Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
Cerca nel blog
venerdì 29 dicembre 2017
روسيا والصين، مشاكل ترامب
هناك اثنان من الحقائق ذات الصلة بالولايات المتحدة، في هذه الأيام. الأول يتعلق بمقال كتبه ريكس تيلرسون، نائب وزير الدولة الحالي، الذي ظهر في صحيفة "نيويورك تايمز". ويذكر
وزير الخارجية، في مقال واحد من الورقة، أن الولايات المتحدة ليست على
علاقة جيدة مع موسكو، ومع ذلك، يجب أن تتعاون في القضايا ذات الاهتمام
المشترك، للسياسة التوسعية الروسية، التي غزت جورجيا و وقد حاولت أوكرانيا، قبل كل شيء، انتهاك سيادة الدول الغربية التي تحاول التأثير على "دروسنا" (النص) وتلك الخاصة بالدول الأخرى. وهذا اعتراف عام مدهش، لا يمكن في الأيام القادمة أن يخضع لتحليلات وتقييمات مفصلة للغاية. يتعارض
تيلرسون، الذي يكتب هذا المقال، مع ترامب، الذي قال علنا أنه كان يثق في
تصريحات بوتين، التي نفت التدخل الروسي في الانتخابات الرئاسية الأمريكية.
لذلك
نحن خلق ثنائية التي هي بالتأكيد ليست متقاربة بين السلطة المونوقراطية
الأمريكية القصوى وأعلى ممثل السياسة الخارجية الأمريكية. ماذا يمكن أن يعني هذا؟ وإذا
تم الاتفاق على هذا الإجراء، بسبب احتمال إعادة النظر في الرئيس، فما يجب
أن نتوقعه هو مزيد من التدهور في العلاقات الثنائية بين الولايات المتحدة
وروسيا وهذا في تجاهل لما اقترحه ترامب خلال الحملة الانتخابية. ويمكن أن يؤدي هذا السؤال إلى شحذ المواجهة بين الشرق والغرب، التي ستشمل أيضا الحلفاء النسبيين، بكل ما يترتب على ذلك من نتائج. يمكن
أن يكون عنوانا يمكن ترامب فيه من قبل السياسيين العسكريين والمهنيين
الذين لم يروا جيدا في الاقتراب من واشنطن مع موسكو، وذلك على وجه التحديد
بسبب حماية المصالح الأمريكية، المعرضة للخطر من قبل السياسة الخارجية
العدوانية الروسية. في هذه الحالة ستقلل ترامب من الحكم الذاتي في الدور الرئاسي إلى حد كبير. ومع
ذلك، إذا كان ما أكده تيلرسون عملا متعمدا في صراع مع ترامب، فإن ما هو
متوقع هو حرب داخل السلطة الأمريكية، مع فصيل مناهضة ترامب يحيط به
المحققون الذين يحققون في تشنج روسيا في الانتخابات من الرئيس في منصبه. إذا
كان جزء من المؤسسة الأمريكية، التي تدعم ترامب، يجب أن تبدأ في تغيير
رأيه حول طرائق انتخابه، فإن حل هذا الاتهام سيصبح أقل بعدا. في
كلتا الحالتين يبدو أن تشايرو أن ترامب يهدد باستمرار ضعف كبير في شخصية
له، وخاصة على المستوى الداخلي وأيضا بين أولئك الذين يؤيدون علنا له
ودعمه. والحالة الرئيسية الثانية هي اكتشاف إمدادات النفط التي قدمتها الصين إلى كوريا الشمالية. وبطبيعة
الحال، يكتشف هذا الاكتشاف بطريقة تقول: إن اقتصاد بيونغ يانغ يقع على آخر
أرجله، سواء بالنسبة لهيكله أو للعقوبات التي يتعرض لها، وبدون مساعدة
خارجية كان البلد قد فشلت بالفعل. وبنفس الطريقة كان من الواضح أنه من بين الذين انتهكوا الجزاءات، لا يمكن أن تكون الصين على الرغم من الإعلانات العملية. وبالتالي
فإن مفاجأة ترامب وهمية (إذا لم تكن نكون متهورين جدا)، ولكن القصة تبرز
كيف أن الولايات المتحدة، في هذه المرحلة من السياسة العالمية، تزداد عزلة،
حتى من قبل الحلفاء التاريخيين لحلف الأطلسي. إن
مسألة كوريا الشمالية تتعلق بالأمن العالمي، ولكن بالنسبة للأميركيين تمثل
تهديدا لبلدهم، ويبدو أن البيت الأبيض بعيد المنال عن أولئك الذين يمكنهم
الضغط لتهدئة الوضع. واذا
اعترفت واشنطن بان الاتحاد بين الكوريتين مستحيل لانها تتعارض مع المصالح
الصينية وفرضت سياسة علاقات اكثر ارتياحا مع بكين، فربما تبدأ المشكلة فى
حل. على العكس من ذلك، يبدو أن رئيس مثل ترامب من السهل جدا استهداف الصين وروسيا، لمواصلة سياساتها الرامية إلى تحقيق أهدافها الحصرية. ومرة أخرى، يوضح ترامب عدم كفايته وقلة خبرته السياسية، سواء على الصعيد المحلي أو على الصعيد الدولي. وعندما يحين الوقت لتحليل هذه الفترة من وجهة النظر التاريخية، لا يمكن أن يكون الحكم إلا واحدا من أسوأ تاريخ أمريكا.
venerdì 22 dicembre 2017
Le Nazioni Unite votano contro a Gerusalemme capitale di Israele
