Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
mercoledì 6 agosto 2014
Bagdad si riavvicina ai curdi per contenere l'avanzata dei miliziani sunniti
L’avanzata dell’esercito dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante verso i territori curdi, ha determinato un riavvicinamento tra Bagdad e le autorità del Kurdistan irakeno. Il premier Nouri Al Maliki ha disposto che l’aviazione irakena fornisse aiuto dal cielo contro l’avanzata dei miliziani sunniti ai combattenti curdi peshmerga, stremati dai combattimenti per la difesa del territorio curdo. Le due parti, che pur restando formalmente alleate contro i miliziani sunniti, negli ultimi tempi si sono allontanate, per le accuse del premier irakeno verso i curdi; accuse che riguarderebbero un eccessivo distacco dalle autorità centrali, per formare una entità statale autonoma approfittando del caos presente nel paese. I curdi godono già di una ampia autonomia e gestiscono gli ingenti guadagni provenienti dai pozzi petroliferi presenti sul loro territorio, ma ambiscono alla creazione di uno stato proprio. Per Bagdad è però necessario che l’integrità del Kurdistan irakeno non venga violata a beneficio dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, che ha già sottratto diverse regioni alla sovranità statale. L’importanza economica dei pozzi petroliferi presenti sul territorio curdo irakeno darebbe un potere economico in grado di accrescere in modo esponenziale le possibilità di avanzata dei seguaci della jiahd, rendendoli praticamente invincibili di fronte alle forze armate di Bagdad; si tratta di una eventualità nefasta non solo per l’equilibrio regionale, ma anche per quello mondiale, giacché il panorama internazionale si troverebbe a fronteggiare uno stato in balia di un movimento terroristico. La questione investe diverse variabili, tra cui il ruolo degli USA ed anche quello dei paesi del Golfo Persico, ma, in maniera più urgente quello dell’Iran, che vedrebbe minacciata la propria sicurezza direttamente sui propri confini, in caso di caduta dei curdi. Teheran ha più volte minacciato di intervenire in difesa degli sciti irakeni, oggetto, come i cristiani di una feroce discriminazione da parte dei combattenti sunniti. La relativa calma dimostrata dall’Iran è frutto del lavoro diplomatico statunitense, ma se dovesse concretizzarsi sempre più vicina la minaccia sunnita, gli analisti non escludono un coinvolgimento diretto delle forze armate iraniane, anche in virtù dei legami con l’attuale classe dirigente del paese irakeno per la comune fede scita. Sul campo terrestre l’esercito irakeno ha dimostrato di essere inferiore ai miliziani dello stato Islamico dell’Iraq e del Levante, che godono dell’appoggio della popolazione sunnita e degli aderenti al partito Baath, il movimento politico di Saddam Hussein, rimasto attivo soprattutto nelle provincie sunnite, tuttavia il ruolo della forza aerea, non ancora del tutto impiegata, può essere determinate per fare arretrare le forze dllo Stato islamico dell'Iraq e del Levante. Ma se l’aviazione può fermare l’avanzata degli estremisti sunniti, alle forze armate irakene manca l’addestramento e la determinazione per mantenere il controllo del territorio. Certamente con l’aiuto dell’aviazione questo può accadere nel Kurdistan, che possiede una forza di terra addestrata e ben radicata sul territorio, che con l’aiuto dal cielo può essere difficilmente battibile; questo diventa il primo e più urgente obiettivo di Al Maliki, che deve impedire a tutti i costi la conquista del Kurdistan, quale punto da cui ripartire per riprendere la sovranità del paese. Certamente fermare l’avanzata su l territorio curdo non è sufficiente, ma garantisce una sorta di cuscinetto e, soprattutto ,impedisce ai sunniti radicali di rafforzarsi economicamente. Resta il problema, però, di riguadagnare il terreno perduto, a questo scopo è difficile immaginare che questo sia possibile senza un aiuto esterno giunto ad una redistribuzione del potere in favore dei sunniti più moderati, tenuti lontani dai centri di controllo del paese. Un intervento iraniano in grande scala è da escludere, soprattutto nei territori sunniti, dove gli sciti non sono comunque ben visti; Teheran potrebbe entrare in gioco soltanto se minacciata a seguito di una caduta dei curdi, che determinerebbe l’avanzata dei jihadisti al confine con l’Iran. Obama ha più volte sottolineato che un ritorno dei militari americani sul suolo irakeno non rientra nei piani della Casa Bianca; le forze armate americane stanno già collaborando con Bagdad ma soltanto mediante l’uso dei droni, mentre quello che servirebbe è una forza di terra in grado di controllare il territorio in maniera serrata. Un interlocutore potenziale per fornire un appoggio in questo senso potrebbe essere l’Arabia Saudita, anche attraverso la Lega Araba, se venisse ridistribuito il potere a favore dei sunniti più moderati. Soltanto soddisfatta questa condizione l’Arabia Saudita potrebbe pensare ad una qualche forma di intervento, anche perché non è certo interesse di Riyadh, avere sui propri confini movimenti radicali che potrebbero contagiare gli abitanti della monarchia saudita. Infatti, proprio per evitare questa possibilità, l’Arabia Saudita ha schierato un ingente numero di soldati al confine irakeno. Nel frattempo la situazione dei civili si sta aggravando sempre di più e molte persone sono costrette a lasciare le proprie case per evitare le violenze imposte dai radicali sunniti. Soprattutto le minoranze religiose sono vittime di persecuzioni, come i cristiani di Mosul, inoltre luoghi di culto sia cristiani, che sciti, sono stati oggetto di distruzione. L’esasperazione della popolazione ha però prodotto moti di reazione, sfociati nella costituzione di gruppi di autodifesa contro i radicali sunniti, segnale che aggiunge incertezza allo sviluppo della situazione.
