Politica Internazionale

Politica Internazionale

Cerca nel blog

giovedì 13 giugno 2019

احتجاج هونج كونج على تحذير الغرب

تلعب الصين جزءا كبيرا من مصداقيتها في هونغ كونغ. يُظهر الوضع في المستعمرة البريطانية السابقة عددًا متزايدًا من الاحتجاجات وموقف بكين تحت الملاحظة من قبل المجتمع الدولي ، على الرغم من أنه ، في كثير من الأحيان ، عندما يتعلق الأمر بالدولة الصينية ، يتم تخفيف الانتقادات حتى لا تؤذي مدى حساسية العملاق الاقتصادي. إن تعريف "الاشتراكية ذات الخصائص الصينية" هو التعريف الذي تحب به بكين في تحديد نظامها السياسي ، والذي يعتمد بالتحديد على الخصائص المميزة للأمة الصينية. إنه لأمر مؤسف أن هذه الخصائص لا تشمل احترام الديمقراطية والحقوق السياسية والمدنية ، كما فهمت في الغرب. يحدد هذا التباين سبب الاحتجاجات في هونغ كونغ ، التي لا تزال تعتبر مدينة غربية ، على الرغم من أنها لم تعد ملكًا للتاج البريطاني. تنص الاتفاقات الموقعة في عام 1997 والمتوقع أن تظل سارية المفعول حتى عام 2047 ، على منح وضع خاص لهونغ كونغ داخل جمهورية الصين الشعبية: نظام متعدد الأحزاب كنظام سياسي مرتبط بالحرية الطبيعية للتعبير عن بلد غربي ، ولكن بشكل مطلق يتناقض مع عادات النظام السياسي الصيني ، الذي يسيطر مباشرة على السياسة الخارجية والدفاع فقط. يجب الإشارة ، كما أشار العديد من فقهاء هونج كونج ، إلى أن العدالة الصينية تخضع للحزب الشيوعي وليس لسيادة القانون: الاحتجاج ضد النظام الصيني مبني على هذا التناقض ، غير قابل للذين اعتادوا على الديمقراطية الغربية . بالنسبة لبكين ، يوجد داخلها مصدر للمعارضة ، والذي يعمل في الغالب ضد أعلى مكاتبها والتي لا تستطيع السيطرة عليه ، يمثل موقفًا يحتمل أن يكون خطيرًا للغاية ويتطلب إدارة دقيقة وفي الوقت المحدد. ولعلاج هذا الوضع ، عززت الحكومة الصينية نفوذها السياسي ، ودعم الحكومة المحلية ، وتنفيذ القمع الصامت ضد المعارضة من خلال عمليات الاختطاف التي انتهت في السجون الصينية. يتعلق النزاع الحالي بإمكانية التسليم: يحظر القانون الساري هذه الممارسة تجاه الصين وتايوان ، لكن حكومة هونغ كونغ تريد تعديلها بحجة حقيقة تستخدم بطريقة عملية وغير ذات صلة بالسياسة. من الواضح أن بكين ستكون قادرة على اتخاذ إجراءات لتسليم المجرمين ضد خصومها ، الذين سيتم حبسهم في أماكن الاحتجاز التي يمارس فيها التعذيب ويخضعون للمحاكمات التي تُفرض فيها عقوبات بنسبة 99٪. أكدت بكين أنها تؤيد هذا الإجراء ، الذي سيسمح لها بمزيد من السيطرة على هونج كونج. إذا تم إقراره ، فإن هذا الإجراء سوف يقلل بشكل كبير من حرية هونج كونج ويسمح لبكين بتقليل المعارضة. يجب أن يشكل اختبار قوة الجهاز الصيني هذا انعكاسات خطيرة على العلاقات المتنامية بين الدول الديمقراطية والصين ، والتي تحدث بسبب السيولة الصينية والتوافر المالي الكبير ، الذي يسمح بإجراء استثمارات في أي بلد أجنبي. وجود علاقات وثيقة للغاية مع دولة ذات هذا المفهوم المختلف والمقيّد للحقوق ، دون الاعتقاد بأنها لن تمارس أبدًا شكلاً من أشكال التدخل في الشؤون الداخلية ، كما يحدث بالفعل في إفريقيا ، وهو الخطر الذي يمثله التقدم التدريجي الغزو الاقتصادي يتحول ، إذن ، إلى تقليص المساحات الديمقراطية. يمثل الاحتجاج في هونغ كونغ تحذيرًا وتحذيرًا للدول الغربية يجب مراعاته على الفور في العلاقات مع الصين.

