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martedì 24 gennaio 2017

المملكة المتحدة: إن الخروج من أوروبا يجب أن تتم الموافقة عليها من قبل البرلمان

قررت المحكمة العليا البريطانية أن إنتاج المملكة المتحدة من أوروبا يجب أن تتم الموافقة من قبل البرلمان في لندن. هذا القرار يتجاوز نية حكومة تيريزا مايو، وذلك باستخدام ما يسمى ب "حق الملكية"، التي تسمح للالإنجليزية التنفيذية باتخاذ بعض القرارات نيابة عن ولي العهد، دون استشارة الهيئة التشريعية. كان هذا مجرد وسيلة أن الحكومة البريطانية قد قررت أن تتخذ للخروج من الاتحاد الأوروبي من خلال تطبيق المادة 50 من معاهدة لشبونة. دون مرور برلماني للحكومة لندن يمكن أن يتمتع بقدر أكبر من حرية العمل وإجراء أسرع، ومع ذلك، فإن استخدام بعض المواطنين الإنجليزية والحكومة الاسكتلندية، والمحكمة العليا، لصالح النطق وضع البرلمان شكك في برنامج مايو، كان قرار المحكمة العليا يست واضحة، ولكن من المؤكد أن من المتوقع، نظرا لثقلها السياسي والتاريخي للبرلمان الإنجليزية، والتي لا يمكن استبعادها من قرار بمثل هذه الأهمية. وعلاوة على ذلك، تم تأكيد هذه القيمة من خلال القرار الذي اتخذ لصالح قضاة المحكمة مع سبعة لصالح، ضد ثلاثة فقط ضد. الأرقام التي تشير إلى التوحيد من التصويت لصالح النطق البرلماني. ويبدو أن السبب القانوني لهذا القرار أن تكون متأصلة في الاعتقاد بأن الامتياز الملكي، الذي ناشد الحكومة، لا يمكن أن تستخدم لتقويض سيادة البرلمان فيما يتعلق بتشكيل القوانين والوسائل اللازمة، التي من خلالها سيكون لديك لمجموعة ' الانتاج في المملكة المتحدة من قبل الاتحاد الأوروبي. قرار المحكمة لا إلغاء القرار للشعب البريطاني خلال الاستفتاء على الخروج من أوروبا، ولكن، في جوهرها، يكرر، تنفيذ القوانين، والتي حتى الحكومة البريطانية يجب أن يخضع. قرار المحكمة العليا، ثم تكرر ما قررت بالفعل، اعتبارا من 4 نوفمبر 2016، والمحكمة العليا البريطانية، حيث كانت المرحلة الأولى من تطبيق وهو حكم نهائي بشأن هذه المسألة. سياسيا لا يبدو أن تغيير أي شيء، يبدو من الصعب جدا، في الواقع، أن البرلمان يعتزم إلغاء نتيجة الاستفتاء، ولكن، للحكومة مهلة للبت في الخروج من أوروبا يتم تخفيض: في بلد منقسم إلى قسمين، ومواتية الخروج من أوروبا 52٪، وتتركز في الريف والضواحي البريطانية، مقارنة مع 48٪ لصالح، وتتركز في المدن، وتكيفت الحكومة فقط لإرادة الفائزين، بغض النظر عن الأسباب المهزوم. واجب على الحكومة لإرسال مشروع قانون لإخراج الاتحاد، التي ينبغي تقييمها من قبل البرلمان، قد يكون لصالح المعارضة، إذا أراد أن تمثل حالات أولئك الذين صوتوا بالرفض، للتخفيف من الشروط و شروط الإخراج من بروكسل. من الناحية التقنية، يجب أن السلطة التنفيذية بتقديم مشروع قانون قصيرة وموجزة قدر الإمكان، لتجنب أية تغييرات البرلمانية، إلا أن رأي اللجنة القانونية استشارة من قبل السلطة التنفيذية، ويبدو أن يعارض بشدة هذا الخيار، لأنه يمكن أن تفتح العديد من الدعاوى القضائية في المستقبل . ضمن الطرفين هناك محاذاة عرضية، على الرغم من أن أكثر عددا في حزب العمل، الذي يحب ناتج أقل جمودا وأن يترك من الفضاء للحفاظ على المزيد من الاتصالات مع الاتحاد الأوروبي، التي دائما غير، حتى من دون مملكة المملكة، معظم سوق واحدة واسعة وقيمة في العالم. إذا كنت سوف يتحول الصراع السياسي، أيضا فقط قادرة على إبطاء برنامج تيريزا ماي، والسلطة التنفيذية المكلفة يمكن أن يكون خسارة للجميع السياسات العملية التي يتم تقييمها.

