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Politica Internazionale
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lunedì 5 ottobre 2015
يطلب من الاتحاد الأوروبي للمساعدة في تركيا لإدارة اللاجئين
حل
واحد أن قرر الاتحاد الأوروبي لوقف تدفق اللاجئين من سوريا هو تمويل
تركيا، وذلك ليكون مسؤولا عن اللاجئين، وفي الوقت نفسه، يمنع الخروج عن
حدودها، ومنع الوصول إلى أوروبا. إذا،
من ناحية، والمساعدات الاقتصادية ويرجع ذلك إلى بلد التركية، والتي يجب أن
لا تأتي إلا من بروكسل، والتي اتخذت المسؤول عن عدد كبير من النازحين،
يبدو أقل اتساقا مع مبادئ الجماعة ينطبق على بلد مثل تركيا، للقيام بدوريات في الحدود للاتحاد الأوروبي بعد مكافأة مالية. قضية
بين بروكسل وأنقرة مذكرة: تركيا تتطلع للانضمام إلى الاتحاد الأوروبي
ورفضت لأن المعايير السياسية لا تفي بالمعايير الديمقراطية لزم الأمر. بعد
رفض الدولة التركية، يحكمها اردوغان انها قد ساءت تجهيز الحقوق المدنية
والسياسية، مما يجعلها تبدو وبالتالي فإن قرار بروكسل يبرره، في حين حولت
منظور دولي من تركيا إلى الشرق مع البرنامج لخلق مساحة تأثير يمكن أن تكون مماثلة لتلك التي من الإمبراطورية العثمانية. هذه
الطموحات، في البداية كانت مدعومة تطور جيد للاقتصاد التركي، جنبا إلى جنب
مع تصور من دول الجوار أن أنقرة كانت قادرة على أن يكون لها تأثير
الدبلوماسي والاتساق الثقافي. وتحول
الانغلاق أعجب من قبل الحكومة أنقرة وقصر النظر الدوليان، ولكن حالة من
العزلة المتزايدة للبلد، الذي قرر أقل أهمية على الساحة الدولية. وعد
الأوروبي، إذن، هو، حتى لو كان بشكل غير رسمي، وإمكانية إحياء تركيا، مع
الدور الذي يمكن أن تصنف على أنها ذات طابع إنساني وربما السماح بإعادة فتح
حوار مع الاتحاد الأوروبي في محنة ويحتاج إلى ' مساعدة أنقرة. ومع ذلك، لبروكسل العلاج يبدو أسوأ من المرض. مما لا شك فيه الاعتبارات المحرز في بروكسل، لمعالجة هذا النوع من العرض، وضعت على المدى القصير دون ان يروا واسعة النطاق؛ هذا
يسلط الضوء على عدم القدرة على إدارة الجماعة وهي الظاهرة التي يمكن
التنبؤ بسهولة والتي، ويهدف في المقام الأول إلى وضع حد للخلافات مع أعضاء
يعارض الاستقبال، دون، وبالتالي، تنفيذ أي آلية عقوبات. قرار
الحصول على مساعدة التركية يمكن أن يكون خيارا جيدا إذا كنت لا تزال تمثل
مكملا وليس المحظورة، كما يفترض أن يحدث، ومناقشة على احترام الاتحاد. بدلا
من ذلك، يتم تقديم أيضا ذريعة لتركيا لاستعادة قبولها في الاتحاد، مما
يجعلها تكون، على الأقل من حيث المساعدة للاجئين، وأفضل من تلك البلدان،
أوروبا الشرقية خصوصا، الذي يتباهي موقفا مخالفا، بعد
كل شيء إذا كنت تفكر في كيف أنها تعتبر الحقوق المدنية حاليا في هنغاريا،
فإن هذا البلد ليس لديه متطلبات الانضمام إلى الاتحاد الأوروبي في بنفس
الطريقة التي بها تركيا. من
وجهة نظر الصورة الدولية وهذا يمكن تمريرها باعتبارها التعاون الدولي
للاجئين، في الواقع هذا هو فشل آخر للمؤسسة أن لا يثبت ليكون قادرا على أن
يكون التماسك كافية داخله وغير غير قادر على حل حدها المشاكل التي تأتي من الخارج. يبدو
واضحا أن هذا هو الحل مؤقت ومساعدة من بلد رفض يبين فشل سياسة في بروكسل،
والذي لم يحقق أي أهداف الميزانية سوف تعوض أي وقت مضى. ومن
المرجح ذلك الحين لتصبح بعد هزيمة أخرى في بروكسل، إلا إذا كنت الاستفادة
من هذا الحل لإعداد خطط الطوارئ وفدا إلى تركيا للحد من الهجرة حركة
المرور، والتي يجب أن تشمل أيضا أخذ المشاكل مباشرة غير سارة للغاية كما
الالتزامات المباشرة المحتملة على أسس عسكرية، فضلا عن التعامل الدبلوماسي
أقوى، والتي تفتخر بروكسل لمعرفة ممارسة دون أي سبب حقيقي. هذه
الصفحة أوروبا، من منظور سياسي، هي واحدة من أدنى نقطة وصلت من الاتحاد
الأوروبي، وينبغي بالتأكيد أن تفهم على أنها أساس يمكن من خلالها البدء في
عدم تكرار الأخطاء واضحة جدا.
