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venerdì 4 settembre 2020

تأمل الصين في هزيمة ترامب ، لكن العلاقات الثنائية لن يكون لها سوى القليل من الاختلاف

هناك جدل مستمر في الدولة الصينية حول الشكل الذي ستبدو عليه نتائج الانتخابات الرئاسية الأمريكية. يبدو أن المحللين السياسيين والرأي العام في الصين يتفقون في تفضيل عدم فوز بايدن بقدر هزيمة ترامب ؛ إذا كان الاثنان مرتبطين ارتباطًا وثيقًا ، وكان أحدهما نتيجة للآخر ، فيبدو من الضروري بالنسبة للصينيين ألا يُعاد انتخاب ترامب ولا يهم أن يذهب النصر إلى منافس الحزب الديمقراطي ، لأنهم يعتبرون أي بديل أفضل من المستأجر الحالي للحزب الديمقراطي. البيت الابيض. في الواقع ، كما سنرى لاحقًا ، لن تتغير الأمور بالنسبة للصين كثيرًا. تعتبر بكين ترامب سياسيًا لا يمكن التنبؤ به كثيرًا ، ويصعب إدارته وفقًا لعرف العلاقات الدولية الطبيعية. ترامب ، الذي لديه ، علاوة على ذلك ، انطباع جيد جدًا عن الرئيس الصيني ، ليس لديه تفكير سياسي خطي ، وموجه للغاية بمشاعر اللحظة ومحاط بمستشارين عديمي الخبرة يميلون إلى عدم مناقضته. من المؤكد أن رؤيته الدولية أثارت في الدولة الأمريكية كراهية للصين ، كان من السهل تطويرها بفضل سياسة أوباما السابقة. لقد وضع سلف ترامب ، وإن كان بطرق مختلفة ، في المقام الأول مسألة سيادة طرق الاتصالات البحرية ، وهي أساسية لنقل البضائع ، الموجودة في البحار الصينية ، والتي تعتبرها بكين جزءًا من منطقة نفوذها الحصرية. علاوة على ذلك ، فإن مسألة استعداد الصين المتزايد للتنافس ، ليس فقط اقتصاديًا ، ولكن أيضًا جيوسياسيًا وبالتالي عسكريًا ، مع الولايات المتحدة ، لتصبح القوة العالمية الأولى ، قد أثارت ردود فعل سلبية في كلا المعسكرين السياسيين. يمكن وضع تصرف ترامب ، غير المستقر بالتأكيد ، في استمرارية السياسة التي بدأها أوباما. من المؤكد أن طرق ترامب لم تسهل الحوار بين البلدين ، بل على العكس ، نأى بنفسهما كما لم يحدث من قبل. يعتبر التغيير في البيت الأبيض هو الأفضل ، على الأقل فيما يتعلق بإمكانيات وأساليب الحوار الذي يبدو صعبًا على أي حال بسبب الظروف الطارئة الحالية. ما يمكن أن تتوقعه الصين من انتصار بايدن هو مجرد موقف دبلوماسي أكثر في العلاقات الثنائية ، لكن هناك مجال ضئيل للتقارب بشأن القضايا العامة للمناقشة. بالتأكيد سيكون من الممكن العثور على اتفاقيات بشأن تغير المناخ وأيضًا بشأن قضية الطاقة النووية الإيرانية ، وهذا قد يفضل الانفراج ، لكن سيكون من المستحيل عمليًا المضي قدمًا. هناك مؤشر إرشادي للغاية على كيف يعتزم الحزب الديمقراطي التعامل مع الصين ، في الواقع اختفى مبدأ الصين الواحدة من برنامجه الانتخابي: يتبع ذلك الدعم لتايوان ، وهو أيضًا أساسي للولايات المتحدة من وجهة نظر استراتيجية. ، وسوف تواصل؛ وكذلك في هونغ كونغ ، التي تم إلغاء معارضتها عمليا بموجب قانون قتل الحرية. في الواقع ، قد يكون وجود خصم من الحزب الديمقراطي أسوأ من مواجهة ترامب في قضية الحقوق المدنية التي تنكرها الحكومة الصينية ؛ لم يُظهر الرئيس الحالي نفسه أبدًا شديد الحساسية تجاه هذه القضية التي لا يبدو أن الكثير من تشكيلته السياسية مهتمة بها ، والعكس بالعكس ، قد تطلب القاعدة الانتخابية لبايدن موقفًا حازمًا من مرشحه في حالة انتخابه. أحد الانطباعات هو أن بايدن قد يبدو أكثر امتثالًا للصينيين ، لكن هذا الانطباع ، إذا كان صحيحًا ، يبدو خاطئًا تمامًا ، لأن مسار العلاقات بين الولايات المتحدة والصين في المستقبل القريب لن يكون قادرًا على التغيير عن المعايير الحالية. إذا كان هناك مجال لاستئناف المفاوضات بشأن اتفاقية التعاون الاقتصادي عبر المحيط الهادئ ورابطة التجارة والاستثمار عبر المحيط الأطلسي ، فإن هذا لا يعني أن بايدن ، إذا تم انتخابه ، سيكون قادرًا على التنازل عن قضية الحقوق ، والتي ، في الواقع ، يمكن أن تصبح محورية في العلاقة مع الصين. قبل كل شيء ، لا يمكن التفاوض على مسألة الطرق البحرية ودعم الحلفاء الأمريكيين في المنطقة ، وهذا الجانب يعد بأن يظل عقبة رئيسية في العلاقات الثنائية ، وهي عقبة ستبقى جوهرية على الرغم من التوقعات بتحسين محتمل للعلاقات الثنائية. العلاقات الرسمية.