Baghdad gets closer to the Kurds to contain the advance of the Sunni militiamen
The advance of the army of the Islamic State of Iraq and the Levant to the Kurdish areas, has led to a rapprochement between Baghdad and the authorities in Iraqi Kurdistan. Prime Minister Nouri Al Maliki ordered the Iraqi air force would provide help from heaven against the advance of the Kurdish peshmerga militiamen Sunni fighters, exhausted from fighting for the defense of the Kurdish territory. The two parties, which while remaining formally allied against Sunni militiamen in recent times have moved away, over allegations of Iraqi Prime Minister towards the Kurds; charges that relate to an excessive detachment from the central authorities, to form an autonomous state entity taking advantage of the chaos in the country. The Kurds already enjoy a large degree of autonomy and manage the huge earnings from oil wells on their territory, but aim at the creation of their own state. To Baghdad is necessary that the integrity of Iraqi Kurdistan is not violated for the benefit of the Islamic State of Iraq and the Levant, which has already subtracted the different regions to state sovereignty. The economic importance of the oil wells in the area would give the Iraqi Kurdish economic power can increase exponentially the possibilities for advanced followers of jihad, making them practically invincible in the face of armed forces in Baghdad; it is a possibility not only harmful for the regional balance, but also for the world, since the international landscape would face a state at the mercy of a terrorist movement. The issue involves several variables, including the role of the USA and also that of the countries of the Persian Gulf, but, more urgent than Iran, which would see directly threatened its security on its borders, in case of a fall of the Kurds. Tehran has repeatedly threatened to intervene in defense of the Iraqi Shia, object, like Christians of a fierce discrimination by Sunni militants. The relative calm demonstrated by Iran is the work American diplomat, but if it were to materialize closer the Sunni threat, analysts do not rule out a direct involvement of the Iranian armed forces, also because of the ties with the current leadership of the country Iraq to the common faith growth. On the Earth's field the Iraqi army has been shown to be less than the militia of the Islamic state of Iraq and the Levant, which enjoy the support of the Sunni population and members of the Baath Party, the political movement of Saddam Hussein, who was active especially in Sunni provinces, however, the role of air power, not yet fully used, it can be determined in order to reverse the forces dllo Islamic State of Iraq and the Levant. But if the Air Force can stop the advance of extremist Sunnis, the Iraqi armed forces lack the training and determination to maintain control of the territory. Of course with the help of aviation this can happen in Kurdistan, which has a ground force trained and well-rooted in the territory, which with the help of the sky can be hard to beat; This becomes the first and most urgent goal of Al Maliki, who must prevent at all costs the conquest of Kurdistan, which point from which to start to regain the country's sovereignty. Certainly stop the advance of the Kurdish territory is not sufficient, but guarantees a kind of bearing and, above all, prevents the Sunni radicals of reinforcing economically. The problem remains, however, to regain lost ground, for this purpose it is difficult to imagine that this is possible without outside help come to a redistribution of power in favor of the more moderate Sunnis, kept away from the control centers of the country. An Iranian intervention on a large scale is to be excluded, especially in Sunni areas, where the Scythians, however, are not well seen; Tehran could only come into play if it is threatened as a result of a fall of the Kurds, which would lead to the advance of the jihadis on the border with Iran. Obama has repeatedly stressed that a return of American troops on Iraqi soil is not part of the plans of the White House; American armed forces are already collaborating with Baghdad but only through the use of drones, while what is needed is a ground force capable of controlling the territory in a lockout. A contact potential to provide support in this direction could be the Saudi Arabia, including the Arab League, if the power were to be redistributed in favor of the more moderate Sunnis. This condition is satisfied only Saudi Arabia could think of some form of intervention, because it is not certain interest of Riyadh, have on its borders radical movements that could infect the inhabitants of the Saudi monarchy. In fact, precisely to avoid this possibility, Saudi Arabia has deployed a large number of soldiers to the border of Iraq. Meanwhile, the situation of civilians is worsening more and more and many people are forced to leave their homes to avoid the violence imposed by radical Sunnis. Especially religious minorities are persecuted, like the Christians of Mosul, also places of worship and Christians, that the Scythians, were subject to destruction. The exasperation of the population, however, has produced motions of reaction, which resulted in the establishment of self-defense groups against the radical Sunni signal which adds uncertainty to the development of the situation.