Israele vuole provocare la terza intifada?
Le voci che classificano come terza intifada le manifestazioni, anche violente, che si stanno verificando nei territori palestinesi, occupati dagli israeliani, dimostrano come la situazione stia di nuovo precipitando verso sviluppi pericolosi. Ancora una volta il premier di Tel Aviv si è detto disponibile ad una trattativa di pace con i palestinesi, ma a queste intenzioni non sembra credere più nessuno, neppure gli alleati storici di Israele: gli Stati Uniti. La dichiarazione del capo del governo israeliano si è inquadrata nella solita tattica di buone intenzioni mai supportate dai fatti, che, per molti ambienti palestinesi, vengono interpretate come vere e proprie provocazioni. Del resto ad inasprire il clima sono state diverse iniziative di polizia tese a soffocare qualsiasi rivolta, anche e sopratutto di tipo pacifico, per stroncare ogni possibile appoggio alla causa palestinese da parte dell’opinione pubblica internazionale e provocare la reazione dei gruppi o dei singoli più esasperati in modo da giustificare le dure repressioni, che vanno a colpire, in modo sempre maggiore la libertà di movimento delle persone e le loro proprietà, come le abitazioni che vengono distrutte per rappresaglie assurde, in modo da favorire, poi l’ulteriore espansione degli insediamenti. Il clima creato dal governo israeliano, formato da componenti della destra nazionalista, che non vuole riconoscere il diritto ai palestinesi di formare un proprio stato e che ambisce ai loro territori per aumentare la sovranità di Tel Aviv, sembra impostato sulla provocazione per generare una reazione, che possa consentire una repressione giustificata; se questo è vero, si comprende come le reali intenzioni di Israele siano quelle di andare in senso contrario alla pace. Il leader dei palestinesi Abu Mazen si è sempre detto contrario alla violenza e fatica a mantenere un profilo basso: una reazione violenta dei palestinesi costituirebbe una sua perdita di autorità che ne potrebbe diminuire il prestigio accordatogli dall’opinione pubblica internazionale. Questo fatto potrebbe rientrare in un piano più ampio di Israele, per ridurre la pressione internazionale che il mondo diplomatico gli costringe a subire, mediante un isolamento sempre più crescente. La domanda centrale è perchè Israele ha accelerato in questo momento nelle provocazioni ai palestinesi? La mossa non sembra affatto concordata con Washington, che, con l’amministrazione Obama si è più volte impegnata per raggiungere una soluzione diplomatica definitiva al problema tra israeliani e palestinesi. Il momento favorevole per accelerare la politica repressiva di Tel Aviv sembra piuttosto essere l’impegno diretto assunto nel conflitto siriano da parte dei russi, che potrebbe favorire la permanenza al potere di Assad e l’arretramento militare, con conseguente ridimensionamento politico del gruppo Stato islamico. Non è un mistero che Israele non abbia mai giudicato in modo positivo le primavere arabe, che potevano minacciare la sicurezza dello stato israeliano, atteggiamento confermato dai legami stretti con la dittatura militare egiziana, che ha stroncato la Fratellanza islamica, che mescolava in modo troppo rilevante la politica con una visione quasi estremista della religione. Se con Assad ufficialmente vi erano rapporti di inimicizia, in realtà in maniera ufficiosa i due paesi avevano trovato una convivenza pacifica e rispettosa dei rispettivi sistemi politici. Anche con la Russia, malgrado il confronto sempre più serrato tra Mosca e Washington, Israele ha sempre intrattenuto rapporti amichevoli e di collaborazione e la presenza delle forze armate del Cremlino oltre i confini nazionali è senz’altro vista in maniera positiva ed individuata come elemento di stabilizzazione della crisi. Per Israele è importante che il paese siriano non cada in mani sunnite, anche moderate, che potrebbero dare un appoggio, oltre che politico, anche materiale, alla causa palestinese. Così con l’occidente impegnato ad inquadrare gli sviluppi della lotta al califfato, Tel Aviv sviluppa il suo piano per giustificare la sua espansione territoriale in spregio ad ogni convenienza politica, cercando di aumentare la quantità di territorio sottratto da presentare come status quo quando l’obiettivo dell’espansione sarà raggiunto.