Il voto delle Nazioni Unite, contro il riconoscimento di Gerusalemme come capitale di Israele, segna il punto più basso dell’autorevolezza e del peso diplomatico statunitense. Sono stati ben 128 i paesi che hanno votato a favore del testo della risoluzione delle Nazioni Unite, che rifiutava la dichiarazione del presidente americano per il riconoscimento di Gerusalemme come acpitale dello stato israeliano. Tra i 128 paesi ci sono anche rivali degli Stati Uniti, ma sopratutto, ed è questa la rilevanza politica estrema, ci sono nazioni tradizionalmente alleate di Washington. Contro la risoluzione delle Nazioni Unite è arrivato il voto scontato di Tel Aviv, che si è sommato a piccoli paesi, timorosi di non ricevere più gli aiuti americani. Per Trump e la sua amministrazione una sconfitta totale, che pone gli Stati Uniti in una sorta di isolamento diplomatico e che, come conseguneza, ha quella di diminuire molto il suo peso politico nello scenario internazionale. Trump commette, quindi, l’ennesimo errore diplomatico, dimostrando di non essere un bravo calcolatore e questa vicenda evidenzia tutto il dilettantismo con il quale l’amministrazione della Casa Bianca pretende di gestire le questioni internazionali. Il presidente americano , con questa mossa effettuato insieme al governo di Tel Aviv, credeva di effettuare un colpo ad effetto in grado di distogliere l’attenzione dai problemi interni e che lo permettesse di accreditarlo come protagonista della vita internazionale. Mai scelta fu più sbagliata: la sconfitta diplomatica americana, subita nella sede delle Nazioni Unite, non ha, probabilmente precedenti ed evidenzia tutto il declino della nazione americana a causa di una leadership inadatta ed improvvisata; tutto questo anche se la decisione assunta dai 128 paesi non ha una valenza vincolante e non impedirà a Washington di insediare la sua ambasciata a Gerusalemme. Ma proprio questo aspetto rende ancora più pesante la perdita di prestigio internazionale subita dagli Stati Uniti. Anche perchè le ragioni di questo voto non sono solo politiche, ma principalmente fondate sulle norme del diritto internazionale, violate in modo così inconsulto da Trump e dalla sua amministrazione. La Casa Bianca ha perso l’occasionedi gestire la questione palestinese, e quello sarebbe stato, invece, un punto molto rilevante anche per una presidenza insufficiente come quella di Trump; con questa decisione gli USA non potranno più porsi nel ruolo di mediatore tra palestinesi ed israeliani, perchè ormai troppo sbilanciati a favore di questi ultimi. Non si sa se questa scelta rientri nel programma elettorale di Trump, certo è che ora gli USA non sembrano potere più ambire al primo posto della scena diplomatica, proprio per la mancanza di una condotta equilibrata ed anche per la deficienza di esperienza internazionale, dovuta anche a nomine inadatte all’interno del corpo diplomatico statunitense. Dal punto di vista più peculiare della questione è impensabile oltrepassare le dieci risoluzioni del Consiglio di sicurezza, quindi firmate anche dagli USA, che risalgono ancora al 1967, ma che sono ancora valide e dove si stabilisce che la questione di Gerusalemme deve essere risolta in modo congiunto all’interno dell’intera questione israelo-palestinese. Quindi una eventuale decisione unilaterale, da una parte o dall’altra, non avrà valore. Al premier israeliano, che ha già intrapreso questa strada in disprezzo degli accordi, si aggiunge così il presidente americano, abbandonando il senso di legalità che poteva lasciare ancora spazio per il ruolo statunitense nel mondo. Infine la reazione della ambasciatrice USA alle Nazioni Unite, rappresenta il senso di frustrazione dell’amministrazione per essere stati sconfitti in maniera così plateale e la minaccia mafiosa di non fornire più aiuti a chi ha votato a favore della risoluzione, getta ulteriore discredito sulla Casa Bianca incapace di accettare posizioni diverse dalla propria.
