Blog di discussione su problemi di relazioni e politica internazionale; un osservatorio per capire la direzione del mondo. Blog for discussion on problems of relations and international politics; an observatory to understand the direction of the world.
Politica Internazionale
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mercoledì 8 aprile 2020
ضرورة احتواء الوباء في الدول الفقيرة المتحاربة
أحد الجوانب التي تم التقليل من شأنها بسبب أزمة الوباء هو احتمال ندرة العلاج في مناطق الحرب أو في مناطق الفقر المدقع ، حيث يمكن أن يؤدي الافتقار إلى المرافق الصحية الكافية ، إضافة إلى منظمة حكومية فقيرة ، إلى تسهيل انتقال العدوى ويوجه عدد من الضحايا لتبقى مجهولة أو أقل من الواقع. يركز الغرب على نفسه ، وظروف انتشار العدوى إلى حد ما تبرر هذا الوضع ، ويبدو أنها تتجاهل الاهتمام المناسب بقضايا أخرى ، والتي ، لا محالة ، سيكون لها تداعيات على الوضع الغربي. إذا كانت القوى الغربية بالفعل في ظل الظروف الطبيعية في الآونة الأخيرة غير قادرة ، لأسباب حقيقية ، على متابعة الأحداث الدولية ، يبدو أن التركيز القسري على الأحداث الصحية الحالية حاليًا يحجب القدرة على الحكم والعمل في الشؤون العالمية. لم يوقف الوباء القتال ، على الرغم من استدراج الأمم المتحدة ، وحتى المواقف غير المستقرة. ولكن في المناطق التي توجد فيها حالات نزاع ، أصبح الوضع الصحي حتى قبل أن يكون انتشار الوباء صعبًا ، حتى أصبح مأساويًا. ينتج عن عدم القدرة على احترام المسافات الاجتماعية ونقص الأجهزة الطبية انتشارًا سريعًا للحالة الوبائية وبالتالي عدد الضحايا ، تاركًا الحساب المأساوي لأسباب الوفيات غير مكتملة. بعد كل شيء ، لا يهم ، إذا لم يكن لديك أغراض إحصائية محضة ، أن تعرف ذلك عندما يكون هناك وعي واضح بأن الدول الأكثر فقراً ستدفع تكريماً كبيراً من حيث الوفيات الناجمة عن العدوى. ومع ذلك ، ليس هناك حالة حرب فقط لتعقيد تنفيذ الوقاية والعلاج: هناك صعوبة أن المناطق الريفية ، ولكن أيضًا مأهولة جدًا ، من العديد من الدول الفقيرة ، يمكنها الوصول إلى الزيارات الطبية والوقاية من أجل ومع ذلك ، فإن الافتقار إلى المساعدات الطبية ، وضعف معايير النظافة الصحية ، وعدم توفر الفرص لوضعها موضع التنفيذ بسبب العادات الخاطئة أيضًا من قبل الحكومات ، والتي غالبًا ما تكون فاسدة ، تشارك في أمور مختلفة تمامًا عن رفاهية مواطنيها. يجب أن تهتم جميع هذه الجوانب وتقلق الحكومات الغربية ، وخاصة الحكومات الأوروبية ، لأنه بعد الحرب والجوع وانعدام احترام الحقوق وانعدام الاحتمالات ، وهي أسباب الهجرة ، يجب الآن إضافة الوباء. من بين الأسباب التي تحدد الهجرة. لما يستحق الآن الدرس الإضافي للوباء ، تقول إن الحق في الصحة هو أكثر بكثير من مجرد متطلبات مجردة ، ولكنه سبب للراحة حتى بالنسبة لما يسمى الدول الأكثر ثراءً. علاوة على ذلك ، تُظهر الأزمة الحالية في هذه اللحظة كيف أن التقليل من شأن هذه الأحداث ينتج ، بخلاف الخسائر العديدة التي يمكن تجنبها ، ضغط الاقتصاد ، وتوليد انعدام الأمن وتعليق الحقوق ، مما يتسبب في مواقف جديدة وسلبية حتى في البلدان الغنية. إن الجهد ، في هذه اللحظة ، موجه داخل كل بلد ، ولكن التخلي عن سكان كاملين لأنفسهم ليس خيارًا صحيحًا ؛ من الضروري دعم أولئك الموجودين بالفعل في الموقع ، مثل المنظمات الإنسانية ، التي لديها هياكل طوارئ قادرة على احتواء العدوى. يجب أن يستمر الدعم على خطين متوازيين: من ناحية معونة اقتصادية ولوجستية ، للسماح بالاستمرارية التشغيلية والسيطرة على المناطق والمواقف المعروفة بالفعل ؛ من ناحية أخرى ، السعي وراء كل حل دبلوماسي ممكن لتعليق النزاعات وتسهيل حركة الناس للسماح لهم بالوصول إلى المرافق الطبية. وسيكون هذا أيضًا نوعًا من الاختبار لتيسير الحوار العام على جميع المستويات والأشكال الجديدة للتعاون العالمي القادرة على تعزيز السلام ونشر التقدم.