lunedì 31 agosto 2020

Alcune riflessioni sul referendum italiano sulla riduzione dei parlamentari

 

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La questione del referendum italiano sulla riduzione dei parlamentari si inquadra in uno scenario generale di utilizzo di tematiche politiche in un’ottica populista, che è diventato elemento comune a livello mondiale. La scena politica italiana si contraddistingue per una profonda delusione delle forze politiche tradizionali, che è stata indirizzata, non certo in maniera inconsapevole, verso forze antisistema, capaci di sfruttare un malcontento diffuso, che ha generato una gran quantità di elettori privi di riferimenti. La comparsa sulla scena politica italiana di movimenti nuovi o di movimenti che hanno subito una trasformazione in senso populista ha estremizzato l’attenzione su temi non funzionali al miglioramento del sistema politico, ma ne ha variato l’azione con intenti di moralizzazione del sistema, anche se con effetti pratici spesso contrari alle intenzioni dichiarate. L’intenzione di ridurre il numero dei parlamentari, formalmente e praticamente i rappresentanti della popolazione, per ridurre le spese di funzionamento del parlamento italiano è stata presentata come un successo fondamentale per il paese italiano. In realtà la prima obiezione naturale a questa lettura è che si può ottenere lo stesso effetto con la riduzione dei costi generali, mantenendo lo stesso numero degli eletti; anche perché questa riforma, senza una legge elettorale costruita su questa riforma, genererà delle differenze profonde tra regione e regione a causa del numero di voti che sarà necessario per eleggere un deputato. Attualmente, secondo le previsioni, ci sono casi dove in alcune regioni per eleggere un componente del parlamento ci vorrà un numero tre volte dei consensi rispetto ad altre regioni e potrebbe anche verificarsi la mancata rappresentatività per altre regioni più piccole. Che la questione sia puramente simbolica sarebbe evidente anche dalla modestia dell’entità del risparmio. Tuttavia oltre queste considerazioni, pare evidente che la prima ricaduta negativa sia un difetto di rappresentanza politica che comprime il rapporto tra eletti ed elettori aumentando ulteriormente la distanza tra le due parti e quindi il malcontento politico. Ma il sospetto maggiore è che questa riforma, che intacca il dettato costituzionale, sia funzionale ad un maggiore controllo dei deputati eletti, una sorta di soluzione per la mancata abolizione del divieto mandato imperativo previsto nella carta costituzionale. Gli sviluppi delle ultime leggi elettorali hanno cancellato la possibilità per l’elettorato attivo di esercitare la scelta della preferenza, favorendo il potere delle segreterie dei partiti sia sulla candidabilità, che sulla reale possibilità di elezione durante le elezioni politiche; la reale intenzione è stata quella di limitare l’azione individuale e personale dei singoli eletti, per ricondurre l’attività parlamentare ai voleri dei gruppi dirigenti più ristretti. Se, da un lato, si voleva ufficialmente combattere la pratica del cambio di partito durante la legislatura, dall’altro emergeva la volontà di ridurre l’autonomia degli eletti a favore di strategie politiche elaborate in consessi più ristretti, che, di fatto, erano e sono gli unici autorizzati all’indirizzo da dare al partito o al movimento, impedendo, così, una visione multipla, essenziale per il dibattito interno ai partiti. Una riduzione del numero dei parlamentari favorirebbe un maggiore controllo del dissidio interno, soprattutto in un’epoca dove l’aspetto dirigistico dei movimenti politici ha avuto la meglio sulla discussione della base. Questo aspetto di volere contenere le opinioni contrarie al gruppo dirigente è un fattore che accomuna ogni movimento politico o partito, presente nella scena politica italiana: ciò è dovuto ad una scarsa propensione alla considerazione delle posizioni non allineate, vissute spesso con fastidio dai gruppi dirigenti, ma anche ad una sempre minore pratica politica dei leader di partito, incapaci di fornire risposte veloci alle domande dell’elettorato, soprattutto se ostacolati da idee differenti interne al partito. Il dissenso interno non è più contemplato, ed è visto come un impedimento, un impegno che è un ostacolo alla lotta politica contro gli avversari. Una delle ragioni è che il livello dei dirigenti è sceso di pari passo con il livello delle discussioni portate di fronte agli elettori: un livello sempre più semplice, argomenti di base che non richiedono la spiegazione di un progetto politico articolato ma soltanto polarizzato nelle sue accezioni opposte. Ecco, quindi, lo scenario dove si sono sviluppate le condizioni per portare avanti il progetto della riduzione dei parlamentari con un benestare più o meno quasi totale delle forze politiche, allineate sul terreno dell’antipolitica ed incapaci di dire di no, anche per motivi di convenienza.