Il premier giapponese a Teheran, mette al centro dell'attenzione internazionale l'Iran

Dopo la visita del ministro degli esteri tedesco e prima della visita della funzionaria dell’Unione Europea, l’incontro tra il premier giapponese e quello iraniano, costituisce in ulteriore tentativo per salvare l’accordo sul nucleare iraniano e rendere meno instabile la situazione geopolitica nell’area. La visita in Iran di Shinzo Abe costiuisce, già di per se, un fatto storico, dato che è la prima di un leader nipponico dalla rivoluzione del 1979. Tuttavia i rapporti tra i due stati non sono una novità: il Giappone è uno dei più grandi acquirenti di greggio iraniano, anche se ha rispettato le sanzioni imposte da Washington. Allo stesso tempo Tokyo resta uno dei più grandi alleati degli Stati Uniti ed in questo ruolo privilegiato per gli ottimi rapporti con i due paesi, può rappresentare un tramite diplomatico per dimiuire le tensioni tra i due stati. Il presidente Trump ha ritirato gli Stati Uniti in maniera unilaterale dall’accordo sul nucleare iraniano, firmato da Obama, a causa delle pressioni dei paesi arabi sunniti e di Israele ed ha inserito nelle richieste a Teheran per rendere nuovamente efficace il trattato mediante una rinegoziazione, che preveda riduzioni del programma missilistico iraniano e la diminuzione degli aiuti a gruppi armati del medio oriente. Per aumentare la pressione su Teheran, gli USA hanno reintrodotto pesanti sanzioni, che hanno provocato una crisi economica, che ha aggravato la situazione iraniana, già compromessa da anni di sanzioni e che hanno avuto effetti pesanti per i ceti medi e bassi. Le richieste di Trump non sono, però accettabili da Teheran perchè invadono la sua sovranità in politica estera. L’Iran ha cercato di rompere questo assedio diplomatico favorendo gli incontri con tutti quegli attori internazionali, che si sono mostrati disponibili ad instaurare un rapporto di qualsiasi forma di collaborazione con Teheran. La visita del premier giapponese si inquadra in questa strategia, che ha come obiettivo quello di presentare un paese non disponibile a subire la pressione americana ( e dei paesi sunniti insieme ad Israele), ma che vuole porre la questione del rispetto nei suoi confronti come principale segno distintivo. Questa accezione, aldilà delle mire geopolitiche, basate anche su impostazioni religiose, deriva dal senso di tradimento generato dal ritiro del trattato sul nucleare da parte degli USA, che ha suscitato sdegno in tutto il paese, favorendo la crescita delle posizioni estremiste a discapito di quelle moderate, che erano state le protagoniste delle trattative. A causa della profonda incertezza presente sia i funzionari iraniani, che quelli giapponesi hanno concordato nel dire di non riporre troppe speranze nell’incontro. In Giappone la visita ha suscitato sentimenti contrastanti: più favorevoli i moderati, ma molto contrari i conservatori. L’impressione è che se uno stato fortemente alleato degli USA, che non ha, cioè, le posizioni più nette, come l’Unione Europea, si è mosso in prima persona, ci sia la volontà, anche di Washington di arrivare ad ottenere almeno una distensione, sopratutto dopo il rischio delle settimane precedenti, quando si è rischiato un conflitto internazionale.  L’attivismo intorno al paese iraniano, con la visita del ministro degli esteri tedesco, con quella del premier giapponese e con il prossimo incontro della funzionaria dell’Unione, dimostra come Teheran sia al centro dell’attenzione internazionale per i timori che la crisi con gli Stati Uniti possa degenerare e riporti il medio oriente al centro dell’attenzione dopo che lo Stato islamico è stato sconfitto. Le responsabilità di Trump sono evidenti, per avere rinnegato l’accordo sul nucleare iraniano ed essersi appiattito sulle posizioni dei paesi arabi, ma anche gli altri paesi firmatari non hanno fatto molto, oltre a non ritirarsi dall’accordo; dall’Unione Europea, ad esempio, ma anche dalla Cina, si attendeva un maggiore impulso diplomatico per disinnescare una situazione potenzialmente pericolosa. La situazione resta, comunque, in evoluzione,purtroppo anche dal punto di vista militare con due petroliere colpite nel golfo: attentato che l’Iran ha subito collegato alla visita del premier giapponese , che, avrebbe, l’obiettivo di distogliere l’attenzione internazionale dall’incontro internazionale.