martedì 17 gennaio 2017

La Cina si propone come guida della globalizzazione

La partecipazione della Cina al World Economic Forum di Davos, segnala la volontà del governo di Pechino di porsi come nazione protagonista della globalizzazione, in aperto contrasto con la tendenza protezionista, che dovrebbe caratterizzare il nuovo corso degli Stati Uniti. Sembra di essere di fronte ad una contraddizione in termini: un paese che si definisce comunista diventa il principale promotore della produzione e del mercato senza barriere, mentre quello che è il campione del liberismo, che sarà governato da un esecutivo con una chiara connotazione di destra, sembra rinnegare il libero scambio per favorire, almeno sul proprio territorio, le industrie di nazionalità americana. In realtà questa contraddizione è soltanto superficiale: la Cina è diventata il paradiso degli imprenditori, sia cinesi, che stranieri, assicurando condizioni di lavoro senza garanzie per i lavoratori, con leggi estremamente flessibili a favore di industrie e di imprenditori, attirati anche da un costo del lavoro estremamente basso; l’assenza di norme democratiche a regolare la vita civile e la presenza di un governo forte ed autoritario, hanno garantito una situazione stabile e certa, quindi ottimale per gli investitori ed produttori. Trump ha ottenuto molti voti, probabilmente determinanti per la propria vittoria elettorale, proprio dalla base operaia degli Stati Uniti, una parte della società americana che ha perso potere d’acquisto e lavoro grazie alla delocalizzazione delle industrie, una delle caratteristiche che ha reso vincente la Cina, nel senso di capacità di attrarre le imprese estere sul suo territorio. Nonostante la buona ripresa interna degli Stati Uniti, ottenuta grazie alle misure espansive di Obama, Trump è riuscito a catalizzare il voto della classe operaia bianca con la promessa di riportare le industrie americane più tradizionali, come l’automobile, entro i confini dello stato e di attuare una ferrea protezione delle merci statunitensi attraverso il ripristino di dazi doganali. Quello che sarà da verificare è se la manovra di Trump per ampliare la platea degli occupati non chiederà come contropartita una compressione dei diritti o dei salari dei lavoratori americani. Trump sembra avere una visione della politica basata essenzialmente sull’economia come aspetto principale, a cui sacrificare perfino la linea diplomatica che gli USA hanno storicamente fin qui avuto. Una tale visuale implica che l’avversario principale non sia più la Russia, che non può competere con l’economia americana, ma diventi la Cina, che insidia da tempo il primato americano. Le due concezioni sono diametralmente opposte: la Cina per prosperare, in questa fase storica, ha bisogno della globalizzazione più spinta, mentre Trump individua il protezionismo come fattore di sviluppo dell’economia americana. Pechino può sfruttare questa tendenza alla chiusura di Trump, che sembra avere l’intenzione di diminuire l’azione geopolitica e geostrategica all’estero degli USA, cercando di accreditarsi come grande potenza. I grandi investimenti nel settore militare, le dimostrazioni di forza nel Mare Cinese, i grandi investimenti in Africa, sono stati i segnali di una volontà di diventare protagonista sulla scena internazionale, tuttavia mitigata dalla caratteristica della politica estera cinese di non intromettersi mai negli affari interni delle altre nazioni, fattore che ne ha impedito un ruolo attivo nelle tante crisi internazionali; ma ciò non è ancora mutato nel comportamento di Pechino, piuttosto il governo cinese preferisce adottare metodi più morbidi, come quello di partecipare al forum di Davos. Se l’America si ritira nei propri confini, conquistare sempre di più l’Europa diventa fondamentale perchè resta il mercato più ricco. Perchè questa conquista sia effettiva occorre che la Cina trovi una assonanza sempre maggiore con le grandi istituzioni finanziarie e la grande industria europea, cercando un terreno comune di intesa, sia sulle regole, che sulla disponibilità ad investire. Per la Cina ciò è obbligatorio per fare crescere il proprio mercato interno e cercare di risolvere il grande debito degli enti locali, che grava, in ultima istanza, sul governo centrale. Ma queste appaiono questioni di secondaria importanza se paragonate al conflitto potenziale che gli USA di Trump hanno più volte minacciato di fare scoppiare contro un’economia che ritengono condotta con mezzi, per lo meno, sleali, come l’eccessiva svalutazione della valuta cinese. Il confronto tra le due economie sembra essere destinato a salire di grado per andare su di un livello politico, con conseguenze tutte da prevedere. 