Some reflections on the Italian referendum on the reduction of parliamentarians

 

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The question of the Italian referendum on the reduction of parliamentarians is part of a general scenario of the use of political issues from a populist point of view, which has become a common element worldwide. The Italian political scene is characterized by a profound disappointment of traditional political forces, which has been directed, certainly not unconsciously, towards anti-system forces, capable of exploiting widespread discontent, which has generated a large number of voters without references. The appearance on the Italian political scene of new movements or movements that have undergone a transformation in a populist sense has increased attention to issues that are not functional to the improvement of the political system, but has varied their action with the intent of moralizing the system, even if with practical effects often contrary to the declared intentions. The intention to reduce the number of parliamentarians, formally and practically the representatives of the population, to reduce the operating costs of the Italian parliament was presented as a fundamental success for the Italian country. In reality, the first natural objection to this reading is that the same effect can be obtained with the reduction of general costs, while maintaining the same number of elected representatives; also because this reform, without an electoral law built on this reform, will generate profound differences between region and region due to the number of votes that will be needed to elect a deputy. Currently, according to forecasts, there are cases where in some regions to elect a member of parliament it will take three times the number of consensus than in other regions and there could also be a lack of representativeness for other smaller regions. That the issue is purely symbolic would also be evident from the modesty of the size of the savings. However, beyond these considerations, it seems evident that the first negative fallout is a lack of political representation that compresses the relationship between elected representatives and voters, further increasing the distance between the two parties and therefore political discontent. But the greatest suspicion is that this reform, which undermines the constitutional dictates, is functional to greater control of elected deputies, a sort of solution for the failure to abolish the mandatory mandate prohibition envisaged in the constitutional charter. The developments of the latest electoral laws have canceled the possibility for the active electorate to exercise the choice of preference, favoring the power of the party secretariats both on candidacy and on the real possibility of election during political elections; the real intention was to limit the individual and personal action of elected individuals, in order to bring parliamentary activity back to the wishes of the more restricted management groups. If, on the one hand, they wanted to officially combat the practice of changing parties during the legislature, on the other there was a desire to reduce the autonomy of the elected in favor of political strategies developed in more restricted fora, which, in fact, were and they are the only ones authorized to address the party or movement, thus preventing a multiple vision, essential for the debate within the parties. A reduction in the number of parliamentarians would favor greater control of internal conflict, especially in an era where the leadership aspect of political movements prevailed over the grassroots discussion. This aspect of wanting to contain opinions contrary to the management group is a factor that unites every political movement or party present in the Italian political scene: this is due to a low propensity to consider non-aligned positions, often experienced with annoyance by the management groups, but also to an ever decreasing political practice of party leaders, unable to provide quick answers to the questions of the electorate, especially if hindered by different ideas within the party. Internal dissent is no longer contemplated, and is seen as an impediment, a commitment that is an obstacle to the political struggle against opponents. One of the reasons is that the level of executives has dropped hand in hand with the level of discussions brought before the voters: an increasingly simple level, basic arguments that do not require the explanation of an articulated political project but only polarized in its meanings. opposite. Here, then, is the scenario where the conditions have developed to carry out the project of the reduction of parliamentarians with a more or less almost total approval of the political forces, aligned on the ground of anti-politics and unable to say no, even for reasons of convenience.