The Japanese premier in Tehran, places Iran at the center of international attention

After the visit of the German foreign minister and before the visit of the European Union official, the meeting between the Japanese and Iranian premier, constitutes in further attempt to save the agreement on the Iranian nuclear and to make the geopolitical situation less unstable in the 'area. The visit to Iran of Shinzo Abe constitutes, already in itself, a historical fact, given that it is the first of a Japanese leader since the 1979 revolution. However the relations between the two states are not new: Japan is one of the most large buyers of Iranian crude oil, even though it respected the sanctions imposed by Washington. At the same time, Tokyo remains one of the greatest allies of the United States and in this privileged role due to its excellent relations with the two countries, it can represent a diplomatic channel to reduce tensions between the two states. President Trump has withdrawn the United States unilaterally from the Iranian nuclear agreement, signed by Obama, due to pressure from the Sunni Arab countries and Israel and has included in the requests to Tehran to make the treaty again effective through a renegotiation, which includes reductions in Iran's missile program and a decrease in aid to armed groups in the Middle East. To increase the pressure on Tehran, the US has reintroduced heavy sanctions, which have caused an economic crisis, which has aggravated the Iranian situation, already compromised by years of sanctions and which have had heavy effects for the middle and lower classes. Trump's requests are not, however, acceptable to Tehran because they invade its sovereignty in foreign policy. Iran has tried to break this diplomatic siege by encouraging meetings with all those international actors who have shown their willingness to establish a relationship of any form of collaboration with Tehran. The visit of the Japanese prime minister is part of this strategy, which aims to present a country that is not available to be subjected to American pressure (and of the Sunni countries together with Israel), but who wants to raise the question of respect for them as the main distinctive sign. This meaning, beyond geopolitical aims, also based on religious approaches, derives from the sense of betrayal generated by the withdrawal of the US nuclear treaty, which has aroused disdain throughout the country, favoring the growth of extremist positions to the detriment of those moderate, who had been the protagonists of the negotiations. Due to the profound uncertainty present both the Iranian officials, and the Japanese ones agreed in saying not to put too much hope in the meeting. In Japan, the visit raised mixed feelings: the moderates were more favorable, but the conservatives were very opposed. The impression is that if a strongly allied US state, that is, it does not have the clearest positions, such as the European Union, it has moved in the first person, there is the will, even of Washington, to get at least get a détente, especially after the risk of the previous weeks, when an international conflict was risked. The activism around the Iranian country, with the visit of the German foreign minister, with that of the Japanese premier and with the next meeting of the EU official, shows how Tehran is at the center of international attention due to fears that the crisis with the United States can degenerate and restore the Middle East to the center of attention after the Islamic State has been defeated. Trump's responsibilities are clear, for denying the Iranian nuclear deal and being flat on the positions of the Arab countries, but the other signatory countries have not done much, besides not withdrawing from the agreement; from the European Union, for example, but also from China, a greater diplomatic impulse was expected to defuse a potentially dangerous situation. The situation remains, however, evolving, unfortunately also from the military point of view with two oil tankers struck in the gulf: an attack that Iran immediately linked to the visit of the Japanese premier, who, would have the goal of diverting international attention from the international meeting.

El primer ministro japonés en Teherán, coloca a Irán en el centro de la atención internacional

