Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

venerdì 31 maggio 2019

イタリアの投票

ヨーロッパの選挙に対する最近のイタリアの投票の分析は、しかしまた、高い棄権によって特徴付けられるシナリオにおいて、選挙の流れの一貫した移動性を明らかにします。有権者の投票率が低いという現象は、政府の機能に対する態度の悪さと尊重されていない選挙の約束のために、競合する政治的形成に対する確立された不信感によって確かに説明することができます。過去に、選挙の状況に一定の不動があり、投票の流動性が低いままで、さらに第二共和国が始まっても維持されていた場合、最近では合意が急速に動き始めた。最後のヨーロッパの選挙では、中央左派と主張する民主党が40%の票を獲得したが、その宣言された政治的立場とは対照的に、社会的レベルでの悪い結果は、権力行使のある種の傲慢と相まって2018年3月の政治選挙では、最大約19%の同意の減少につながった。その選挙競争の勝者は32%に上昇した反五つ星結成とノーザンリーグの反ヨーロッパ党であった。新しい経営陣のおかげで、彼は6%から17%に回復することができました。これら二つの勢力から現在の政府が生まれ、それはその構成要素間の親和性の欠如を払っているが、政府の行動を集中させる主題と政治的決定のタイミングと方法とは対照的である。イタリアで最初の党に最大の期待が寄せられていたことは明らかですが、アマチュアリズムをめぐる政治的慣行の欠如とあまり経験のないことが、600万人の票を投じてヨーロッパ人を罰した選挙人を失望させました。少ないです。ファイブスターで1位になったノーザンリーグの戦略は、同盟国内のすべての矛盾とそれらの無能力を消滅させるという意味で、待ち合わせでした。それだけではなく、リーグのリーダーは、移民の流れの到来によって危険にさらされている安全保障の問題に対するイタリア人の恐れを傍受することができました。しかし、政府のプログラムには大きな欠席があり、それが経済に関するものであることを明記しなければなりません。イタリア人の困難にもかかわらず、彼らは安全保障の問題に気を取られました。それは経済発展と最小限にしか関連していません。善意から始まったとしても、市民権収入のプログラムが貧困の問題を解決できないことが判明した場合、同盟の象徴である平常税は、国家の実質的な財政的能力によって支えられず、増加することができるので不可能である。それでも、その社会的格差は中央左派の政策から指数関数的に拡大している。イデオロギーが存在するとき、左の有権者は絶えず投票所に行きましたが、今ではそれらを代表することを保証することができる主題がないので、彼らは非投票の主要な部分です。それどころか、中央および右派の有権者は、その選挙区の形成に有利な、より大きな存在感を保証します。しかし、失敗した約束が有権者を失望させ、最近の選挙の流動性を決定したことに気付かないのは不可能です。これは何よりもまず当てはまります。経済的な部分と市民の幸福に関係するものについては、90年代以来の政府の政権以来幾分圧縮されています。選挙は安全保障に焦点を合わせた人々に報いています、しかし経済的な緊急事態が現場を再開するとき、次回まで、リーダーシップの新たな変化を予見することは難しくありません。