Algunas reflexiones sobre el referéndum italiano sobre la reducción de parlamentarios

 La cuestión del referéndum italiano sobre la reducción de parlamentarios forma parte de un escenario general de uso de los temas políticos desde un punto de vista populista, que se ha convertido en un elemento común a nivel mundial. El escenario político italiano se caracteriza por una profunda decepción de las fuerzas políticas tradicionales, que se ha dirigido, ciertamente no de forma inconsciente, hacia fuerzas antisistema, capaces de explotar el descontento generalizado, que ha generado un gran número de votantes sin referencias. La aparición en el escenario político italiano de nuevos movimientos o movimientos que han sufrido una transformación en un sentido populista ha aumentado la atención a temas que no son funcionales para la mejora del sistema político, pero ha variado su acción con la intención de moralizar el sistema, incluso si con efectos prácticos a menudo contrarios a las intenciones declaradas. La intención de reducir el número de parlamentarios, formal y prácticamente los representantes de la población, para reducir los costos operativos del parlamento italiano se presentó como un éxito fundamental para el país italiano. En realidad, la primera objeción natural a esta lectura es que se puede obtener el mismo efecto con la reducción de costos generales, manteniendo el mismo número de representantes electos; también porque esta reforma, sin una ley electoral construida sobre esta reforma, generará profundas diferencias entre región y región por la cantidad de votos que se necesitarán para elegir un diputado. Actualmente, según las previsiones, hay casos en los que en algunas regiones elegir a un miembro del parlamento se necesitará tres veces el número de consensos que en otras regiones y también podría haber una falta de representatividad para otras regiones más pequeñas. Que el tema es puramente simbólico también sería evidente por la modestia del tamaño de los ahorros. Sin embargo, más allá de estas consideraciones, parece evidente que la primera secuela negativa es una falta de representación política que comprime la relación entre representantes electos y votantes, aumentando aún más la distancia entre los dos partidos y por ende el descontento político. Pero la mayor sospecha es que esta reforma, que atenta contra los dictados constitucionales, es funcional a un mayor control de los diputados electos, una suerte de solución a la falta de abolición de la prohibición del mandato obligatorio contemplada en la carta constitucional. Los desarrollos de las últimas leyes electorales han anulado la posibilidad de que el electorado activo ejerza la opción de preferencia, favoreciendo el poder de las secretarías de partido tanto en la candidatura como en la posibilidad real de elección durante las elecciones políticas; la verdadera intención era limitar la acción individual y personal de los electos, para devolver la actividad parlamentaria a los deseos de los grupos de gestión más restringidos. Si por un lado se quería combatir oficialmente la práctica del cambio de partido durante la legislatura, por otro se deseaba reducir la autonomía de los electos a favor de estrategias políticas desarrolladas en foros más restringidos, que, de hecho, eran y son los únicos autorizados para dirigirse al partido o movimiento, impidiendo así una visión múltiple, imprescindible para el debate dentro de los partidos. Una reducción en el número de parlamentarios favorecería un mayor control del conflicto interno, especialmente en una época en la que el aspecto de liderazgo de los movimientos políticos prevalecía sobre la discusión de base. Este aspecto de querer contener opiniones contrarias al grupo de dirección es un factor que une a todos los movimientos o partidos políticos presentes en el escenario político italiano: esto se debe a una baja propensión a considerar posiciones no alineadas, a menudo experimentadas con molestia por los grupos de dirección, pero también a una práctica política cada vez menor de los líderes de los partidos, incapaces de dar respuestas rápidas a las preguntas del electorado, especialmente si se ven obstaculizados por diferentes ideas dentro del partido. El disenso interno ya no se contempla y se ve como un impedimento, un compromiso que es un obstáculo para la lucha política contra los opositores. Una de las razones es que el nivel de los ejecutivos ha bajado de la mano del nivel de las discusiones que se presentan a los votantes: un nivel cada vez más simple, argumentos básicos que no requieren la explicación de un proyecto político articulado sino solo polarizados en sus significados. opuesto. Aquí, entonces, está el escenario donde se han desarrollado las condiciones para llevar a cabo el proyecto de reducción de parlamentarios con una aprobación más o menos casi total de las fuerzas políticas, alineadas en el terreno de la antipolítica e incapaces de decir que no, incluso por razones de conveniencia.