China is a guide of globalization

China's participation in the World Economic Forum in Davos, reports the Beijing government's willingness to act as a nation protagonist of globalization, in stark contrast to the protectionist trend, which should characterize the new course of the United States. It seems to be faced with a contradiction in terms: a country that calls itself communist become the main promoter of production and barrier-free market, and what is the champion of free trade, which will be governed by an executive with a clear right-wing connotation , it seems to deny free trade to promote, at least on its territory, the American nationality industries. In fact this contradiction is only superficial: China has become a paradise for entrepreneurs, both Chinese and foreign, ensuring working conditions with no guarantees for workers with highly flexible laws in favor of industries and entrepreneurs, attracted also by a cost the extremely low labor; the absence of democratic norms to regulate the civic life and the presence of a strong, authoritarian government, have ensured a stable situation, and for sure, so good for investors and producers. Trump has got a lot of votes, probably decisive for their electoral victory, just from working-class base of the United States, a part of American society that has lost purchasing power and job due to relocation of industries, one of the features that made the winning China, in the sense of ability to attract foreign companies on its territory. Despite the good of the US domestic recovery, obtained thanks to the expansionary measures Obama, Trump was able to catalyze the votes of the white working class with the promise to bring the most traditional American industries, such as automobile, within the boundaries of the state and to implement a strict protection of US goods by recovery of customs duties. What will be verified is whether the maneuver Trump to expand the number of employed people will not ask to be balanced with compression of rights or wages of American workers. Trump seems to have a vision of politics based essentially on the economy as the main aspect, to which even sacrifice the diplomatic line that the US has historically had to date. such a vision implies that the main adversary is no longer Russia, which can not compete with the US economy, but it will become China, which undermines long American supremacy. The two concepts are diametrically opposed: China to prosper in this historical phase, it needs more thrust of globalization, while Trump identifies protectionism as US economic growth factor. Beijing can take advantage of this trend to the closure of Trump, who seems to have the intention to diminish the geopolitical and geostrategic action abroad in the US, trying to establish itself as a great power. Large investments in the military sector, the shows of force in the South China Sea, large investments in Africa, were signs of a willingness to become an international player, however, it mitigated by the characteristics of the Chinese foreign policy never to meddle in the internal affairs other nations, a factor that prevented an active role in many international crises; but this has not yet mutated in Beijing behavior, rather the Chinese government prefers to adopt softer methods, like to participate in the forum in Davos. If America withdraws within its borders, more and win more Europe becomes crucial because it remains the richest market. Because this conquest is actual need for China to find a greater similarity with the large financial institutions and major European industry, seeking common ground of understanding, both on the rules, and on the willingness to invest. For China it is required to grow their domestic market and try to solve the great debt of local authorities, which rests, ultimately, on the central government. But these issues seem minor compared to the potential conflict that the Trump USA have repeatedly threatened to blow against an economy that deem conducted with media, at least, unfair, such as the excessive devaluation of the Chinese currency. The comparison between the two economies seems to be destined to rise in rank to go on a political level, with all consequences to predict.