التصويت الإيطالي

يكشف تحليل التصويت الإيطالي الأخير للانتخابات الأوروبية ، مرة أخرى ، عن حراك ثابت للتدفقات الانتخابية ، في سيناريو يتميز بدرجة عالية من الامتناع عن التصويت. يمكن بالتأكيد تفسير ظاهرة انخفاض الإقبال على التصويت عن طريق عدم ثبات راسخ في التشكيلات السياسية المتنافسة ، بسبب ضعف الموقف تجاه وظيفة الحكومة والوعود الانتخابية التي لم يتم احترامها. إذا كان هناك ، في الماضي ، عائق معين للوضع الانتخابي ، مع ضعف حراك التصويت ، استمر ، علاوة على ذلك ، حتى مع بداية الجمهورية الثانية ، بدأ الإجماع في الآونة الأخيرة يتحرك بسرعة. في الانتخابات الأوروبية الأخيرة ، حصل الحزب الديمقراطي ، الذي يدعي أنه يسار الوسط ، على 40٪ من الأصوات ، لكن النتائج السيئة على المستوى الاجتماعي ، في تناقض صريح مع موقفه السياسي المعلن ، مقترنة بغرور معين من ممارسة السلطة ، أدى إلى انخفاض الموافقات بنسبة تصل إلى حوالي 19 ٪ ، في الانتخابات السياسية في مارس 2018. وكان الفائزون في تلك المسابقة الانتخابية من تشكيل خمس نجوم المناهضة ، والتي ارتفعت إلى 32 ٪ والحزب المناهض لأوروبا من رابطة الشمال ، والتي بفضل الإدارة الجديدة ، كان قادرا على التعافي من 6 ٪ إلى 17 ٪. من هاتين القوتين ولدت الحكومة الحالية ، والتي تدفع لعدم وجود تقارب بين مكوناتها ، وغالبا ما يتناقض مع الموضوعات التي تركز على عمل الحكومة وعلى توقيت وأساليب القرارات السياسية. من الواضح أنه تم وضع أكبر التوقعات على الحزب الذي كان الأول في إيطاليا ، لكن الافتقار إلى الممارسة السياسية وقلة الخبرة ، على حافة الهاوية ، خيب آمال الناخبين الذين عاقبواهم في الأوروبيين بستة ملايين صوت في أقل من ذلك. كانت استراتيجية العصبة الشمالية ، التي احتلت المركز الأول في "فايف ستارز" ، تنتظر وترى ، بمعنى جعل جميع التناقضات داخل الحلفاء وأيضًا اختفاء عدم الكفاءة ؛ ولكن ليس فقط ، فقد تمكن زعيم العصبة من اعتراض مخاوف الإيطاليين من مشكلة الأمن المهددة بوصول تدفقات الهجرة ، والتي تقلصت بالفعل من قبل حكومة يسار الوسط السابقة. ومع ذلك ، يجب تحديد أن هناك غيابًا كبيرًا في البرامج الحكومية وهو يتعلق بالاقتصاد. على الرغم من صعوبة الإيطاليين ، إلا أنهم انتابهم مشكلة الأمن ، التي ترتبط ارتباطًا بسيطًا بالتنمية الاقتصادية. إذا كان برنامج دخل المواطنة ، على الرغم من أنه بدأ من النوايا الحسنة ، لم يحسم لمشكلة الفقر ، فإن الضريبة الثابتة ، رمز الجامعة ، لن تكون قابلة للتطبيق لأنها غير مدعومة بقدرة مالية حقيقية للدولة ، وكذلك قادرة على زيادة لا تزال تلك الفجوة الاجتماعية التي نمت بشكل كبير من سياسات يسار الوسط. يجب أيضًا تحديد أنه عندما كانت الإيديولوجيات موجودة ، كان ناخبو اليسار يذهبون باستمرار إلى مراكز الاقتراع ، وفي الوقت الحالي ، وفي غياب موضوع قادر على ضمان تمثيلهم ، فإنهم يشكلون الجزء الرئيسي من عدم التصويت. على العكس من ذلك ، يضمن الناخبون من الوسط واليمين وجودًا أكبر يدعم تشكيل ذلك الجزء الانتخابي. ومع ذلك ، من المستحيل عدم ملاحظة كيف أن الوعود الفاشلة قد خيبت آمال الناخبين ، وحددت الحراك الانتخابي في الآونة الأخيرة ؛ هذا صحيح قبل كل شيء بخصوص ما يتعلق بالجزء الاقتصادي ورفاهية المواطنين ، مضغوط إلى حد ما منذ الحكومات في السلطة منذ التسعينيات. تكافئ الانتخابات أولئك الذين ركزوا على الأمن ، لكن عندما تستأنف الطوارئ الاقتصادية المشهد ، لن يكون من الصعب التنبؤ بتغيير جديد في القيادة ، حتى المرة القادمة.