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Einige Überlegungen zum italienischen Referendum über die Reduzierung von Parlamentariern

 

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Die Frage des italienischen Referendums über die Reduzierung von Parlamentariern ist Teil eines allgemeinen Szenarios der Verwendung politischer Fragen aus populistischer Sicht, das weltweit zu einem gemeinsamen Element geworden ist. Die italienische politische Szene ist gekennzeichnet durch eine tiefgreifende Enttäuschung der traditionellen politischen Kräfte, die sicherlich nicht unbewusst auf Anti-System-Kräfte gerichtet ist, die in der Lage sind, die weit verbreitete Unzufriedenheit auszunutzen, was eine große Anzahl von Wählern ohne Referenzen hervorgebracht hat. Das Auftreten neuer Bewegungen oder Bewegungen, die sich im populistischen Sinne verändert haben, in der italienischen politischen Szene hat die Aufmerksamkeit auf Themen gelenkt, die nicht zur Verbesserung des politischen Systems beitragen, sondern ihr Handeln mit der Absicht, das System zu moralisieren, variiert haben wenn mit praktischen Auswirkungen oft gegen die erklärten Absichten. Die Absicht, die Zahl der Parlamentarier, formal und praktisch der Vertreter der Bevölkerung, zu verringern, um die Betriebskosten des italienischen Parlaments zu senken, wurde als grundlegender Erfolg für das italienische Land dargestellt. In Wirklichkeit ist der erste natürliche Einwand gegen diese Lesart, dass der gleiche Effekt mit der Reduzierung der allgemeinen Kosten erzielt werden kann, während die gleiche Anzahl gewählter Vertreter beibehalten wird; auch, weil diese Reform ohne ein auf dieser Reform aufbauendes Wahlgesetz aufgrund der Anzahl der Stimmen, die für die Wahl eines Abgeordneten erforderlich sind, tiefgreifende Unterschiede zwischen Region und Region hervorrufen wird. Derzeit gibt es Prognosen zufolge Fälle, in denen in einigen Regionen die Wahl eines Parlamentsmitglieds dreimal so häufig ist wie in anderen Regionen, und es könnte auch an Repräsentativität für andere kleinere Regionen mangeln. Dass das Problem rein symbolisch ist, zeigt sich auch an der Bescheidenheit der Höhe der Ersparnisse. Über diese Überlegungen hinaus scheint es jedoch offensichtlich, dass der erste negative Fallout ein Mangel an politischer Repräsentation ist, der das Verhältnis zwischen gewählten Vertretern und Wählern komprimiert und die Distanz zwischen den beiden Parteien und damit die politische Unzufriedenheit weiter vergrößert. Der größte Verdacht besteht jedoch darin, dass diese Reform, die das Verfassungsdiktat untergräbt, zu einer besseren Kontrolle der gewählten Abgeordneten führt, eine Art Lösung für das Versäumnis, das in der