lunedì 6 aprile 2020
Il futuro dell'Europa, oltre la pandemia
La pandemia in corso ha provocato la deflagrazione del confronto tra Europa settentrionale e meridionale, che era già in corso, ma con toni meno accesi. Se nell'immediato l'urgenza più grave è contenere gli effetti sanitari della pandemia, fattore che ha già provocato divisioni con la mancata collaborazione dei paesi europei, l’aspetto economico si preannuncia altrettanto, se non più, grave. La recessione è ormai un fatto non atteso, ma certo e, peggio, va ad innestarsi su di una situazione economica già difficile a causa della crescita contenuta, dovuta ad aspetti strutturali, ma anche all’irrigidimento delle politiche finanziarie, che hanno avuto il solo obiettivo di contenere il deficit: un obiettivo funzionale soltanto ad alcune economie continentali a danno di altre. La gravità della pandemia ha colpito, nella fase iniziale, di più i paesi dell’Europa mediterranea, che hanno richiesto misure finanziarie a livello comunitario, slegate dalle logiche punitive a cui è stata sottoposta la Grecia e che sono state, invece, invocate, da Olanda e Germania. La gravità della posizione olandese appare ingiustificabile come la prassi adottata in campo fiscale, tale da attrarre imprese da altri paesi, specie da quelli cui vuole negare l’aiuto, che prevede una forte diminuzione della tassazione rispetto agli altri paesi europei da potere configurare l’esistenza di pratiche di concorrenza sleale. Il comportamento di Berlino, pur mostrandosi meno rigido, non può suscitare qualche sospetto sul fatto di volere accanirsi contro i suoi principali concorrenti manifatturieri, per trarne cospicui vantaggi per le industrie tedesche. Ora queste considerazioni sono sia di natura economica, che politica e proprio il secondo aspetto assume una gravità molto rilevante all’interno dei rapporti tra gli stati europei ed i loro possibili sviluppi. L’assunto da cui non si può derogare è la necessità dell’Europa ed il bisogno di contrastare i partiti ed i movimenti euroscettici. Se per il sud Europa la necessità di combattere lo scetticismo è quella di avere nell’Unione un interlocutore disposto ad alleggerire le sue posizioni circa la rigidità finanziaria, nel nord Europa è il mezzo per contrastare la contrarietà all'Unione è quello di mantenere l'atteggiamento contro quello che è considerata l’attitudine a creare debito dei paesi meridionali. Le due tendenze appaiono uguali e contrarie e quindi difficilmente conciliabili, ma un fattore di concordanza può senz’altro essere la necessità di crescere come soggetto unico nel contrasto della globalizzazione e dei suoi principali interpreti: Cina, Russia ed USA, specialmente se Trump dovesse essere rieletto. Una dissoluzione dell’Unione, nonostante tutto, non converrebbe a nessuno proprio economicamente, mantenere unito e privilegiato il mercato europeo, che è anche il più ricco del mondo, rimane una necessità di sopravvivenza per ogni membro dell’Unione, preso singolarmente. Occorre anche considerare che ad accrescere il pericolo di una dissoluzione dell’Unione, anche solo parziale, ora esiste il precedente inglese, che potrebbe favorire in modo più forte, soprattutto nel breve periodo, sentimenti analoghi. La via d’uscita è solo politica: considerare l’Unione come un insieme non solo economico e finanziario, come, di fatto è stato finora, ma una struttura sopranazionale di tipo politico capace di affrontare in modo unitario i problemi di ogni singolo territorio; naturalmente ciò implica sacrifici in termini di perdita parziale di sovranità in ambo i sensi, ma può significare un nuovo guadagno di gradimento a favore di Bruxelles. La pandemia purtroppo ha generato un inquietante numero di vittime e altre se ne annunciano dal punto di vista economico e sociale: soltanto un’azione dell’Europa a sostegno delle popolazioni può risolvere in modo pratico problemi dai quali i singoli stati potrebbero uscire devastati; è una necessità umana ed economica alla quale le istituzioni europee devono rispondere assolutamente, pena la loro stessa sopravvivenza. La pandemia rappresenta anche l’occasione di armonizzare le procedure fiscali in maniera da eliminare le differenze che generano una concorrenza pericolosa e che niente ha da spartire con il libero mercato: si tratta di un ulteriore fattore per innalzare la percezione positiva dell’Europa.