Israel wants to provoke a third intifada?
The
items that classify as third intifada demonstrations, sometimes
violent, that are taking place in the Palestinian territories occupied
by Israel, show that the situation is again falling to dangerous
developments. Once
again the prime minister in Tel Aviv said he was willing to peace talks
with the Palestinians, but these intentions do not seem to believe no
one, not even the old allies of Israel: the United States. The
statement by the head of the Israeli government is framed in the usual
tactic of good intentions never supported by the facts, which, for many
Palestinian circles, are interpreted as a real provocation. Moreover,
to strengthen the climate of police have been several initiatives
designed to stifle any revolt, even and especially the peaceful type, to
nip any possible support for the Palestinian cause on the part of
international public opinion and provoke the reaction of the groups or
individuals more exaggerated
to justify harsh repression, that hit, so increasing the freedom of
movement of persons and their property, such as houses that were
destroyed for reprisals absurd, so as to promote, then the further
expansion of settlements. The
climate created by the Israeli government, formed by members of the
nationalist right, which does not want to recognize the right of
Palestinians to form their own state and that aims to increase their
territories for the sovereignty of Tel Aviv, looks set to spawn a
provocation, that would allow a repression justified; if this is true, it understands the real intentions of Israel are the ones to go in the opposite direction to peace. The
Palestinian leader Mahmoud Abbas has always been opposed to violence
and struggles to keep a low profile: a violent reaction of the
Palestinians would be a waste of his authority that could diminish the
prestige granted to him by the international public. This
could be part of a larger plan for Israel, to reduce international
pressure that forced him to undergo the diplomatic world, with a growing
isolation. The central question is why Israel has accelerated at this time in the provocation to the Palestinians? The
move does not seem acceptable to Washington, which, with the Obama
administration has repeatedly committed to reaching a diplomatic
solution to the problem between Israelis and Palestinians. Strong
momentum to accelerate the repressive policy of Tel Aviv seems to be
rather direct engagement taken in the Syrian conflict by the Russians,
which could favor the permanence in power of Assad and retreat military,
with consequent reduction of the political group Islamic State . It
is no secret that Israel has never judged positively the Arab spring,
which could threaten the security of the Israeli state, attitude
confirmed by close ties with the Egyptian military dictatorship, which
has crushed the Muslim Brotherhood, who mingled so too important policy with an almost religious extremist. If
Assad officially there were no reports of hostility, actually
unofficially the two countries had found a peaceful coexistence and
respectful of their political systems. Even
with Russia, despite the increasingly close comparison between Moscow
and Washington, Israel has always had friendly relations and cooperation
and the presence of the armed forces of the Kremlin across borders is
certainly a positive view and identified as element stabilization of the crisis. For
Israel, it is important that the country does not fall into the hands
Syrian Sunni, also moderate, which could give support, as well as
political, even material, to the Palestinian cause. So
with the West pledged to frame the development of counter-caliphate,
Tel Aviv develops its plan to justify its territorial expansion in
defiance to every political expediency, trying to increase the amount of
land taken away to be presented as if the status quo ' objective of the expansion will be achieved.
Israel quiere provocar una tercera Intifada?