Bagdad se acerca a los kurdos para contener el avance de los milicianos suníes
El avance del ejército del Estado Islámico de Irak y el Levante para las zonas kurdas, ha llevado a un acercamiento entre Bagdad y las autoridades en el Kurdistán iraquí. El primer ministro Nouri al-Maliki ordenó a la fuerza aérea iraquí proporcionaría ayuda desde el cielo contra el avance de los milicianos peshmerga kurdos combatientes sunitas, agotado por la lucha por la defensa del territorio kurdo. Las dos partes, que sin dejar de ser formalmente aliados contra milicianos sunitas en los últimos tiempos se han alejado, por las acusaciones del primer ministro iraquí hacia los kurdos; los cargos que se relacionan con un desprendimiento excesivo de las autoridades centrales, para formar una entidad autónoma del Estado, aprovechando el caos en el país. Los kurdos ya gozan de un alto grado de autonomía y gestionar las enormes ganancias de los pozos de petróleo en su territorio, pero apuntan a la creación de su propio estado. Para Bagdad es necesario que la integridad del Kurdistán iraquí no se viola en beneficio del Estado Islámico de Irak y el Levante, que ya ha restado las diferentes regiones de la soberanía del Estado. La importancia económica de los pozos de petróleo en la zona daría el poder económico kurda iraquí puede aumentar exponencialmente las posibilidades de seguidores avanzados de la yihad, haciéndolos prácticamente invencible en la cara de las fuerzas armadas en Bagdad; es una posibilidad, no sólo es perjudicial para el equilibrio regional, sino también para el mundo, ya que el panorama internacional se enfrentaría a un estado a merced de un movimiento terrorista. El asunto involucra diversas variables, incluyendo el papel de los EE.UU. y también la de los países del Golfo Pérsico, pero, más urgente que Irán, que vería directamente amenazada su seguridad en sus fronteras, en caso de una caída de los kurdos. Teherán ha amenazado en repetidas ocasiones para intervenir en defensa de los chiítas iraquíes, objeto, al igual que los cristianos de una discriminación feroz por militantes sunitas. La relativa calma demostrada por Irán es el trabajo diplomático estadounidense, pero si llegara a materializarse más cerca la amenaza sunita, los analistas no descartan una participación directa de las fuerzas armadas iraníes, también a causa de los lazos con los actuales dirigentes del país Irak para el crecimiento común fe. El campo de la Tierra el ejército iraquí se ha demostrado que es menos de la milicia del Estado Islámico de Irak y el Levante, que cuenta con el apoyo de la población sunita y miembros del Partido Baath, el movimiento político de Saddam Hussein, quien era activa sobre todo en provincias sunitas, sin embargo, el papel de la fuerza aérea, todavía no se usan totalmente, se puede determinar con el fin de revertir las fuerzas dllo Estado Islámico de Irak y el Levante. Pero si la Fuerza Aérea puede detener el avance de extremistas sunitas, las fuerzas armadas iraquíes carecen de la formación y determinación para mantener el control del territorio. Por supuesto, con la ayuda de la aviación esto puede suceder en el Kurdistán, que tiene una fuerza terrestre entrenada y bien arraigada en el territorio, que con la ayuda del cielo puede ser difícil de superar; Esta se convierte en la primera y más urgente objetivo de Al Maliki, que debe evitar a toda costa la conquista de Kurdistán, que el punto de partida para empezar a recuperar la soberanía del país. Ciertamente detener el avance de la territorio kurdo no es suficiente, pero garantiza una especie de cojinete y, sobre todo, evita que los radicales sunitas de refuerzo económicamente. El problema sigue siendo, sin embargo, para recuperar el terreno perdido, por ello, es difícil imaginar que esto es posible sin ayuda de afuera venga a una redistribución del poder a favor de los sunitas más moderados, mantenerse alejado de los centros de control del país. Una intervención iraní en gran escala debe ser excluido, especialmente en las zonas suníes, donde los escitas, sin embargo, no están bien visto; Teherán sólo podría entrar en juego si se ve amenazada como consecuencia de una caída de los kurdos, lo que llevaría al avance de los yihadistas en la frontera con Irán. Obama ha subrayado en repetidas ocasiones que el retorno de las tropas estadounidenses en suelo iraquí no es parte de los planes de la Casa Blanca; fuerzas armadas estadounidenses ya están colaborando con Bagdad, pero sólo a través del uso de aviones no tripulados, mientras que lo que se necesita es una fuerza terrestre capaz de controlar el territorio en un cierre patronal. Un potencial de contacto para proporcionar apoyo en esta dirección podría ser la Arabia Saudita, incluyendo la Liga Árabe, si el poder fuera a ser redistribuido a favor de los sunitas más moderados. Esta condición se cumple sólo Arabia Saudita podría pensar en alguna forma de intervención, ya que no es cierto interés de Riad, tienen en sus fronteras movimientos radicales que podrían infectar a los habitantes de la monarquía saudí. De hecho, precisamente para evitar esta posibilidad, Arabia Saudita ha desplegado un gran número de soldados a la frontera de Irak. Mientras tanto, la situación de la población civil está empeorando más y más y muchas personas se ven obligadas a abandonar sus hogares para evitar la violencia impuesta por los sunitas radicales. Especialmente las minorías religiosas son perseguidos, como los cristianos de Mosul, también lugares de culto y los cristianos, que los escitas, fueron objeto de destrucción. La exasperación de la población, sin embargo, ha producido movimientos de reacción, lo que resultó en la creación de grupos de autodefensa contra la señal sunita radical que añade incertidumbre a la evolución de la situación.