The future of Europe, beyond the pandemic
The ongoing pandemic caused the confrontation between northern and southern Europe to explode, which was already underway, but with less heated tones. If in the immediate term the most serious urgency is to contain the health effects of the pandemic, a factor that has already caused divisions with the lack of cooperation from European countries, the economic aspect promises to be just as, if not more, serious. The recession is now an unexpected, but certain fact and, worse, it is grafted onto an already difficult economic situation due to the contained growth, due to structural aspects, but also to the tightening of financial policies, which have had the only objective of limiting the deficit: an objective functional only to some continental economies to the detriment of others. The seriousness of the pandemic affected, in the initial phase, more than the countries of Mediterranean Europe, which requested financial measures at Community level, unrelated to the punitive logic to which Greece was subjected and which were, instead, invoked, by Holland and Germany. The gravity of the Dutch position appears to be unjustifiable as the practice adopted in the tax field, such as to attract companies from other countries, especially from those to which it wants to refuse aid, which provides for a sharp decrease in taxation compared to other European countries to be able to existence of unfair competition practices. Berlin's behavior, although showing less rigidity, cannot arouse any suspicion about wanting to rage against its main manufacturing competitors, in order to reap substantial advantages for the German industries. Now these considerations are both economic and political in nature and the second aspect assumes a very significant gravity within the relations between European states and their possible developments. The assumption that cannot be waived is the need for Europe and the need to contrast Eurosceptic parties and movements. If for southern Europe the need to combat skepticism is to have an interlocutor in the Union willing to lighten its positions regarding financial rigidity, in Northern Europe it is the means to combat opposition to the Union is to maintain the attitude against what is considered the attitude to create debt of southern countries. The two trends appear equal and opposite and therefore difficult to reconcile, but a factor of concordance can certainly be the need to grow as a single subject in the contrast of globalization and its main interpreters: China, Russia and the USA, especially if Trump were to be re-elected. A dissolution of the Union, despite everything, would not suit anyone economically, keeping the European market, which is also the richest in the world, united and privileged, remains a necessity of survival for each member of the Union, taken individually. It is also necessary to consider that to increase the danger of a dissolution of the Union, even if only partial, there is now the English precedent, which could foster similar sentiments more strongly, especially in the short term. The way out is only political: considering the Union as a whole not only economic and financial, as it has actually been so far, but a supranational political structure capable of tackling the problems of each individual territory in a united way; of course this implies sacrifices in terms of partial loss of sovereignty in both senses, but it can mean a new appreciation gain in favor of Brussels. Unfortunately, the pandemic has generated a disturbing number of victims and others announce themselves from an economic and social point of view: only an action by Europe in support of populations can solve problems in a practical way from which individual states could emerge devastated; it is a human and economic necessity to which the European institutions must respond absolutely, under penalty of their very survival. The pandemic also represents an opportunity to harmonize tax procedures in order to eliminate the differences that generate dangerous competition and that has nothing to do with the free market: it is a further factor to raise the positive perception of Europe.
El futuro de Europa, más allá de la pandemia.