China es una guía de la globalización

la participación de China en el Foro Económico Mundial de Davos, los informes de la voluntad del gobierno de Beijing para actuar como protagonista nación de la globalización, en marcado contraste con la tendencia proteccionista, que debe caracterizar el nuevo curso de los Estados Unidos. Parece que se enfrenta a una contradicción en los términos: un país que se llama comunista convertido en el principal promotor de la producción y del mercado sin barreras, y lo que es el campeón de libre comercio, que se regirá por un ejecutivo con una clara connotación de derecha , que parece negar el libre comercio para promover, al menos en su territorio, las industrias de nacionalidad estadounidense. De hecho, esta contradicción es sólo superficial: China se ha convertido en un paraíso para los empresarios, tanto chinos como extranjeros, asegurando condiciones de trabajo sin garantías para los trabajadores con leyes altamente flexibles en favor de las industrias y empresarios, atraído también por un costo la extremadamente baja laboral; la ausencia de normas democráticas para regular la vida cívica y la presencia de un gobierno fuerte y autoritario, se han asegurado una situación estable, y por supuesto, tan bueno para los inversores y productores. Trump ha conseguido una gran cantidad de votos, probablemente decisivo para su victoria electoral, justo desde la base de la clase trabajadora de los Estados Unidos, una parte de la sociedad estadounidense que ha perdido potencia y trabajo de comprar debido a la reubicación de las industrias, una de las características que hicieron del ganador China, en el sentido de la capacidad de atraer a las empresas extranjeras en su territorio. A pesar de la buena de la recuperación interna de Estados Unidos, obtenido gracias a las medidas expansivas Obama, Trump fue capaz de catalizar los votos de la clase trabajadora blanca con la promesa de traer las industrias americanas más tradicionales, tales como automóviles, dentro de los límites del estado y para implementar una protección estricta de los productos de Estados Unidos por la recuperación de los derechos de aduana. ¿Qué va a ser verificada es si la maniobra de Trump para ampliar el número de personas empleadas no le pedirá que ser equilibrada con la compresión de los derechos o de los salarios de los trabajadores estadounidenses. Trump parece tener una visión de la política basada esencialmente en la economía como el aspecto principal, a la que incluso sacrificar la línea diplomática que los EE.UU. han tenido históricamente hasta la fecha. esta visión implica que el principal adversario ya no es Rusia, que no puede competir con la economía de Estados Unidos, pero se convertirá en China, que debilita mucho la supremacía estadounidense. Los dos conceptos son diametralmente opuestas: China para prosperar en esta fase histórica, que necesita más empuje de la globalización, mientras que el proteccionismo Trump identifica como el factor de crecimiento económico de Estados Unidos. Beijing puede tomar ventaja de esta tendencia al cierre de Trump, que parece tener la intención de disminuir la acción geopolítico y geoestratégico en el extranjero en los EE.UU., tratando de establecerse como una gran potencia. Las grandes inversiones en el sector militar, las demostraciones de fuerza en el Mar del Sur de China, grandes inversiones en África, eran signos de la voluntad de convertirse en un jugador internacional, sin embargo, es mitigado por las características de la política exterior china no entrometerse en los asuntos internos otras naciones, un factor que impedía un papel activo en muchas crisis internacionales; pero esto aún no ha mutado en el comportamiento de Beijing, más bien el gobierno chino ha preferido emplear métodos más suaves, como para participar en el foro de Davos. Si Estados Unidos se retira dentro de sus fronteras, más y ganar más Europa se convierte en crucial, ya que sigue siendo el mercado más rico. Debido a que esta es la conquista necesidad real de China para encontrar una mayor similitud con las grandes instituciones financieras y la industria europea importante, buscar un terreno común de entendimiento, tanto en las reglas, y en la disposición a invertir. Para China se requiere para hacer crecer su mercado interno y tratar de resolver la gran deuda de las autoridades locales, que descansa, en última instancia, por el gobierno central. Pero estos problemas parecen menores en comparación con el posible conflicto que el Trump EE.UU. han amenazado en repetidas ocasiones a soplar contra una economía que consideren a cabo con los medios de comunicación, por lo menos, desleales, como la excesiva devaluación de la moneda china. La comparación entre las dos economías parece estar destinada a subir en rango a ir en un nivel político, con todas las consecuencias de predecir.