Bagdad näher an den Kurden, den Vormarsch der sunnitischen Milizen enthalten
Der Vormarsch der Armee des Islamischen Staates im Irak und der Levante, um den kurdischen Gebieten, hat zu einer Annäherung zwischen Bagdad und den Behörden im irakischen Kurdistan führte. Ministerpräsident Nuri Al-Maliki ordnete die irakische Luftwaffe würde Hilfe vom Himmel gegen den Vormarsch der kurdischen Peschmerga-Milizen sunnitische Kämpfer, von der Verteidigung der kurdischen Gebiet der Bekämpfung ausgeschöpft werden. Die beiden Parteien, die sich formal gegen sunnitische Milizen in der letzten Zeit verbündet, während verbleibenden haben sich, über Anschuldigungen von irakischen Ministerpräsidenten gegenüber den Kurden bewegt; Gebühren, die zu einer übermäßigen Loslösung von den zentralen Behörden beziehen, um einen autonomen Staat Unternehmen nutzen die Chaos im Land zu bilden. Die Kurden genießen bereits ein großes Maß an Autonomie und die enormen Einnahmen aus Ölquellen verwalten in ihrem Gebiet, aber zielen auf die Schaffung des eigenen Staates. Bagdad ist notwendig, dass die Integrität des irakischen Kurdistan ist nicht zum Wohle des Islamischen Staates im Irak und der Levante, die bereits die verschiedenen Regionen abgezogen hat staatlichen Souveränität verletzt. Die wirtschaftliche Bedeutung der Ölquellen in dem Gebiet der irakisch-kurdischen Wirtschaftsleistung exponentiell die Möglichkeiten für fortgeschrittene Anhänger des Jihad zu erhöhen geben, so dass sie in das Gesicht der Streitkräfte in Bagdad praktisch unbesiegbar; es ist eine Möglichkeit, nicht nur schädlich für die regionale Ausgewogenheit, aber auch für die Welt, da die internationale Landschaft würde einen Zustand der Gnade einer terroristischen Bewegung zu stellen. Das Thema umfasst mehrere Variablen, einschließlich der Rolle der USA und auch, dass in den Ländern des Persischen Golfs, aber dringender als der Iran, die direkt bedroht sehen würde seine Sicherheit an den Grenzen, im Falle eines Sturzes der Kurden. Teheran hat wiederholt damit gedroht, in der Verteidigung der irakischen Schiiten, Christen Objekt wie von einem heftigen Diskriminierung von sunnitischen Militanten eingreifen. Die relative Ruhe durch den Iran gezeigt, ist die Arbeit amerikanischer Diplomat, aber wenn es um näher die sunnitische Bedrohung materialisieren waren, haben die Analysten nicht aus, eine direkte Beteiligung der iranischen Streitkräfte, auch wegen der Verbundenheit mit der aktuellen Führung des Landes Irak, die dem gemeinsamen Glauben Wachstum. Auf Feld der Erde die irakische Armee hat sich gezeigt, auf weniger als die Milizen der islamischen Staat im Irak und der Levante, die die Unterstützung der sunnitischen Bevölkerung und die Mitglieder der Baath-Partei, die politische Bewegung von Saddam Hussein, der aktiv vor allem in war zu genießen sunnitischen Provinzen, aber die Rolle der Luftleistung, noch nicht voll ausgeschöpft, kann es um die Kräfte Dllo islamischer Staat Irak und der Levante umkehren bestimmt werden. Aber wenn die Air Force kann den Vormarsch der extremistischen Sunniten zu stoppen, fehlt die irakischen Streitkräfte die Ausbildung und die Entschlossenheit, die Kontrolle über das Gebiet zu halten. Natürlich mit Hilfe der Luftfahrt kann in Kurdistan, die eine Bodenkraft ausgebildet und in dem Gebiet, die mit der Hilfe des Himmels ist schwer zu schlagen sein gut verwurzelt ist geschehen; Dies wird die erste und dringendste Ziel der Al Maliki, der muss überhaupt verhindern, dass die Eroberung von Kurdistan, die Punkt, von dem zu beginnen, die Souveränität des Landes wiederzugewinnen kostet. Den Vormarsch der kurdischen Gebiet sicherlich zu stoppen, ist nicht ausreichend, aber garantiert eine Art von Lager und vor allem verhindert, dass die sunnitischen Radikalen verstärken wirtschaftlich. Das Problem bleibt jedoch, verlorenen Boden zurückzugewinnen, für diesen