La pandemia en curso provocó la explosión de la confrontación entre el norte y el sur de Europa, que ya estaba en marcha, pero con tonos menos acalorados. Si en el plazo inmediato la urgencia más grave es contener los efectos de la pandemia en la salud, un factor que ya ha provocado divisiones con la falta de colaboración de los países europeos, el aspecto económico promete ser igual, si no más grave. La recesión es ahora un hecho inesperado, pero cierto y, lo que es peor, está injertada en una situación económica ya difícil debido al crecimiento contenido, debido a aspectos estructurales, pero también al endurecimiento de las políticas financieras, que han tenido el único objetivo de limitar el déficit: un objetivo funcional solo para algunas economías continentales en detrimento de otras. La gravedad de la pandemia afectó, en la fase inicial, más que a los países de Europa mediterránea, que solicitaron medidas financieras a nivel comunitario, sin relación con la lógica punitiva a la que Grecia fue sometida y que, en cambio, fue invocada por Holanda y Alemania. La gravedad de la posición holandesa parece ser injustificable ya que la práctica adoptada en el campo de los impuestos, como atraer empresas de otros países, especialmente de aquellas a las que quiere rechazar la ayuda, lo que prevé una fuerte disminución de los impuestos en comparación con otros países europeos para poder existencia de prácticas de competencia desleal. El comportamiento de Berlín, aunque es menos rígido, no puede despertar ninguna sospecha de querer enfurecerse contra sus principales competidores manufactureros, a fin de obtener ventajas sustanciales para las industrias alemanas. Ahora, estas consideraciones son de naturaleza económica y política, y el segundo aspecto supone una gravedad muy significativa dentro de las relaciones entre los Estados europeos y sus posibles desarrollos. La suposición que no se puede renunciar es la necesidad de Europa y la necesidad de contrastar los partidos y movimientos euroescépticos. Si para el sur de Europa la necesidad de combatir el escepticismo es tener un interlocutor en la Unión dispuesto a aligerar sus posiciones con respecto a la rigidez financiera, en el norte de Europa, el medio para combatir la oposición a la Unión es mantener el actitud contra lo que se considera la actitud para crear deuda de los países del sur. Las dos tendencias parecen iguales y opuestas y, por lo tanto, difíciles de conciliar, pero un factor de concordancia puede ser la necesidad de crecer como un solo sujeto en contraste con la globalización y sus principales intérpretes: China, Rusia y los EE. UU., Especialmente si Trump fuera a ser reelegida. Una disolución de la Unión, a pesar de todo, no sería adecuada para nadie económicamente, mantener el mercado europeo, que también es el más rico del mundo, unido y privilegiado, sigue siendo una necesidad de supervivencia para cada miembro de la Unión, tomado individualmente. También es necesario tener en cuenta que para aumentar el peligro de una disolución de la Unión, aunque sea parcial, ahora existe el precedente inglés, que podría fomentar sentimientos similares con mayor fuerza, especialmente a corto plazo. La salida es solo política: considerar a la Unión en su conjunto no solo económica y financiera, como lo ha sido hasta ahora, sino una estructura política supranacional capaz de abordar los problemas de cada territorio individual de manera unida; Por supuesto, esto implica sacrificios en términos de pérdida parcial de soberanía en ambos sentidos, pero puede significar una nueva ganancia de apreciación a favor de Bruselas. Desafortunadamente, la pandemia ha generado un número inquietante de víctimas y otros se anuncian desde un punto de vista económico y social: solo una acción de Europa en apoyo de las poblaciones puede resolver los problemas de una manera práctica desde la cual los estados individuales podrían salir devastados; Es una necesidad humana y económica a la que las instituciones europeas deben responder absolutamente, so pena de su propia supervivencia. La pandemia también representa una oportunidad para armonizar los procedimientos fiscales a fin de eliminar las diferencias que generan competencia peligrosa y que no tiene nada que ver con el libre mercado: es un factor adicional para elevar la percepción positiva de Europa.
