. La esperanza de los funcionarios de las Naciones Unidas, que ha agotado la necesidad de operaciones de contraterrorismo y luego ver los cascos azules para una tarea de control único, está obligado a ser frustrado. Sin embargo, la condición de los fundamentalistas, sobre todo desde el punto de vista militar, se ha deteriorado considerablemente debido a la acción del ejército francés, que ha reducido significativamente las capacidades de combate. Esta situación, sin embargo, puede dar lugar a un cambio de estrategia del actual terrorismo islámico en el norte de Malí, obligados a racionalizar los recursos limitados ahora a la organización de los ataques dirigidos a los centros de poder estatal Mali. En este escenario, el despliegue de fuerzas de paz de las Naciones Unidas para el control de la vasta zona de África subsahariana podría tener un impacto menor al esperado. A la luz de estas consideraciones, los debates en curso entre la ONU y los países de África para el establecimiento de la fuerza de mantenimiento de la paz adquiere una nueva perspectiva, de hecho, la intención de los países de África fue la creación de una fuerza de reacción rápida, menos adecuado para la vigilancia de grandes áreas recuperadas del control de los islamistas, pero quizá lo más adecuado para intervenciones específicas. Por el contrario, la intención del Laboratorio es el despliegue de un gran número de tropas con el fin de evitar una mayor pérdida de soberanía sobre sus territorios, por el Estado de Malí. Un término medio entre las dos tendencias, podría ser la creación de las fuerzas estacionadas en los puntos focales de los países, que actúan rápidamente en las zonas afectadas por los ataques de las fuerzas islámicas, esta solución, proporcionando una ubicación urbana también de los militares, podría contribuir a limitar el peligro de los ataques. Pero no sólo hay cuestiones militares como elementos problemáticos, según algunos analistas aún más complejas parece que la política actual en Bamako, donde el clima de venganza que se salen de las tensiones entre los grupos étnicos, según lo informado por el Alto Comisionado para los Derechos Humanos humano. En este contexto, puede convertirse en una acción decisiva para convencer a las Naciones Unidas al Gobierno de Malí, para abrir un proceso de reconciliación nacional, para evitar que se produce un nuevo y peligroso para el Estado de Malí, en un momento de especial dificultad.
Mali: die UN-Friedenstruppen zu ersetzen Französisch Truppen
Das Engagement von Französisch in Mali, zumindest mit der starke Präsenz des Militärs, die uns erlaubt, die Islamisten zu besiegen hat, ist zu Ende. Die Absicht der Bestätigung der ersten Programme, die von Paris, die eine entschlossene Eingreifen der Situation im Norden von Mali enthalten, ohne eine längere Präsenz entwickelt. Diejenigen in den Prozess sein sollte, dann werden die neuesten militärischen Operationen vor dem die afrikanischen Truppen, die das Land unter dem Banner der UNO präsidieren Übergabe. Das Kontingent der Friedenstruppen würden rund 10.000 Menschen sein, mit der Ermächtigung zur Anwendung von Gewalt. Trotz der Ausreise aus dem Hoheitsgebiet von Mali, werden die Französisch Truppen noch bereit sein, im Falle der Notwendigkeit einzugreifen, mit dem Einsatz von Soldaten in Paris in Senegal oder im Tschad, in der Lage, daher stationiert, um ein hohes Maß an Geschwindigkeit zu gewährleisten Intervention. Wenn die UNO ist das Verständnis der großen Bedeutung, die die Französisch Intervention, die das rote Band, das den Sicherheitsrat gestoppt gelöst hatte, gibt es auch die Angst, dass mit dem Weggang des Militärs von Frankreich die unvermeidliche sein aus Gründen der internationalen Politik und der internen, von einer Rückkehr zu einer Instabilität in der Region. Die militärischen Niederlagen endlich die Islamisten, die auf einer Reserveliste von Männern und Waffen, geschickt in der unendlichen Wüste versteckt verlassen können besiegt. Die Hoffnung der Beamten der Vereinten Nationen, erschöpft die Notwendigkeit für Anti-Terror-Operationen haben und dann die Blauhelme zu einem einzigen Regelaufgabe sehen, ist verpflichtet, vereitelt werden. Allerdings ist die Bedingung der Fundamentalisten, vor allem aus dem militärischen Standpunkt aus gesehen, hat sich aufgrund der Wirkung der Französisch Armee, die deutlich die Kriegsführung Fähigkeiten reduziert hat verschlechtert. Diese Situation kann jedoch zu einer Änderung der Strategie des islamischen Terrorismus in den nördlichen Teil von Mali führen gezwungen, jetzt begrenzten Ressourcen für die Organisation von Angriffen gezielt die Zentren der Staatsmacht Mali rationalisieren. In diesem Szenario könnte die Stationierung von UN-Friedenstruppen, um die große Fläche von Subsahara-Afrika zu kontrollieren haben einen geringeren Einfluss als erwartet. Im Lichte dieser Überlegungen vertritt die laufenden Gespräche zwischen der UNO und den afrikanischen Ländern für die Einrichtung der Friedenstruppe auf eine neue Perspektive in der Tat die Absicht der afrikanischen Staaten war die Einrichtung einer schnellen Eingreiftruppe, weniger geeignet für