Zweck ist es schwer vorstellbar, dass dies möglich ist, ohne Hilfe von außen zu einer Umverteilung der Macht zugunsten der gemäßigten Sunniten kommen, hielten sich von den Kontrollzentren des Landes. Eine iranische Intervention im großen Maßstab ist es, ausgeschlossen werden, vor allem in sunnitischen Gebieten, wo die Skythen, die jedoch nicht gut zu sehen; Teheran konnte nur ins Spiel kommen, wenn sie als Folge eines Sturzes der Kurden, die zum Fortschritt der Dschihadisten an der Grenze mit dem Iran führen würden bedroht ist. Obama hat wiederholt betont, dass eine Rückkehr der amerikanischen Truppen auf irakischem Boden ist nicht Teil der Pläne des Weißen Hauses; amerikanischen Streitkräfte bereits die Zusammenarbeit mit Bagdad, sondern nur durch den Einsatz von Drohnen, während das, was benötigt wird, ist eine bahn Kraft, die Kontrolle des Territoriums in einer Aussperrung. Ein Kontaktpotential, um Unterstützung in dieser Richtung bieten könnte die Saudi-Arabien, einschließlich der Arabischen Liga, wenn der Macht waren, sich für den gemäßigteren Sunniten verteilt werden. Diese Bedingung erfüllt ist nur Saudi-Arabien von einer Form der Intervention denken konnte, denn es ist nicht sicher Interesse der Riad, haben an ihren Grenzen radikalen Bewegungen, die die Einwohner der saudischen Monarchie infizieren könnte. In der Tat, genau auf diese Möglichkeit zu vermeiden, Saudi-Arabien hat eine große Anzahl von Soldaten an der Grenze zu Irak. Inzwischen hat sich die Lage der Zivilbevölkerung verschlechtert sich mehr und mehr, und viele Menschen sind gezwungen, ihre Häuser zu verlassen, um die Gewalt von radikalen Sunniten zu entgehen. Vor allem religiöse Minderheiten verfolgt werden, wie die Christen von Mosul, auch Orte der Anbetung und Christen, dass die Skythen, waren Gegenstand der Zerstörung. Die Erbitterung der Bevölkerung hat jedoch Bewegungen der Reaktion, die in der Einrichtung von Selbstverteidigungsgruppen gegen die radikale sunnitische Signal, das die Unsicherheit der Entwicklung der Situation fügt führte produziert.
Bagdad se rapproche de Kurdes à contenir l'avance des miliciens sunnites
L'avance de l'armée de l'Etat islamique d'Irak et du Levant vers les zones kurdes, a conduit à un rapprochement entre Bagdad et les autorités du Kurdistan irakien. Le Premier ministre Nouri Al Maliki a ordonné l'armée de l'air irakienne fournir de l'aide du ciel contre l'avancée des miliciens peshmergas kurdes combattants sunnites, épuisés de se battre pour la défense du territoire kurde. Les deux parties, qui, tout en restant formellement alliés contre des miliciens sunnites ces derniers temps se sont éloignés, sur les allégations du Premier ministre irakien envers les Kurdes; charges qui se rapportent à un détachement excessif des autorités centrales, pour former une entité autonome de l'État en profitant du chaos dans le pays. Les Kurdes jouissent déjà d'un large degré d'autonomie et de gérer les énormes gains de puits de pétrole sur leur territoire, mais visent à la création de leur propre Etat. À Bagdad est nécessaire que l'intégrité du Kurdistan irakien n'est pas violé au profit de l'Etat islamique d'Irak et du Levant, qui a déjà soustrait les différentes régions de la souveraineté des États. L'importance économique des puits de pétrole dans la région donnerait le pouvoir économique kurde irakienne peut augmenter de façon exponentielle les possibilités de disciples avancés du djihad, ce qui les rend pratiquement invincible face à des forces armées à Bagdad; il est possible non seulement néfaste pour l'équilibre régional, mais aussi pour le monde, car le paysage international ferait face à un état à la merci d'un mouvement terroriste. La question comporte plusieurs variables, y compris le rôle des Etats-Unis et aussi celle des pays du golfe Persique, mais, plus urgent que l'Iran, qui verrait directement menacé sa