Después de la visita del ministro de Relaciones Exteriores de Alemania y antes de la visita del funcionario de la Unión Europea, la reunión entre el primer ministro japonés y el iraní constituye un nuevo intento de salvar el acuerdo sobre la energía nuclear iraní y hacer que la situación geopolítica sea menos inestable en el país. 'área. La visita a Irán de Shinzo Abe constituye, ya en sí misma, un hecho histórico, dado que es el primero de un líder japonés desde la revolución de 1979. Sin embargo, las relaciones entre los dos estados no son nuevas: Japón es uno de los más importantes. Los grandes compradores de petróleo crudo iraní, a pesar de que respetaba las sanciones impuestas por Washington. Al mismo tiempo, Tokio sigue siendo uno de los más grandes aliados de los Estados Unidos y en este rol privilegiado debido a sus excelentes relaciones con los dos países, puede representar un canal diplomático para reducir las tensiones entre los dos estados. El presidente Trump ha retirado a Estados Unidos unilateralmente del acuerdo nuclear iraní, firmado por Obama, debido a la presión de los países árabes sunitas e Israel, y ha incluido en las solicitudes a Teherán para que el tratado vuelva a ser efectivo mediante la renegociación. que incluye reducciones en el programa de misiles de Irán y una disminución en la ayuda a los grupos armados en el Medio Oriente. Para aumentar la presión sobre Teherán, EE. UU. Ha reintroducido fuertes sanciones, que han provocado una crisis económica, que ha agravado la situación iraní, ya comprometida por años de sanciones y que ha tenido graves efectos para la clase media y baja. Sin embargo, las solicitudes de Trump no son aceptables para Teherán porque invaden su soberanía en la política exterior. Irán ha intentado romper este asedio diplomático alentando reuniones con todos aquellos actores internacionales que han demostrado estar dispuestos a establecer una relación de cualquier tipo de colaboración con Teherán. La visita del primer ministro japonés es parte de esta estrategia, que tiene como objetivo presentar un país que no está disponible para ser sometido a la presión estadounidense (y de los países sunitas junto con Israel), pero que desea plantear la cuestión del respeto hacia ellos como la principal. signo distintivo. Este significado, más allá de los objetivos geopolíticos, también basado en enfoques religiosos, se deriva del sentimiento de traición generado por el retiro del tratado nuclear de los Estados Unidos, que ha provocado desdén en todo el país, favoreciendo el crecimiento de posiciones extremistas en detrimento de aquellos. Los moderados, que habían sido los protagonistas de las negociaciones. Debido a la profunda incertidumbre que presentan tanto los funcionarios iraníes como los japoneses acordaron decir que no hay demasiadas esperanzas en la reunión. En Japón, la visita generó sentimientos encontrados: los moderados fueron más favorables, pero los conservadores se opusieron mucho. La impresión es que si un estado estadounidense fuertemente aliado, es decir, no tiene las posiciones más claras, como la Unión Europea, se ha movido en primera persona, existe la voluntad, incluso de Washington, de conseguir al menos obtener Una distensión, especialmente después del riesgo de las semanas anteriores, cuando se arriesgó un conflicto internacional. El activismo en todo el país iraní, con la visita del ministro de Relaciones Exteriores de Alemania, el del primer ministro japonés y la próxima reunión del funcionario de la UE, muestra cómo Teherán está en el centro de la atención internacional debido a los temores de que la crisis con Los Estados Unidos pueden degenerar y restaurar el Medio Oriente al centro de atención después de que el Estado Islámico haya sido derrotado. Las responsabilidades de Trump son claras, por negar el acuerdo nuclear iraní y ser plano en las posiciones de los países árabes, pero los otros países signatarios no han hecho mucho, además de no retirarse del acuerdo; Desde la Unión Europea, por ejemplo, pero también desde China, se esperaba un impulso diplomático mayor para desactivar una situación potencialmente peligrosa. Sin embargo, la situación sigue evolucionando, desafortunadamente también desde el punto de vista militar con dos petroleros golpeados en el golfo: un ataque que Irán inmediatamente vinculó a la visita del primer ministro japonés, que tendría el objetivo de desviar la atención internacional. de la reunión internacional.

Der japanische Premierminister in Teheran stellt den Iran in den Mittelpunkt der internationalen Aufmerksamkeit