giovedì 23 maggio 2019

Il livello più basso della politica inglese

Quello che si sta consumando in Gran Bretagna sembra sempre di più un suicidio politico. L’operato della Premier, ma anche del capo del Partito Laburista, rivelano una condotta insicura ed incapace di prendere una posizione ferma e convinta. Occorre ricordare che il referendum sull’uscita inglese dall’Unione Europea era soltanto consultivo e quindi non vincolante, ma ciò non ha impedito alle forze politiche di trasformarlo in mezzo funzionale con il quale cercare di accontentare un elettorato arrabbiato, ma a cui non erano chiare le conseguenze di questa decisione. Improvvisamente la parte degli elettori contraria all’Unione, seppure di poco maggioritaria a chi voleva continuare a fare parte dell’Europa, ha avuto maggiore rilevanza nella scena politica inglese. Non sono serviti gli appelli di chi illustrava in maniera chiara il destino a cui sarebbe andato incontro il Regno Unito: il profondo nazionalismo e l’errato risentimento contro il continente hanno determinato una direzione della politica inglese confusa ed inconcludente. La pessima gestione della questione è stata condizionata dalla volontà di non scontentare l’elettorato vincitore del referendum, ma anche di non irritare troppo gli sconfitti. La mancanza di politici di rilievo e capaci di gestire una situazione comunque difficile, ha completato il quadro, si è arrivati così all’obbligo assurdo di partecipare alla competizione elettorale europea, dove il volto peggiore della società politica inglese è dato in vantaggio, proprio grazie ad una insipienza conclamata di governo ed opposizione londinese. Il partito conservatore, già duramente punito nelle elezioni amministrative, è profondamente diviso in almeno tre parti: i favorevoli all’uscita senza accordo, i favorevoli all’uscita concordata con Bruxelles ed i contrari. Il partito Laburista non ha saputo trarre vantaggio da questa divisione perchè è anch’esso diviso al suo interno, il Partito Liberaldemocratico è l’unica forza politica dichiaratamente contraria all’uscita dall’Europa, ma non sembra avere la forza necessaria per raccogliere tutti i favorevoli a restare nell’Unione, confermando che è ancora un soggetto politico marginale nella politica inglese, infine il panorama sembra essere dominato dalla formazione scettica sull'Europa, dove probabilmente confluiranno i voti dei conservatori che vogliono l’uscita senza accordo ed i delusi dall’azione politica della Premier. In questo scenario la proposta di un nuovo referendum arriva fuori tempo massimo perchè doveva essere fatta molto tempo prima, ma con una informazione maggiore e con il peso politico di essere una decisione vincolante per l’esecutivo. L’esperienza di avere indetto un referendum in maniera affrettata e senza la dovuta informazione ad una platea di elettori condizionata soltanto dall’azione euroscettica non è servita. I partiti tradizionali sono contrari a coinvolgere di nuovo l’elettorato direttamente nella questione, preferedno una gestone maldestra della vicenda, quando, invece, un referendum chiarificatore e definitivo potrebbe mettere le cose nella giusta prospettiva per una valutazione consapevole da parte dell’elettorato. Non si capisce se c’è una volontà di onnipotenza o la paura di perdere il controllo dell’attività politica, cosa peraltro in parte già accaduta, in ogni caso c’è anche l’aspetto, non secondario, di avere logorato la trattativa con l’Europa perdendo ogni tipo di credibilità internazionale. Il referendum, insomma, non si ripeterà, il destino della Premier è quello delle dimissioni, che concluderanno soltanto una parte della vicenda, perchè il futuro è impossibile da immaginare, se non con uno scenario di massima divisione dell’integrità nazionale ed uno sviluppo relativo all’economia totalmente disastroso.