sécurité sur ses frontières, en cas de chute des Kurdes. Téhéran a menacé à plusieurs reprises d'intervenir dans la défense de la chiites irakiens, objet, comme les chrétiens d'une discrimination féroce par des militants sunnites. Le calme relatif démontré par l'Iran est l'œuvre diplomate américain, mais si elle devait se concrétiser plus la menace sunnite, les analystes n'excluent pas une participation directe des forces armées iraniennes, aussi en raison des liens avec les dirigeants actuels du pays Irak à la croissance de la foi commune. Sur le champ de la Terre de l'armée irakienne a été démontré que moins de la milice de l'Etat islamique d'Irak et du Levant, qui bénéficient du soutien de la population sunnite et les membres du parti Baas, le mouvement politique de Saddam Hussein, qui était active, en particulier dans provinces sunnites, cependant, le rôle de la puissance aérienne, pas encore pleinement utilisé, il peut être déterminé afin de renverser les forces dllo Etat islamique d'Irak et du Levant. Mais si la Force aérienne peut arrêter la progression des extrémistes sunnites, les forces armées irakiennes n'ont pas la formation et la détermination à maintenir le contrôle du territoire. Bien sûr, avec l'aide de l'aviation cela peut se produire dans le Kurdistan, qui a une force terrestre formé et bien enracinée dans le territoire, qui avec l'aide du ciel peut être difficile à battre; Cela devient la première et la plus urgente but de Al Maliki, qui doit éviter à tout prix la conquête du Kurdistan, qui point de départ pour commencer à regagner la souveraineté du pays. Certes, l'arrêter l'avance du territoire kurde n'est pas suffisant, mais garantit une sorte de palier et, surtout, empêche les radicaux sunnites de renforcer économiquement. Le problème reste cependant à regagner le terrain perdu, à cette fin, il est difficile d'imaginer que cela est possible sans aide extérieure arriver à une redistribution du pouvoir en faveur des sunnites plus modérés, tenu à l'écart des centres de contrôle du pays. Une intervention iranienne à grande échelle doit être exclue, en particulier dans les zones sunnites, où les Scythes, cependant, ne sont pas bien vu; Téhéran ne pouvait entrer en jeu si elle est menacée en raison d'une chute des Kurdes, ce qui conduirait à l'avance des djihadistes à la frontière avec l'Iran. Obama a souligné à maintes reprises que le retour des troupes américaines sur le sol irakien ne fait pas partie des plans de la Maison Blanche; forces armées américaines collaborent déjà avec Bagdad, mais seulement par l'utilisation de drones, tout ce qui est nécessaire est une force terrestre capable de contrôler le territoire dans un lock-out. Un potentiel de contact de fournir un soutien dans ce sens pourrait être l'Arabie Saoudite, y compris la Ligue arabe, si le pouvoir devait être redistribué en faveur des sunnites plus modérés. Cette condition est satisfaite que l'Arabie saoudite pourrait penser à une certaine forme d'intervention, car il n'est pas certain intérêt de Riyad, sur ses frontières des mouvements radicaux qui pourraient infecter les habitants de la monarchie saoudienne. En fait, précisément pour éviter cette possibilité, l'Arabie saoudite a déployé un grand nombre de soldats à la frontière de l'Irak. Pendant ce temps, la situation des civils se détériore de plus en plus et beaucoup de gens sont forcés de quitter leurs maisons pour éviter la violence imposée par les sunnites radicaux. En particulier les minorités religieuses sont persécutées, comme les chrétiens de Mossoul, également des lieux de culte et les chrétiens, que les Scythes, ont fait l'objet de destruction. L'exaspération de la population, cependant, a produit des mouvements de réaction, qui ont abouti à la création de groupes d'auto-défense contre le signal sunnite radical qui ajoute à l'incertitude de l'évolution de la situation.