China ist ein Leitfaden der Globalisierung

Chinas Teilnahme am Weltwirtschaftsforum in Davos, berichtet die Bereitschaft der Regierung in Peking als Nation Protagonisten der Globalisierung zu handeln, in krassem Gegensatz zu den protektionistischen Trend, der den neuen Kurs der Vereinigten Staaten charakterisieren sollte. Es scheint, mit einem Widerspruch in sich selbst konfrontiert werden: ein Land, das sich kommunistisch der wichtigsten Förderer der Produktion und barrierefreien Markt geworden nennt, und was ist der Champion des Freihandels, die von einer Führungskraft mit einem klaren rechtsgerichteten Konnotation geregelt werden , so scheint es, den freien Handel zu fördern, zumindest in seinem Hoheitsgebiet, die amerikanische Staatsbürgerschaft Industrie zu verweigern. In der Tat ist dieser Widerspruch nur oberflächlich: China ist ein Paradies für Unternehmer geworden ist, sowohl chinesische als auch ausländische, Arbeitsbedingungen ohne Garantien für die Arbeitnehmer mit hochflexiblen Gesetze zugunsten der Industrie und Unternehmer zu gewährleisten, zog auch durch eine Kosten die extrem niedrige Arbeits; das Fehlen von demokratischen Normen des bürgerlichen Lebens und das Vorhandensein eines starken, autoritären Regierung zu regulieren, haben eine stabile Situation gewährleistet, und sicher, so gut für Investoren und Produzenten. Trump hat eine Menge Stimmen, wahrscheinlich entscheidend für ihren Wahlsieg, nur von der Arbeiterklasse Basis der Vereinigten Staaten, ein Teil der amerikanischen Gesellschaft bekam, die Kraft und Arbeit Kauf aufgrund Verlagerung von Unternehmen verloren hat, eines der Merkmale, die den Gewinn aus China, im Sinne der Fähigkeit, ausländische Unternehmen auf seinem Gebiet zu gewinnen. Trotz der guten der heimischen Erholung in den USA, erhalten dank der expansiven Maßnahmen Obama, Trump die Stimmen der weißen Arbeiterklasse mit dem Versprechen zu katalysieren konnte die meisten traditionellen amerikanischen Industrien wie Automobil zu bringen, innerhalb der Grenzen des Staates und einen strengen Schutz von US-Waren durch Erhebung von Zöllen zu implementieren. Was überprüft werden, ob das Manöver Trump die Zahl der Beschäftigten zu erweitern wird nicht mit Kompression von Rechten oder die Löhne der amerikanischen Arbeiter ausgeglichen werden fragen. Trump scheint eine Vision von Politik im Wesentlichen als Hauptaspekt auf die Wirtschaft basiert zu haben, auf die auch die diplomatische Linie opfern, dass die USA bisher historisch gehabt hat. eine solche Vision bedeutet, dass die Hauptgegner nicht mehr Russland ist, die mit der US-Wirtschaft nicht mithalten können, aber es wird sich China, das lange amerikanische Vorherrschaft untergräbt. Die beiden Konzepte diametral entgegengesetzt sind: China in dieser historischen Phase zu gedeihen, braucht es mehr Schub der Globalisierung, während Trump Protektionismus als US-Wirtschaftswachstumsfaktor identifiziert. Peking können die Vorteile dieser Trend zur Schließung von Trump nehmen, der die Absicht zu haben scheint, die geopolitische und geostrategische Aktion im Ausland in den USA zu verringern, versucht, sich als Großmacht zu etablieren. Große Investitionen im militärischen Bereich, die Shows von Gewalt in das Südchinesische Meer, große Investitionen in Afrika, waren Anzeichen für eine Bereitschaft, eine internationale Spieler zu werden, aber es durch die Merkmale der chinesischen Außenpolitik gemildert nie in die inneren Angelegenheiten einzumischen andere Nationen, ein Faktor, der eine aktive Rolle in vielen internationalen Krisen verhindert; aber das ist noch nicht in Peking Verhalten mutiert, sondern die chinesische Regierung zieht es weicher Methoden anzuwenden, wie im Forum in Davos teilzunehmen. Wenn Amerika innerhalb ihrer Grenzen zurückzieht, mehr und gewinnen mehr Europa entscheidend wird, weil es der reichste Markt bleibt. Da diese Eroberung ist tatsächlich, dass China eine größere Ähnlichkeit mit den großen Finanzinstituten und den wichtigsten europäischen Industrie zu finden, die Suche nach gemeinsamen Boden des Verstehens, die beide über die Regeln und die Bereitschaft zu investieren. Für China ist es erforderlich, ihre heimischen Markt zu wachsen und zu versuchen, die große Schuld der lokalen Behörden zu lösen, die letztlich auf die Zentralregierung ruht. Aber diese Probleme scheinen gering im Vergleich zu den potenziellen Konflikt, der die Trump USA haben wiederholt gegen eine Wirtschaft, die Luft zu sprengen drohte, die mit Medien durchgeführt deem zumindest unfair, wie die übermäßige Abwertung der chinesischen Währung. Der Vergleich zwischen den beiden Volkswirtschaften scheint dazu bestimmt zu sein im Rang steigen auf politischer Ebene zu gehen, mit allen Konsequenzen zu prognostizieren.