The lowest level of English politics

What is being consumed in Britain seems increasingly to be political suicide. The work of the Premier, but also of the head of the Labor Party, reveals an insecure conduct that is incapable of taking a firm and convinced position. It should be remembered that the referendum on the British exit from the European Union was only consultative and therefore not binding, but this did not prevent the political forces from transforming it into a functional medium with which to try to satisfy an angry electorate, but to which they were not clear the consequences of this decision. Suddenly the part of the voters opposed to the Union, even if of little majority to those who wanted to continue to be part of Europe, had greater relevance in the British political scene. The appeals of those who clearly illustrated the destiny to which the United Kingdom would have gone were not useful: the deep nationalism and the wrong resentment against the continent have determined a direction of the confused and inconclusive English politics. The bad management of the issue was conditioned by the desire not to upset the electorate who won the referendum, but also not to irritate the losers too much. The lack of important politicians capable of managing a difficult situation, however, has completed the picture, so we have reached the absurd obligation to participate in the European electoral competition, where the worst face of the British political society is given the advantage, thanks to an overt ignorance of government and London opposition. The conservative party, already severely punished in the administrative elections, is deeply divided into at least three parts: those in favor of leaving without agreement, those in favor of the exit agreed with Brussels and those against. The Labor party has not been able to take advantage of this division because it is also internally divided, the Liberal Democratic Party is the only political force declaredly opposed to leaving Europe, but does not seem to have the necessary strength to collect all the in favor of remaining in the Union, confirming that it is still a marginal political subject in British politics, and finally the panorama seems to be dominated by skeptical training on Europe, where probably the votes of conservatives who want to leave without agreement and the disappointed will converge. political action of the Premier. In this scenario, the proposal for a new referendum arrives out of time because it had to be done a long time ago, but with more information and the political weight of being a binding decision for the executive. The experience of having called a referendum in a hasty manner and without the due information to an audience of voters conditioned only by the Eurosceptic action is not served. The traditional parties are opposed to re-engaging the electorate directly in the matter, preferring a clumsy gestone of the story, when, instead, a clarifying and definitive referendum could put things in the right perspective for a conscious evaluation by the electorate. It is not clear if there is a will of omnipotence or the fear of losing control of political activity, something that has already partly happened, in any case there is also the aspect, not secondary, of having worn down the negotiation with Europe losing all kinds of international credibility. The referendum, in short, will not be repeated, the fate of the Premier is that of resignation, which will conclude only part of the story, because the future is impossible to imagine, if not with a scenario of maximum division of national integrity and a relative development to the totally disastrous economy.
Lo que se consume en Gran Bretaña parece ser cada vez más un suicidio político. El trabajo del Primer Ministro, pero también del jefe del Partido Laborista, revela una conducta insegura que es incapaz de adoptar una posición firme y convencida. Debe recordarse que el referéndum sobre la salida británica de la Unión Europea fue solo consultivo y, por lo tanto, no vinculante, pero esto no impidió que las fuerzas políticas lo transformaran en un medio funcional con el cual tratar de satisfacer a un electorado enojado, pero no estaban claros. Las consecuencias de esta decisión. De repente, la parte de los votantes que se oponía a la Unión, aunque de poca mayoría para aquellos que querían seguir siendo parte de Europa, tenía mayor relevancia en la escena política británica. Los llamamientos de aquellos que ilustraban claramente el destino al que se habría dirigido el Reino Unido no fueron útiles: el profundo nacionalismo y el mal resentimiento contra el continente han determinado una dirección de la confusa e inconclusa política inglesa. La mala gestión del tema estuvo condicionada por el deseo de no molestar al electorado que ganó el referéndum, pero también de no irritar demasiado a los perdedores. La falta de políticos importantes capaces de manejar una situación difícil, sin embargo, ha completado el cuadro, por lo que hemos alcanzado la absurda obligación de participar en la competencia electoral europea, donde se da la peor cara de la sociedad política británica, gracias a una ignorancia manifiesta del gobierno y la oposición de Londres. El partido conservador, ya severamente castigado en las elecciones administrativas, está profundamente dividido en al menos tres partes: los partidarios de irse sin acuerdo, los partidarios de la salida acordada con Bruselas y los que están en contra. El Partido Laborista no ha podido aprovechar esta división porque también está dividida internamente, el Partido Demócrata Liberal es la única fuerza política que se declara opuesta a abandonar Europa, pero no parece tener la fuerza necesaria para reunir todos los recursos. a favor de permanecer en la Unión, confirmando que sigue siendo un tema político marginal en la política británica y, finalmente, el panorama parece estar dominado por la formación escéptica en Europa, donde probablemente los votos de los conservadores que quieren irse sin acuerdo y la decepción convergerán. Acción política del primer ministro. En este escenario, la propuesta de un nuevo referéndum llega fuera de tiempo porque se tuvo que hacer hace mucho tiempo, pero con más información y el peso político de ser una decisión vinculante para el ejecutivo. La experiencia de haber convocado un referéndum de manera apresurada y sin la información debida a una audiencia de votantes condicionados solo por la acción euroescéptica no se cumple. Los partidos tradicionales se oponen a volver a involucrar al electorado directamente en el asunto, prefiriendo un gesto torpe de la historia, cuando, en cambio, un referéndum clarificador y definitivo podría poner las cosas en la perspectiva correcta para una evaluación consciente por parte del electorado. No está claro si existe una voluntad de omnipotencia o el temor de perder el control de la actividad política, algo que ya ha sucedido en parte, en cualquier caso también existe el aspecto, no secundario, de haber agotado la negociación con Europa pierde todo tipo de credibilidad internacional. El referéndum, en resumen, no se repetirá, el destino del Premier es el de la renuncia, que concluirá solo una parte de la historia, porque el futuro es imposible de imaginar, si no con un escenario de máxima división de integridad nacional y un desarrollo relativo. A la economía totalmente desastrosa.