The United Nations vote against Jerusalem as the capital of Israel
The UN vote against the recognition of Jerusalem as the capital of Israel marks the lowest point of US diplomacy and diplomacy. 128
countries have voted in favor of the text of the UN resolution, which
rejected the US president's declaration for the recognition of Jerusalem
as an acpital of the Israeli state. Among
the 128 countries there are also rivals of the United States, but above
all, and this is the extreme political importance, there are nations
traditionally allied with Washington. Against
the resolution of the United Nations came the discounted vote of Tel
Aviv, which is added to small countries, fearful of not receiving
American aid. For
Trump and his administration a total defeat, which places the United
States in a sort of diplomatic isolation and which, as a conseguneza,
has to greatly diminish its political weight in the international
scenario. Trump
commits, therefore, yet another diplomatic error, proving not to be a
good computer and this story highlights all the dilettantism with which
the administration of the White House claims to manage international
issues. The
American president, with this move made together with the government of
Tel Aviv, believed to make a coup to effect able to divert attention
from internal problems and that allowed him to accredit him as a
protagonist of international life. Never
choice was more wrong: the American diplomatic defeat, suffered at the
United Nations headquarters, has not, probably precedent and highlights
all the decline of the American nation because of an improper and
improvised leadership; all
this even if the decision taken by the 128 countries is not binding and
will not prevent Washington from setting up its embassy in Jerusalem. But precisely this aspect makes the loss of international prestige suffered by the United States even more serious. Also
because the reasons for this vote are not only political, but mainly
based on the rules of international law, violated in such an unconscious
manner by Trump and his administration. The
White House has lost the occasion to manage the Palestinian question,
and that would have been, on the other hand, a very important point even
for an insufficient Presidency like that of Trump; with
this decision the US will no longer be able to act as a mediator
between Palestinians and Israelis, because they are now too unbalanced
in favor of the latter. It
is not known if this choice is part of Trump's electoral program, of
course it is now that the US does not seem to be able to aspire to the
first place in the diplomatic scene, due to the lack of balanced conduct
and also due to the lack of international experience, also due to unsuitable appointments within the US diplomatic corps. From
the most peculiar point of view of the question it is unthinkable to go
beyond the ten resolutions of the Security Council, then signed also by
the USA, which date back to 1967, but which are still valid and where
it is established that the Jerusalem question must be resolved joint within the entire Israeli-Palestinian issue. So a possible unilateral decision, on one side or the other, will have no value. The
Israeli premier, who has already taken this path in contempt of the
agreements, adds the American president, abandoning the sense of
legality that could still leave space for the US role in the world. Finally,
the reaction of the US ambassador to the UN, represents the frustration
of the administration for being so blatantly defeated and the mafia
threat of not providing more aid to those who voted in favor of the
resolution, casts further discredit on the White House unable to accept positions other than his own.