Verfassungscharta vorgesehene obligatorische Mandatsverbot abzuschaffen. Die Entwicklungen der jüngsten Wahlgesetze haben die Möglichkeit für die aktiven Wähler aufgehoben, die Wahl ihrer Präferenz auszuüben, und die Macht der Parteisekretariate sowohl in Bezug auf die Kandidatur als auch in Bezug auf die tatsächliche Möglichkeit einer Wahl während der politischen Wahlen begünstigt. Die eigentliche Absicht bestand darin, das individuelle und persönliche Handeln gewählter Personen einzuschränken, um die parlamentarische Tätigkeit wieder auf die Wünsche der eingeschränkteren Verwaltungsgruppen zu bringen. Wenn sie einerseits die Praxis des Parteienwechsels während der Legislaturperiode offiziell bekämpfen wollten, bestand andererseits der Wunsch, die Autonomie der Gewählten zugunsten politischer Strategien zu verringern, die in engeren Foren entwickelt wurden, was tatsächlich der Fall war und sie sind die einzigen, die befugt sind, sich an die Partei oder Bewegung zu wenden, wodurch eine Mehrfachvision verhindert wird, die für die Debatte innerhalb der Parteien wesentlich ist. Eine Verringerung der Zahl der Parlamentarier würde eine stärkere Kontrolle der internen Konflikte begünstigen, insbesondere in einer Zeit, in der der Führungsaspekt der politischen Bewegungen die Basisdiskussion überwog. Dieser Aspekt, Meinungen enthalten zu wollen, die der Managementgruppe widersprechen, ist ein Faktor, der jede politische Bewegung oder Partei in der italienischen politischen Szene vereint: Dies ist auf die geringe Neigung zurückzuführen, nicht angeglichene Positionen zu berücksichtigen, die von den Managementgruppen häufig mit Ärger erlebt werden. aber auch auf eine immer weniger werdende politische Praxis der Parteiführer, die nicht in der Lage sind, schnelle Antworten auf die Fragen der Wählerschaft zu geben, insbesondere wenn sie durch unterschiedliche Ideen innerhalb der Partei behindert werden. Interner Dissens wird nicht mehr in Betracht gezogen und als Hindernis angesehen, als Verpflichtung, die den politischen Kampf gegen die Gegner behindert. Einer der Gründe ist, dass die Ebene der Führungskräfte Hand in Hand mit der Ebene der Diskussionen vor den Wählern gesunken ist: eine immer einfachere Ebene, grundlegende Argumente, die nicht die Erklärung eines artikulierten politischen Projekts erfordern, sondern nur in ihrer Bedeutung polarisiert sind. Gegenteil. Hier ist also das Szenario, in dem sich die Bedingungen entwickelt haben, um das Projekt der Reduzierung der Parlamentarier mit einer mehr oder weniger vollständigen Zustimmung der politischen Kräfte durchzuführen, die auf der Grundlage der Antipolitik ausgerichtet sind und auch aus Gründen von nicht nein sagen können Bequemlichkeit.