Die unterste Ebene der englischen Politik

Was in Großbritannien konsumiert wird, scheint zunehmend politischer Selbstmord zu sein. Die Arbeit des Premierministers, aber auch des Chefs der Labour Party, zeigt ein unsicheres Verhalten, das nicht in der Lage ist, eine feste und überzeugte Position einzunehmen. Es sei daran erinnert, dass das Referendum über den Austritt der Briten aus der Europäischen Union nur beratend und daher nicht bindend war, aber dies hinderte die politischen Kräfte nicht daran, es in ein funktionierendes Medium zu verwandeln, mit dem sie versuchen konnten, einen verärgerten Wähler zufrieden zu stellen, für das sie jedoch nicht klar waren die Folgen dieser Entscheidung. Plötzlich hatte der Teil der Wähler, der sich gegen die Union aussprach, eine größere Relevanz in der britischen politischen Szene, auch wenn er für diejenigen, die weiterhin ein Teil Europas sein wollten, nur eine geringe Mehrheit hatte. Die Appelle derer, die das Schicksal, zu dem das Vereinigte Königreich gegangen wäre, klar illustrierten, waren nicht nützlich: Der tiefe Nationalismus und der falsche Groll gegen den Kontinent haben eine Richtung der verwirrten und nicht schlüssigen englischen Politik bestimmt. Das schlechte Management der Angelegenheit war bedingt durch den Wunsch, die Wähler, die das Referendum gewonnen hatten, nicht zu verärgern, aber auch die Verlierer nicht zu sehr zu irritieren. Der Mangel an wichtigen Politikern, die in der Lage sind, eine schwierige Situation zu bewältigen, hat jedoch das Bild vervollständigt, und wir sind zu der absurden Verpflichtung gelangt, am europäischen Wahlkampf teilzunehmen, bei dem das schlimmste Gesicht der britischen politischen Gesellschaft den Vorteil erhält, danke zu einer offensichtlichen Ignoranz der Regierung und der Londoner Opposition. Die konservative Partei, die bereits bei den Verwaltungswahlen schwer bestraft wurde, ist tief in mindestens drei Teile gegliedert: diejenigen, die sich für einen einvernehmlichen Austritt aussprechen, diejenigen, die sich für den mit Brüssel vereinbarten Austritt aussprechen und diejenigen, die dagegen sind. Die Labour-Partei konnte diese Spaltung nicht ausnutzen, da sie auch intern gespalten ist. Die Liberaldemokratische Partei ist die einzige politische Kraft, die sich offenbar gegen die Ausreise aus Europa ausspricht, scheint jedoch nicht über die notwendige Kraft zu verfügen, um alle zu sammeln Dies bestätigt, dass es sich in der britischen Politik nach wie vor um ein politisches Randthema handelt, und schließlich scheint das Panorama von einer skeptischen Haltung gegenüber Europa dominiert zu sein, in dem sich wahrscheinlich die Stimmen der Konservativen, die ohne Einverständnis und enttäuscht abreisen wollen, annähern werden. politisches Handeln des Ministerpräsidenten. In diesem Szenario kommt der Vorschlag für ein neues Referendum verspätet an, da dies schon vor langer Zeit getan werden musste, aber mit mehr Informationen und dem politischen Gewicht, eine bindende Entscheidung für die Exekutive zu sein. Die Erfahrung, ein Referendum hastig und ohne die gebotene Information an ein Publikum von Wählern, das nur von der euroskeptischen Aktion abhängig ist, einberufen zu haben, wird nicht gedient. Die traditionellen Parteien sind dagegen, die Wählerschaft erneut direkt in die Angelegenheit einzubeziehen, und bevorzugen einen ungeschickten Gestus der Geschichte, wenn stattdessen ein klares und endgültiges Referendum die Dinge in die richtige Perspektive für eine bewusste Bewertung durch die Wählerschaft rücken könnte. Es ist nicht klar, ob es einen Willen der Allmacht oder die Angst gibt, die Kontrolle über die politische Aktivität zu verlieren, was bereits teilweise geschehen ist, jedenfalls gibt es auch den Aspekt, nicht sekundär, die Verhandlungen mit abgenutzt zu haben Europa verliert jegliche internationale Glaubwürdigkeit. Kurz gesagt, das Referendum wird nicht wiederholt, das Schicksal des Premierministers ist das des Rücktritts, das nur einen Teil der Geschichte zum Abschluss bringen wird, da die Zukunft nicht vorstellbar ist, wenn nicht ein Szenario einer maximalen Aufteilung der nationalen Integrität und einer relativen Entwicklung zu der völlig katastrophalen Wirtschaft.