El voto de las Naciones Unidas contra Jerusalén como la capital de Israel
El
voto de la ONU contra el reconocimiento de Jerusalén como la capital de
Israel marca el punto más bajo de la diplomacia y la diplomacia de
Estados Unidos. 128
países han votado a favor del texto de la resolución de la ONU, que
rechazó la declaración del presidente de los Estados Unidos para el
reconocimiento de Jerusalén como una capital del estado israelí. Entre
los 128 países también hay rivales de los Estados Unidos, pero sobre
todo, y esta es la extrema importancia política, hay naciones
tradicionalmente aliadas con Washington. Contra
la resolución de las Naciones Unidas vino el voto descontado de Tel
Aviv, que se agrega a los países pequeños, temeroso de no recibir ayuda
estadounidense. Para
Trump y su administración una derrota total, lo que pone los EE.UU. en
una especie de aislamiento diplomático y que, por lo tanto, tiene el
mismo disminuir su peso político en la escena internacional. Trump
se compromete, a continuación, el diplomático otro error, demostrando
ser una buena calculadora y esta historia muestra toda la primitivos de
trabajo con la que la administración de la Casa Blanca pretende manejar
los asuntos internacionales. El
presidente de Estados Unidos, con este movimiento hecho con el gobierno
israelí, cree que hace un efecto de tiro posible para desviar la
atención de los problemas internos y que permitiría acreditándolo como
la estrella de la vida internacional. Nunca
fue más errónea la elección: la derrota diplomática estadounidense,
sufrida en la sede de las Naciones Unidas, no tiene, probablemente
precedente y pone de relieve todo el declive de la nación estadounidense
debido a un liderazgo impropio e impropio; todo
esto incluso si la decisión tomada por los 128 países no es vinculante y
no impedirá que Washington establezca su embajada en Jerusalén. Pero precisamente este aspecto hace que la pérdida de prestigio internacional que sufren los Estados Unidos sea aún más grave. También
porque las razones de esta votación no son solo políticas, sino que se
basan principalmente en las reglas del derecho internacional, violadas
de manera inconsciente por Trump y su administración. La
Casa Blanca ha perdido la ocasión de manejar la cuestión palestina, y
ese habría sido, por otro lado, un punto muy importante incluso para una
Presidencia insuficiente como la de Trump; con
esta decisión, Estados Unidos ya no podrá actuar como mediador entre
palestinos e israelíes, porque ahora están demasiado desequilibrados a
favor de este último. No
se sabe si esta opción está dentro del programa electoral de Trump, lo
cierto es que los EE.UU. ya no parece aspirar al poder en la parte
superior de la escena diplomática, debido a la falta de una conducta
equilibrada y también por la insuficiencia de la experiencia
internacional, también se debe a nombramientos inadecuados dentro del cuerpo diplomático de los Estados Unidos. Desde
la perspectiva única de la materia no se puede pensar más allá de los
diez resoluciones del Consejo de Seguridad, y también firmado por los
EE.UU., que se remontan a 1967, pero siguen siendo válidos y que afirma
que la cuestión de Jerusalén debe ser resuelta con el fin conjunta en todo el tema israelí-palestino. Entonces, una posible decisión unilateral, de un lado o del otro, no tendrá valor. El
primer ministro israelí, que ya ha tomado este camino en desacato de
los acuerdos, agrega al presidente estadounidense, abandonando el
sentido de legalidad que todavía podría dejar espacio para el papel de
Estados Unidos en el mundo. Por
último, la reacción del embajador de Estados Unidos ante las Naciones
Unidas, es la sensación de frustración con la administración siendo
derrotado de una manera tan evidente y la mafia amenaza con no
proporcionar ayuda a los que han votado a favor de la resolución,
cobertizos desacreditar aún más la Casa Blanca incapaz de aceptar posiciones distintas a la suya.