Die Zukunft Europas jenseits der Pandemie
Die anhaltende Pandemie ließ die Konfrontation zwischen Nord- und Südeuropa explodieren, die bereits im Gange war, jedoch mit weniger erhitzten Tönen. Wenn es kurzfristig am dringendsten ist, die gesundheitlichen Auswirkungen der Pandemie einzudämmen, ein Faktor, der bereits zu Spaltungen mit der mangelnden Zusammenarbeit der europäischen Länder geführt hat, verspricht der wirtschaftliche Aspekt gleichermaßen, wenn nicht sogar schwerwiegender zu sein. Die Rezession ist jetzt eine unerwartete, aber sichere Tatsache, und schlimmer noch, sie wird aufgrund des verhaltenen Wachstums aufgrund struktureller Aspekte, aber auch aufgrund der Straffung der Finanzpolitik, die die einzige hatte, auf eine bereits schwierige wirtschaftliche Situation übertragen Ziel der Begrenzung des Defizits: Ein Ziel, das nur für einige kontinentale Volkswirtschaften zum Nachteil anderer funktioniert. Die Schwere der Pandemie betraf in der Anfangsphase mehr als die Länder Mittelmeereuropas, die auf Gemeinschaftsebene finanzielle Maßnahmen beantragten, die nichts mit der Straflogik zu tun hatten, der Griechenland ausgesetzt war und die stattdessen von angerufen wurde Holland und Deutschland. Die Schwere der niederländischen Position scheint nicht zu rechtfertigen zu sein, da die im Steuerbereich angewandte Praxis darin besteht, Unternehmen aus anderen Ländern anzuziehen, insbesondere aus Unternehmen, denen die Hilfe verweigert werden soll, was zu einem starken Rückgang der Steuern im Vergleich zu anderen europäischen Ländern führt, um die niederländische Position konfigurieren zu können Bestehen unlauterer Wettbewerbspraktiken. Berlins Verhalten ist zwar weniger starr, kann aber keinen Verdacht erregen, gegen seine Hauptkonkurrenten im verarbeitenden Gewerbe wüten zu wollen, um wesentliche Vorteile für die deutsche Industrie zu erzielen. Nun sind diese Überlegungen sowohl wirtschaftlicher als auch politischer Natur, und der zweite Aspekt nimmt eine sehr bedeutende Bedeutung innerhalb der Beziehungen zwischen europäischen Staaten und ihrer möglichen Entwicklungen an. Die Annahme, auf die nicht verzichtet werden kann, ist die Notwendigkeit Europas und die Notwendigkeit, euroskeptische Parteien und Bewegungen gegenüberzustellen. Wenn für Südeuropa die Notwendigkeit zur Bekämpfung der Skepsis darin besteht, einen Gesprächspartner in der Union zu haben, der bereit ist, seine Positionen in Bezug auf die finanzielle Starrheit zu lockern, ist es in Nordeuropa das Mittel zur Bekämpfung der Opposition gegen die Union, die Haltung gegen das, was als die Haltung angesehen wird, Schulden der südlichen Länder zu schaffen. Die beiden Trends scheinen gleich und gegensätzlich zu sein und sind daher schwer zu vereinbaren, aber ein Faktor der Übereinstimmung kann sicherlich die Notwendigkeit sein, im Gegensatz zur Globalisierung und ihren Hauptinterpreten als ein einziges Thema zu wachsen: China, Russland und die USA, insbesondere wenn Trump es wäre wiedergewählt. Eine Auflösung der Union würde trotz allem wirtschaftlich niemandem passen, und der europäische Markt, der auch der reichste der Welt ist, vereint und privilegiert zu bleiben, bleibt eine Überlebensnotwendigkeit für jedes Mitglied der Union, einzeln betrachtet. Um die Gefahr einer Auflösung der Union zu erhöhen, wenn auch nur teilweise, gibt es jetzt den englischen Präzedenzfall, der ähnliche Gefühle insbesondere kurzfristig stärker fördern könnte. Der Ausweg ist nur politisch: Betrachtung der Union als Ganzes nicht nur wirtschaftlich und finanziell, wie es bisher tatsächlich der Fall war, sondern eine supranationale politische Struktur, die in der Lage ist, die Probleme jedes einzelnen Territoriums auf einheitliche Weise anzugehen; Dies bedeutet natürlich Opfer in Bezug auf einen teilweisen Verlust der Souveränität in beiden Sinnen, aber es kann einen neuen Wertsteigerungsgewinn zugunsten von Brüssel bedeuten. Leider hat die Pandemie eine beunruhigende Anzahl von Opfern hervorgerufen, und andere melden sich aus wirtschaftlicher und sozialer Sicht: Nur eine Aktion Europas zur Unterstützung der Bevölkerung kann Probleme auf praktische Weise lösen, aus denen einzelne Staaten am Boden zerstört hervorgehen könnten. Es ist eine menschliche und wirtschaftliche Notwendigkeit, auf die die europäischen Institutionen unter Strafe ihres Überlebens unbedingt reagieren müssen. Die Pandemie bietet auch die Möglichkeit, die Steuerverfahren zu harmonisieren, um die Unterschiede zu beseitigen, die einen gefährlichen Wettbewerb erzeugen und nichts mit dem freien Markt zu tun haben. Sie ist ein weiterer Faktor, um die positive Wahrnehmung Europas zu stärken.