Le plus bas niveau de la politique anglaise

Ce qui est consommé en Grande-Bretagne semble de plus en plus être un suicide politique. Les travaux du Premier ministre, mais également du chef du Parti travailliste, révèlent une conduite précaire, incapable de prendre une position ferme et convaincue. Il convient de rappeler que le référendum sur la sortie britannique de l'Union européenne était uniquement consultatif et donc non contraignant, mais cela n'empêchait pas les forces politiques de le transformer en un moyen fonctionnel pour tenter de satisfaire un électorat en colère, mais à laquelle ils n'étaient pas clairs. les conséquences de cette décision. Soudainement, la part des électeurs opposés à l'Union, même si elle était d'une faible majorité pour ceux qui souhaitaient continuer à faire partie de l'Europe, avait une plus grande pertinence sur la scène politique britannique. Les appels de ceux qui ont clairement illustré le destin auquel le Royaume-Uni serait allé n'ont pas été utiles: le nationalisme profond et le ressentiment erroné contre le continent ont déterminé l'orientation de la politique anglaise confuse et peu concluante. La mauvaise gestion de la question était conditionnée par le désir de ne pas vexer l'électorat vainqueur du référendum, mais aussi de ne pas trop irriter les perdants. Le manque d'importants hommes politiques capables de gérer une situation difficile a toutefois complété le tableau. Nous avons donc atteint l'obligation absurde de participer à la compétition électorale européenne, où l'avantage est donné au pire visage de la société politique britannique. à une ignorance manifeste du gouvernement et de l'opposition londonienne. Le parti conservateur, déjà sévèrement puni aux élections administratives, est profondément divisé en trois parties au moins: les partisans du départ sans accord, les partisans de la sortie convenue avec Bruxelles et les autres. Le parti travailliste n’a pas été en mesure de tirer parti de cette division, car elle est également divisée en interne. Le Parti libéral démocrate est la seule force politique déclarée opposée à la sortie de l’Europe, mais ne semble pas avoir la force nécessaire pour rassembler toutes les forces. rester au sein de l'Union, confirmant qu'il s'agit encore d'un sujet politique marginal dans la politique britannique, et finalement, le panorama semble dominé par une formation sceptique sur l'Europe, où probablement les votes des conservateurs qui veulent partir sans accord et les déçus convergent. action politique du premier ministre. Dans ce scénario, la proposition d'un nouveau référendum arrive à point nommé car elle devait être faite il y a longtemps, mais avec plus d'informations et le poids politique d'une décision contraignante pour l'exécutif. L’expérience d’avoir convoqué un référendum à la hâte et sans avoir été dûment informée d’un auditoire d’électeurs soumis uniquement à l’action eurosceptique n’est pas servie. Les partis traditionnels s'opposent à une nouvelle participation directe de l'électorat, préférant un geste maladroit de l'histoire, alors qu'un référendum éclairant et définitif pourrait placer les choses dans la bonne perspective pour une évaluation consciente par l'électorat. Il n’est pas clair s’il existe une volonté d’omnipotence ou la crainte de perdre le contrôle de l’activité politique, ce qui s’est déjà fait en partie. En tout cas, il ya aussi l’aspect non secondaire de l’affaiblissement de la négociation avec L’Europe est en train de perdre toute sa crédibilité internationale. Bref, le référendum ne se répétera pas, le destin du premier ministre est celui de la démission, ce qui ne conclura qu'une partie du récit, car l'avenir est impossible à imaginer, sinon avec un scénario de division maximale de l'intégrité nationale et d'un développement relatif. à l'économie totalement désastreuse.