Quelques réflexions sur le référendum italien sur la réduction des parlementaires

La question du référendum italien sur la réduction des parlementaires s'inscrit dans un scénario général d'utilisation des questions politiques d'un point de vue populiste, qui est devenu un élément commun dans le monde entier. La scène politique italienne se caractérise par une profonde déception des forces politiques traditionnelles, qui s'est orientée, certes pas inconsciemment, vers des forces antisystème, capables d'exploiter un mécontentement généralisé, qui a généré un grand nombre d'électeurs sans références. L'apparition sur la scène politique italienne de nouveaux mouvements ou mouvements qui ont subi une transformation dans un sens populiste a accru l'attention sur les questions qui ne sont pas fonctionnelles pour l'amélioration du système politique, mais a varié leur action dans le but de moraliser le système, voire si avec des effets pratiques souvent contraires aux intentions déclarées. L'intention de réduire le nombre de parlementaires, formellement et pratiquement les représentants de la population, pour réduire les dépenses de fonctionnement du parlement italien a été présentée comme un succès fondamental pour le pays italien. En réalité, la première objection naturelle à cette lecture est que le même effet peut être obtenu avec la réduction des frais généraux, tout en maintenant le même nombre d'élus; aussi parce que cette réforme, sans loi électorale bâtie sur cette réforme, engendrera de profondes différences entre région et région en raison du nombre de voix qui sera nécessaire pour élire un député. Actuellement, selon les prévisions, il existe des cas où, dans certaines régions, pour élire un député, il faudra trois fois plus de consensus que dans d'autres régions et il pourrait également y avoir un manque de représentativité pour d'autres régions plus petites. Le fait que la question soit purement symbolique ressortirait également de la modestie de la taille des économies. Cependant, au-delà de ces considérations, il semble évident que la première retombée négative est un manque de représentation politique qui comprime les relations entre élus et électeurs, augmentant encore la distance entre les deux partis et donc le mécontentement politique. Mais le principal soupçon est que cette réforme, qui porte atteinte au diktat constitutionnel, est fonctionnelle pour un plus grand contrôle des députés élus, une sorte de solution à l'échec de la suppression de l'interdiction du mandat obligatoire prévue dans la charte constitutionnelle. Les développements des dernières lois électorales ont annulé la possibilité pour l'électorat actif d'exercer le choix de la préférence, favorisant le pouvoir des secrétariats des partis tant sur la candidature que sur la possibilité réelle d'élection lors d'élections politiques; l'intention réelle était de limiter l'action individuelle et personnelle des élus, afin de ramener l'activité parlementaire aux souhaits des groupes de gestion plus restreints. Si, d'une part, l'intention était de combattre officiellement la pratique du changement de parti au cours de la législature, d'autre part, il y avait une volonté de réduire l'autonomie des élus au profit de stratégies politiques développées dans des enceintes plus restreintes, qui, en fait, étaient et ils sont les seuls autorisés à s'adresser au parti ou au mouvement, empêchant ainsi une vision multiple, essentielle pour le débat au sein des partis. Une réduction du nombre de parlementaires favoriserait un meilleur contrôle des conflits internes, en particulier à une époque où l'aspect leadership des mouvements politiques prévalait sur la discussion de base. Cet aspect de vouloir contenir des opinions contraires au groupe de direction est un facteur qui unit tous les mouvements politiques ou partis présents sur la scène politique italienne: cela est dû à une faible propension à considérer des positions non alignées, souvent vécues avec agacement par les groupes de direction, mais aussi à une pratique politique de plus en plus réduite des chefs de parti, incapables de répondre rapidement aux questions de l'électorat, surtout s'ils sont entravés par des idées différentes au sein du parti. La dissidence interne n'est plus envisagée et est vue comme un obstacle, un engagement qui est un obstacle à la lutte politique contre les opposants. Une des raisons est que le niveau des cadres a baissé de pair avec le niveau des discussions portées devant les électeurs: un niveau de plus en plus simple, des arguments de base qui ne nécessitent pas l'explication d'un projet politique articulé mais seulement polarisés dans ses significations. contraire. Voici donc le scénario où les conditions se sont développées pour mener à bien le projet de réduction des parlementaires avec une approbation plus ou moins quasi totale des forces politiques, alignées sur le terrain de l'anti-politique et incapables de dire non, même pour des raisons de commodité.