L'avenir de l'Europe, au-delà de la pandémie
La pandémie en cours a fait exploser la confrontation entre le nord et le sud de l'Europe, qui était déjà en cours, mais avec des tons moins chauds. Si, dans l'immédiat, l'urgence la plus sérieuse est de contenir les effets sanitaires de la pandémie, facteur qui a déjà provoqué des divisions avec le manque de collaboration des pays européens, l'aspect économique s'annonce également, sinon plus grave. La récession est désormais un fait inattendu mais certain et, pire encore, elle se greffe sur une situation économique déjà difficile du fait de la croissance contenue, du fait des aspects structurels, mais aussi du resserrement des politiques financières, qui ont eu le seul objectif de limitation du déficit: un objectif fonctionnel uniquement pour certaines économies continentales au détriment d'autres. La gravité de la pandémie a affecté, dans la phase initiale, plus que les pays d'Europe méditerranéenne, qui ont demandé des mesures financières au niveau communautaire, sans rapport avec la logique punitive à laquelle la Grèce a été soumise et qui, au contraire, ont été invoquées par Hollande et Allemagne. La gravité de la position néerlandaise semble injustifiable car la pratique adoptée dans le domaine fiscal, comme celle d'attirer des entreprises d'autres pays, notamment de celles auxquelles elle souhaite refuser l'aide, prévoit une forte baisse de la fiscalité par rapport aux autres pays européens pour pouvoir configurer le l'existence de pratiques de concurrence déloyale. Le comportement de Berlin, bien que moins rigide, ne peut éveiller aucun soupçon de vouloir faire rage contre ses principaux concurrents industriels, afin de récolter des avantages substantiels pour les industries allemandes. Or, ces considérations sont de nature à la fois économique et politique et le deuxième aspect prend une gravité très importante dans les relations entre les États européens et leurs évolutions possibles. L'hypothèse à laquelle on ne peut renoncer est la nécessité de l'Europe et la nécessité de mettre en contraste les partis et les mouvements eurosceptiques. Si pour le sud de l'Europe la nécessité de lutter contre le scepticisme est d'avoir un interlocuteur dans l'Union disposé à alléger ses positions sur la rigidité financière, en Europe du Nord c'est le moyen de lutter contre l'opposition à l'Union c'est de maintenir la attitude contre ce qui est considéré comme l'attitude de créer une dette des pays du Sud. Les deux tendances semblent égales et opposées et donc difficiles à concilier, mais un facteur de concordance peut certainement être la nécessité de se développer comme un seul sujet dans le contraste de la mondialisation et de ses principaux interprètes: la Chine, la Russie et les États-Unis, surtout si Trump devait être réélu. Une dissolution de l'Union, malgré tout, ne conviendrait à personne économiquement, le maintien du marché européen, qui est aussi le plus riche du monde, uni et privilégié, reste une nécessité de survie pour chaque membre de l'Union, pris individuellement. Il est également nécessaire de considérer que pour accroître le danger d'une dissolution de l'Union, même partielle, il existe désormais le précédent anglais, qui pourrait nourrir plus fortement des sentiments similaires, en particulier à court terme. La sortie n'est que politique: considérer l'Union dans son ensemble non seulement sur le plan économique et financier, comme elle l'a été jusqu'à présent, mais sur une structure politique supranationale capable d'aborder les problèmes de chaque territoire de manière unie; cela implique bien sûr des sacrifices en termes de perte partielle de souveraineté dans les deux sens, mais cela peut signifier une nouvelle appréciation en faveur de Bruxelles. Malheureusement, la pandémie a généré un nombre inquiétant de victimes et d'autres s'annoncent d'un point de vue économique et social: seule une action de l'Europe en faveur des populations peut résoudre les problèmes d'une manière pratique dont des États individuels pourraient sortir dévastés; c'est une nécessité humaine et économique à laquelle les institutions européennes doivent répondre de manière absolue, sous peine de leur survie même. La pandémie représente également une opportunité d'harmoniser les procédures fiscales afin d'éliminer les différences qui génèrent une concurrence dangereuse et qui n'a rien à voir avec le marché libre: c'est un autre facteur pour élever la perception positive de l'Europe.