Los
artículos que clasifican como demostraciones intifada terceros, a veces
violentos, que están teniendo lugar en los territorios palestinos
ocupados por Israel, muestran que la situación se está cayendo de nuevo a
los acontecimientos peligrosos. Una
vez más el primer ministro en Tel Aviv dijo que estaba dispuesto a
conversaciones de paz con los palestinos, pero estas intenciones no
parecen creer que nadie, ni siquiera los antiguos aliados de Israel: los
Estados Unidos. La
declaración del jefe del gobierno israelí se enmarca en la táctica
habitual de las buenas intenciones que nunca el apoyo de los hechos,
que, para muchos círculos palestinos, se interpretan como una verdadera
provocación. Por
otra parte, para fortalecer el clima de la policía han sido varias
iniciativas diseñadas para reprimir cualquier rebelión, incluso y
especialmente el tipo de paz, para cortar cualquier posible apoyo a la
causa palestina por parte de la opinión pública internacional y provocar
la reacción de los grupos o individuos más exagerada
para justificar la represión dura, ese golpe, por lo que el aumento de
la libertad de circulación de personas y de sus bienes, como casas que
fueron destruidas por las represalias absurdas, a fin de promover, a
continuación, la expansión de asentamientos. El
clima creado por el gobierno israelí, formado por miembros de la
derecha nacionalista, que no quieren reconocer el derecho de los
palestinos a formar su propio Estado y que tiene como objetivo aumentar
su territorio a la soberanía de Tel Aviv, parece que va a generar una
provocación, que permitiría una represión justificada; si esto es cierto, que entiende las verdaderas intenciones de Israel es el que debe ir en la dirección opuesta a la paz. El
líder palestino Mahmoud Abbas siempre se ha opuesto a la violencia y se
esfuerza por mantener un perfil bajo: una reacción violenta de los
palestinos sería una pérdida de su autoridad que podría disminuir el
prestigio otorgado a él por el público internacional. Esto
podría ser parte de un plan mayor para Israel, para reducir la presión
internacional que le obligó a pasar por el mundo diplomático, con un
aislamiento cada vez mayor. La pregunta central es por qué Israel ha acelerado en este momento en la provocación de los palestinos? La
medida no parece aceptable para Washington, que, con el gobierno de
Obama se ha comprometido repetidamente para llegar a una solución
diplomática al problema entre israelíes y palestinos. Fuerte
impulso para acelerar la política represiva de Tel Aviv parece ser el
compromiso más directo tomada en el conflicto sirio por los rusos, lo
que podría favorecer la permanencia en el poder de Assad y retiro
militar, con la consiguiente reducción del grupo político Estado
Islámico . No
es ningún secreto que Israel nunca ha juzgado positivamente la
primavera árabe, lo que podría poner en peligro la seguridad del Estado
de Israel, actitud confirmada por estrechos vínculos con la dictadura
militar egipcia, que ha aplastado a la Hermandad Musulmana, que se
mezclaba de manera demasiado importante la política con un extremista casi religiosa. Si
Assad oficialmente no hubo reportes de hostilidad, en realidad no
oficialmente los dos países habían encontrado una convivencia pacífica y
respetuosa de sus sistemas políticos. Incluso
con Rusia, a pesar de la cada vez más estrecha comparación entre Moscú y
Washington, Israel siempre ha tenido relaciones amistosas y la
cooperación y la presencia de las fuerzas armadas del Kremlin a través
de fronteras es ciertamente una visión positiva e identificado como
elemento estabilización de la crisis. Para
Israel, es importante que el país no caiga en las manos de Siria
sunita, también moderada, lo que podría dar el apoyo, así como la
política, incluso materiales, a la causa palestina. Así
que con Occidente se comprometió a enmarcar el desarrollo de la venta
libre califato, Tel Aviv desarrolla su plan para justificar su expansión
territorial en desafío a toda la conveniencia política, tratando de
aumentar la cantidad de tierra llevado a ser presentado como si el
status quo ' se logre el objetivo de la expansión.
Israel will eine dritte Intifada zu provozieren?