Die Vereinten Nationen stimmen gegen Jerusalem als Hauptstadt Israels
Das
Nein der Vereinten Nationen gegen die Anerkennung Jerusalems als
Hauptstadt Israels markiert den tiefsten Punkt der US-Diplomatie und
Diplomatie. 128
Länder haben für den Text der UN-Resolution gestimmt, in der die
Erklärung des US-Präsidenten zur Anerkennung Jerusalems als Akzession
des israelischen Staates abgelehnt wurde. Unter
den 128 Ländern gibt es auch Rivalen der USA, aber vor allem, und das
ist die extreme politische Bedeutung, gibt es Nationen, die traditionell
mit Washington verbündet sind. Gegen
die Resolution der Vereinten Nationen kam das verbilligte Votum von Tel
Aviv, das kleinen Ländern hinzugefügt wird, aus Angst, keine
amerikanische Hilfe zu erhalten. Für
Trump und seine Regierung eine totale Niederlage, die die Vereinigten
Staaten in eine Art von diplomatischer Isolation versetzt und die als
eine Conseguneza ihr politisches Gewicht im internationalen Szenario
stark verringern muss. Trump
begeht daher den zigsten diplomatischen Fehler und erweist sich als
kein guter Computer, und diese Geschichte unterstreicht den ganzen
Dilettantismus, mit dem die Verwaltung des Weißen Hauses behauptet, die
internationalen Probleme zu bewältigen. Der
amerikanische Präsident, mit diesem Schritt mit der israelischen
Regierung, glaubte einen Schuss Effekt machen kann Aufmerksamkeit von
internen Problemen abzulenken und das erlauben würde, sie als Star des
internationalen Lebens Kreditierung. Nie
war die Wahl falscher: Die amerikanische diplomatische Niederlage, die
im Hauptquartier der Vereinten Nationen erlitten wurde, hat
wahrscheinlich keinen Präzedenzfall und unterstreicht den ganzen
Niedergang der amerikanischen Nation wegen einer unangebrachten und
improvisierten Führung; All
dies, auch wenn die Entscheidung der 128 Länder nicht bindend ist und
Washington nicht daran hindern wird, seine Botschaft in Jerusalem zu
errichten. Aber
gerade dieser Aspekt macht den Verlust des internationalen Ansehens,
das die Vereinigten Staaten erlitten haben, noch ernster. Auch,
weil die Gründe für diese Abstimmung nicht nur politischer Art sind,
sondern hauptsächlich auf den Regeln des Völkerrechts basieren, die von
Trump und seiner Regierung auf so unbewusste Weise verletzt wurden. Das
Weiße Haus hat die Gelegenheit verloren, die Palästinafrage zu
bewältigen, und das wäre auf der anderen Seite ein sehr wichtiger Punkt,
selbst für eine unzureichende Präsidentschaft wie die von Trump; Mit
dieser Entscheidung werden die USA nicht mehr in der Lage sein, als
Vermittler zwischen Palästinensern und Israelis zu agieren, weil sie
jetzt zu sehr ausbalanciert sind. Es
ist nicht bekannt, ob diese Wahl im Wahlprogramm von Trump ist, ist es
sicher, dass die USA jetzt nicht mehr scheinen an der Spitze der
diplomatischen Szene an der Macht streben, wegen des Fehlens eines
ausgewogenen Verhaltens und auch für die Unzulänglichkeit der
internationalen Erfahrung, auch wegen zu ungeeigneten Ernennungen innerhalb des diplomatischen Korps der Vereinigten Staaten. Aus
der einzigartigen Perspektive der Sache ist, es über die zehn
Resolutionen des Sicherheitsrates nicht denkbar, und auch von den USA
unterzeichnet, die bis 1967 zurückreichen, aber immer noch gültig sind
und in dem es heißt, dass die Frage von Jerusalem gelöst werden muß, um Gemeinschaft innerhalb der gesamten israelisch-palästinensischen Frage. Eine mögliche einseitige Entscheidung auf der einen oder anderen Seite wird also keinen Wert haben. Der
israelische Ministerpräsident, der diesen Weg bereits missachtet hat,
fügt dem amerikanischen Präsidenten hinzu und gibt das Gefühl der
Legalität auf, das noch Platz für die Rolle der USA in der Welt lassen
könnte. Schließlich
ist die Reaktion der US-Botschafter bei den Vereinten Nationen, ist das
Gefühl der Frustration mit der Verwaltung in einer Art und Weise so
krass und Mafia besiegt bieten nicht mehr droht Hilfe für diejenigen,
die sich für die Entschließung gestimmt haben, Schuppen diskreditieren
weiter das Weiße Haus nicht in der Lage, andere als seine eigenen Positionen anzunehmen.