Bagdá se aproxima dos curdos para conter o avanço dos milicianos sunitas
O avanço do exército do Estado Islâmico do Iraque e do Levante para as áreas curdas, levou a uma aproximação entre Bagdá e as autoridades do Curdistão iraquiano. O primeiro-ministro Nouri Al Maliki ordenou a força aérea iraquiana iria fornecer ajuda do céu contra o avanço das milícias curdas Peshmerga combatentes sunitas, exausto de lutar pela defesa do território curdo. Os dois partidos, que, permanecendo formalmente aliados contra milicianos sunitas nos últimos tempos se afastaram, por acusações de primeiro-ministro iraquiano para os curdos; encargos que se relacionam com um destacamento excessivo por parte das autoridades centrais, para formar uma entidade estatal autônoma aproveitando o caos no país. Os curdos já desfrutam de um elevado grau de autonomia e gestão das enormes ganhos de poços de petróleo em seu território, mas que visam a criação de um Estado próprio. Para Bagdá é necessário que a integridade do Curdistão iraquiano não é violado em benefício do Estado Islâmico do Iraque e do Levante, que já subtraídas as diferentes regiões de afirmar a soberania. A importância econômica dos poços de petróleo na área daria o poder econômico curdo iraquiano pode aumentar exponencialmente as possibilidades de seguidores avançados da jihad, tornando-os praticamente invencível em face das forças armadas em Bagdá; é uma possibilidade, não só prejudicial para o equilíbrio regional, mas também para o mundo, uma vez que o cenário internacional teria de enfrentar um estado à mercê de um movimento terrorista. A questão envolve diversas variáveis, incluindo o papel dos EUA e também a dos países do Golfo Pérsico, mas, mais urgente do que o Irã, que veria diretamente ameaçada a sua segurança em suas fronteiras, no caso de uma queda dos curdos. Teerã tem repetidamente ameaçado de intervir em defesa dos xiitas iraquianos, objeto, como os cristãos de discriminação feroz por militantes sunitas. A relativa calma demonstrada pelo Irã é o trabalho diplomata norte-americano, mas se fosse mais perto de se materializar a ameaça sunita, os analistas não descartam um envolvimento direto das forças armadas iranianas, também por causa dos laços com a atual liderança do país Iraque para o crescimento comum fé. No campo da Terra do exército iraquiano foi mostrado para ser menor do que a milícia do Estado Islâmico do Iraque e do Levante, que contam com o apoio da população sunita e membros do Partido Baath, o movimento político de Saddam Hussein, que era ativo, especialmente em províncias sunitas, no entanto, o papel do poder aéreo, ainda não totalmente utilizado, pode ser determinada a fim de reverter as forças dllo Estado Islâmico do Iraque e do Levante. Mas se a Força Aérea pode deter o avanço de extremistas sunitas, as forças armadas iraquianas não têm o treinamento e determinação para manter o controle do território. É claro que com a ajuda da aviação isso pode acontecer no Curdistão, que tem uma força terrestre treinados e bem enraizada no território, que com a ajuda do céu pode ser difícil de bater; Isto torna-se o primeiro e mais urgente meta de Al Maliki, que deve evitar a todo custo a conquista do Curdistão, que ponto a partir do qual começa a recuperar a soberania do país. Certamente parar o avanço do território curdo não é suficiente, mas garante uma espécie de rolamento e, acima de tudo, previne os radicais sunitas de reforço economicamente. O problema permanece, no entanto, para recuperar o terreno perdido, para este efeito, é difícil imaginar que isso é possível sem ajuda externa chegar a uma redistribuição de poder em favor dos sunitas mais moderados, mantido longe dos centros de controle do país. Uma intervenção iraniana em grande escala deve ser excluído, especialmente em áreas sunitas, onde os citas, no entanto, não são bem vistos; Teerã só poderia entrar em jogo, se for ameaçado, como resultado de uma queda dos curdos, o que levaria ao avanço dos jihadistas na fronteira com o Irã. Obama tem repetidamente sublinhado que um retorno de tropas americanas em solo iraquiano não faz parte dos planos da Casa Branca; forças armadas americanas já estão colaborando com Bagdá, mas apenas através do uso de drones, enquanto o que é necessário é uma força terrestre capaz de controlar o território em um bloqueio. Um potencial de contacto para prestar apoio nesse sentido poderia ser a Arábia Saudita, incluindo a Liga Árabe, se o poder fosse redistribuída em favor dos sunitas mais moderados. Esta condição é satisfeita apenas a Arábia Saudita poderia pensar em alguma forma de intervenção, porque não é certo interesse de Riyadh, tem em suas fronteiras movimentos radicais que poderiam infectar os habitantes da monarquia saudita. Na verdade, precisamente para evitar esta possibilidade, a Arábia Saudita tem implantado um grande número de soldados para a fronteira do Iraque. Enquanto isso, a situação dos civis está piorando cada vez mais e muitas pessoas são obrigadas a deixar suas casas para evitar a violência imposta pelos sunitas radicais. Minorias religiosas Especialmente são perseguidos, como os cristãos de Mosul, também locais de culto e os cristãos, que os citas, estavam sujeitos à destruição. A exasperação da população, no entanto, produziu movimentos de reação, o que resultou na criação de grupos de auto-defesa contra o sinal sunita radical que adiciona incerteza ao desenvolvimento da situação.