Nach dem Besuch des deutschen Außenministers und vor dem Besuch des Vertreters der Europäischen Union stellt das Treffen zwischen dem japanischen und dem iranischen Ministerpräsidenten einen weiteren Versuch dar, das Abkommen über das iranische Atomkraftwerk zu retten und die geopolitische Lage im Iran weniger instabil zu machen ‚Bereich. Der Besuch von Shinzo Abe im Iran stellt für sich genommen bereits eine historische Tatsache dar, da es sich um den ersten Führer Japans seit der Revolution von 1979 handelt. Die Beziehungen zwischen beiden Staaten sind jedoch nicht neu: Japan ist eine der am meisten große Käufer von iranischem Rohöl, obwohl es die von Washington verhängten Sanktionen respektierte. Gleichzeitig bleibt Tokio einer der größten Verbündeten der Vereinigten Staaten und kann in dieser privilegierten Rolle für die hervorragenden Beziehungen zu den beiden Ländern einen diplomatischen Kanal darstellen, um die Spannungen zwischen den beiden Staaten abzubauen. Präsident Trump hat die Vereinigten Staaten aufgrund des Drucks der sunnitisch-arabischen Länder und Israels einseitig aus dem von Obama unterzeichneten iranischen Atomabkommen zurückgezogen und in die Anträge an Teheran aufgenommen, den Vertrag durch eine Neuverhandlung wieder in Kraft zu setzen. Dazu gehören Kürzungen des iranischen Raketenprogramms und Kürzungen der Hilfe für bewaffnete Gruppen im Nahen Osten. Um den Druck auf Teheran zu erhöhen, haben die USA erneut schwere Sanktionen verhängt, die zu einer Wirtschaftskrise geführt haben, die die iranische Situation verschlimmert hat, die bereits durch jahrelange Sanktionen in Frage gestellt wurde und schwere Auswirkungen auf die Mittel- und Unterschicht hatte. Trumps Forderungen sind jedoch für Teheran nicht akzeptabel, weil sie in seine Souveränität in der Außenpolitik eindringen. Der Iran hat versucht, diese diplomatische Belagerung zu durchbrechen, indem er zu Treffen mit all jenen internationalen Akteuren aufrief, die ihre Bereitschaft gezeigt haben, eine Beziehung jeglicher Art der Zusammenarbeit mit Teheran aufzubauen. Der Besuch des japanischen Premierministers ist Teil dieser Strategie, die darauf abzielt, ein Land vorzustellen, das nicht dem amerikanischen Druck ausgesetzt werden kann (und die sunnitischen Länder zusammen mit Israel), das aber die Frage des Respekts vor ihnen als Hauptthema aufwerfen möchte Unterscheidungszeichen. Diese über die geopolitischen Ziele hinausgehende Bedeutung, die auch auf religiösen Ansätzen beruht, ergibt sich aus dem Gefühl des Verrats, das durch den Rückzug des US-Atomvertrags hervorgerufen wurde, der landesweit Verachtung hervorgerufen hat und das Wachstum extremistischer Positionen zum Nachteil dieser Positionen begünstigt Moderat, der die Protagonisten der Verhandlungen gewesen war. Aufgrund der großen Unsicherheit waren sich sowohl die iranischen als auch die japanischen Beamten einig, nicht zu viel Hoffnung auf das Treffen zu setzen. In Japan weckte der Besuch gemischte Gefühle: Die Gemäßigten waren günstiger, aber die Konservativen waren sehr dagegen. Der Eindruck ist, dass wenn ein stark verbündeter US-Staat, das heißt, er nicht die klarsten Positionen hat, wie die Europäische Union, er sich in der ersten Person bewegt hat, gibt es den Willen, auch von Washington, zumindest zu bekommen Eine Entspannung, vor allem nach dem Risiko der vergangenen Wochen, als ein internationaler Konflikt drohte. Der Aktivismus rund um das iranische Land, der Besuch des deutschen Außenministers, der Besuch des japanischen Premierministers und das nächste Treffen des EU-Beamten zeigen, dass Teheran aufgrund von Befürchtungen, die die Krise mit sich bringt, im Zentrum der internationalen Aufmerksamkeit steht Die Vereinigten Staaten können degenerieren und den Nahen Osten wieder in den Mittelpunkt rücken, nachdem der Islamische Staat besiegt wurde. Es ist klar, dass Trumps Verantwortung darin besteht, das iranische Atomabkommen zu leugnen und die Positionen der arabischen Länder zu unterschätzen, aber die anderen Unterzeichnerländer haben nicht viel getan, abgesehen davon, dass sie nicht vom Abkommen zurückgetreten sind. Beispielsweise von der Europäischen Union, aber auch von China, wurde erwartet, dass ein größerer diplomatischer Impuls eine potenziell gefährliche Situation entschärfen würde. Die Situation entwickelt sich jedoch unglücklicherweise auch aus militärischer Sicht weiter, als zwei Öltanker in den Abgrund fuhren: Ein Angriff, den der Iran unmittelbar mit dem Besuch des japanischen Premierministers verband, der das Ziel hatte, die internationale Aufmerksamkeit abzulenken vom internationalen Treffen.