La Chine est un guide de la mondialisation

La participation de la Chine dans le Forum économique mondial de Davos, rapporte la volonté du gouvernement de Pékin d'agir en tant que protagoniste de la nation de la mondialisation, en contraste frappant avec la tendance protectionniste, qui devrait caractériser le nouveau cours des États-Unis. Il semble être confronté à une contradiction dans les termes: un pays qui se dit communiste devenir le principal promoteur de la production et du marché sans obstacle, et ce qui est le champion du libre-échange, qui sera régie par un cadre avec une connotation de droite claire , il semble nier le libre-échange pour promouvoir, au moins sur son territoire, les industries de nationalité américaine. En fait, cette contradiction est que superficielle: la Chine est devenue un paradis pour les entrepreneurs, à la fois chinois et étrangers, en assurant des conditions de travail avec aucune garantie pour les travailleurs qui ont des lois très souples en faveur des industries et des entrepreneurs, attirés aussi par un coût la très faible travail; l'absence de normes démocratiques de réglementer la vie civique et la présence d'un gouvernement fort et autoritaire, ont assuré une situation stable, et bien sûr, si bon pour les investisseurs et les producteurs. Trump a obtenu beaucoup de votes, probablement décisive pour leur victoire électorale, juste de la base de la classe ouvrière des États-Unis, une partie de la société américaine qui a perdu le pouvoir et l'emploi d'achat due à la délocalisation des industries, l'une des caractéristiques qui ont fait la victoire Chine, dans le sens de la capacité d'attirer des entreprises étrangères sur son territoire. Malgré le bien de la reprise intérieure des États-Unis, obtenu grâce aux mesures expansionnistes Obama, Trump a pu catalyser les votes de la classe ouvrière blanche avec la promesse d'apporter les industries américaines les plus traditionnels, tels que l'automobile, dans les limites de l'Etat et mettre en œuvre une protection stricte des produits américains par la récupération des droits de douane. Ce qui sera vérifié est de savoir si la manœuvre Trump pour étendre le nombre de personnes ayant un emploi ne demandera pas à être mis en balance avec la compression des droits ou des salaires des travailleurs américains. Trump semble avoir une vision de la politique basée essentiellement sur l'économie comme l'aspect principal, auquel même sacrifier la ligne diplomatique que les Etats-Unis ont toujours eu à ce jour. une telle vision implique que le principal adversaire est plus la Russie, qui ne peut pas rivaliser avec l'économie américaine, mais elle deviendra la Chine, ce qui nuit à long suprématie américaine. Les deux concepts sont diamétralement opposés: la Chine de prospérer dans cette phase historique, il a besoin de plus poussée de la mondialisation, alors que Trump identifie le protectionnisme comme facteur de croissance économique des États-Unis. Pékin peut tirer parti de cette tendance à la fermeture de Trump, qui semble avoir l'intention de diminuer l'action géopolitique et géostratégique étranger aux États-Unis, en essayant de se positionner comme une grande puissance. De gros investissements dans le secteur militaire, les démonstrations de force dans la mer de Chine du Sud, les grands investissements en Afrique, étaient des signes d'une volonté de devenir un acteur international, cependant, il atténué par les caractéristiques de la politique étrangère chinoise jamais se mêler des affaires intérieures d'autres pays, un facteur qui a empêché un rôle actif dans de nombreuses crises internationales; mais cela n'a pas encore muté dans le comportement de Pékin, plutôt que le gouvernement chinois préfère adopter des méthodes plus douces, comme pour participer au forum de Davos. Si l'Amérique se retire dans ses frontières, plus et de gagner plus d'Europe devient crucial, car il reste le marché le plus riche. Parce que cette conquête est besoin réel pour la Chine de trouver une plus grande similitude avec les grandes institutions financières et l'industrie européenne majeure, cherchant un terrain d'entente, à la fois sur les règles, et sur la volonté d'investir. Pour la Chine, il est nécessaire de développer leur marché intérieur et essayer de résoudre la grande dette des collectivités locales, qui repose, en fin de compte, le gouvernement central. Mais ces questions semblent mineures par rapport au conflit potentiel que le Trump Etats-Unis ont menacé à plusieurs reprises de faire exploser contre une économie qui Deem menée avec les médias, au moins, déloyales, telles que la dévaluation excessive de la monnaie chinoise. La comparaison entre les deux économies semble être destiné à monter en grade pour aller sur le plan politique, avec toutes les conséquences à prévoir.