die Überwachung großer Gebiete zurückerobert von der Kontrolle der Islamisten, aber vielleicht besser geeignet für gezielte Interventionen. Im Gegenteil, ist die Absicht des Labors, um eine beträchtliche Zahl von Truppen entsenden, um einen weiteren Verlust der Souveränität über ihre Territorien durch den Staat Mali zu vermeiden. Ein Mittelweg zwischen den beiden Tendenzen, könnte die Schaffung von Kräften im Land Schwerpunkte, die schnell handeln in Bereichen durch Angriffe von islamischen Kräften, diese Lösung und bietet einen urbanen Standort auch des Militärs betroffen stationiert sein, könnte dazu beitragen, die Gefahr der Anschläge zu begrenzen. Aber es sind nicht nur militärische Fragen zu problematischen Elemente sein, nach Ansicht einiger Analysten noch komplexer scheint es die politische Gegenwart in Bamako, wo das Klima der Rache von Spannungen zwischen ethnischen Gruppen, wie durch den Hohen Kommissar für Menschenrechte berichtet werden würde Schwellenländern Mensch ist. In diesem Zusammenhang kann entschlossenes Handeln, um die UN die Regierung von Mali zu bewegen, einen Prozess der nationalen Versöhnung öffnen werden, um eine gefährliche neue Ergebnisse für den Staat Mali in einem Moment der besonderen Schwierigkeiten zu verhindern.
Mali: les Casques bleus remplacent les troupes françaises
L'engagement de la langue française au Mali, au moins avec la forte présence de l'armée, ce qui nous a permis de vaincre les islamistes, est sur le point de se terminer. L'intention de confirmer les premiers programmes développés par Paris, qui comprenait une intervention résolue de la situation dans le nord du Mali, sans une présence prolongée. Ceux dans le processus devrait être, alors, les dernières opérations militaires avant le transfert de troupes africaines, qui présidera le pays sous la bannière de l'ONU. Le contingent de maintien de la paix serait d'environ 10.000 hommes, avec l'autorisation d'utiliser la force. Malgré le départ du territoire du Mali, les troupes françaises seront toujours prêts à intervenir en cas de besoin, avec l'utilisation de soldats en poste à Paris, au Sénégal ou au Tchad, en mesure, par conséquent, d'assurer un niveau élevé de la vitesse intervention. Si l'ONU est la compréhension de l'importance de l'intervention française, qui a résolu le ruban rouge qui s'était arrêtée au Conseil de sécurité, il ya aussi la crainte réelle que le départ des militaires de la France à l'inévitable pour des raisons de politique internationale et interne, d'un retour à l'instabilité dans la région. Les défaites militaires ont finalement vaincu les islamistes, qui peuvent compter sur une réserve de deux hommes et d'armes, savamment cachés dans la région du désert infini. L'espoir des fonctionnaires de l'Organisation des Nations Unies, avoir épuisé le besoin pour les opérations de contre-terrorisme et de voir ensuite les casques bleus à une tâche de contrôle unique, est tenu d'être frustrés. Toutefois, la condition des fondamentalistes, notamment du point de vue militaire, s'est considérablement détériorée en raison de l'action de l'armée française, qui a considérablement réduit les capacités de combat. Cette situation, cependant, peut entraîner un changement de stratégie de la présente terrorisme islamique dans le nord du Mali, forcés de rationaliser maintenant ressources limitées pour l'organisation d'attaques ciblées des centres d'état de l'alimentation du Mali. Dans ce scénario, le déploiement des casques bleus de l'ONU pour contrôler la vaste région de l'Afrique subsaharienne pourrait avoir un impact plus faible que prévu. A la lumière de ces considérations, les discussions en cours entre l'ONU et les pays africains pour la mise en place de la force de maintien de la paix prend une perspective nouvelle, en fait, l'intention des pays africains était de mettre en place une force de réaction rapide, moins adapté à la surveillance de vastes zones recapturés au contrôle des islamistes, mais peut-être plus approprié pour des interventions ciblées. Au contraire, l'intention du laboratoire consiste à déployer un nombre important de troupes, afin d'éviter une nouvelle perte de souveraineté sur leurs territoires par l'Etat du Mali. Un terrain d'entente entre les deux tendances, pourrait être la création des forces stationnées dans les points focaux nationaux, qui agissent rapidement dans les zones touchées par les attaques des forces islamiques, cette solution, en fournissant une localisation urbaine aussi de l'armée, pourrait contribuer à limiter le danger des attaques. Mais il n'ya pas que les questions militaires à être des éléments problématiques, selon certains analystes encore plus complexes, il semble que la politique actuelle à Bamako, où le climat de vengeance serait sortir de tensions entre les groupes ethniques, tels que rapportés par le Haut-Commissariat aux droits de l'homme humaine. Dans ce contexte, peut devenir une action décisive pour convaincre l'ONU sur le gouvernement du Mali, d'ouvrir un processus de réconciliation nationale, afin d'éviter un dangereux résultats nouveaux pour l'Etat du Mali dans un moment de difficulté particulière.