Le Premier ministre japonais à Téhéran place l’Iran au centre de l’attention internationale

Après la visite du ministre allemand des Affaires étrangères et avant la visite du responsable de l’Union européenne, la rencontre entre le Premier ministre japonais et le Premier ministre iranien constitue une nouvelle tentative de sauver l’accord sur le nucléaire iranien et de rendre la situation géopolitique moins instable dans le pays. « zone. La visite en Iran de Shinzo Abe constitue déjà un fait historique, puisqu'il s'agit du premier dirigeant japonais depuis la révolution de 1979. Cependant, les relations entre les deux Etats ne sont pas nouvelles: le Japon est l'un des plus Les gros acheteurs de pétrole brut iranien, même s’il a respecté les sanctions imposées par Washington. Dans le même temps, Tokyo reste l'un des plus grands alliés des États-Unis et, grâce à ses excellentes relations avec les deux pays, ce rôle privilégié peut constituer un moyen diplomatique de réduire les tensions entre les deux États. Le président Trump a retiré unilatéralement les États-Unis de l'accord sur le nucléaire iranien, signé par Obama, sous la pression des pays arabes sunnites et d'Israël, et a inclus dans les demandes adressées à Téhéran de redonner effet au traité par une renégociation, qui comprend des réductions du programme de missiles iraniens et une réduction de l'aide aux groupes armés au Moyen-Orient. Pour accroître la pression sur Téhéran, les États-Unis ont réintroduit de lourdes sanctions, qui ont provoqué une crise économique, qui a aggravé la situation iranienne, déjà compromise par des années de sanctions et qui a eu de lourdes conséquences pour les classes moyennes et inférieures. Les demandes de Trump ne sont toutefois pas acceptables pour Téhéran car elles empiètent sur sa souveraineté en matière de politique étrangère. L’Iran a tenté de briser ce siège diplomatique en encourageant les réunions avec tous les acteurs internationaux qui ont montré leur volonté d’établir une relation de toute forme de collaboration avec Téhéran. La visite du Premier ministre japonais fait partie de cette stratégie qui vise à présenter un pays qui n’est pas disponible pour être soumis aux pressions américaines (et des pays sunnites aux côtés d’Israël), mais qui souhaite poser la question de leur respect en tant que principal objectif. signe distinctif. Ce sens, au-delà des objectifs géopolitiques, reposant également sur des approches religieuses, découle du sentiment de trahison engendré par le retrait du traité nucléaire américain, qui a suscité le mépris dans tout le pays, favorisant la croissance des positions extrémistes au détriment de modéré, qui avaient été les protagonistes des négociations. En raison de la profonde incertitude qui règne à la fois, les responsables iraniens et les responsables japonais ont convenu de ne pas mettre trop d’espoir dans la réunion. Au Japon, la visite a suscité des sentiments mitigés: les modérés étaient plus favorables, mais les conservateurs étaient très opposés. L’impression est que si un État américain fortement allié, c’est-à-dire qu’il n’a pas les positions les plus claires, comme l’Union européenne, s’est déplacé à la première personne, il ya la volonté, même de Washington, d’obtenir au moins une détente, surtout après le risque des semaines précédentes, quand un conflit international a été risqué. L'activisme dans le pays iranien, avec la visite du ministre des Affaires étrangères allemand, celle du Premier ministre japonais et la prochaine réunion du responsable de l'UE, montre à quel point Téhéran est au centre de l'attention internationale en raison des craintes que la crise avec les États-Unis peuvent dégénérer et ramener le Moyen-Orient au centre de l'attention après la défaite de l'État islamique. Les responsabilités de Trump sont claires: refuser l'accord nucléaire iranien et rester ferme sur les positions des pays arabes, mais les autres pays signataires n'ont pas fait grand chose, à part ne pas se retirer de l'accord; de l'Union européenne, par exemple, mais également de la Chine, une impulsion diplomatique plus grande devait désamorcer une situation potentiellement dangereuse. La situation reste cependant en train d'évoluer, malheureusement aussi du point de vue militaire, avec deux pétroliers frappés dans le golfe: une attaque que l'Iran a immédiatement liée à la visite du Premier ministre japonais, qui aurait pour objectif de détourner l'attention internationale. de la réunion internationale.