Le vote des Nations Unies contre Jérusalem en tant que capitale d'Israël
Le
vote de l'ONU contre la reconnaissance de Jérusalem comme capitale
d'Israël marque le point le plus bas de la diplomatie et de la
diplomatie américaines. 128
pays ont voté en faveur du texte de la résolution de l'ONU, qui a
rejeté la déclaration du président américain pour la reconnaissance de
Jérusalem en tant qu'accusé de l'Etat israélien. Parmi
les 128 pays il y a aussi des rivaux des États-Unis, mais surtout, et
c'est l'extrême importance politique, il y a des nations
traditionnellement alliées à Washington. Contre
la résolution des Nations Unies est venu le vote à prix réduit de
Tel-Aviv, qui est ajouté aux petits pays, craignant de ne pas recevoir
l'aide américaine. Pour
Trump et son administration une défaite totale, qui place les
Etats-Unis dans une sorte d'isolement diplomatique et qui, en tant que
conseguneza, doit considérablement diminuer son poids politique dans le
scénario international. Trump
s'engage, par conséquent, la énième erreur diplomatique, prouvant ne
pas être un bon ordinateur et cette histoire met en évidence tout le
dilettantismo avec lequel l'administration de la Maison Blanche prétend
gérer les questions internationales. Le
président américain, avec ce geste fait avec le gouvernement de
Tel-Aviv, croyait faire un coup d'état pour pouvoir détourner
l'attention des problèmes internes et cela lui a permis de l'accréditer
en tant que protagoniste de la vie internationale. Jamais
le choix ne s'est plus trompé: la défaite diplomatique américaine,
subie au siège des Nations Unies, n'a pas, sans doute, précédé et
accentué tout le déclin de la nation américaine à cause d'un leadership
impropre et improvisé; tout
cela même si la décision prise par les 128 pays n'est pas contraignante
et n'empêchera pas Washington de mettre en place son ambassade à
Jérusalem. Mais c'est précisément cet aspect qui rend encore plus grave la perte de prestige international subie par les États-Unis. Aussi
parce que les raisons de ce vote ne sont pas seulement politiques, mais
principalement basées sur les règles du droit international, violées de
manière inconsciente par Trump et son administration. La
Maison Blanche a perdu l'occasion de gérer la question palestinienne,
ce qui aurait été, en revanche, un point très important même pour une
présidence insuffisante comme celle de Trump; Avec
cette décision, les Etats-Unis ne pourront plus jouer le rôle de
médiateur entre les Palestiniens et les Israéliens, car ils sont
maintenant trop déséquilibrés en faveur de ce dernier. On
ne sait pas si ce choix est dans le programme électoral de Trump, il
est certain que les Etats-Unis semblent désormais plus aspirer au
pouvoir au sommet de la scène diplomatique, en raison de l'absence d'une
conduite équilibrée et aussi pour l'insuffisance de l'expérience
internationale, également due à des nominations inappropriées au sein du corps diplomatique américain. Du
point de vue le plus particulier de la question, il est impensable
d'aller au-delà des dix résolutions du Conseil de sécurité, également
signées par les États-Unis, qui datent de 1967, mais toujours valables
et où il est établi que la question de Jérusalem doit être résolue conjointe dans l'ensemble de la question israélo-palestinienne. Donc, une éventuelle décision unilatérale, d'un côté ou de l'autre, n'aura aucune valeur. Le
Premier ministre israélien, qui a déjà pris cette voie au mépris des
accords, ajoute le président américain, abandonnant le sentiment de
légalité qui pourrait encore laisser de la place au rôle américain dans
le monde. Enfin,
la réaction de l'ambassadeur américain à l'ONU représente la
frustration de l'administration d'avoir été si ouvertement vaincue et la
menace mafieuse de ne pas fournir plus d'aide à ceux qui ont voté en
faveur de la résolution, discrédite davantage la Maison Blanche incapable d'accepter des postes autres que le sien.