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Algumas reflexões sobre o referendo italiano sobre a redução de parlamentares

 A questão do referendo italiano sobre a redução de parlamentares insere-se em um cenário geral de utilização das questões políticas do ponto de vista populista, que se tornou um elemento comum em todo o mundo. A cena política italiana é caracterizada por uma profunda decepção das forças políticas tradicionais, que tem se dirigido, certamente não inconscientemente, para forças anti-sistema, capazes de explorar o descontentamento generalizado, que tem gerado um grande número de eleitores sem referências. O surgimento na cena política italiana de novos movimentos ou movimentos que passaram por uma transformação no sentido populista aumentou a atenção para questões que não são funcionais para o aperfeiçoamento do sistema político, mas tem variado sua atuação com o intuito de moralizar o sistema, inclusive se com efeitos práticos muitas vezes contrários às intenções declaradas. A intenção de reduzir o número de parlamentares, formal e praticamente os representantes da população, para reduzir as despesas de funcionamento do parlamento italiano foi apresentada como um sucesso fundamental para o país italiano. Na realidade, a primeira objeção natural a essa leitura é que o mesmo efeito pode ser obtido com a redução das despesas gerais, mantendo o mesmo número de representantes eleitos; até porque esta reforma, sem uma lei eleitoral construída sobre esta reforma, vai gerar profundas diferenças entre região e região devido ao número de votos que será necessário para eleger um deputado. Actualmente, de acordo com as previsões, há casos em que em algumas regiões para eleger um parlamentar vai demorar três vezes mais consenso do que noutras regiões e pode também faltar representatividade para outras regiões mais pequenas. O fato de a questão ser puramente simbólica também ficaria evidente pela modéstia do tamanho das economias. No entanto, além dessas considerações, parece evidente que a primeira precipitação negativa é a falta de representação política que comprime a relação entre eleitos e eleitores, aumentando ainda mais a distância entre os dois partidos e, portanto, o descontentamento político. Mas a maior suspeita é que essa reforma, que mina os ditames constitucionais, funcione para um maior controle dos deputados eleitos, uma espécie de solução para o não cumprimento da proibição do mandato obrigatório prevista na carta constitucional. Os desenvolvimentos das últimas leis eleitorais cancelaram a possibilidade de o eleitorado ativo exercer a escolha da preferência, favorecendo o poder das secretarias partidárias tanto sobre a candidatura como sobre a possibilidade real de eleição durante as eleições políticas; a intenção real era limitar a ação individual e pessoal dos eleitos, de forma a trazer a atividade parlamentar de volta à vontade dos grupos de gestão mais restritos. Se, por um lado, queriam combater oficialmente a prática de mudança de partido durante a legislatura, por outro desejava-se reduzir a autonomia dos eleitos em prol de estratégias políticas desenvolvidas em foros mais restritos, que, de fato, eram e eles são os únicos autorizados a se dirigir ao partido ou movimento, evitando assim uma visão múltipla, essencial para o debate dentro dos partidos. Uma redução no número de parlamentares favoreceria um maior controle do conflito interno, especialmente em uma época em que o aspecto de liderança dos movimentos políticos prevalecia sobre a discussão popular. Este aspecto de querer conter opiniões contrárias ao grupo de gestão é um fator que une todos os movimentos políticos ou partidos presentes na cena política italiana: isso se deve a uma baixa propensão a considerar posições não alinhadas, muitas vezes vividas com aborrecimento pelos grupos de gestão, mas também a uma prática cada vez menos política dos dirigentes partidários, incapazes de dar respostas rápidas às questões do eleitorado, especialmente se impedidos por ideias diferentes dentro do partido. A dissidência interna não é mais contemplada e é vista como um impedimento, um compromisso que é um obstáculo à luta política contra os adversários. Um dos motivos é que o nível dos executivos caiu de mãos dadas com o nível das discussões trazidas aos eleitores: um nível cada vez mais simples, argumentos básicos que não requerem a explicação de um projeto político articulado, mas apenas polarizados em seus significados. oposto. Eis, pois, o cenário em que se desenvolveram as condições para levar a cabo o projeto de redução dos parlamentares com uma aprovação mais ou menos quase total das forças políticas, alinhadas no terreno da anti-política e incapazes de dizer não, mesmo por razões de conveniência.

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