Багдад становится ближе к курдам, чтобы содержать продвижение суннитских ополченцев
Наступление армии Исламского Государства Ирак и Левант в курдских районах, привело к сближению между Багдадом и властями в иракском Курдистане. Премьер-министр Ирака Нури Аль Малики приказал ВВС Ирака будет оказывать помощь с неба на продвижении курдских повстанцев милиционеров суннитские боевики, исчерпаны от борьбы за защиту курдского территории. Обе стороны, которые, оставаясь формально союзные против суннитских ополченцев в последнее время отошли, в связи с обвинениями премьер-министра Ирака отношении курдов; обвинения, которые относятся к чрезмерной оторванности от центральных властей, образовывать автономную государственного образования воспользовавшись хаосом в стране. Курды уже пользуются большой степенью автономии и управлять огромные доходы от нефтяных скважин на своей территории, но нацелены на создание собственного государства. Для Багдаде необходимо, что целостность иракского Курдистана не нарушается в пользу Исламского Государства Ирак и Леванта, который уже вычтена различные регионы государственному суверенитету. Экономическое значение нефтяных скважин в районе даст иракскую курдскую экономическую мощь может увеличить экспоненциально возможности для продвинутых последователей джихада, что делает их практически непобедимыми перед лицом вооруженных сил в Багдаде; это возможность не только вредно для регионального баланса, но и для всего мира, так как международный ландшафт столкнется государство на милость террористической деятельностью. Вопрос включает несколько переменных, в том числе роли США и также, что из стран Персидского залива, но, более актуальной, чем Иран, который бы увидеть непосредственно угрожает ее безопасности на своих границах, в случае падения курдов. Тегеран неоднократно угрожал вмешаться в защиту иракской шиитской, объекта, как христиане ожесточенной дискриминации со стороны суннитских боевиков. Относительное спокойствие продемонстрировали Ираном является работа американский дипломат, но если бы это было материализовать близкий суннитского угрозу, аналитики не исключают, прямое участие иранских вооруженных сил, и потому, что из связей с нынешним руководством страны Ирак к общему росту веры. На поле Земли иракская армия была показано, что меньше, чем милиции исламского государства Ирака и Леванта, которые пользуются поддержкой суннитов и членов партии Баас, политического движения Саддама Хусейна, который был активным, особенно в суннитские провинции, однако, роль военно-воздушных сил, еще не полностью используется, он может быть определен для того, чтобы обратить вспять силы dllo исламского Государства Ирак и Леванта. Но если ВВС может остановить продвижение экстремистских суннитов, иракские вооруженные силы не хватает подготовки и решимость сохранить контроль над территорией. Конечно, с помощью авиации это может произойти в Курдистане, который имеет сухопутных войск обученный и хорошо укоренившейся на территории, которая с помощью неба может быть трудно превзойти; Это станет первым и наиболее актуальной задачей Аль Малики, который должен предотвратить любой ценой завоевание Курдистана, который точка, из которой, чтобы начать, чтобы восстановить суверенитет страны. Конечно остановить наступление на курдских территориях не является достаточным, но гарантирует рода подшипника и, прежде всего, предотвращает суннитские радикалы укрепление экономически. Проблема остается, однако, чтобы вернуть утраченные позиции, для этого трудно себе представить, что это возможно без посторонней помощи пришел к перераспределению власти в пользу более умеренных суннитов, держать подальше от контрольных центров страны.Иранский вмешательство в больших масштабах будет исключена, особенно в суннитских районах, где скифы, однако, не очень хорошо видел; Тегеран может прийти только в игру, если она находится под угрозой в результате падения курдов, которые привели бы к заранее из джихадистов на границе с Ираном. Обама неоднократно подчеркивал, что возвращение американских войск на иракской земле не является частью планов Белого дома; Американские вооруженные силы уже сотрудничают с Багдадом, но только с помощью беспилотных самолетов, в то время как то, что необходимо, так это наземные силы способны контролировать территорию в локаута.Контактный потенциал, чтобы обеспечить поддержку в этом направлении могло бы стать Саудовская Аравия, в том числе Лиги арабских государств, если власть должны были быть перераспределены в пользу более умеренных суннитов. Это условие выполняется только Саудовская Аравия может думать о той или иной форме вмешательства, потому что он не уверен, интерес Эр-Рияде, имеют на своих границах радикальные движения, которые могут заразить жителей Саудовской монархии. На самом деле, именно, чтобы избежать такой возможности, Саудовская Аравия развернула большое количество солдат к границе Ирака. Между тем, положение мирных граждан ухудшается все больше и больше, и многие люди вынуждены покидать свои дома, чтобы избежать насилия, введенной радикальных суннитов. Особенно религиозные меньшинства подвергаются преследованиям, как христиан Мосула, также места отправления культа и христиан, что скифы, подлежали уничтожению.Озлобление населения, однако, произвела движения реакции, в результате которых в создании групп самообороны против радикального суннитского сигнала, который добавляет неопределенности в развитии ситуации.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)