O primeiro-ministro japonês em Teerã coloca o Irã no centro das atenções internacionais

Após a visita do ministro das Relações Exteriores alemão e antes da visita do oficial da União Européia, a reunião entre o primeiro ministro japonês e iraniano, constitui uma tentativa adicional de salvar o acordo sobre o nuclear iraniano e tornar a situação geopolítica menos instável no país. 'área. A visita ao Irã de Shinzo Abe constitui, já em si, um fato histórico, dado que é o primeiro de um líder japonês desde a revolução de 1979. No entanto, as relações entre os dois estados não são novas: o Japão é um dos mais grandes compradores de petróleo bruto iraniano, apesar de respeitar as sanções impostas por Washington. Ao mesmo tempo, Tóquio continua sendo um dos maiores aliados dos Estados Unidos e, neste papel privilegiado, devido às excelentes relações com os dois países, pode representar um canal diplomático para reduzir as tensões entre os dois estados. O presidente Trump retirou unilateralmente os Estados Unidos do acordo nuclear iraniano, assinado por Obama, devido à pressão dos países árabes sunitas e de Israel e incluiu nos pedidos a Teerã para tornar o tratado novamente efetivo através de uma renegociação, que inclui reduções no programa de mísseis do Irã e uma diminuição na ajuda a grupos armados no Oriente Médio. Para aumentar a pressão sobre Teerã, os EUA reintroduziram pesadas sanções, que causaram uma crise econômica, que agravou a situação iraniana, já comprometida por anos de sanções e que tiveram efeitos pesados ​​para as classes média e baixa. Os pedidos de Trump não são, no entanto, aceitáveis ​​para Teerã porque eles invadem sua soberania na política externa. O Irã tentou romper esse cerco diplomático, incentivando reuniões com todos os atores internacionais que mostraram sua disposição em estabelecer uma relação de qualquer forma de colaboração com Teerã. A visita do primeiro-ministro japonês faz parte dessa estratégia, que visa apresentar um país que não está disponível para ser submetido à pressão americana (e dos países sunitas junto com Israel), mas que quer levantar a questão do respeito a eles como principal sinal distintivo. Esse significado, além de objetivos geopolíticos, também baseado em abordagens religiosas, deriva do sentimento de traição gerado pela retirada do tratado nuclear norte-americano, que provocou desdém em todo o país, favorecendo o crescimento de posições extremistas em detrimento daqueles moderados, que foram os protagonistas das negociações. Devido à profunda incerteza presente, tanto as autoridades iranianas quanto as japonesas concordaram em dizer que não deveriam esperar muita esperança na reunião. No Japão, a visita gerou sentimentos contraditórios: os moderados foram mais favoráveis, mas os conservadores se opuseram muito. A impressão é que, se um estado fortemente aliado dos EUA, isto é, não tem as posições mais claras, como a União Européia, mudou-se na primeira pessoa, há a vontade, mesmo de Washington, de conseguir pelo menos chegar uma détente, especialmente após o risco das semanas anteriores, quando um conflito internacional era arriscado. O ativismo em torno do país iraniano, com a visita do ministro das Relações Exteriores alemão, com o do primeiro-ministro japonês e com a próxima reunião do oficial da UE, mostra como Teerã está no centro das atenções internacionais devido aos temores de que a crise os Estados Unidos podem degenerar e restaurar o Oriente Médio ao centro das atenções após o Estado Islâmico ter sido derrotado. As responsabilidades de Trump são claras, por negarem o acordo nuclear iraniano e por ficarem paralisadas nas posições dos países árabes, mas os outros países signatários não fizeram muito, além de não se retirarem do acordo; da União Européia, por exemplo, mas também da China, esperava-se que um impulso diplomático maior desarmasse uma situação potencialmente perigosa. A situação continua, no entanto, evoluindo, infelizmente também do ponto de vista militar, com dois petroleiros atingidos no golfo: um ataque que o Irã imediatamente vinculou à visita do primeiro-ministro japonês, que teria o objetivo de desviar a atenção internacional do encontro internacional.