Die
Elemente, die als dritte Intifada Vorführungen, manchmal heftig, dass
in den palästinensischen Gebieten von Israel besetzten stattfinden, zu
klassifizieren, zu zeigen, dass die Situation wieder zu gefährlichen
Entwicklungen fallen. Wieder
einmal der Premierminister in Tel Aviv sagte, er sei bereit,
Friedensgespräche mit den Palästinensern, aber diese Absichten scheinen
nicht, niemand, nicht einmal die alten Verbündeten Israels glauben: die
Vereinigten Staaten. Die
Erklärung der Leiter der israelischen Regierung wird auf die übliche
Taktik der guten Absichten nie von den Fakten, die für viele
palästinensische Kreise werden als eine echte Provokation interpretiert
unterstützt umrahmt. Darüber
hinaus stärken das Klima der Polizei wurden mehrere Initiativen
entwickelt, um jeden Aufstand zu unterdrücken, auch und vor allem die
ruhige Art, um jede mögliche Unterstützung für die palästinensische
Sache auf Seiten der internationalen öffentlichen Meinung zu ersticken
und zu provozieren die Reaktion der Gruppen oder Einzelpersonen mehr übertrieben
harten Repressionen, den schlagen, so dass eine Erhöhung der
Bewegungsfreiheit von Personen und deren Eigentum, wie Häuser, die für
Vergeltungsmaßnahmen absurd zerstört zu rechtfertigen, um so zu fördern,
dann den weiteren Ausbau der Siedlungen. Das
Klima, die durch die israelische Regierung, die von Mitgliedern der
nationalistischen Rechten, die nicht wollen, das Recht der Palästinenser
erkennen, auf einen eigenen Staat zu bilden, und dass zielt darauf ab,
ihre Territorien für die Souveränität von Tel Aviv zu erhöhen gebildet
wird, dürfte sich eine Provokation laichen, das würde eine Unterdrückung gerechtfertigt zu ermöglichen; wenn
das wahr ist, versteht sie die wahren Absichten Israels sind die, die
in die entgegengesetzte Richtung, um den Frieden zu gehen. Der
Palästinenserführer Mahmoud Abbas hat immer zu Gewalt entgegengesetzt
worden und kämpft, um ein niedriges Profil zu halten: eine heftige
Reaktion der Palästinenser wäre eine Verschwendung von seiner Autorität,
die das Prestige, die ihm von der internationalen Öffentlichkeit
gewährt verringern könnte. Dies
könnte Teil eines größeren Plans für Israel, den internationalen Druck,
der ihn gezwungen, die diplomatische Welt zu unterziehen, mit einer
wachsenden Isolation reduzieren. Die zentrale Frage ist, warum Israel hat zu diesem Zeitpunkt in der Verbitterung der Palästinenser beschleunigt? Der
Umzug scheint nicht zu Washington, die, mit der Obama-Regierung hat
wiederholt auf die Erzielung einer diplomatischen Lösung für das Problem
zwischen Israelis und Palästinensern begangen akzeptabel. Starke
Dynamik, die repressive Politik von Tel Aviv zu beschleunigen scheint
eher direkten Eingriff in der syrischen Konflikt von den Russen
übernommen, die die Dauerhaftigkeit der Macht des Assad zu begünstigen
und Rückzug militärischer könnte, mit daraus folgenden Verringerung der
Fraktion islamischen Staat . Es
ist kein Geheimnis, dass Israel nie positiv bewertet der arabische
Frühling, die die Sicherheit des israelischen Staates gefährden könnten,
Haltung eng mit der ägyptischen Militärdiktatur, die den
Muslimbruderschaft zerquetscht hat, der so zu wichtig, mischte sich
bestätigt, Politik mit einer fast religiösen extremistischen. Wenn
Assad offiziell gab es keine Berichte der Feindseligkeit, eigentlich
inoffiziell die beiden Länder hatten eine friedliche Koexistenz und
respektvoll von ihren politischen Systemen gefunden. Auch
mit Russland, trotz der immer engeren Vergleich zwischen Moskau und
Washington, Israel hat immer freundschaftliche Beziehungen und
Zusammenarbeit und die Anwesenheit der Streitkräfte des Kreml über die
Grenzen hinweg ist sicherlich eine positive Ansicht und als Element
identifiziert Stabilisierung der Krise. Für
Israel ist es wichtig, dass das Land nicht in die Hände syrischen
Sunniten, auch moderate, die Unterstützung geben könnte, sowie der
politischen, auch Material fallen, um die palästinensische Sache. Also
mit der Westen sich verpflichtet, die Entwicklung von Gegen Kalifats
Rahmen entwickelt Tel Aviv seinen Plan, seine territoriale Expansion im
Trotz zu jeder politischen Zweckmäßigkeit zu rechtfertigen, versucht,
die Menge an Land weggenommen zu erhöhen, um, als ob der Status quo
"vorgestellt Ziel der Expansion erreicht wird.