O voto das Nações Unidas contra Jerusalém como a capital de Israel
O
voto da ONU contra o reconhecimento de Jerusalém como a capital de
Israel é o ponto mais baixo da diplomacia e diplomacia dos EUA. 128
países votaram a favor do texto da resolução da ONU, que rejeitou a
declaração do presidente dos EUA para o reconhecimento de Jerusalém como
um hospital do Estado de Israel. Entre
os 128 países também existem rivais dos Estados Unidos, mas acima de
tudo, e essa é a extrema importância política, há nações
tradicionalmente aliadas com Washington. Contra
a resolução das Nações Unidas veio o voto com desconto de Tel Aviv, que
é adicionado a países pequenos, com medo de não receber ajuda
americana. Para
Trump e sua administração uma derrota total, que coloca os Estados
Unidos em uma espécie de isolamento diplomático e que, como conseguneza,
deve diminuir grandemente seu peso político no cenário internacional. Trump
comete, portanto, mais um erro diplomático, provando não ser um bom
computador e esta história destaca todo o diletantismo com o qual a
administração da Casa Branca afirma gerir questões internacionais. O
presidente americano, com essa jogada feita em conjunto com o governo
de Tel Aviv, acreditava fazer um golpe para se tornar capaz de desviar a
atenção dos problemas internos e que lhe permitiu credenciá-lo como
protagonista da vida internacional. Nunca
a escolha foi mais errada: a derrota diplomática americana, sofrida na
sede das Nações Unidas, não tem, provavelmente, precedente e destaca
todo o declínio da nação americana por causa de uma liderança inadequada
e improvisada; Tudo
isso, mesmo que a decisão tomada pelos 128 países não seja vinculativa e
não impedirá Washington de criar sua embaixada em Jerusalém. Mas, precisamente, esse aspecto torna ainda mais grave a perda de prestígio internacional sofrido pelos Estados Unidos. Também
porque os motivos desta votação não são apenas políticos, mas
principalmente baseados nas regras do direito internacional, violados de
forma inconsciente por Trump e sua administração. A
Casa Branca perdeu a ocasião para gerir a questão palestina, e isso
teria sido, por outro lado, um ponto muito importante mesmo para uma
Presidência insuficiente como a de Trump; Com
esta decisão, os EUA não poderão atuar como mediadores entre palestinos
e israelenses, porque agora estão muito desequilibrados em favor deste
último. Não
se sabe se essa escolha faz parte do programa eleitoral de Trump, é
claro, agora que os EUA não parecem ser capazes de aspirar ao primeiro
lugar na cena diplomática, devido à falta de conduta equilibrada e
também devido à falta de experiência internacional, também devido para nomeações inadequadas no corpo diplomático dos EUA. Do
ponto de vista mais peculiar da questão, é impensável ir além das dez
resoluções do Conselho de Segurança, assinadas também pelos EUA, que
datam de 1967, mas que ainda são válidas e onde se estabelece que a
questão de Jerusalém deve ser resolvida conjunto em toda a questão israelo-palestina. Portanto, uma possível decisão unilateral, de um lado ou de outro, não terá valor. O
primeiro-ministro israelense, que já tomou esse caminho com desprezo
pelos acordos, acrescenta o presidente americano, abandonando o senso de
legalidade que ainda pode deixar espaço para o papel dos EUA no mundo. Finalmente,
a reação do embaixador dos EUA na ONU representa a frustração da
administração por ser tão flagrantemente derrotada e a ameaça da máfia
de não fornecer mais ajuda aos que votaram a favor da resolução,
descarta ainda mais a Casa Branca incapaz de aceitar posições diferentes da sua.
Iscriviti a:
Post (Atom)