Mali: as forças de paz da ONU substituir tropas francesas
O compromisso de francês no Mali, pelo menos com a forte presença dos militares, o que nos permitiu derrotar os islamistas, está prestes a terminar. A intenção de confirmar os primeiros programas desenvolvidos por Paris, que incluiu uma intervenção firme da situação no norte de Mali, sem uma presença prolongada. Aqueles em que o processo deve ser, então, as últimas operações militares antes da transferência para as tropas africanas, que presidirá o país sob a bandeira da ONU. O contingente das forças de paz seria de cerca de 10.000 homens, com a autorização de usar a força. Apesar da saída do território do Mali, as tropas francesas ainda vai estar pronto para intervir em caso de necessidade, com o uso de soldados estacionados em Paris no Senegal ou o Chade, capaz, portanto, de assegurar um nível elevado de velocidade intervenção. Se a ONU é o entendimento da grande importância a intervenção francesa, que resolveu a fita vermelha que tinha parado o Conselho de Segurança, há também o medo real de que com a saída dos militares da França para ser o inevitável por razões de política internacional e interna, de um retorno à instabilidade na região. Os militares derrotas finalmente derrotou os islamistas, que podem contar com uma reserva de homens e armas, habilmente escondidos na área do deserto infinito. A esperança de funcionários das Nações Unidas, tendo esgotado a necessidade de operações de contraterrorismo e depois de ver os capacetes azuis para uma tarefa de controle único, é obrigado a ser frustrado. No entanto, a condição dos fundamentalistas, especialmente do ponto de vista militar, deteriorou-se significativamente devido à ação do exército francês, que reduziu significativamente as capacidades de combate. Esta situação, no entanto, pode resultar em uma mudança de estratégia de presente terrorismo islâmico no norte do Mali, forçado a racionalizar agora limitados recursos para a organização de ataques direcionados aos centros do poder estatal Mali. Neste cenário, a implantação das forças de paz da ONU para controlar a vasta área de África Subsaariana poderia ter um impacto menor do que o esperado. À luz dessas considerações, as discussões em curso entre a ONU e os países africanos para a criação de uma força de manutenção de paz assume uma nova perspectiva, na verdade, a intenção dos países africanos foi a criação de uma força de reacção rápida, menor adequado para a fiscalização de grandes áreas recapturados do controle dos islamistas, mas talvez mais adequado para intervenções orientadas. Pelo contrário, a intenção do Laboratório é implantar um número substancial de tropas, a fim de evitar uma maior perda de soberania sobre seus territórios pelo estado de Mali. Um meio termo entre as duas tendências, poderia ser a criação de forças estacionadas em pontos focais nacionais, que agem rapidamente em áreas afetadas por ataques das forças islâmicas, esta solução, proporcionando uma localização urbana também dos militares, poderia ajudar a limitar o perigo dos ataques. Mas não há apenas questões militares a serem elementos problemáticos, de acordo com alguns analistas ainda mais complexas, parece que a política atual em Bamako, onde o clima de vingança seria emergir tensões entre grupos étnicos, como relatado pelo Alto Comissário para os Direitos Humanos humano. Neste contexto, pode se tornar uma ação decisiva para convencer as Nações Unidas sobre o governo de Mali, para abrir um processo de reconciliação nacional, para evitar um resultado novo e perigoso para o Estado do Mali, em um momento de particular dificuldade.
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