Israël veut provoquer une troisième intifada?
Les
articles qui classifient en tant que tierces manifestations de
l'Intifada, parfois violentes, qui se déroulent dans les territoires
palestiniens occupés par Israël, montrent que la situation est à nouveau
en baisse à l'évolution dangereuses. Une
fois de plus le Premier ministre à Tel-Aviv a déclaré qu'il était prêt à
des pourparlers de paix avec les Palestiniens, mais ces intentions ne
semblent pas croire que personne, pas même les anciens alliés d'Israël:
les Etats-Unis. La
déclaration faite par le chef du gouvernement israélien est encadrée
dans la tactique habituelle de bonnes intentions jamais soutenues par
les faits, ce qui, pour de nombreux milieux palestiniens, sont
interprétés comme une véritable provocation. En
outre, à renforcer le climat de la police ont eu plusieurs initiatives
visant à étouffer toute révolte, même et surtout le type paisible, pour
étouffer tout le soutien possible à la cause palestinienne de la part de
l'opinion publique internationale et de provoquer la réaction des
groupes ou des individus plus exagérée
pour justifier une répression sévère, qui a frappé, augmentant ainsi la
liberté de mouvement des personnes et de leurs biens, tels que les
maisons qui ont été détruites par des représailles absurdes, afin de
promouvoir, puis l'expansion de colonies. Le
climat créé par le gouvernement israélien, formé par des membres de la
droite nationaliste, qui ne veulent pas reconnaître le droit des
Palestiniens à former leur propre État et qui vise à augmenter leurs
territoires pour la souveraineté de Tel Aviv, semble prêt à frayer une
provocation, qui permettrait une répression justifiée; si cela est vrai, il comprend les véritables intentions d'Israël sont ceux pour aller dans la direction opposée à la paix. Le
dirigeant palestinien Mahmoud Abbas a toujours été opposé à la violence
et les luttes de garder un profil bas: une réaction violente des
Palestiniens serait un gaspillage de son autorité qui pourrait diminuer
le prestige qui lui est accordé par le public international. Cela
pourrait faire partie d'un plan plus vaste pour Israël, pour réduire la
pression internationale qui l'a forcé à subir le monde diplomatique,
avec un isolement croissant. La question centrale est la raison pour laquelle Israël a accéléré à ce moment dans la provocation pour les Palestiniens? Le
mouvement ne semble pas acceptable pour Washington, qui, avec
l'administration Obama a maintes fois engagé à parvenir à une solution
diplomatique au problème entre Israéliens et Palestiniens. Forte
dynamique pour accélérer la politique répressive de Tel Aviv semble
être un engagement assez directe prise dans le conflit syrien par les
Russes, qui pourrait favoriser la permanence au pouvoir d'Assad et de
retraite militaire, avec une réduction conséquente du groupe politique
État islamique . Il
est pas un secret qu'Israël n'a jamais jugé positivement le printemps
arabe, qui pourrait menacer la sécurité de l'Etat d'Israël, l'attitude
confirmée par des liens étroits avec la dictature militaire égyptien,
qui a écrasé les Frères musulmans, qui se mêlait de manière trop
importante la politique avec un extrémiste presque religieuse. Si
Assad officiellement il n'y avait pas de rapports d'hostilité, en fait
officieusement les deux pays avaient trouvé une coexistence pacifique et
respectueuse de leurs systèmes politiques. Même
avec la Russie, en dépit de la comparaison de plus en plus étroite
entre Moscou et Washington, Israël a toujours eu des relations amicales
et de la coopération et de la présence des forces armées du Kremlin-delà
des frontières est certainement une vision positive et identifié comme
élément la stabilisation de la crise. Pour
Israël, il est important que le pays ne tombe pas dans les mains
syrienne sunnite, également modérée, ce qui pourrait donner un soutien,
aussi bien que politique, même matériels, à la cause palestinienne. Donc,
avec l'Occident est engagé à encadrer le développement de
contre-califat, Tel Aviv développe son plan pour justifier son expansion
territoriale au mépris de tous les opportunisme politique, en essayant
d'augmenter la quantité de terres confisquées pour être présentées comme
si le statu quo » objectif de l'expansion sera réalisée.