A China é um guia de globalização

A participação da China no Fórum Econômico Mundial em Davos, relata a disposição do governo de Pequim para agir como um protagonista nação de globalização, em contraste com a tendência protecionista, que deve caracterizar o novo curso dos Estados Unidos. Parece ser confrontado com uma contradição em termos: um país que se chama comunista se tornar o principal promotor da produção e do mercado sem barreiras, e qual é o campeão do comércio livre, que será regido por um executivo com uma clara conotação de direita , parece negar o livre comércio para promover, pelo menos no seu território, as indústrias de nacionalidade norte-americanos. Na verdade, esta contradição é apenas superficial: China tornou-se um paraíso para os empresários, tanto chineses e estrangeiros, garantindo condições de trabalho sem garantias para os trabalhadores com leis altamente flexíveis em favor de indústrias e empresários, atraídos também por um custo extremamente baixo de trabalho; a ausência de normas democráticas para regular a vida cívica e a presença de um governo forte, autoritário, ter assegurado uma situação estável, e com certeza, tão bom para os investidores e produtores. Trump tem um monte de votos, provavelmente decisivo para a sua vitória eleitoral, apenas a partir da base da classe trabalhadora dos Estados Unidos, uma parte da sociedade americana que perdeu poder e trabalho de compra devido à deslocalização de indústrias, uma das características que tornaram a ganhar China, no sentido de capacidade de atrair empresas estrangeiras no seu território. Apesar do bom da recuperação norte-americana, obtido graças às medidas expansionistas Obama, Trump foi capaz de catalisar os votos da classe trabalhadora branca, com a promessa de trazer as indústrias mais tradicionais americanos, como o automóvel, dentro dos limites do Estado e para implementar uma protecção rigorosa dos produtos norte-americanos pela cobrança de direitos aduaneiros. O que vai ser verificado é se a manobra Trump para expandir o número de pessoas empregadas não vai pedir para ser equilibrada com a compressão de direitos ou de salários dos trabalhadores americanos. Trump parece ter uma visão de política baseada essencialmente na economia como o principal aspecto, a qual mesmo sacrificar a linha diplomática que os EUA historicamente tem tido até à data. tal visão implica que o principal adversário não é mais a Rússia, que não pode competir com a economia dos EUA, mas se tornará a China, o que compromete supremacia americana longo. Os dois conceitos são diametralmente opostos: China a prosperar nesta fase histórica, ele precisa de mais pressão da globalização, enquanto Trump identifica o protecionismo como US factor de crescimento económico. Pequim pode tirar proveito dessa tendência ao fechamento de Trump, que parece ter a intenção de diminuir a ação geopolítica e geoestratégica no exterior em os EUA, tentando estabelecer-se como uma grande potência. Grandes investimentos no setor militar, as demonstrações de força no Mar da China do Sul, grandes investimentos em África, eram sinais de uma vontade de se tornar um player internacional, no entanto, é atenuado pelas características da política externa chinesa para nunca se intrometer nos assuntos internos outras nações, um fator que impediu um papel activo em muitas crises internacionais; mas isso ainda não se transformou em um comportamento Pequim, em vez o governo chinês prefere adotar métodos mais suaves, gostaria de participar do fórum em Davos. Se a América se retirar dentro de suas fronteiras, mais e ganhar mais Europa torna-se crucial porque continua a ser o mercado mais rico. Porque esta conquista é real necessidade para a China para encontrar uma maior semelhança com as grandes instituições financeiras e grande indústria europeia, buscando um terreno comum de entendimento, tanto sobre as regras e sobre a vontade de investir. Para a China é necessário para crescer o seu mercado interno e tentar resolver o grande dívida de autoridades locais, os quais repousa, em última instância, ao governo central. Mas esses problemas parecem menores em comparação com o potencial conflito que o Trump EUA têm repetidamente ameaçaram explodir contra uma economia que considerem realizado com meios de comunicação, pelo menos, desleais, como a desvalorização excessiva da moeda chinesa. A comparação entre as duas economias parece estar destinada a subir no ranking para ir em um nível político, com todas as consequências de prever.