O futuro da Europa, além da pandemia
A pandemia em andamento causou a explosão do confronto entre o norte e o sul da Europa, que já estava em andamento, mas com tons menos quentes. Se, no prazo imediato, a maior urgência é conter os efeitos na saúde da pandemia, fator que já provocou divisões com a falta de colaboração dos países europeus, o aspecto econômico promete ser igualmente, se não mais grave. A recessão é agora um fato inesperado, mas certo, e, pior, é enxertada em uma situação econômica já difícil, devido ao crescimento contido, devido a aspectos estruturais, mas também ao aperto das políticas financeiras, que tiveram o único objetivo de limitar o déficit: um objetivo funcional apenas para algumas economias continentais em detrimento de outras. A seriedade da pandemia afetou, na fase inicial, mais do que os países da Europa mediterrânea, que solicitaram medidas financeiras a nível comunitário, não relacionados com a lógica punitiva a que a Grécia estava sujeita e que, em vez disso, foram invocados por Holanda e Alemanha. A gravidade da posição holandesa parece injustificável conforme a prática adotada no campo tributário, como atrair empresas de outros países, especialmente daqueles para os quais deseja recusar ajuda, o que prevê uma redução acentuada da tributação em comparação com outros países europeus para poder existência de práticas desleais de concorrência. O comportamento de Berlim, embora seja menos rígido, não pode levantar suspeitas sobre querer se enfurecer com seus principais concorrentes de fabricação, a fim de colher vantagens substanciais para as indústrias alemãs. Agora, essas considerações são de natureza econômica e política e o segundo aspecto assume uma gravidade muito significativa nas relações entre os estados europeus e seus possíveis desenvolvimentos. A suposição que não pode ser renunciada é a necessidade da Europa e a necessidade de contrastar partidos e movimentos eurocéticos. Se para o sul da Europa a necessidade de combater o ceticismo é ter um interlocutor na União disposto a aliviar suas posições em relação à rigidez financeira, no norte da Europa é o meio de combater a oposição à União e manter o atitude contra o que é considerado a atitude de criar dívida dos países do sul. As duas tendências parecem iguais e opostas e, portanto, difíceis de conciliar, mas um fator de concordância pode certamente ser a necessidade de crescer como um único sujeito, em contraste com a globalização e seus principais intérpretes: China, Rússia e EUA, especialmente se Trump for re-eleito. Uma dissolução da União, apesar de tudo, não serviria a ninguém economicamente, mantendo o mercado europeu, também o mais rico do mundo, unido e privilegiado, continua sendo uma necessidade de sobrevivência para cada membro da União, tomada individualmente. Também é necessário considerar que, para aumentar o risco de uma dissolução da União, mesmo que parcial, existe agora o precedente inglês, que poderia fomentar sentimentos semelhantes com mais força, principalmente a curto prazo. A saída é apenas política: considerar a União como um todo, não apenas econômica e financeira, como tem sido até agora, mas uma estrutura política supranacional capaz de enfrentar de maneira unida os problemas de cada território individual; é claro que isso implica sacrifícios em termos de perda parcial de soberania em ambos os sentidos, mas pode significar um novo ganho de apreciação em favor de Bruxelas. Infelizmente, a pandemia gerou um número preocupante de vítimas e outras se anunciam de um ponto de vista econômico e social: somente uma ação da Europa em apoio às populações pode resolver problemas de uma maneira prática a partir da qual estados individuais podem emergir devastados; é uma necessidade humana e econômica à qual as instituições europeias devem responder absolutamente, sob pena de sua própria sobrevivência. A pandemia também representa uma oportunidade para harmonizar os procedimentos tributários, a fim de eliminar as diferenças que geram concorrência perigosa e que nada tem a ver com o livre mercado: é mais um fator para aumentar a percepção positiva da Europa.
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