Israel quer provocar uma terceira intifada?
Os
itens que classificam como demonstrações intifada terceiros, às vezes
violentos, que estão ocorrendo nos territórios palestinos ocupados por
Israel, mostram que a situação é de novo caindo aos desenvolvimentos
perigosos. Mais
uma vez, o primeiro-ministro em Tel Aviv disse que estava disposto a
negociações de paz com os palestinos, mas estas intenções não parecem
acreditar que ninguém, nem mesmo os antigos aliados de Israel: os
Estados Unidos. A
declaração do chefe do governo israelense está enquadrado no tática
usual de boas intenções não apoiadas pelos fatos, que, para muitos
círculos palestinos, são interpretados como uma provocação real. Além
disso, para reforçar o clima de polícia foram várias iniciativas
destinadas a sufocar qualquer revolta, mesmo e especialmente o tipo
calmo, para beliscar qualquer apoio possível para a causa palestina por
parte da opinião pública internacional e provocar a reação dos grupos ou
indivíduos mais exagerada
para justificar a dura repressão, que hit, aumentando assim a liberdade
de circulação de pessoas e dos seus bens, como casas que foram
destruídas por represálias absurdas, de modo a promover, então a
expansão da assentamentos. O
clima criado pelo governo de Israel, formado por membros da direita
nacionalista, que não quer reconhecer o direito dos palestinos a formar
seu próprio Estado e que visa aumentar seus territórios para a soberania
de Tel Aviv, parece destinada a gerar uma provocação, que permitiria uma repressão justificado; se isso é verdade, que compreende as verdadeiras intenções de Israel são os únicos a ir na direção oposta à paz. O
líder palestino Mahmoud Abbas sempre se opôs à violência e se esforça
para manter um perfil baixo: uma reação violenta dos palestinos seria um
desperdício de sua autoridade que poderia diminuir o prestígio que lhe
foi concedida pelo público internacional. Isso
poderia ser parte de um plano maior para Israel, para reduzir a pressão
internacional que o obrigou a submeter-se ao mundo diplomático, com um
crescente isolamento. A questão central é por isso que Israel tem acelerado neste momento na provocação aos palestinos? O
movimento não parece aceitável para Washington, que, com a
administração Obama tenha cometido repetidamente para chegar a uma
solução diplomática para o problema entre israelenses e palestinos. Forte
impulso para acelerar a política repressiva de Tel Aviv parece ser um
pouco engajamento direto tomadas no conflito sírio pelos russos, o que
poderia favorecer a permanência no poder de Assad e retirar-militar, com
a consequente redução do grupo político Estado Islâmico . Não
é nenhum segredo que Israel nunca foi julgado positivamente a primavera
árabe, o que poderia ameaçar a segurança do Estado de Israel, atitude
confirmada por laços estreitos com a ditadura militar egípcio, que
esmagou a Irmandade Muçulmana, que misturava tão importante demais política com um extremista quase religiosa. Se
Assad oficialmente não houve relatos de hostilidade, na verdade, não
oficialmente os dois países tinham encontrado uma convivência pacífica e
respeitosa de seus sistemas políticos. Mesmo
com a Rússia, apesar da cada vez mais estreita comparação entre Moscou e
Washington, Israel sempre teve relações amistosas e de cooperação ea
presença das forças armadas do Kremlin através das fronteiras é,
certamente, uma visão positiva e identificado como elemento estabilização da crise. Para
Israel, é importante que o país não caia nas mãos sírio sunita, também
moderada, o que poderia dar apoio, bem como a política, mesmo materiais,
para a causa palestina. Assim,
com o Ocidente se comprometeu a enquadrar o desenvolvimento de
contra-califado, Tel Aviv desenvolve o seu plano para justificar a sua
expansão territorial em desafio a cada oportunidade política, tentando
aumentar a quantidade de terra tomada para ser apresentado como se o
status quo ' objectivo da expansão será conseguida.
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